Quando partecipo a una gara sono sempre
convinto di potercela fare
Matteo Simone
Lo sport ti permette di sperimentarti, di metterti in gioco, di incontrare persone, culture e mondi.
Alla 100km delle Alpi tanti partecipanti, tanti
incontri prima, durante e dopo la gara. Tra i tanti due angeli custodi visto
che ero rimasto senza torcia e senza occhiali e avevo bisogno di un faro, una
guida, una persona per potermi affidarmi fino al traguardo ed eccoli arrivare
Paolo Ravioli e Matteo Maggioni, due persone che correvano insieme, si
aspettavano, complici nella loro lunga gara e pronti ad offrirmi un passaggio,
ognuno sulle proprie gambe, fino al traguardo.
Di seguito Paolo Ravioli, Ultramaratoneta dell’US Scalo Voghera, racconta
la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della
tua vita? “Sì, quando ho fatto il mio personale alla maratona di
Reggio Emilia, dopo aver finito la 100 km di Asolo la prima volta e dopo aver
finito la 9 Colli (ogni volta) e alla 24 Ore di Cesano Boscone quest’anno,
perché nonostante la scarsa preparazione sono riuscito a fare una buona gara.”
Paolo
Ravioli ha citato momenti ed eventi molto importanti a coronamento di periodi
di fatica e impegno per raggiungere obiettivi o per portare a termine gare
difficili. Quando fai il personale la gioia è immensa, quello che si sperimenta
è molto forte e intenso così come porti a termine una 100km di Asolo
considerata una delle più dure d’Europa, così come portare a termine una gara
della distanza doppia rispetto alla 100km, si tratta della Nove Colli Running di
202,4km, dove io ci ho provato già tre volte senza riuscire a portarla a
termine ma portando a casa sempre nuovi incontri, consapevolezze, momenti.
Anche la 24 ore è una gara lunghissima e meditativa ricchissima di sensazioni
ed emozioni, che ti fa stare con te stesso e con gli altri attraversando momenti
di luce e di buio, di freddo o caldo, attraversando crisi e difficoltà.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Ho corso da bambino con il
gruppo podistico del mio paese, poi ho smesso perché non mi piaceva, ho
ricominciato a 33 anni con le corse più brevi, poi con le mezze maratone e sono
passato alle lunghe distanze per puro divertimento.”
Quali fattori contribuiscono al tuo benessere e/o performance? “Correre mi libera la mente, mi aiuta a pensare, mi
aiuta a ricordare episodi del passato (anche dell’infanzia) e mi diverte capire
quanto miglioro o peggioro in base agli allenamenti."
Nello sport chi contribuisce al tuo benessere o alla tua
performance? “Gli amici e compagni di corsa.”
La gara della tua vita, dove hai dato il meglio di te o dove hai
sperimentato le emozioni più belle? “La prima 100 km di Asolo è
sicuramente la gara che mi resterà nel cuore, perché volevo finirla e così è
stato, mentre la gara in cui credo di aver dato il meglio di me è stata la 9
Colli del 2015 quando sotto l’acqua che ci ha accompagnati fino alla domenica
pomeriggio sono riuscito a resistere e chiuderla con un tempo, per me e le mie
capacità, ottimo.”
C’ero anch’io il 2015 ma ho mollato al 57 per il troppo freddo,
grandissimi quelli più resilienti che sono riusciti a trovare modalità per
andare avanti, per continuare.
Molto bella anche la 100km di Asolo, molto dura
ma le salite rinforzano cuore, fisico e testa, e anche i panorami sono stupendi
sia di giorno che di notte, arrivare sul Monte Grappa a quasi 1.800 metri di
altitudine a metà gara e poi fiondarsi in discesa, si sperimenta tantissimo, la
notte è sempre un’opportunità per stare con se stessi, un’alternativa a una
notte di sonno, un’opportunità per sperimentarsi.
Quale è stata la tua gara più difficile? “Quasi tutti i
trail a cui ho partecipato (tra cui il TAC del 2014), sulle gare su asfalto mi
trovo sempre a mio agio.”
TAC
(Terra Acqua Cielo) è un Trail sui monti dell’Ossola. In effetti i trail sono
molto più impegnativi perché si tratta di stare veramente attenti a tutto, alla
strada, al terreno che può essere sconnesso e accidentale. Sull'asfalto sei più
al sicuro anche se bisogna fare tantissima attenzione ai veicoli e a non perdersi
soprattutto al buio. Certo il trail ti mette a contatto con la natura,
sentieri, boschi, montagne, è un esperienza più magica.
Qual è una tua esperienza che ti possa dare la convinzione
che ce la puoi fare? “Quando partecipo ad una gara sono sempre convinto di
potercela fare (forse è un pregio o forse è un limite perché mi iscrivo solo a
corse alla mia portata), sicuramente la prima ultramaratona che ho fatto… la 48
km Rimini Extreme 2011.”
Importante
è avere sempre e sviluppare sempre di più consapevolezza delle proprie
capacità e anche dei propri limiti, senza troppo autolimitarsi, senza troppo auto sabotarsi.
Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della
tua attività sportiva? “Ne avrei un sacco… uno alla partenza dell’Ultrak 2014
mi sono accordo poco prima della partenza di non aver cambiato le calze… avevo
le calze di lana!
