Si può fare tutto, se c'è un
obiettivo e un piano per raggiungerlo
Matteo Simone
Psicologo, Psicoterapeuta
La vita, attraverso lo sport, diventa un esperimento, si prova a fare qualcosa con un’adeguata preparazione oppure si può improvvisare ma con consapevolezza e attenzione apprendendo sempre dalla scuola dello sport.
Di seguito l’esperienza di Irina attraverso alcune risposte ad
alcune mie domande di un po’ di tempo fa.
Ti sei sentita campionessa nello
sport almeno un giorno della tua vita? “No. Campionessa mai. Sentivo
soddisfazione, gioia, orgoglio, stanchezza, esaurimento. Ma campionessa non mi sono
mai sentita”.
Irina sembra aver trovato attraverso lo
sport un senso alla sua vita, lei con riesce a essere pigrona, non sembra
sopportare la zona di troppo confort, è riuscita a trovare le modalità e le
opportunità per mettersi in gioco attraverso lo sport e in particolare la corsa
attraverso allenatori e compagni di allenamento e gare per sentirsi davvero
viva.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “L'estate di
solito la passiamo nel sud Italia. La mia famiglia di solito riposa, tutti
dormono a lungo. Mi sveglio sempre presto all'alba e di solito vado al mare a
nuotare. Un anno il mare era molto turbolento, non era possibile nuotare, solo
immergersi. Andavo comunque, ma avevo
bisogno di più attività e poi ho iniziato a correre. Prima all'angolo. Poi al
supermercato, poi alla torre sul lungomare, poi alla fine del lungomare, lì mi
sono immersa, ho bevuto un caffè in un bar e sono andata a casa. E poi ho
iniziato a correre di nuovo. Ho deciso di misurare la distanza, ho scoperto che
andata e ritorno erano quasi 8 km. Prima di questo, il mio livello di attività
fisica era limitato ai giochi con i bambini.
Poi per caso mi sono imbattuta in una
pubblicità su internet e mi sono iscritta per una corsa di 10 km a Mosca in
Luzhniki. Mi sono seduta con un bicchiere di vino e mi sono iscritta.
A settembre 2014 ho corso i primi 10 km della
mia vita. È stato difficile. Ma lì ho
incontrato il mio vecchio amico, con il quale eravamo a scuola 25 anni prima e
mi ha raccontato della scuola di corsa per adulti a Mosca. Mi sono iscritta a
scuola. Ho iniziato a imparare correre in un gruppo con un allenatore. E miracolosamente la mia vita è cambiata. Se
prima non riuscivo a trovare il tempo per fare ciò che è interessante per me,
ora tutto è cambiato. Prima gli allenamenti, poi tutto il resto. E sì, ho
scoperto che è possibile e necessario.
Poi c'è stato un evento davvero fatale. Mi sono iscritta alla lotteria
per partecipare alla Maratona di Berlino e ho vinto. Da quel momento in poi, la
mia vita è cambiata consapevolmente. A quel tempo, non avevo ancora corso
nemmeno una mezza maratona, ma ho iniziato a prepararmi per 42 km per correre
nell'anno 2015. E l’ho fatto!”.
Appare molto simpatica e positiva Irina
con i suoi racconti che appassionano e rendono tutto più facile per coinvolgere
soprattutto ragazzi e sedentari a provare una forma di sport.
Quali fattori
e persone contribuiscono nello sport al tuo benessere e/o performance? “Prima
di tutto le persone. Il mio allenatore. Sono molto fortunata che sia stata lei
a essere la mia mentore. Irina
Podyalovskaya (https://it.wikipedia.org/wiki/Irina_Pod%22jalovskaja) molto sensibile, attenta ed esigente. Campionessa dell'URSS su 800 m e 3000 m,
vincitrice di molti premi e record è diventata il capo allenatore della scuola
iloverunning (https://ilovesupersport.com/running)
e il mio allenatore.
