Il fantastico mondo degli ultrarunner, persone che non si stressano ma partecipano e arrivano silenziosamente al traguardo incontrando tanta gente lungo i loro viaggi i circuiti da ripetere tante volte, sempre in cerca di podi ma non soli a volte basta anche una medaglia, un attestato, a volte meglio di tutto sono le parole di stima e rispetto che si porta a casa perché ognuno fa il sui, quello che può fare con le proprie possibilità e modalità, un mondo di persone bizzarre, straordinarie e sorprendenti sempre pronte a evidenziare il meglio di te senza giudizi, a consigliare, a suggerire.
Questo
è lo sport che vogliamo, questo è il treno che tutti vorrebbero prendere,
ognuno è capo treno di se stesso ma a volte meglio fidarsi e affidarsi a
qualcun altro più esperto, più saggio, più pacato.
Incontrarsi, fidarsi e affidarsi nel bizzarro, sorprendente e fantastico mondo degli ultrarunner. E' quello che sperimentano in tanti, un tuffo nel vuoto ma poi ti accorgi che sono in tanti a condividere fatica, preoccupazioni e timori, così come sono in tanti a porgerti una mano, un aiuto.
Incontrarsi, fidarsi e affidarsi nel bizzarro, sorprendente e fantastico mondo degli ultrarunner. E' quello che sperimentano in tanti, un tuffo nel vuoto ma poi ti accorgi che sono in tanti a condividere fatica, preoccupazioni e timori, così come sono in tanti a porgerti una mano, un aiuto.
Chiamateli
pure masochisti o incoscienti ma in realtà a spingere a fare sport di endurance
come Ultramaratone, faticando anche nelle salite è il benessere che si
sperimenta, un benessere particolare che agisce sulla testa e si diffonde per
tutto il corpo e rimane ancorato nella propria anima come un'arma da utilizzare
nelle situazioni più difficili emotivamente.
In
effetti è risaputo e sperimentato che lo sport rende felici, incrementa
consapevolezza, sviluppa autoefficacia consolidando la fiducia in se stessi di
poter far qualcosa, di riuscire in qualcosa, inoltre lo sport incrementa la
Resilienza, si affrontano e si superano meglio i problemi, le crisi, le
difficoltà, si è più attenti e gentili.
Sto
continuando ad approfondire e sperimentare il mondo degli ultrarunner fatto di
fatica e soddisfazioni, di programmi, di obiettivi, di percorsi, di viaggi
interiori.
Sto
continuando l'approfondimento sia in modo diretto, partecipando ad alcune gare,
sia attraverso interviste, racconti e testimonianze da parte di atleti di
queste discipline di sport di endurance e di ricerca personale.
Ciò mi ha permesso di scrivere un libro con il
recordman Daniele Baranzini dal titolo “Ultramaratoneta: analisi interminabile” e un mio libro dal
titolo "Ultramaratoneti e gare estreme"
e il meglio deve ancora venire.
Per molti atleti ultrarunner vi è la consapevolezza
dell’importanza del corpo e della mente, e quindi non significa solo avere solo
muscoli
da allenare ma una buona gestione di sé fisica e mentale, ecco di seguito alcune
testimonianze.
Franco Collè: “A mio avviso essere
ultramaratoneta non vuol dire essere un atleta, bensì una persona che ha
imparato a gestire in modo ottimale le proprie energie fisiche e mentali.”
Massimiliano
Clemot: “Essere ultramaratoneta
significa avere una filosofia sportiva diversa da tutte le altre discipline,
devi saper armonizzare mente e corpo.”
Michele Zorzi: “Per me essere
ultramaratoneta è cercare sempre il proprio limite, fisico e mentale.”
Nico Leonelli: “Significa
essere una persona preparata fisicamente e mentalmente.”
Marco Gombia:
“Essere qualcuno che si è allenato
tantissimo per raggiungere degli obiettivi e mette alla prova il proprio fisico
e la propria mente durante gare estreme.”
Edith Rosario Ventosilla: “Provare le tue risorse fisiche e
mentale.”
Si riconoscono i limiti mentali, e quindi la
possibilità di andare avanti superando i blocchi mentali, e di percorsi non
solo lungo strade e sentieri ma anche dentro se stessi, una ricerca interiore
attraverso la lunga corsa, le lunghe distanza, Marco Dori
così spiega:
“Significa misurarmi con i
miei limiti soprattutto mentali. Non ho una corporatura da maratoneta; sono
alto 1,94 mt e peso intorno ai 95 kg e negli anni passati già la maratona per
me era una misura limite. Poi ho scoperto le ultra e ciascuna di esse è stato
un percorso dentro me fatto di sfida, difficoltà, solitudine, contatto con la
natura, rispetto, voglia di mettermi alla prova. Quando parto so che vivrò
un’esperienza irripetibile e unica.”
Per approfondimenti sugli
ultrarunner è possibile consultare i seguenti miei libri
Ultramaratoneti e gare
estreme, Prospettiva Editrice,
Collana: Sport & Benessere, anno edizione: 2016.
Matteo SIMONE
380-4337230 - 21163@tiscali.it
380-4337230 - 21163@tiscali.it
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