E l’anno scorso (ormai possiamo raccontarlo con il sorriso),
quando prima della Ticino Ecomarathon, ritirati i pettorali, mi sono accorto di
aver dimenticato un mio amico… Alla fine ci siamo trovati e siamo partiti con
quasi un’ora e mezza di ritardo e ci siamo persi perché avevano tolto la
segnaletica, abbiamo preso un bus per 7 km e poi siamo arrivati alla fine
facendoci squalificare.”
Ultra
K è una gara di 50 Km su strada. Succede di tutto nel mondo degli
ultramaratoneti, ci si dimentica di tutto, ci si perde e pi ci si ritrova, un
mondo fantastico, bizzarro e sorprendente.
Quali sono le sensazioni che sperimenti facendo sport? “Gioia, stupore,
sofferenza, fatica, dolore, gratitudine, felicità.”
Un
mondo dello sport ricco di emozioni e sensazioni forti, dense e intense,
durante le lunghe gare di fatica per diverse ore si sperimenta tanto.
Quali sono le difficoltà, i rischi, a cosa devi fare
attenzione nel tuo sport? “Essenzialmente io cerco di stare attento a non infortunarmi,
a non esagerare con i km percorsi… anche se può far ridere quest’ultima
affermazione.”
Vero
se ne vorrebbero fare sempre di più, si vorrebbe partecipare a gare sempre più
dure, lunghe, estreme, ma si fa tanta attenzione a se stessi, a compensare le
dure fatiche con esercizi di coccole.
Quali condizioni ti inducono
a fare una prestazione non ottimale? “La stanchezza
dopo una settimana di lavoro pesante e il caldo.”
Cosa ti fa continuare a fare sport? “Il semplice
piacere di farlo, la compagnia, la possibilità di viaggiare ed il desiderio di
migliorare.”
Lo
sport diventa come un treno che ti porta in giro per strade e sentieri, paesi e città, regioni e nazioni, insomma in giro per il mondo incontrando persone e
culture.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Beh, dipende
dal momento, a volte mi sono scoraggiato e preoccupato, a volte ho fatto delle
visite mediche per essere più tranquillo e altre volte ho solo pazientato e mi
sono riposato.”
A
volte è importante fermarsi, esercitare lentezza, fare il punto della
situazione, essere pazienti e fiduciosi e ritornare più determinati per
scegliere nuove direzioni con nuove consapevolezze e cercando sempre di
trasformare sogni in realtà.
Quale può essere un messaggio rivolto ai ragazzi per
avvicinarli allo sport? “Avvicinarsi allo sport in generale credo che, aldilà
dei benefici fisici, sia il miglior modo per divertirsi. Il divertimento resta
la motivazione principale di qualsiasi attività fisica.”
Quale può essere un messaggio per sconsigliare l’uso del
doping? “Il doping è una sconfitta per lo sport: siamo tutti
amatori, quindi che senso ha barare? I risultati non devono essere una scusa
per aiutarsi illegalmente.”
Concordo,
il doping è una sconfitta per lo sport, il doping diventa un cancro per lo
sport.
I tuoi famigliari ed amici cosa dicono circa il tuo sport? “All'inizio erano preoccupati, ma vedendo che, bene o male, torno sempre intero dalle gare
non ci fanno più caso. Sicuramente ho una vasta collezione di indumenti
sportivi.”
Certo
si è preoccupati e apprensiva in famiglia, ci vuole tanta pazienza.
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare attività
fisica? “Che alla fine riesco a fare quello che mi piace…
sicuramente con sacrifici, ma per la maggior parte degli amatori è così.”
Se
c’è passione e motivazione, si fa tutto, si trova sempre il tempo e le modalità
per esercitare la propria passione, non esiste tempo brutto o condizioni
sfavorevoli, è sempre il momento per allenarsi o gareggiare.
Riesci a immaginare una vita senza sport? “Per un certo
periodo ne ho dovuto fare a meno, ma poi ho ricominciato perché mi è sempre
piaciuto. No, non riesco proprio a rinunciare.”
Hai mai pensato, per infortuni o altri motivi, di smettere di essere
atleta? “Sì, ma ho sempre cercato soluzioni ai problemi che ho
dovuto affrontare.”
Ritieni utile lo psicologo dello sport? “Sarò sincero,
non so rispondere, perché non ho mai sentito la necessità… Penso però che sia
utile per chi si sente in difficoltà o vuole migliorare il suo benessere e i
suoi risultati.”
Prossimi obiettivi? “Il mio prossimo obiettivo è terminare il 2017 con
3.650 km corsi tra gare ed allenamenti… ".
Sogni realizzati e da realizzare? Tra i sogni da realizzare ci
sarebbero un sacco di corse, ma alla fine sono felice di quello che riesco a
fare! Sogni realizzati? Tutte le corse finite e per fortuna sono quasi tutte
quelle fatte!”
Un’intervista a Paolo è riportata nel libro “Correre con la
mente. Perché correre? Come iniziare? Superare le avversità, raggiungere
obiettivi, realizzare sogni”, Matteo Simone, pubblicato da Progetto Cultura.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
Nessun commento:
Posta un commento