Ho fatto amicizia con molti giovani ragazzi
ambiziosi con cui corriamo insieme. Ognuno ha la sua storia. Ordine e
responsabilità. A scuola per adulti non come a scuola per bambini. Nessuno
forzerà e controllerà. Non puoi costringere un adulto. Puoi essere motivato.
Ognuno viene di propria iniziativa. C'è un allenamento che facciamo con
l'allenatore. C'è un allenamento fatto in casa da soli”.
E che ci vuole! Basta trovare il tempo, lo
spazio, la voglia, la volontà, la passione, preferibilmente un allenatore o coach,
una buona compagnia o anche da soli e si può fare tutto apprezzando quello che
si riesce a ottenere grazie allo sport ma soprattutto grazie a noi stessi che
ci impegniamo e ci crediamo.
La gara della tua vita dove hai sperimentato le
emozioni più belle? “Etnatrail 2018. Nel 2019 l’ho fatta di nuovo, ma quella del 2018 è stata la gara più emozionante. Questa è stata la prima esperienza di corsa in montagna. Distanza 24 km.
Dislivello 2000 metri. 40 gradi di calore all'inizio. Il vento più forte che ha
portato via parte della segnaletica. Certo che ci siamo persi. Senza
esperienza. Senza la conoscenza della distanza. Siamo io con un amico, 2
vietnamita in sandali, spagnolo, francese e italiano Paola. Quando ci siamo resi conto che ci siamo
persi, Paola è riuscita a chiamare gli organizzatori, e hanno detto che se
siamo scesi al villaggio, ci avrebbero portati via da lì, ma la gara sarebbe
finita per noi. Alcuni di noi sono andati al villaggio, ma siamo tornati sulla
pista perduta e abbiamo finito la gara. Sette ore. Quando nel 2019 sono tornato
in Sicilia con gli amici per partecipare alla competizione, la gioia
dell'incontro non era il limite. L'anno prossimo vado di nuovo”.
Lo sport fa sperimentare sensazioni ed
emozioni intense, fa perdersi e ritrovarsi soprattutto in gare di montagna, le
cosiddette gare trail, dove bisogna correre, camminare, arrampicarsi per
sentieri sempre più in alto e a volte si perde la traccia e si rischia di
perdersi ma lì bisogna tornare a focalizzarsi sulla gara, sul momento presente
per trovare risorse e soluzioni per riprendere la dritta via e arrivare
all’arrivo incolumi e con il sorriso.
La tua gara più difficile? “Trail
in Nicola-lenivetz in 2019 (sport-marafontrail.ru) la distanza 35 km. Il trail
è a giugno. Ad aprile ho fatto una maratona a Londra. Ho corso non più di 5 -10
km. Non avevo un allenamento completo. Ma in maggio ho corso una mezza maratona
senza preparazione a Mosca. Non ero preparata, non ero allenata, non avevo recuperato
dopo la maratona, ero stanca. Faceva molto caldo. Ho sofferto dal primo
chilometro. I volontari ai punti di ristoro mi hanno consigliato di finire la
gara. Non avevo forza, ma la volontà c’era. Buona esperienza”.
Si è capito che Irina improvvisa, ma fa
attenzione a non rischiare, non è una che vuole arrivare tutti i costi
all’arrivo, ma vuole esserci per provare, per notare e osservare sé stessa e
gli altri ma vuol portare a casa sempre la sua pelle con lezioni apprese.
Quale esperienza ti da la convinzione che ce la puoi fare? “Teoria
dei piccoli passi”.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara,
in gara, post-gara)? “Gara: sempre festa, eccitazione, gioia. Post-gara:
più interessante, dopo euforia viene consapevolezza e valutazione, come ho
fatto, ho fatto tutto nel miglior modo possibile, perché è sempre interessante
analizzare. Dopo la gara c'è sempre un nuovo obiettivo”.
La gara diventa un banco di prova,
un’occasione per capire sé stessi, per notare sé stessi nell’esecuzione di un
compito, per capire cosa si può far meglio, per ripartire verso nuovi
obiettivi, per ricominciare.
A cosa devi prestare attenzione nel tuo sport?
