Col tempo ho imparato a vivere ogni momento con serenità
Matteo Simone
Lo sport fa sentire campioni, a volte lo sport permette di sperimentarsi e mettersi in gioco, a volte si fanno degli incontri preziosi, a volte per raggiungere risultati bisogna affidarsi a bravi preparatori e avere un team che sostiene e supporta.
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Francesco Lupo
attraverso risposte ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Ho sempre amato lo sport, soprattutto l’atletica. Anche se mi sono avvicinato a quest’ultima soltanto 6 anni fa. Ho iniziato come tanti, le prime corsette, qualche “tabella” di allenamento fai da te, la prima 21km fatta insieme a un’amica come sfida. Poi la passione per la corsa è cresciuta sempre più e nel 2013 mi sono tesserato per una squadra (l’Atletica Melito). Lì ho conosciuto Vito Melito che mi ha trasmesso ancor più voglia di macinare km, seguendomi per 4 anni e insegnandomi tanto.”
Dietro grandi prestazioni ci sono grandi atleti ma è vero anche che dietro grandi atleti ci sono grandi ex atleti che hanno fatto parte la storia dello sport e in particolare della 100km.
Ho avuto l’onore e sorpresa di conoscere Vito Melito per caso a Lugo qualche anno fa partecipando a una gara ho comprato un paio di scarpe dal campione Vito Melito che poi ho scoperto essere un recordman della 100km e che ha scritto anche un libro sulla 100km.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Ho sempre amato lo sport, soprattutto l’atletica. Anche se mi sono avvicinato a quest’ultima soltanto 6 anni fa. Ho iniziato come tanti, le prime corsette, qualche “tabella” di allenamento fai da te, la prima 21km fatta insieme a un’amica come sfida. Poi la passione per la corsa è cresciuta sempre più e nel 2013 mi sono tesserato per una squadra (l’Atletica Melito). Lì ho conosciuto Vito Melito che mi ha trasmesso ancor più voglia di macinare km, seguendomi per 4 anni e insegnandomi tanto.”
Dietro grandi prestazioni ci sono grandi atleti ma è vero anche che dietro grandi atleti ci sono grandi ex atleti che hanno fatto parte la storia dello sport e in particolare della 100km.
Ho avuto l’onore e sorpresa di conoscere Vito Melito per caso a Lugo qualche anno fa partecipando a una gara ho comprato un paio di scarpe dal campione Vito Melito che poi ho scoperto essere un recordman della 100km e che ha scritto anche un libro sulla 100km.
In che modo hai raggiunto la performance? “Penso che il mio punto di forza sia la costanza negli allenamenti. Raggiungo quantità di km settimanali “importanti” con all’interno allenamenti mirati di qualità.”
Chi contribuisce alla tua performance? “Nell’ultimo anno ho gestito la preparazione da solo. Ho avuto però un appoggio importante. A gennaio la IUTA mi ha fornito un contatto, Livio Tretto (ultramaratoneta che ha vestito la maglia azzurra e dalle caratteristiche simili alle mie, ora preparatore). Mi ha dato importati consigli nello sviluppare il programma di allenamento.”
Quando ti sei sentito campione nello sport? “Non mi sento un campione.
Penso veramente che i campioni siano altri. Quando mi chiamano così o mi dicono
“eh ma te vai forte” la mia sincera risposta è “mi alleno tanto…”. Una cosa che
non mi fa sentire un campione, ma mi rende felice, è la stima da parte di altri
atleti per il mio modo di essere.”
Qual è la
gara della tua vita? “Tutte le gare che ho
affrontato hanno lasciato un segno. Come riscontro mediatico ottenuto, la 100Km
di Seregno di quest’anno.”
Prima
o poi arriva il momento buono se ci si impegna e si è pazienti e fiduciosi,
bisogna superare imprevisti, crisi, delusioni ma ripartire sempre con passione
e motivazione.
Tutto fa parte della storia dell’atleta e tutto aiuta a
costruire l’atleta sia esperienze di performance che fallimenti. E’ importante
andare sempre avanti con sani propositi, positività, resilienza e con il
sorriso,
Quale esperienza passata ti dà fiducia nel
raggiungere i tuoi obiettivi? “Qualche “caduta” o porta
sbattuta in faccia nella vita insegna a rimboccarsi le maniche e andare avanti
ancora più motivati di prima.”
C’è un episodio curioso o
divertente nella tua carriera sportiva? “Mah… tanti
piccoli episodi. Dalla signora che mentre facevo una ripetuta (lei con volto
seriamente preoccupato) mi diceva di andare piano, alle bici che raggiungo
mentre corro e improvvisamente accelerano per non essere superate, o lo stupore
di chi passeggia e mi vede passare più e più volte e alla fine non rinuncia a
sbalorditi o coloriti commenti. Ce né sempre una. Io saluto, me la rido, e vado
avanti.”
