giovedì 5 ottobre 2017

Patrizio Di Antonio: Correre è una delle cose più belle che si pùò fare nella vita

Correre è una delle cose più belle che si può fare nella vita
Matteo SIMONE 21163@tiscali.it

Il mio amico Patrizio racconta la sua passione nello sport, le sue vicissitudini, i suoi divertimenti attraverso la corsa e la squadra di cui fa parte allenandosi nel bel parco di Tor Tre Teste.

Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Ho sempre amato correre sin da bambino ed ho praticato in adolescenza un po’ di nuoto e calcio. Ma solo per brevi periodi a causa di una anemia con valori di emoglobina molto bassi (10- 10,5) che limitavano la mia resistenza agli sforzi da sport. Ho sofferto di questa patologia congenita, per 39 anni della mia vita. Dovuta, poi si è scoperto, ad una rara sindrome (Sindrome di Castelman) che era rimasta latente per 39 anni per poi esplodere sviluppando una massa intestinale con interessamento dei linfonodi iliaci, che mi è stata asportata. 
Da lì per me è iniziata un'altra vita perché asportando la massa sono guarito. Di colpo mi sono ritrovato con un emocromo perfetto ed una emoglobina a 15,5 -16,00 e mi sono immediatamente accorto che riuscivo a fare lunghe camminate ed in seguito a correre con minimo sforzo. Dopo qualche anno la corsa per me è diventata una consuetudine ed a 45 anni mi sono iscritto ad una squadra podistica ed a gareggiare. A 49 anni, nel 2011, ho corso la mia prima maratona a Roma in 3h e 36'.”
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere e/o performance?Correndo ho fatto molte amicizie, molte di più del periodo in cui non praticavo sport. Da tutti ho preso consigli, soprattutto da chi veniva da una storia sportiva più intensa della mia, ed hanno contribuito a migliorare la mia performance sportiva.

Patrizio corre con tante persone divertendosi ma allo tesso tempo quando c’è da impegnarsi e fare lavori e ripetute impegnative non si tira indietro, lui segue i consigli dell’intramontabile Uby Galli sempre performante nonostante un’età avanzata di circa 60 anni, ma sempre competitivo.
La gara della tua vita dove hai dato il meglio di te o hai sperimentato le emozioni più belle?Ci sono tre gare che mi hanno profondamente emozionato e sono: la prima maratona del 2011 (il sogno di ogni podista); La Maratonina dei tre Comuni del 2011 (sentivo come un fuoco dentro ed una energia mai provata prima); La Cortina- Dobbiaco del 2014 (ho risentito di nuovo quella sensazione di potenza e benessere provata alla tre Comuni del 2011). In tutte e tre queste gare alla fine ho pianto di gioia!”

Lo sport ti fa sperimentare emozioni uniche attraverso l’impegno e la riuscita in gare impegnative ma straordinarie per paesaggi e sensazioni ed emozioni forti.
Una tua esperienza che ti può dare la convinzione di potercela fare?La maratona. Non credevo che il mio corpo potesse sopportare tali prove.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva?Sono felici con me. (In famiglia tutti praticano sport).”
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?Chi mi conosce sa che sport e divertimento per me sono inscindibili. Soprattutto in gara amo scherzare con gli altri podisti, ho fatto molte amicizie per questo motivo. Perciò ne racconto uno a caso. Eravamo, io e i miei amici (Massimo, Ettore, Ubaldo, Pino, Rodolfo) sulla linea di start della Roma No Limits del 2011 e stavamo scherzando, io ed un mio amico, con un palloncino che per caso il vento ci aveva fatto atterrare in testa. All'improvviso ci è scoppiato in mano ed il ‘botto’ del palloncino ha provocato una falsa partenza dei concorrenti, subito bloccata dagli organizzatori. Lì abbiamo pianto dal ridere!”

