Gisella ha correndo il Tor des Geants 2017 una gara di 330km con migliaia di km di
dislivello con un tempo massimo di 150 ore, lo ha portato a termine
e ha raccontato la sua esperienza di atleta rispondendo a un mio
questionario, le cui risposte riporto di seguito.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita? “Si a mio modo dopo il mio primo lungo
a nuoto in acque libere con l’edizione 2015 del giro di Monte Isola a nuoto
km8.8 e ovviamente dopo l’arrivo a Courmayeur con l’edizione di quest’anno
della più bella avventura che possa aver vissuto il TOR!”
Gisella
sembra essere una donna di sport di endurance, so che significa nuotare per km8.8 avendo fatto io stesso l’Ironman che prevede anche una frazione di nuoto di 3.8km impiegandoci 1h32’, quindi posso capire che più del doppio comporta il nuotare per diverse ore a mare, così come posso capire che significa correre e concludere il Tor des Geants, quindi direi che Gisella è un’atleta resistente e resiliente.
In che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere? “Lo sport vissuto come lo vivo io mi aiuta a forgiare il mio carattere la mia personalità.”
sembra essere una donna di sport di endurance, so che significa nuotare per km8.8 avendo fatto io stesso l’Ironman che prevede anche una frazione di nuoto di 3.8km impiegandoci 1h32’, quindi posso capire che più del doppio comporta il nuotare per diverse ore a mare, così come posso capire che significa correre e concludere il Tor des Geants, quindi direi che Gisella è un’atleta resistente e resiliente.
In che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere? “Lo sport vissuto come lo vivo io mi aiuta a forgiare il mio carattere la mia personalità.”
Come hai scelto il tuo sport? “Istinto...casualità...attrazione...è come
innamorarsi.”
Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno indotto
a fare una prestazione non ottimale? “Cerco di adattarmi a tutto...legge di
Darwin in atto! Come mi disse una persona che sportivamente stimo molto: il mal
tempo fa la giusta selezione.”
In
effetti nello sport di endurance bisogna sapersi adattare, organizzarsi,
pianificare bene abbigliamento e alimentazione, energie, bisogna essere
resilienti, si attraversano momenti difficili, temperature diverse, si corre di
notte e di giorno, all’alba e al tramonto. O ci nasci o devi avere un
addestramento particolare.
Cosa e quali persone hanno contribuito al tuo benessere nello sport o
alla tua performance?
“Senza ombra di dubbio il primo in assoluto è colui che ha saputo motivarmi
sempre: il mio amico (detto il Mister) Adam e non da meno lui: Andrea Gornati
il coach più professionalmente umano che esista.”
C’è
sempre qualcuno a cui bisogna ringraziare, a cui bisogna affidarsi e di cui
bisogna fidarsi, ascoltarlo, qualcuno che ti sostiene, ti supporta, ti prepara.
Qual è stata la gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni
più belle?
“Senza nessuna esitazione dico: TOR il viaggio è dentro te stesso...il TOR non
lo puoi raccontare...lo devi vivere di persona.”
Per
ora ci accontentiamo di nozioni, impressioni, sensazioni ed emozioni di altri
che lo hanno vissuto, anche perché non è da tutti partecipare e concludere il
Tor des Geant, ci vuole coraggio e preparazione adeguato e a volte nemmeno
questo basta, diventa qualcosa ritenuto impossibile per alcuni.
Quali meccanismi psicologici ritieni ti abbiano aiutano nello sport? “Quello che può fare una persona...lo
possono fare tutti.”
Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività
sportiva?
“Ma ironicamente posso dire che: a beh le parolacce mentali (e non solo ) che
dico tutte le volte che mi sfido nel portare a termine le mie
"passeggiate" ...mi trasformo in modalità camionista.”
Quando
sei messo a dura prova ti trasformi, tocca tirare fuori una seconda polarità
che ognuno di noi possiede per affrontare al meglio situazioni e momenti.
Cosa
hai scoperto di te stesso nel praticare attività fisica? “Che l’uomo più forte
è quello che sa stare da solo.”
A
volte si attraversano ore e ore di sport in solitudine, sentendosi spaesati e a
volte persi con il dubbio di aver perso la strada, di fare incontri strani, ma
tutto ciò ti fortifica, ne esci sempre arricchito con qualcosa in più di
conosciuto di te stesso e del mondo che ti circonda e la prossima volta ti
senti sempre più sicuro.
Quali sensazioni hai sperimentato nello sport: allenamento, pregara, gara,
post gara?
“L’allenamento, la preparazione per una competizione è il periodo più magico per
me.”
Bello
qualcuno che parla di magia nello sport, qualcuno dovrebbe leggere questa
intervista e invitare Gisella nelle scuole per parlare di sport e magia ai
ragazzi, per illustrare cosa significa fare sport in montagna gestendo fame,
sete e sonno. Divertendosi con la fatica e condividendo con altri, amici e
avversari, momenti e periodi di sport, partenze e arrivi.
Quale è stata la tua gara più difficile? “Ma indubbiamente il TOR è stato il più
impegnativo ma non lo definisco difficile, paradossalmente trovo più difficili
le gare corte e più veloci.”
A
volte gli atleti di sport di endurance, in particolare gli ultrarunner
sperimentano benessere in situazioni di non confort zone, sembrano stare a loro
agio nelle difficoltà, sulle salite, nelle tempeste, con deprivazione di sonno,
con lo sperimentare allucinazioni uditive e visive.
Hai dovuto scegliere di prendere o lasciare uno sport a causa di un percorso di studi o carriera lavorativa? “Ahimè i miei genitori anti sport da adolescente mi hanno parecchio frenato, impedendo di frequentare squadre o simili, ecco anche l’approccio con lo sport da singolo.”
Hai dovuto scegliere di prendere o lasciare uno sport a causa di un percorso di studi o carriera lavorativa? “Ahimè i miei genitori anti sport da adolescente mi hanno parecchio frenato, impedendo di frequentare squadre o simili, ecco anche l’approccio con lo sport da singolo.”
A volte la cultura ti impone di memorizzare nozioni e teorie a discapito dell’esperienza pratica di strada e di sport a contato con gli altri.
A
volte si perde la retta via a causa di pressioni e stress, a volte non si ha
una vera passione, una vera motivazione estrinseca e se noi ti senti più
performante rischi di imbatterti nella depressione che ti indebolisce come
persona, non ti fa rendere conto del senso della vita, ti fa perdere giudizio
ed allora c’è il rischio che lo sport diventi una droga, così come il doping
diventa il cancro dello sport.
Come hai gestito eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Riprovandoci più determinata e
preparata.”
Inoltre
è uscito il libro Maratoneti e
ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida.
https://www.edizioni-psiconline.it/anteprime/maratoneti-e-ultrarunner-aspetti-psicologici-di-una-sfida.htmlwww.psicologiadellosport.net/eventi.htm
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html
https://www.ibs.it/ultramaratoneti-gare-estreme-libro-matteo-simone/e/9788874189441
Nessun commento:
Posta un commento