domenica 12 aprile 2020

Irina Majdanyuk: Si può fare tutto, se c'è un obiettivo e un piano per raggiungerlo

Si può fare tutto, se c'è un obiettivo e un piano per raggiungerlo
Matteo Simone 
Psicologo, Psicoterapeuta

La vita, attraverso lo sport, diventa un esperimento, si prova a fare qualcosa con un’adeguata preparazione oppure si può improvvisare ma con consapevolezza e attenzione apprendendo sempre dalla scuola dello sport. 

Di seguito l’esperienza di Irina attraverso alcune risposte ad alcune mie domande di un po’ di tempo fa.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?No. Campionessa mai. Sentivo soddisfazione, gioia, orgoglio, stanchezza, esaurimento. Ma campionessa non mi sono mai sentita”.

Irina sembra aver trovato attraverso lo sport un senso alla sua vita, lei con riesce a essere pigrona, non sembra sopportare la zona di troppo confort, è riuscita a trovare le modalità e le opportunità per mettersi in gioco attraverso lo sport e in particolare la corsa attraverso allenatori e compagni di allenamento e gare per sentirsi davvero viva.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?L'estate di solito la passiamo nel sud Italia. La mia famiglia di solito riposa, tutti dormono a lungo. Mi sveglio sempre presto all'alba e di solito vado al mare a nuotare. Un anno il mare era molto turbolento, non era possibile nuotare, solo immergersi.  Andavo comunque, ma avevo bisogno di più attività e poi ho iniziato a correre. Prima all'angolo. Poi al supermercato, poi alla torre sul lungomare, poi alla fine del lungomare, lì mi sono immersa, ho bevuto un caffè in un bar e sono andata a casa. E poi ho iniziato a correre di nuovo. Ho deciso di misurare la distanza, ho scoperto che andata e ritorno erano quasi 8 km. Prima di questo, il mio livello di attività fisica era limitato ai giochi con i bambini. 
Poi per caso mi sono imbattuta in una pubblicità su internet e mi sono iscritta per una corsa di 10 km a Mosca in Luzhniki. Mi sono seduta con un bicchiere di vino e mi sono iscritta.  
A settembre 2014 ho corso i primi 10 km della mia vita.  È stato difficile. Ma lì ho incontrato il mio vecchio amico, con il quale eravamo a scuola 25 anni prima e mi ha raccontato della scuola di corsa per adulti a Mosca. Mi sono iscritta a scuola. Ho iniziato a imparare correre in un gruppo con un allenatore.  E miracolosamente la mia vita è cambiata. Se prima non riuscivo a trovare il tempo per fare ciò che è interessante per me, ora tutto è cambiato. Prima gli allenamenti, poi tutto il resto. E sì, ho scoperto che è possibile e necessario.  Poi c'è stato un evento davvero fatale. Mi sono iscritta alla lotteria per partecipare alla Maratona di Berlino e ho vinto. Da quel momento in poi, la mia vita è cambiata consapevolmente. A quel tempo, non avevo ancora corso nemmeno una mezza maratona, ma ho iniziato a prepararmi per 42 km per correre nell'anno 2015. E l’ho fatto!”.

Appare molto simpatica e positiva Irina con i suoi racconti che appassionano e rendono tutto più facile per coinvolgere soprattutto ragazzi e sedentari a provare una forma di sport.
Quali fattori e persone contribuiscono nello sport al tuo benessere e/o performance?Prima di tutto le persone. Il mio allenatore. Sono molto fortunata che sia stata lei a essere la mia mentore.  Irina Podyalovskaya (https://it.wikipedia.org/wiki/Irina_Pod%22jalovskaja) molto sensibile, attenta ed esigente. Campionessa dell'URSS su 800 m e 3000 m, vincitrice di molti premi e record è diventata il capo allenatore della scuola iloverunning (https://ilovesupersport.com/running) e il mio allenatore. 
Ho fatto amicizia con molti giovani ragazzi ambiziosi con cui corriamo insieme. Ognuno ha la sua storia. Ordine e responsabilità. A scuola per adulti non come a scuola per bambini. Nessuno forzerà e controllerà. Non puoi costringere un adulto. Puoi essere motivato. Ognuno viene di propria iniziativa. C'è un allenamento che facciamo con l'allenatore. C'è un allenamento fatto in casa da soli”.

