Matteo SIMONE
La PTL (Petite trotte à Léon) di circa 300 km e 24.000+ è una delle 5 gare dell’UTMB (Ultra Trail du Mont Blanc).
È il
giro più largo del Monte Bianco, si disputa a squadre, in semi autonomia.
Di seguito Roberto ci racconta la sua
esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Ciao
Roberto, come hai deciso di fare questa impresa?
“Ho tanti amici nel trail, uno dei più vicini mi ha chiesto di accompagnarlo in
questa avventura, io che ho un po' perso la voglia pura di competizione ho
visto la proposta come un qualcosa di nuovo, uno stimolo se vogliamo a
misurarsi non solo con se stessi e il percorso ma anche con la convivenza in
gara di personalità diverse.”
Anche questa sembra essere al giorno
d’oggi una bella sfida convivere con altre persone per alcuni giorni in
condizioni di fatica estrema, in semi autosufficienza, attraversando percorsi e
clima avverso, rischiando di perdersi, alimentandosi alla miglior maniera
dividendosi compiti e cercando di raggiungere insieme un obiettivo sfidante e
condiviso.
Che
sapore ti lascia? “Dolcissimo, me l'ero immaginata come
esperienza unica, con qualche difficoltà da superare, invece la sintonia è
stata unica, meglio non poteva andare. Felicissimo di tutto.”
Cosa
racconterai a casa e agli amici? “Raccontare un
qualcosa che si vive dentro non è semplice, sono riuscito forse a trasmettere
l'unicità dell'ambiente trovato, il resto credo sia solo da augurare a tanti di
viverlo per comprendere cosa vuol dire PTL.”
Trattasi di esperienze difficili da comprendere e anche da immaginare, racconti e fotografie trasmettono il senso della difficoltà degli ambienti estremi, della fatica, della difficoltà ad andare avanti giorno e notte, ma il viverlo ha tutto un altro sapore, un sapore forte, denso e intenso che arricchisce il cuore, la mente e la pelle, resta addosso qualcosa di vero e autentico, esperienze uniche, come attraversare deserti a piedi od oceani in barca a remi.
Prossimi
obiettivi e sogni da realizzare? “Credo sia impossibile
porsi obiettivi in questo ambiente col mio modo di pensare. Vorrei solo
continuare così e magari trovare di lavorare nell'ambiente.”
Dalle parole di Roberto traspare una passione fortissima per la montagna, sarebbe capace di vivere da solo in un rifugio di montagna senza vedere nessuno per giorni e giorni, solo con se stesso, un mondo particolare a contatto con la natura, con un vuoto che potrebbe essere molto fertile.
Hai
avuto particolari problemi o criticità? “Domanda difficile
alla quale rispondere. Sinceramente no, ma questo non vuol dire sia stato facile,
solo che ero mentalmente pronto a passare momenti duri e non ne ho avuti. Tutto
gestibile.”
Quando c’è passione e motivazione si è
pronti a tutto, non si teme nulla e si è disposti a portare a termine quanto
pianificato.
Hai
fatto incontri particolari? “Nessuno da segnalare, però le
persone che incontri sono particolari, i volontari, gli stessi più volte trovati in più punti del percorso, sempre
sorridenti eppure mi sa che di sonno ne hanno fatto poco pure loro.”
Passione e motivazione ci vuole anche da parte dei volontari che fanno anche loro esperienze in natura a contatto con persone che faticano per ore e ore, mentre oro sono pronti per un saluto, per un segno di sostegno o una parola di conforto.
E'
andato tutto come previsto? “Direi anche meglio del
previsto... non avrei potuto dipingerla meglio, merito del compagno Filippo
Cesario che si è superato! Peccato per l'amico fraterno Ivano che ha dovuto
abbandonare la manifestazione per problemi di stomaco.. è questo il più grande
rammarico.”
Roberto faceva parte di una squadra di tre atleti, oltre a lui vi era Filippo e Ivano, ma in questo tipo di competizioni o imprese bisogna essere integri per poter affrontare ogni diversi tipi di avversità, pertanto Ivano ha dovuto fermarsi per problemi di salute.
Come
trasformi questa esperienza in insegnamenti per te e per gli altri?
“Una esperienza che ti fa credere meglio nel prossimo, perché sai che vi sono
persone sulle quali puoi contare. E non è poca cosa al giorno d'oggi.”
Questo è un bel messaggio, una bella prova, un’esperienza forte, è qui che si vede, nella difficoltà, se le persone sono vere, valide, affidabili, un vero banco di prova, infatti Roberto parla di amici fraterni, disposti a farsi in quattro per te.
Cosa
racconterai a te stesso? “A me stesso dico che sono il
solito testardo, cocciuto cinghiale del trail. Mi piace però esserlo, e sono
felice di aver detto subito si alla proposta di fare questa gara. Ho imparato
tantissimo da questa esperienza. Condividere fame, sonno, freddo, fatica,
giorno e notte con la stessa persona è una prova che pochi oggi sono disposti a
vivere.”
E’ una prova di esperienza in team che dovrebbero fare tanti che lavorano in aziende, o comunque che portano avanti obiettivi comuni, come anche squadre sportive. Dopo tali esperienze si è più disposti a collaborare, a fare attenzione a chi ti sta accanto, a trattare l’altro come un vero amico, quanto meno puoi capire con chi hai a che fare e comportarti di conseguenza.
Le
sensazioni e le emozioni che più ti restano addosso?
“L'emozione è a ver contribuito al terzo tentativo di far finire la PTL al mio
Amico Filippo, sincero sono più contento per lui che per me per quanto sono
strafelice di essere finisher comunque di un percorso assolutamente difficile
da terminare.”
Cosa
hai respirato? Sentito? Percepito? “Ho respirato un
grande senso di libertà e alienazione dalla società moderna. Un piacere
infinito, che tutti dovrebbero provare per capire e percepire l'effimero che
regna attorno a tutti noi nella vita quotidiana.
E poi la scoperta di avere
tante persone che mi hanno seguito da casa, e la sorpresa dei tanti amici
all'arrivo. Testimonianze vere, in un mondo un po' arido di dimostrazioni
d'affetto.”
Bella storia, bel racconto che trasmette il vero senso dell’ultratrail, sport non compreso dai tanti ma che nasconde un mondo ricco di emozioni, che cambia persone, trasforma e rende sensibili e unici.
Roberto è menzionato nel libro Sport, benessere e performance di Matteo Simone (Autore)
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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