Matteo SIMONE
3804337230- 21163@tiscali.it
E’ risaputo che i Vigili del Fuoco sono resistenti e resilienti, riescono a lavorare per ore e ore senza interruzione per recuperare e portare in salvo persone per esempio nelle calamità.
Non fa eccezione Oliviero Bosatelli, il
Vigile del Fuoco bergamasco, l’atleta ultrarunner arrivato al secondo posto al
Tor Des Geants, una delle gare ultratrail più
dure al mondo, 330 chilometri con 24.000 D+, sulle Alte Vie della Valle d’Aosta,
impiegandoci 69h16’.
Ieri
l’ho sentito al cellulare e la sua voce era squillante, come se non avesse
fatto proprio niente di straordinario, era a Courmayeur a godersi il clima
festaiolo e bizzarro del Tor Des Geants, gente che arrivava stremata e
raccontava avventure e disavventure.
Gli
ho chiesto come era andata e la cosa che più mi ha colpito è stata che nelle
quasi 70 ore di gara non si è mai disteso, non ha fatto un minuto di sonno, si
è messo solo seduto quando mangiava qualcosa ai ristori. Qualcosa di
incredibile, forse la caratteristica che più di tutte gli permette di andare
sempre avanti senza strafare e arrivando tra i primi, centrando l’obiettivo del
podio, quest’anno secondo arrivato mentre l’anno scorso l’ha proprio vinto il
Tor.
Quest’anno è partito con il numero 1, ma lui stesso in una intervista dopo l’arrivo dichiarava che alla partenza c’era gente fortissima e quindi si sarebbe accontentato di arrivare tra i primi 10 e in effetti da subito ha impostato il suo ritmo senza lasciarsi coinvolgere dagli altri, ha lasciato gente più forte come Franco Collè.
Insomma
ha mostrato di essere sereno, vincitore uscente con il pettorale numero 1 senza
pressioni, senza dover dimostrare niente a nessuno, ha mostrato la sua maturità
di persona e atleta di 48 anni, che sa il fatto suo, lui che sembra essere
riservato, umile, modesto.
Lo
spagnolo Javi Dominguez, 43 anni, vince l’8^ edizione del Tor des Geants arrivando
al traguardo di Courmayeur in 67h52’15”. Al terzo posto si è classificato
Andrea Macchi in 74h51’.
Ho
chiesto a Oliviero se pensava di poter indossare la maglia azzurra, ma in
effetti non esistono Mondiali o Olimpiade che contemplano gare di questo
genere, di centinaia di chilometri e della durata di decine d’ore, il mondiale
ultratrail prevede una lunghezza di percorso di circa 80 km massimo e diventa
troppo veloce per le caratteristiche di Oliviero che viene fuori alla lunga,
anzi direi alla lunghissima, per lui sono indicate gare dalle 48 ore in poi per
esempio, o anche la 6 giorni, ma questo tipo di gare si disputano su strada e a
circuiti, e per ora a Oliviero la strada non l’attira e tanto meno i circuiti,
ma lui stesso ammette che non si può mai sapere, mai dire mai.
Certo
comunque la Federazione sportiva o qualche pubblica Istituzione italiana dovrebbe
conferirgli un attestato di stima, onorificenza, una maglia azzurra virtuale.
Grande
supporto e sostegno da parte di sua moglie che con un’altra coppia di amici
raggiungeva in auto i vari ristori e lì lo attendeva per rifocillarlo e
sostenerlo.
Per
approfondire la conoscenza di Oliviero riporto di seguito un’intervista
fattagli un po’ di temo fa.
Quali fattori che hanno contribuito al tuo benessere o performance? “I fattori sono stati vari, uno di
questi è stato quando un cliente mi ha guardato, io indossavo una maglietta
abbastanza aderente mi disse ‘vedo che ti stanno venendo anche a te le maniglie
della amore’, non pesavo poi tanto, sui 80 kg. E mi sono reso conto che mi
piace mangiare e il metabolismo non era più quello di una volta, e quindi o
ripreso a fare delle camminate in montagna con la moglie, perché la corsa mi
era stata sconsigliata dal dottore per problemi di schiena.”
Mi
sa che Oliviero deve ringraziare quel cliente che lo ha reso consapevole rispetto
al suo aspetto fisico e tale consapevolezza gli ha permesso di decidere di fare
attività fisica per il suo benessere sperimentando successivamente una
performance forse inaspettata.
Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? Usi farmaci,
integratori? Per quale motivo? “L'alimentazione che seguo una
settimana prima di un gara lunga prevista è normalissima, mangio di tutto e
bevo di tutto cercando comunque di assumere dei sali magnesio e potassio dopo
gli allenamenti. Nell'ultima settimana elimino caffè, e limito al minimo
alcolici (vino) ma non la birra, elimino quasi tutto i carboidrati e mangio
proteine e nei ultimi tre giorni inverto.
Facendo parecchio sport e quindi
utilizzando parecchie energie ritengo che qualche integratore vada preso tipo
quelli menzionati prima. Dopo la gara per due giorni l'appetito è scarso ma poi
recupero rimangiando di tutto.”
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere e/o performance? “Ha contribuito al mio benessere sicuramente
me stesso, e alla performance in parte la moglie, dato che servono parecchi
sacrifici, anche di tempo e quindi a volte sacrifichi un po’ la moglie col
benestare...mentre i figli sono già grandi e quindi il problema non sussiste.”
Lo
sport per passione e hobby diventa performante se sei sereno, ti impegni e hai
talento, i familiari possono contribuire al benessere e alla performance con il
sostegno e apprezzando i tuoi sforzi.
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni
più belle?
“Quando vinci le emozioni sono sempre belle e tante. La gara della Mi vita? Per
ora la aut Orobie 2016 se verranno altre meglio ancora, ma avranno lo stesso
valore. Vincere in casa non ha prezzo. Perché ti conoscono in tanti e hai un
buon riscontro mediatico anche se non sei un fuori classe.”
Questa
risposta l’ha data prima della vittoria del Tor des Geants 2016, partecipare al
Tor è il sogno di tanti ultrarunner,
figuriamoci vincerla e Oliviero il 2016 vinse proprio il Tor des Geants.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? “I famigliari ormai si stanno abituando
a queste mie avventure anche se prima e un po’ anche adesso mi danno del matto.
Invece per quanto riguarda gli amici tanti quelli che non sono del giro delle
corse, non concepisco neppure che esistano gare di questo tipo, distanza e
difficoltà e quindi restano stupefatti.”
Importante
avere vicino la famiglia che fa il tifo, chi è del settore considera veramente
Oliviero un Gigante.
Un episodio curioso della tua attività sportiva? “L'anno scorso sempre alla out Orobie.
Quando sono arrivato (2°) e neppure si erano accorti che ero arrivato, ho
dovuto fare la replica dell'arrivo, perché mi aspettavano un bel po’ di minuti
dopo, o mentre facevo la gara si domandavo chi fossi, visto che prima di allora
ero un perfetto sconosciuto a livello di ultra trail.”
Ora
che Oliviero è vincitore del Tor 2016 e 2° al Tor 2017 è marcato a vista dai
suoi avversari ed è sotto l’osservazione di fotografi, organizzatori, tecnici e
tanti altri.
Cosa hai scoperto del tuo carattere praticando sport? “Ho scoperto quello che sapevo già, la
tenacia e non mollare mai, il stare da solo per ore e ore. E ho scoperto di
avere tanti amici veri e virtuali. Una parte di quelli nuovi, ti
dimenticheranno quando non sarai più vincente, quelli veri ti staranno sempre
vicino.”
Quali capacità, caratteristiche, qualità hai dimostrato di
possedere?
“Concludendo le ultra Trail, mi sono reso conto di avete una buona resistenza sia
fisica che morale, rinforzando in me la convinzione che con la determinazione
si possono ottenere degli obbiettivi insperati. E da parte della gente il fatto
che mi considerino umile e timido.”
Che significa per te partecipare a una gara sportiva? “La partecipazione a una gara sportiva
dipende che gara è, se devo difendere un titolo se è solo per la presenza o se
è goliardica. In base a queste situazioni le gare le faccio in modo competitivo
o no.”
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “Non essendomi mai ritirato fino ad ora
non saprei dire quale sia il mio limite. Che il mio corpo si rifiutasse di
proseguire per crampi o per stanchezza mi è successo solo due volte ma la mia
volontà o testardaggine ha avuto il sopravvento.”
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (allenamento, raduni,
pre-gara, gara, post-gara?
“Se il fisico non risponde in modo positivo a determinati allenamenti e se sei
ancora lontano da una competizione non mi influisce emotivamente, al contrario
se manca poco ciò mi mette in apprensione. Per i raduni (il giorno prima della
gara) quei pochi che ho fatto è un modo per stare in compagnia, durante la gara
dipende che tipo di gare e come si evolve, si può essere contenti anche se non
si arriva prima, sapendo che comunque sei stato bene e hai dato ciò che potevi
dare, consapevole che lo fai per il piacere di divertirsi e non come
professione. Dopo gara se sono gare estreme, ovviamente si cerca di recuperare
in modo veloce la fatica e i vari acciacchi senza diventare matti. A livello
emotivo se si ottiene un risultato come la out Orobie ti lascia una ricarica e
uno stimolo altissimo che serve per proseguire negli obbiettivi che uno ha
prefissato, uno di questi è anche solo di riuscire a finire una gara di lunga
distanza, perché si sa che finire è già una vittoria.”