C’è
un mondo di sensazioni ed emozioni dietro lo sport, soprattutto quando la
fatica è tanta e prolungata e si fanno viaggi dentro se stessi ma l’esperienza
aiuta sempre a conoscersi meglio, a sviluppare consapevolezza delle proprie
capacità e possibilità.
Quali sensazioni
sperimenti nello sport: allenamenti, pre-gara, gara, post-gara? “All’inizio c’era spesso ansia, per un allenamento impegnativo o una
gara…e l’ossessione verso il cronometro. Forse per la mia voglia di fare, per
essermi catapultato in un mondo che avevo sempre amato ma mai praticato.
Fortunatamente col tempo ho imparato a vivere ogni momento con serenità. Cerco
sempre di fare bene, certo, ma lo vivo senza stress. Perché so che avrò dato
tutto e andrà comunque bene così.”
Se
c’è passione si riesce a fare tutto, si riesce a trovare il mondo e il tempo
per allenarsi e portare avanti propri propositi, per raggiungere mete e sogni
ambiti, difficili, sfidanti ma raggiungibili.
Quali sono
le difficoltà e i rischi nel tuo sport? “Le
difficoltà, per chi come me ha famiglia e lavoro, stanno nell’organizzare gli
allenamenti con la vita quotidiana. Si rischia di perdere il gusto del correre.
Prepararsi richiede appunto tanto impegno e passione.”
Come superi crisi, sconfitte, infortuni? “Guardando avanti, senza rimpianti e con la voglia di nuove sfide.
Inoltre, da ogni evento, prendo i significativi ricordi positivi o negativi che
siano stati. E dall’esperienza che mi creo, cerco di farne tesoro per
affrontare difficoltà presenti e future. Trovo fondamentale l’appoggio di
famiglia e amici, senza di loro molte cose non sarebbero state possibili.”
Gli
ultramaratoneti, oltre a faticare. hanno anche un cuore grande, si emozionano,
sono sensibili, hanno tanti pensieri, dubbi, preoccupazioni e hanno bisogno non
solo di fiducia in sé e resilienza ma anche tanto sostegno e supporto
soprattutto dalle persone a loro care.
Familiari e amici cosa
dicono del tuo sport? “Con gli anni tutti hanno
compreso la mia passione e la condividono. All’inizio invece, vedendomi sempre
correre, penso fossero più preoccupati che altro.”
Lo
sport è una vera palestra di vita da consigliare sin da piccoli nelle famiglie
o nelle scuole per apprendere da subito l’arte dello sport individuale o in
compagnia, per apprendere dall’esperienza, per diventare adulti responsabili e
consapevoli; per sapersi relazionale con gli altri con competitività senza
aggressione; per raggiungere obiettivi individuai e di squadra con impegno e
determinazione senza scorciatoie.
Un
messaggio per avvicinare i ragazzi allo sport? “Con lo sport
ho conosciuto tanti amici e vissuto momenti indimenticabili. Nella mia vita ho
giocato a pallavolo e calcio. Da ragazzino passavo tutta l’estate, tutti i
giorni, a giocare partite interminabili e a correre. Momenti che augurerei di
vivere a chiunque. Crescendo sono cambiate tante cose ma la passione è rimasta.
La voglia di muovermi, di correre. Con lo sport si cresce e sin da bambini
dovrebbe accompagnarci sempre.”
A
volte lo sport contagia, prende, rapisce, sequestra, coinvolge, fa sperimentare
sensazioni ed emozioni intense, forti, uniche e se c’è anche potenzialità e
talento allora si investe in tempo, programmi e progetti di performance.
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare sport? “Una bella determinazione.”
Cosa è
cambiato in te nel tempo? “La passione è sempre
quella del primo giorno in cui mi sono innamorato della corsa. Un po’ alla
volta è cambiata la consapevolezza di poter fare anche abbastanza bene.”
Nella
mente degli ultrarunner ci sono sempre tante gare da fare, tanti sogni da
trasformare in realtà, e a volte anche convocazioni in nazionale, maglie
azzurre, e tanto altro che compensano gli sforzi, sofferenze, fatiche che
diventano tutte amiche che hanno permesso di arrivare a questo punto.
Ringrazio
Francesco per la sua cortesia e disponibilità a raccontare e ringrazio anche il
suo celebre fotografo Sandro Marconi “Scrotofoto”.
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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