E che ci vuole! Basta trovare il tempo, lo spazio, la voglia, la volontà, la passione, preferibilmente un allenatore o coach, una buona compagnia o anche da soli e si può fare tutto apprezzando quello che si riesce a ottenere grazie allo sport ma soprattutto grazie a noi stessi che ci impegniamo e ci crediamo.
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle?Etnatrail 2018. Nel 2019 l’ho fatta di nuovo, ma quella del 2018 è stata la gara più emozionante. Questa è stata la prima esperienza di corsa in montagna. Distanza 24 km. Dislivello 2000 metri. 40 gradi di calore all'inizio. Il vento più forte che ha portato via parte della segnaletica. Certo che ci siamo persi. Senza esperienza. Senza la conoscenza della distanza. Siamo io con un amico, 2 vietnamita in sandali, spagnolo, francese e italiano Paola. Quando ci siamo resi conto che ci siamo persi, Paola è riuscita a chiamare gli organizzatori, e hanno detto che se siamo scesi al villaggio, ci avrebbero portati via da lì, ma la gara sarebbe finita per noi. Alcuni di noi sono andati al villaggio, ma siamo tornati sulla pista perduta e abbiamo finito la gara. Sette ore. Quando nel 2019 sono tornato in Sicilia con gli amici per partecipare alla competizione, la gioia dell'incontro non era il limite. L'anno prossimo vado di nuovo”. 

Lo sport fa sperimentare sensazioni ed emozioni intense, fa perdersi e ritrovarsi soprattutto in gare di montagna, le cosiddette gare trail, dove bisogna correre, camminare, arrampicarsi per sentieri sempre più in alto e a volte si perde la traccia e si rischia di perdersi ma lì bisogna tornare a focalizzarsi sulla gara, sul momento presente per trovare risorse e soluzioni per riprendere la dritta via e arrivare all’arrivo incolumi e con il sorriso.
La tua gara più difficile?Trail in Nicola-lenivetz in 2019 (sport-marafontrail.ru) la distanza 35 km. Il trail è a giugno. Ad aprile ho fatto una maratona a Londra. Ho corso non più di 5 -10 km. Non avevo un allenamento completo. Ma in maggio ho corso una mezza maratona senza preparazione a Mosca. Non ero preparata, non ero allenata, non avevo recuperato dopo la maratona, ero stanca. Faceva molto caldo. Ho sofferto dal primo chilometro. I volontari ai punti di ristoro mi hanno consigliato di finire la gara. Non avevo forza, ma la volontà c’era. Buona esperienza”.

Si è capito che Irina improvvisa, ma fa attenzione a non rischiare, non è una che vuole arrivare tutti i costi all’arrivo, ma vuole esserci per provare, per notare e osservare sé stessa e gli altri ma vuol portare a casa sempre la sua pelle con lezioni apprese.
Quale esperienza ti da la convinzione che ce la puoi fare?Teoria dei piccoli passi”. 
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara, in gara, post-gara)?Gara: sempre festa, eccitazione, gioia. Post-gara: più interessante, dopo euforia viene consapevolezza e valutazione, come ho fatto, ho fatto tutto nel miglior modo possibile, perché è sempre interessante analizzare. Dopo la gara c'è sempre un nuovo obiettivo”.

La gara diventa un banco di prova, un’occasione per capire sé stessi, per notare sé stessi nell’esecuzione di un compito, per capire cosa si può far meglio, per ripartire verso nuovi obiettivi, per ricominciare.
A cosa devi prestare attenzione nel tuo sport? Quali sono le difficoltà e i rischi? Ascoltare il mio allenatore e fare attenzione alla mia salute. Corro con ragazzi e ragazze più giovani e più forti di me. Ho un periodo di recupero più lungo che sfortunatamente trascuro e non ho un incremento del risultato, inoltre ci possono essere infortuni”.

È importante affidarsi e seguire le indicazioni dell’allenatore con la consapevolezza che si fa quel che si può, che ognuno ha le sue caratteristiche, risorse, capacità, qualità e soprattutto età e quindi osare si ma senza strafare per non perdere di vista la propria salute che viene prima di ogni sport.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?Leggo libri. Non sono io la prima e non sono l'ultima, aspetto. Comincio dall'inizio. Per non perdere la forma nuoto, cammino, faccio fitness”.

Questi sembrano essere un buon spunto e buoni suggerimenti per attraversare questo lungo periodo di crisi che stiamo attraversando che non ci permette di fare una vita routinaria standardizzata ma che dobbiamo stravolgere facendo altro che non siamo abituati, quindi bisogna diventare creativi e trasferire passioni in altre attività possibili e fattibili in questo periodo considerato di reclusione.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport? Si può fare tutto, se c'è un obiettivo e un piano per raggiungerlo. 5 anni fa ero sdraiata sul divano o giocavo con i bambini. Ora mi sto preparando a correre l'ultima delle sei maratone Major e ottenere un risultato prezioso. Sì, non sono veloce. Ma cinque anni fa non potevo correre affatto. Ma ora prendo parte a competizioni in cui corrono gli atleti più veloci. Non sono in competizione con loro e non faccio il bagno nei raggi della loro gloria, ma faccio in modo che io possa essere orgogliosa di me stessa".