Quali sono i pensieri in allenamento e in gara? “Pensieri durante un allenamento un po’
di tutto, e anche nulla perché sono talmente lunghe le uscite. In gara se sono
da podio penso a cosa dire all'arrivo.”
La gara più estrema o difficile e quale ritieni non poter
riuscire a portare a termine? “La gara più difficile finora fatta è
quella che a livello fisico ti fa soffrire, crampi, energie finite ecc. ecc. e
non la lunghezza. La mia gara limite non saprei, finora quelle che volevo fare
e che ho fatto le ho sempre portate a temine.”
Quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione nella
tua disciplina sportiva?
“Le difficoltà e i rischi nella mia disciplina, trovare il tempo per allenarsi
ed essendo un sport di usura, si spera sempre di non incorrere a eventuali
traumi cercando di prevenire nel limite del possibile.”
Quali condizioni fisiche o ambientali che ti hanno indotto a
fare una prestazione non ottimale? “Soffro parecchio il freddo che mi
induce a non aver voglia di fare allenamenti e i problemi cronici del mio
fisico mal di schiena e crociato laterale interno.”
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “Ci sono stati momenti della mia vita
dove veniva prima la famiglia, e quindi lo sport veniva messo in parte, e in
altri momenti mi allenavo quasi tutti i giorni dalla serie stacchiamo un po’ la
spina. Mi fa continuare questo sport le gratificazione personali e quelle che
vengono dall'esterno e il benessere fisico salvo acciacchi.”
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Crisi vanno e vengono, sconfitte fan
parte dello sport, infortuni rallentamento attività fisica, e fisioterapisti e
prevenzione.”
Ti hanno consigliato di ridurre la tua attività sportiva? Hai mai
pensato di smettere?
“Sì, mi hanno consigliato di smettere di correre qualche anno fa, per discopatia
degenerativa 4 5 6 anello. Domanda, e con la corsa? Risposta, attacchi pure le
scarpe da corsa al chiodo. E così ho fatto per qualche anno dato che avevo
anche altri impegni familiari, ho cercato di mantenermi in forma e rinforzare
la parte debole con ginnastica specifica alla schiena risolvendo per ora il problema.”
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli
allo sport?
“Che tutti dovrebbero cimentarsi in qualsiasi sport nel limite del possibile, soprattutto
quando si è giovani. Riuscendo così fin da piccoli a comprendere cosa vuoi dire
fare sacrifici per degli obbiettivi ovviamente. Se si è bambini deve essere più
un gioco. La differenza è non poca tra sport di gruppo o sport singolo, con
tutte le loro caratteristiche d'allenamento e psicologiche, e il benessere
fisico.”
Ritieni utile la figura dello psicologo nello sport? Per quali
aspetti e in quali fasi?
“La figura del psicologo è sicuramente utile, per tutte quelle persone che non
rendendosi conto o non riuscendo a farne a meno, mettono la loro passione al di
sopra di tutto il resto, con conseguenze gravi, sia fisiche che sentimentali, e
equilibrio mentale.”
C’è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera
sportiva?
“No mai perché se arrivano i risultati bene altrimenti pace. Non me ne faccio
una malattia esistenziale.”
Un messaggio per sconsigliare l’uso del
doping?
“Doping è barare con noi stessi e con gli altri. Penso che a lungo andare ci
siano anche conseguenze negative per il nostro fisico e il rischio di essere scoperti,
con la conseguenza di passare dalle stelle alle stalle, tutto ciò che ne
consegue a livello psicologico, qui sì che poi servirebbe lo psicologo.”
Se potessi tornare indietro cosa faresti? “Attualmente mi trovo bene così. Non ho
nulla da recriminare. Anche perché lo sport che io faccio, sicuramente non
potrei farlo da professionista ma solo come hobby e non deve prevalere troppo
su altre soddisfazioni della mia vita.”
Un'intervista a Oliviero è riportata nel libro "Il piacere di correre oltre" (Il piacere di correre oltre dal punto di vista di uno psicologo dello sport).
Sport & benessere 15 | ed. novembre 2022.
Psicologo,
Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
Libri:
http://www.unilibro.it/libri/f/autore/simone_matteo
Nessun commento:
Posta un commento