In gara se sono da podio penso a cosa dire all'arrivo
Matteo SIMONE
Il Vigile del fuoco Oliviero Bosatelli arriva al secondo posto all’ultratrail di 330 chilometri con 24.000 metri di dislivello positivo, sulle Alte Vie della Valle d’Aosta, con partenza domenica mattina ore 10.00 e tempo di percorrenza di quasi 70 ore, per la precisione 69h16’.
Ho
ascoltato una sua intervista dopo l’arrivo e mi sono piaciute le sue parole,
voleva piazzarsi tra i primi 10 ed ha impostato da subito il suo ritmo senza
lasciarsi coinvolgere dagli altri, lui che il Tor l’ha già vinto il 2016, lui
che mostra di essere maturo, all’età di 48 anni, lui che sembra essere
riservato, umile, modesto, zitto zitto sale sul podio sul gradino n. 2. Il
gradito più alto è occupato dallo spagnolo Javi Dominguez, 43 anni, che vince l’8^
del Tor arrivando al traguardo di Courmayeur in 67h52’15”. Al terzo posto si è
classificato Andrea Macchi in 74h51’.
Quali fattori hanno contribuito al tuo benessere e/o performance?
“I fattori sono stati vari, uno di questi è stato quando un cliente mi ha
guardato, io avevo indossato una maglietta abbastanza aderente mi disse ‘vedo
che ti stanno venendo anche a te le maniglie della amore’ non pesavo poi tanto,
sui 80 kg. E mi sono reso conto che mi piace mangiare e il metabolismo non era
più quello di una volta, e quindi o ripreso a fare della camminate in montagna
con la moglie, perché la corsa mi era stata sconsigliata dal dottore per
problemi di schiena.”
Mi
sa che Oliviero dovrebbe ringraziare quel cliente che con una semplice
affermazione gli ha permesso di essere consapevole maggiormente rispetto al suo
aspetto fisico e tale consapevolezza gli ha permesso di passare da una fase
precontemplativa a quella dell’azione e poi al mantenimento, iniziando e
continuando a fare attività fisica per il suo benessere e poi, perché no, per
la performance forse inaspettata.
Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? Usi farmaci,
integratori? Per quale motivo? “L'alimentazione che seguo una
settimana prima di un gara lunga prevista è normalissima, mangio di tutto e
bevo di tutto cercando comunque di assumere dei sali magnesio e potassio dopo
gli allenamenti. Nell'ultima settimana elimino caffè, e limito al minimo
alcolici (vino) ma non la birra, elimino quasi tutto i carboidrati e mangio
proteine e nei ultimi tre giorni inverto. Facendo parecchio sport e quindi
utilizzando parecchie energie ritengo che qualche integratore vada preso tipo
quelli menzionati prima. Dopo la gara per due giorni l'appetito è scarso ma poi
recupero rimangiando di tutto.”
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere e/o performance? “Ha contribuito al mio benessere sicuramente
me stesso e alla performance in parte la moglie, dato che servono parecchi
sacrifici anche di tempo e quindi a volte sacrifichi un po’ la moglie col
benestare...mentre i figli sono già grandi e quindi il problema non sussiste.”
Lo
sport per passione e hobby diventa performante se sei sereno, ti impegni e hai
talento, i familiari possono contribuire al benessere e alla performance con il
sostegno e apprezzando i tuoi sforzi.
La gara della tua vita, dove hai sperimentato le emozioni
più belle?
“Quando vinci le emozioni sono sempre belle e tante. La gara della Mi vita? Per
ora l'Orobie Ultra-Trail 2016, se verranno altre meglio ancora ma avranno lo stesso
valore. Vincere in casa non ha prezzo perché ti conoscono in tanti e hai un
buon riscontro mediatico anche se non sei un fuori classe.”