Questo di Irina è un ottimo messaggio, si può fare tutto se vogliamo, se ci organizziamo, se stiliamo un piano di allenamento, se abbiamo fiducia, se ci impegniamo.
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo sport? La mia famiglia è orgogliosa di me. Mio figlio è venuto con me alla maratona di Londra e mia figlia a New York per sostenermi. Mio marito lavora molto e non mi accompagna alle corse, ma le paga e si vanta di me. Amici: non tutti condividono la mia passione, molti dicono che è dannoso in età adulta, è pericoloso e che avrei solo bisogno di nuove belle scarpe da ginnastica. Ma sono amici per me? Non più. Molti nuovi amici energici con chi sono sulla strada”.

Irina ha anche la famiglia dalla sua parte, che la sostengono prima, durante e dopo la gara approfittando nel farsi anche qualche viaggetto in giro per il mondo per fare maratone. Inoltre attraverso lo sport ha trovato tanti amici condividendo fatica, partenze, percorsi, arrivi.
Cosa hai scoperto di te stessa nel praticare attività fisica?Ooooo! Tante cose belle! Sono molto più forte e più resistente di quanto avrei potuto immaginare. E se dicessi a me stessa che non posso, probabilmente significa che non voglio. Ho perso molti chili e mi sento meglio e più giovane di 10 anni fa. La mia attività ora mi permette di andare in lunghe escursioni autonome in montagna e snowboard, cosa che non ho fatto prima”.

Irina ha trovato la sua cura attraverso lo sport, una trasformazione, un’evoluzione, una scoperta delle sue capacità e qualità incrementando consapevolezze, fiducia in sé e resilienza.
Ritieni utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti ed in quali fasi?Certamente. Soprattutto quando è difficile. Quando ci sono pensieri meschini: perché sono qui, cosa faccio, non ho successo, sono stanca, tutto è inutile. Quando il risultato dello sforzo non è ovvio sempre torno alla teoria dei piccoli passi e rileggo il libro di Jurekk Scott ‘mangia e corri’”.

Succede che nella mente degli atleti c’è un po’ di dubbi, confusione, incertezza, allora è bene confrontarsi con qualcuno che possa trovare una via d’uscita, che aiuti l’atleta a trovare risposte sue, certezze sue, consapevolezze maggiori, nuovo entusiasmo, voglia di ripartire. Ho letto anch’io “Eat & Run”, molto bello, istruttivo, illuminante, lo consiglio.
Prossimi obiettivi? Sogni da realizzare?Ho i piani per l’anno 2021 anno, vediamo. Operazione al ginocchio fatto, sto recuperando e spero per l’anno 2021 di correre la maratona a Boston, spero che aprono anche le frontiere. Il sesto dei major. Spero di sentirmi una campionessa. Donna antisportiva dal divano titolare sei medaglie di finisher major marathons. Tra i miei nuovi e vecchi amici, probabilmente sarò la prima. Sto guardando Skyrunning. Mi piace tanto la natura, soprattutto le montagne”.

Irina pregusta già il compimento del suo sogno con tanto di titoli, donna da divano competa le 6 major marathon, un bel auspicio per tutti coloro che prediligono il divano, si può fare tutto se decidono di allontanarsi da quella certezza per avventurarsi per strada.
Un messaggio per le ragazze del mondo?Molto semplice. Amare ciò che fanno e farlo bene. Ho capito questa psicologia comunicando con gli abitanti del Giappone. Vivono così. Cosa posso fare oggi, l'ultima cosa che posso fare”.

Un bel messaggio questo di Irina, vale per tutti facciamo quello che amiamo senza aspettare un domani e facciamolo bene, grazie Irina di queste pillole di saggezza.
Come ti vedi a 50 anni?Ho 48 anni oggi, mi vedo bene a 50 anni. Più giovane di adesso”.

Oramai per Irina non esiste più l’età, lei sembra andare contro ogni pronostico e ogni ordinarietà, a lei piace fare le cose straordinarie che sorprendono prima a lei stessa e poi a chi la circonda con un grande gusto di vivere.

Matteo SIMONE 
380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR

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