giovedì 14 settembre 2017

Ascoli Carlo, 65 km Liri: Ho spinto arrivando in grande scioltezza al traguardo


L’impegno, la determinazione, la motivazione pagano sempre, se ti alleni i risultati prima o poi vengono, e quando vengono si assaporano al meglio.
Di seguito Carlo, rispondendo ad alcune mie domande, racconta la sua esperienza di gara estrema sotto un diluvio riuscendo ad indossare la maglia di campione italiano IUTA categoria M35.
Come hai deciso di fare questa gara? “Sono ormai tre anni che partecipo a questa gara, fin dalla prima edizione. Il primo anno tornavo a fare le ultra dopo quasi 2 anni, ero partito come avevo lasciato e dal 40° km ho avuto crampi. Sono stati 25km di crampi continui fino al traguardo, quando sono arrivato sono crollato a terra e gli organizzatori, per paura, mi hanno portato sull'ambulanza. Da allora torno tutti gli anni e dalle 6 ore e 17 minuti del 2015 sono passato alle 5 ore e 45 minuti del 2016 e  alle 5 ore e 22 minuti di quest'anno.”
Una bella progressione di un atleta che sembra essere resiliente, non si è spaventato per i crampi avuti durante la prima edizione ma è ritornato più forte e determinato di prima il2016 e ancora più convinto e fiducioso il 2017. Grande atleta.

Che sapore ti lascia? “Il sapore di un'impresa!!!  Essere riusciti a correre con questo maltempo e aver migliorato, nonostante tutto, il tempo dell'anno precedente. Mi ero allenato tutto il mese di agosto per fare un buon risultato e alla fine ce l'ho fatta.”
Cosa racconterai a casa e agli amici? “Racconterò di una pioggia incredibile mai provata così forte sulla pelle.”
In effetti le foto raccontano più di ogni parola e rendono l’idea degli ultrarunner che non sono timorosi anzi temerari e pronti a tutto, mentre tutti scappano e si rintanano, loro continuano a correre divertendosi come bambini nelle pozzanghere.
Prossimi obiettivi e sogni da realizzare? “Continuare a migliorare nelle ultra, dopo aver passato un lungo periodo no, sto tornando a farle con continuità. Mi piacerebbe tornare finalmente a seguire gli allenamenti di Ivan Cudin e potergli dire, come Enzo Tortora a Portobello (quando ritornò dopo i brutti problemi avuti), "Ivan, dove eravamo rimasti?"
Bella storia, due persone simili Carlo e Ivan, molto riservate, corrette e rispettose, umili e modeste come lo sono d’altronde tanti ultrarunner, ma pronti a mettersi al lavoro e faticare sodo per andare a traguardo nei propri obiettivi.
Hai avuto particolari problemi o criticità? “La pioggia incessante, un ponte da attraversare con acqua alle ginocchia, piedi talmente zuppi che sembrava di avere due acquari.”

Da una parte mi viene da ridere al solo pensiero e al vedere le immagini, da un’altra parte mi dispiace non esserci stato, esperienze uniche da vivere, da raccontare a se stessi e agli altri, quando superi tali momenti, ti rafforzi e senti che puoi fare cose belle e grandi.
Hai fatto incontri particolari? “Ho corso parte della gara con una persona che non conoscevo: Piero Cossalter. Abbiamo percorso quasi tutta la gara. Nell'ultimo tratto (15km) mi sentivo abbastanza bene e ho spinto arrivando in grande scioltezza al traguardo. Appena arrivato ero contento di stare così bene, ma dispiaciuto allo stesso tempo. Dentro di me avrei preferito arrivare con Piero.”
Sono tanti e semplici gli incontri che si fanno nel mondo delle ultramaratone, gente disposte ad aiutarti, amici subito condividendo momenti e situazioni.
E' andato tutto come previsto? “La pioggia ha fortemente minato i miei piani, ma alla fine è andato tutto bene.”
Come trasformi questa esperienza in insegnamenti per te e per gli altri? “Da una parte mai mollare, vedendo quel tempo dicevo "ma come, ho corso tanti km ad agosto e adesso fa un tempo così" invece l'allenamento paga sempre come testimoniano i miei km finali.”
E’ tutto uno ciclo, un susseguirsi di eventi positivi, più di alleni e più vai bene, più vai bene e più sperimenti belle sensazioni, più sperimenti belle sensazioni e più aumenta l’autoefficacia, la fiducia in te stesso, ti senti più sicuro e più performante, sperimenti più benessere attraverso lo sport delle lunghe distanze, più vuoi fare bene.
Cosa racconterai a te stesso? “Mai mollare, un passo dopo l'altro si arriva sempre al traguardo.”
Le sensazioni e le emozioni che più ti restano addosso? “Ritorno a parlare dell'incontro con Piero. Durante la gara gli altri concorrenti non sono mai degli avversari. Nelle ultra, spesso, il tuo compagno di viaggio può essere un amico, un padre e un fratello allo stesso tempo. Piero nei primi km è stato un amico incontrato per strada, è stato un padre perché spesso si è girato verso di me nei momenti più critici (come il ponte invaso dall'acqua) e un fratello durante altri momenti. Per questo dentro di me rimane comunque l'amarezza di non essere arrivato insieme a lui.”
Si porta a casa sempre qualcosa di importane, incontri, sguardi, pensieri positivi, parole di conforto, esperienze ricche che non hanno prezzo.
Cosa hai respirato? Sentito? Percepito? “Sembra banale rispondere alle tre domande con una sola risposta: acqua. In realtà ho vissuto dentro di me un evento naturale come non lo avevo mai vissuto. Forse pericoloso, ma vissuto per intero e questo non lo dimenticherò mai. Ho ripetuto, non a caso, tre volte la parola "vissuto", perché domenica ho respirato, sentito e percepito dentro di me i 65 km che mi hanno portato da dove nasce il Liri (Cappadocia) fino alle sue cascate (Isola del Liri).”

Per approfondimenti sugli ultrarunner è possibile consultare il libro Ultramaratoneti e gare estreme di Matteo Simone (Autore). Prospettiva Editrice (21 novembre 2016). Collana: Sport & Benessere.
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Inoltre è in uscita il libro Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida. Classifica Bestseller di Amazon: n.29 in Libri > Sport > Corsa e maratona n.73 in Libri > Sport > Allenamento
https://www.edizioni-psiconline.it/anteprime/maratoneti-e-ultrarunner-aspetti-psicologici-di-una-sfida.html.

http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html

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