Questa
risposta l’ha data prima della vittoria del Tor des Geants 2016, partecipare al
Tor è il sogno di tanti ultrarunner,
figuriamoci vincerla e Oliviero il 2016 vinse proprio il Tor des Geants.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività? “I familiari ormai si stanno abituando
a queste mie avventure anche se prima mi danno del matto e un po’ anche adesso. Invece, per quanto riguarda gli amici, quelli che non sono del giro delle
corse non concepisco neppure che esistano gare di questo tipo, distanza e
difficoltà e quindi restano stupefatti.”
Chi
è del settore considera veramente Oliviero un Gigante, importante avere vicino
la famiglia che fa il tifo.
Un episodio curioso della tua attività sportiva? “L'anno scorso sempre all'Orobie Ultra-Trail.
Quando sono arrivato (2°) e neppure si erano accorti che ero arrivato, ho
dovuto fare la replica dell'arrivo, perché mi aspettavano un bel po’ di minuti
dopo, o mentre facevo la gara si domandavo chi fossi, visto che prima di allora
ero un perfetto sconosciuto a livello di ultra trail.”
Ora
che Oliviero è vincitore del Tor 2016 e 2° al Tor 2017 è marcato a vista dai suoi avversari ed è sotto
l’osservazione di fotografi, organizzatori, tecnici e tanti altri.
Cosa hai scoperto del tuo carattere praticando sport? “Ho scoperto quello che sapevo già, la
tenacia e non mollare mai, il stare da solo per ore e ore e ho scoperto di
avere tanti amici veri e virtuali, una parte di quelli nuovi ti
dimenticheranno quando non sarai più vincente, quelli veri ti staranno sempre
vicino.”
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità hai
dimostrato di possedere?
“Concludendo le ultra Trail, mi sono reso conto di avete una buona resistenza sia
fisica che morale, rinforzando in me la convinzione che con la determinazione
si possono ottenere degli obbiettivi insperati. E da parte della gente il fatto
che mi considerino umile e timido.”
Che significa per te partecipare ad una gara sportiva? “La partecipazione a una gara sportiva
dipende che gara è, se devo difendere un titolo se è solo per la presenza o se
è goliardica. In base a queste situazioni le gare le faccio in modo competitivo
o no.”
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “Non essendomi mai ritirato fino ad ora
non saprei dire quale sia il mio limite. Che il mio corpo si rifiutasse di
proseguire per crampi o per stanchezza mi è successo solo due volte ma la mia
volontà o testardaggine ha avuto il sopravvento.”
Quali sensazioni sperimenti facendo sport: allenamento, raduni,
pregara, gara, post gara?
“Se il fisico non risponde in modo positivo a determinati allenamenti e se sei
ancora lontano da una competizione non mi influisce emotivamente, al contrario
se manca poco ciò mi mette in apprensione. Per i raduni (il giorno prima della
gara) quei pochi che ho fatto è un modo per stare in compagnia, durante la gara
dipende che tipo di gare e come si evolve, si può essere contenti anche se non
si arriva prima, sapendo che comunque sei stato bene e hai dato ciò che potevi
dare, consapevole che lo fai per il piacere di divertirsi e non come
professione.
Dopo gara se sono gare estreme, ovviamente si cerca di recuperare
in modo veloce la fatica e i vari acciacchi senza diventare matti. A livello
emotivo se si ottiene un risultato come la out Orobie ti lascia una ricarica e
uno stimolo altissimo che serve per proseguire negli obbiettivi che uno ha
prefissato, uno di questi è anche solo di riuscire a finire una gara di lunga
distanza, perché si sa che finire è già una vittoria.”
Quali sono i tuoi pensieri in allenamento, in gara? “Pensieri durante un allenamento un po’
di tutto, e anche nulla perché sono talmente lunghe le uscite. In gara se sono
da podio penso a cosa dire all'arrivo.”
Quale è stata la tua gara più estrema o più difficile e quale ritieni
non poter riuscire a portarla a termine? “La gara più difficile finora fatta è
quella che a livello fisico ti fa soffrire, crampi, energie finite ecc. ecc. e
non la lunghezza. La mia gara limite non saprei, finora quelle che volevo fare
e che ho fatto le ho sempre portate a temine.”