Conosco gli scherzi di Patrizio ed anche i suoi amici tutti corridori di Tor Tre Teste.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare sport?Lo sport mi ha fatto vincere la timidezza (molti stenteranno a crederlo che ero timido).”
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità hai dimostrato di possedere?Se ho una qualità? Forse quella di saper coniugare, sempre, lo sport al divertimento.
Che significa per te partecipare a una gara?Felicità.”
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare?Purtroppo si. Ad una gara, nei primi anni di esperienza agonistica, (il Campus) ho spinto talmente tanto da azzerare le scorte di zucchero (anche per errata alimentazione...non avevo fatto colazione). 
Dopo il traguardo sono stato soccorso dagli addetti dell'auto ambulanza, con acqua e zucchero mi sono ripreso quasi subito. Però adesso so riconoscere i segnali e non mi è capitato più"
.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara, in gara, post-gara?Euforia – fatica - euforia.”
La gara più estrema o più difficile?La maratona. A quella di quest'anno mi sono ritirato al 37° km per crampi.
Quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione nel tuo sport?Ho imparato a riconoscere i miei limiti e l'importanza di una giusta alimentazione proporzionata allo sforzo da affrontare.”

Importante oltre all’allenamento fisico e mentale ed oltre all’autoprotezione e coccole che consistono nei recuperi, riposi, massaggi, fisioterapia, accertamenti medici, bisogna anche considerare l’importanza dell’aspetto nutrizionale per il benessere e la performance nello sport per non incorrere nei crampi per avere le scorte di glicogeno fino alla fine della maratona o reintegrarle prontamente in base alle proprie caratteristiche personali.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale?Con il caldo le mie prestazioni precipitano inesorabilmente.”
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport?Quest'anno per la prima ho volta ho sperimentato il ritiro da una gara per crampi. Non mi era mai successo ed è stata un'esperienza traumatica. Con la testa volevo a tutti costi terminare la gara, ma le gambe non hanno sentito ragioni. Questa volta ho pianto per la frustrazione. Penso che continuerò a correre anche fino a novant'anni, non posso farne più a meno. Se le mie gambe saranno d'accordo!”.

Non si finisce mai di imparare, l’esperienza è un ottimo branco di prova e permette di apprendere sempre dagli errori e permette di conoscere sempre più noi stesso, come funzioniamo, di cosa abbiamo bisogno, cosa è meglio per noi.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?Con l'amore, quando si ama, anche nello sport si supera tutto.”

Parole sagge, anche lo sport richiede tanto amore e passione per quello che fai altrimenti non vai da nessuna parte, tutto diventa fatica e sofferenza e non sei disposto ad andare avanti.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport?Se ti vuoi bene fai sport!”
C’è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva?Pratico sport da quando ho riacquistato la salute, non voglio comprometterla di nuovo con farmaci per migliorare la prestazione.”
Un messaggio per sconsigliare l’uso del doping?Se ti vuoi bene non utilizzare sostanze dopanti.”
Ritieni utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti e in quali fasi dell’attività sportiva?Lo psicologo dello sport può essere utile per chi pratica sport a livello professionistico e vuole raggiungere una maggior convinzione nei propri mezzi. Oppure per chi non ha un giusto approccio allo sport: fa uso di sostanze dopanti e di conseguenza ha una visione distorta dello sport volta solo alla sola affermazione delle proprie ambizioni, senza trarne i benefici. Lo psicologo in   questi casi può essere utile.”

Sogni realizzati e da realizzare?Per me correre è una delle cose più belle che si può fare nella vita. Prima per me era solo un sogno (fino a 39 anni). Sogno un giorno di fare la 100 km del passatore.”

Sono passati un po' di anni da questa intervista e Patrizio mi ha rivelato che la 100km del Passatore non è più un suo sogno. Continua a correre e allenarsi al Parco di Tor Tre Teste e facendo uscite in compagnia al centro di Roma e come ultramaratone predilige la 50km del Gran Sasso.
Un’intervista a Patrizio è riportata nel ibro “La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza”, Edizione Psiconline.
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La 100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza.
È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione.
Sono trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su se stesso.

Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR

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