Nel testo parlo di passione nello sport,
motivazione, superamento del limite gradualmente un passo alla volta,
riportando le esperienze di tanti ultrarunner che fanno sport per ore ed anche
giorni sperimentando deprivazione del sonno, partecipando a tante gare in
autosufficienza, cioè provvedendo personalmente alla loro alimentazione.
Di seguito il parere di Manuel Pozzerle, Campione Nazionale
di snowboard nel 2014, terzo in Coppa del Mondo di Snowboard nella stagione
2014-15, suo primo titolo mondiale a La Molina, in Spagna ai Campionati del
Mondo 2015: “Sebbene sia uno sport totalmente
diverso dal mio, abbiamo tante cose in comune come atleti... L'ho appena
iniziato ma mi intriga parecchio.”
Stralcio della Presentazione del Prof. Alberto Cei: “Il libro scorre in modo
interessante poiché Matteo Simone narra delle storie personali senza avere la
pretesa d’insegnare cosa sia l’ultramaratona ma lasciandola scoprire al lettore
attraverso le parole di chi la pratica. E’, quindi, un libro aperto a diverse
soluzioni interpretative dettate dalle esperienze di chi legge e credo che
questo sia il suo pregio principale.”
Stralcio della Prefazione di Sergio Mazzei: “Grandi atleti che
realizzano prestazioni eccezionali, fachiri capaci di sottoporsi a prove
fisiche al di là dei limiti che ordinariamente conosciamo, hanno ottenuto
risultati inimmaginabili con il proprio corpo.”
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Stralcio della Prefazione di Prof. Riccardo Zerbetto e Dr.ssa Sonia De
Leonardis: “Sia i meccanismi psicologici ‘della gratificazione’
sia quelli ‘della sfida’ entrano in campo per muovere questi atleti, a livello
amatoriale e a livello agonistico. Per quegli atleti che si dedicano alle
ultramaratone e alle gare estreme, questa spinta procede ‘oltre’. Oltre il
dolore e la sofferenza, oltre le deprivazioni - dovute alla mancanza di sonno,
alle infiammazioni o agli infortuni - oltre vesciche indescrivibili ai piedi,
oltre a tutto ciò, questi atleti ricavano da esperienze cosi probanti una forma
di piacere. Una forma di piacere che, lungi dall’essere masochistico, riguarda
quel ‘piacere di farcela’, di ‘raggiungere un obiettivo difficile e sfidante’,
il piacere di sentirsi in tutto e per tutto padroni del proprio corpo,
olisticamente. Una spinta dunque che si configura come un moto alla ricerca di
un senso di competenza, di autoefficacia e di autodeterminazione, fino alla
sensazione di sentirsi “immortali”, come moderni eroi e miti.”
Tanti
sono i messaggi di apprezzamento e gratitudine, da parte di tanti ultrarunner, di
seguito un commento relativo al libro in questione da parte di Matteo Nocera Campione
Italiano IUTA 100 miglia: “Ho appena finito di
leggere il tuo libro. Spunti molto interessanti. Mi ha fatto piacere leggere
concetti che quotidianamente cerco di applicare per migliorare le mie
prestazioni partendo da motivazioni mentali..! Un po’ in sintesi nella lettura
ho risentito le tue parole quando brevemente mentre passeggiavamo all’expo mi
parlavi di serenità EQUILIBRIO.. e obiettivi da puntare volta per volta in modo
graduale. Cercherò di farne tesoro. Mia moglie ha studiato un po' di discipline
orientali... interessante la questione RESPIRAZIONE... tecnica che in verità
cerco di adottare durante la corsa e che esercito con sedute di lavoro
diaframmatico.”
Gradito anche il commento dell’ultrarunner Stefano Severoni: “Ho letto con vivo
interesse il testo di Matteo Simone. Le sue 298 pagine si scorrono veloci,
poiché si viene a contatto con atleti che trasmettono le esperienze che
accomunano maratoneti e ultra. Certo l’Autore utilizza un metodo induttivo: non
fa teoria pura, ma parte dalla pratica podistica che contrassegna un popolo di
umili faticatori. La metafora che contraddistingue il mondo ultra è quella del
viaggio o meglio di scoprire se stessi attraverso la percorrenza di tanti
chilometri. Ma, come avvertono gli stessi corridori, la fatica quasi scompare
quando si svolge un’attività che gratifica, poiché consente di stare meglio con
se stessi e con gli altri, conoscere luoghi suggestivi e portare a casa
sicuramente una simbolica, ma gratificante medaglia di partecipazione. Per
esseri atleti ultra ‒ come segnala giustamente l’Autore, anch’egli “grande
faticatore” ‒ bisogna essere resilienti ed efficaci. E dopo aver letto il libro
non si potrà non cercare altri testi dello stesso Matteo. In definitiva, nella
prestazione sportiva come nella vita quotidiana, la componente mentale riveste
enorme importanza. Nella nostra società post-moderna e liquida, l’ultrarunner
si presenta allora come colui che è in grado di gestire il proprio corpo e la
propria mente, e così allungare la propria vita in uno stato di benessere.
Ovviamente ‒ come in ogni campo ‒ sarà necessario equilibrio e giusta
motivazione.”
Chi
pratica sport di endurance incontra, gestisce e supera diversi tipi di crisi e
difficoltà, si scopre che si può fare tutto con passione, dedizione, impegno,
concentrazione, testa, cuore, gambe.
L’ultrarunner
vegano Roldano Marzorati così commenta il mio libro: “Un libro per capire e
conoscere gli ultramaratoneti. Un racconto fatto di storie e donne non professionisti
che han scelto di vivere la dimensione dell’ultramaratona. Matteo Simone ci
introduce in questo mondo raccogliendo pensieri di questi inconsueti atleti che
non avranno mai le cronache da prima pagina ma che hanno molto da trasmettere
perché per molti di loro è una filosofia di vita.”
Un
grazie a Nico Leonelli per la sua gentilezza e le sue cortesi parole che
riporto di seguito: “Matteo è veramente uno dei
pochi che ha dato voce al mondo dell'Ultramaratona.”
Nel libro enfatizzo gli aspetti della
psicologia dello sport quali la consapevolezza delle proprie risorse e dei
propri limiti, l’autoefficacia individuale, la resilienza che si sviluppa con
la pratica dell’endurance e che diventa utile anche nella vita quotidiana, tutto
diventa più gestibile ed affrontabile, si può fare tutto con studio, attenzione
e senza fretta.
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