Quali sono le difficoltà, i rischi, a cosa devi fare attenzione nella
tua disciplina sportiva?
“Le difficoltà e i rischi nella mia disciplina, trovare il tempo per allenarsi
ed essendo un sport di usura, si spera sempre di non incorrere a eventuali
traumi cercando di prevenire nel limite del possibile.”
Quali sono le condizioni fisiche o ambientali che ti hanno indotto a
fare una prestazione non ottimale? “Soffro parecchio il freddo che mi
induce a non aver voglia di fare allenamenti e i problemi cronici del mio
fisico mal di schiena e crociato laterale interno.”
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “Ci sono stati momenti della mia vita
dove veniva prima la famiglia, e quindi lo sport veniva messo in parte, e in
altri momenti mi allenavo quasi tutti i giorni dalla serie stacchiamo un po' la
spina. Mi fa continuare questo sport le gratificazione personali e quelle che
vengono dall'esterno e il benessere fisico salvo acciacchi.”
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Crisi vanno e vengono, sconfitte fan
parte dello sport, infortuni rallentamento attività fisica, e fisioterapisti e
prevenzione.”
Ti hanno consigliato di ridurre la tua attività sportiva, hai mai
pensato di smettere?
“Sì mi hanno consigliato di smettere di correre qualche anno fa, per discopatia
degenerativa 4 5 6 anello. Domanda, e con la corsa? Risposta, attacchi pure le
scarpe da corsa al chiodo. E così ho fatto per qualche anno dato che avevo
anche altri impegni familiari, ho cercato di mantenermi in forma e rinforzare
la parte debole con ginnastica specifica alla schiena risolvendo per ora il
problema.”
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi
allo sport?
“Che tutti dovrebbero cimentarsi in qualsiasi sport nel limite del possibile, soprattutto
quando si è giovani. Riuscendo così fin da piccoli a comprendere cosa vuoi dire
fare sacrifici per degli obbiettivi ovviamente. Se si è bambini deve essere più
un gioco. La differenza è non poca tra sport di gruppo o sport singolo, con
tutte le loro caratteristiche d'allenamento e psicologiche, e il benessere fisico.”
Ritieni utile la figura dello psicologo nello sport? Per quali
aspetti ed in quali fasi?
“La figura del psicologo è sicuramente utile, per tutte quelle persone che non
rendendosi conto o non riuscendo a farne a meno, mettono la loro passione al di
sopra di tutto il resto, con conseguenze gravi, sia fisiche che sentimentali, e
equilibrio mentale.”
C’è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera
sportiva?
“No mai perché se arrivano i risultati bene altrimenti pace. Non me ne faccio
una malattia esistenziale.”
Qual è un messaggio che vorresti dare per sconsigliare l’uso del
doping?
“Doping è barare con noi stessi e con gli altri. Penso che a lungo andare ci
siano anche conseguenze negative per il nostro fisico e il rischio di essere scoperti,
con la conseguenza di passare dalle stelle alle stalle, tutto ciò che ne
consegue a livello psicologico, qui sì che poi servirebbe lo psicologo.”
Se potessi tornare indietro cosa faresti? “Attualmente mi trovo bene così. Non ho
nulla da recriminare. Anche perché lo sport che io faccio, sicuramente non
potrei farlo da professionista ma solo come hobby e non deve prevalere troppo
su altre soddisfazioni della mia vita.”
Un'intervista a Oliviero è riportata nel libro "Il piacere di correre oltre". Sport & benessere 15 | ed. novembre 2022.
Leggere il testo di Matteo Simone ci permette di conoscere alcune dinamiche psicologiche che forse ignoriamo o per lo meno di cui non siamo consapevoli.
L’autore nota che ciascuno di noi, se lo vuole, può riuscire a raggiungere i propri obiettivi nello sport come nella vita, e così diventano più addomesticabili e gestibili, la fatica e la paura; al contempo si rafforza la mente, si eleva l’autoefficacia personale e si sviluppa la resilienza.Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
Nessun commento:
Posta un commento