giovedì 14 settembre 2017

Silvia Serafini vince il Brenta Trail 45km 2017: Sono contenta di come ho svolto la gara

Matteo SIMONE 

Silvia Serafini vince la seconda edizione del Dolomiti Brenta Trail 45km, con il tempo di 6h06'49", precedendo la polacca Wiktoria Piejak, Federica Iachelini, Marta Miglioli e Cinzia Franchini.

Di seguito Silvia racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mi domande.
Come hai deciso di fare questa gara?Ho sentito parlare molto bene di questa gara da più di una persona, quest'anno uno degli organizzatori mi ha invitato a partecipare e ho accettato. I posti che si attraversano effettivamente sono davvero spettacolari.”
Che sapore ti lascia?Mi ha molto colpito il paesaggio, anche se il tempo non era dei migliori e in alcuni tratti nebbiosi non si riusciva ad avere un panorama completo. Sono contenta anche di come ho svolto la gara, infatti alla fine della salita avevo una ragazza 8 minuti davanti a me, e sono riuscita a recuperarla in discesa. Mi sono divertita molto a scendere attraverso il ghiaione dopo la Bocca di Brenta, le gare nelle domini non deludono mai.”

Le gare trail in montagna hanno una marcia in più, non c’è in gioco solo la pura competizione, ma anche i paesaggi mozzafiato, le diverse difficoltà del percorso che ti mettono alla prova e dove non sei mai sicuro di vincere anche se hai un distacco dall’inseguitore di diversi minuti, soprattutto se si tratta di gare lunghe, dove alla lunga entrano in gioco altri fattori. In questo caso sembra che Silvia sapesse il fatto suo, ha lasciato andare avanti la forte atleta polacca, godendosi nel frattempo il percorso e consapevole delle proprie capacità e dei propri limiti, ma poi ha deciso di darsi una mossa, complice è stato il percorso in discesa che forse a lei piace e stimola e sa che può guadagnare minuti preziosi e così è stato, senza stress, senza pressione, così sembra, arriva al traguardo vincente e sempre con un sorriso generoso.

Cosa racconterai a casa e agli amici?Generalmente racconto delle mie sensazioni in generale. Poi dipende dal "tipo" di amico. Se è un atleta forse parlo di caratteristiche tecniche della gara, come lunghezza, tecnicità, tipo di terreno, tattiche di gara, a chi non corre parlo in maniera più semplice e generica, forse soffermandomi di più sui paesaggi e quello che la gara mi ha lasciato.
Interessante descrizione, infatti è importante comprendere con chi si ha a che fare e tramettere ciò che l’altro recepisce al meglio, a volte ci sono atleti che parlano solo di numeri e tempi e chi gli sta attorno si annoia tantissimo non essendo del settore, né interessato e fuori da un mondo competitivo.
Prossimi obiettivi e sogni da realizzare?Per quest'anno non ho altre gare toste in vista. Ho iniziato molto presto la stagione, per cui sono un po' stanca. Credo che gareggerò' solo in Veneto, e dopo un po' di pausa inizierò' a prepararmi per la prossima stagione.

Importanti i recuperi e i riposi opportuni nella vita e soprattutto nello sport, visto che gli allenamenti e le gare sono faticose e mettono alla prova muscoli, articolazioni, e soprattutto la testa per essere concentrati e focalizzati per l’obiettivo ambito e sfidante.
Hai avuto particolari problemi o criticità?Ho avuto un po' di freddo, il meteo non era dei migliori. Ho sentito alcuni amici che si sono ritirati per questo motivo. Per il resto è andata molto bene.”

In questo tipo di gare vi è anche una selezione durante il percorso dovuta a diversi aspetti, alimentazione appropriata, attrezzatura sportiva adeguata, preparazione sufficiente prima della gara, timori e pensieri negativi che sabotano la prestazione dell’atleta.
Hai fatto incontri particolari?Beh ho fatto amicizia con gli atleti che correvano al mio stesso ritmo. Non si incontrava molta gente lungo il percorso perché non era il tempo ideale per una escursione.”
E' andato tutto come previsto?Penso di sì. Mi sono sorpresa della vittoria perché vedendo le iscritte pensavo di non riuscire a essere più' veloce delle atlete di casa.”

In effetti non conta solo la pura velocità, ma tanta grinta, passione, determinazione e sembra che queste sono caratteristiche che appartengono a Silvia per essere così performante e allo stesso tempo sperimentare benessere attraverso lo sport.
Cosa ti ha insegnato questa esperienza?Mi ha insegnato a credere in me stessa, a non mollare e a crederci fino alla fine.

Vero, non bisogna aver fretta, non bisogna farsi prendere, farsi coinvolgere, ognuno fa la sua strada con le sue modalità certo osservando l’altro, cercando dii competere al meglio.
Cosa racconterai a te stessa?Ripenso alle mie sensazioni e ai momenti più difficili e a come li ho affrontati.

Le sensazioni sperimentate e i momenti difficili gestiti e superati aiutano a costruire una personalità forte della persona e dell’atleta.
Le sensazioni e le emozioni che più ti restano addosso?Solitamente mi restano le emozioni delle piccole cose, come scorgere da lontano un rifugio quando avevo molta fame o sete, lo sconforto a vedere il muro che porta alla bocca di Brenta e il sollievo alla fine della salita. Una gara è' sempre un viaggio, ha momenti piacere e momenti di sconforto.”
Cosa hai respirato? Sentito? Percepito?Per le condizioni climatiche e il freddo non si sentivano i soliti profumi della montagna. Si sentivano le gocce di pioggia, la gente che ti incoraggiava ai ristori, e verso l'arrivo i turisti e locali che ti incitavano.”

Bella testimonianza di uno sport che fa bene al corpo, alla mente e allo spirito, uno sport che tutti vorremmo, da diffondere nelle famiglie e nelle scuole, a contatto della natura, una palestra all’aperto per sperimentarsi e apprendere sempre.
Per approfondimenti sugli ultrarunner è possibile consultare il libro Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida. 
https://www.edizioni-psiconline.it/anteprime/maratoneti-e-ultrarunner-aspetti-psicologici-di-una-sfida.html

Matteo SIMONE  
380-4337230 - 21163@tiscali.it   
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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