Quali sono le difficoltà e i rischi? “Ascoltare il mio allenatore e fare
attenzione alla mia salute. Corro con ragazzi e ragazze più giovani e più forti
di me. Ho un periodo di recupero più lungo che sfortunatamente trascuro e non
ho un incremento del risultato, inoltre ci possono essere infortuni”.
È importante affidarsi e seguire le
indicazioni dell’allenatore con la consapevolezza che si fa quel che si può,
che ognuno ha le sue caratteristiche, risorse, capacità, qualità e soprattutto
età e quindi osare si ma senza strafare per non perdere di vista la propria
salute che viene prima di ogni sport.
Come hai superato eventuali crisi,
sconfitte, infortuni? “Leggo libri. Non sono io la prima e non sono
l'ultima, aspetto. Comincio dall'inizio. Per non perdere la forma nuoto,
cammino, faccio fitness”.
Questi sembrano essere un buon spunto e
buoni suggerimenti per attraversare questo lungo periodo di crisi che stiamo
attraversando che non ci permette di fare una vita routinaria standardizzata ma
che dobbiamo stravolgere facendo altro che non siamo abituati, quindi bisogna
diventare creativi e trasferire passioni in altre attività possibili e
fattibili in questo periodo considerato di reclusione.
Un messaggio rivolto
ai ragazzi per avvicinarsi allo sport? “Si può fare tutto, se c'è un
obiettivo e un piano per raggiungerlo. 5 anni fa ero sdraiata sul divano o
giocavo con i bambini. Ora mi sto preparando a correre l'ultima delle sei maratone Major e ottenere un risultato prezioso. Sì, non
sono veloce. Ma cinque anni fa non potevo correre affatto. Ma ora prendo parte
a competizioni in cui corrono gli atleti più veloci. Non sono in competizione
con loro e non faccio il bagno nei raggi della loro gloria, ma faccio in modo
che io possa essere orgogliosa di me stessa".
Questo di Irina è un ottimo messaggio, si
può fare tutto se vogliamo, se ci organizziamo, se stiliamo un piano di
allenamento, se abbiamo fiducia, se ci impegniamo.
Familiari e amici cosa
dicono circa il tuo sport? “La mia famiglia è orgogliosa di me. Mio figlio
è venuto con me alla maratona di Londra e mia figlia a New York per sostenermi.
Mio marito lavora molto e non mi accompagna alle corse, ma le paga e si vanta
di me. Amici: non tutti condividono la mia passione, molti dicono che è dannoso
in età adulta, è pericoloso e che avrei solo bisogno di nuove belle scarpe da
ginnastica. Ma sono amici per me? Non più. Molti nuovi amici energici con chi
sono sulla strada”.
Irina ha anche la famiglia dalla sua
parte, che la sostengono prima, durante e dopo la gara approfittando nel farsi
anche qualche viaggetto in giro per il mondo per fare maratone. Inoltre
attraverso lo sport ha trovato tanti amici condividendo fatica, partenze,
percorsi, arrivi.
Cosa hai scoperto di te stessa nel praticare attività
fisica? “Ooooo! Tante cose belle! Sono molto più forte e più resistente
di quanto avrei potuto immaginare. E se dicessi a me stessa che non posso,
probabilmente significa che non voglio. Ho perso molti chili e mi sento meglio
e più giovane di 10 anni fa. La mia attività ora mi permette di andare in
lunghe escursioni autonome in montagna e snowboard, cosa che non ho fatto prima”.
Irina ha trovato la sua cura attraverso lo
sport, una trasformazione, un’evoluzione, una scoperta delle sue capacità e
qualità incrementando consapevolezze, fiducia in sé e resilienza.
Ritieni
utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti ed in quali fasi? “Certamente.
Soprattutto quando è difficile. Quando ci sono pensieri meschini: perché sono
qui, cosa faccio, non ho successo, sono stanca, tutto è inutile. Quando il
risultato dello sforzo non è ovvio sempre torno alla teoria dei piccoli passi e
rileggo il libro di Jurekk Scott ‘mangia e corri’”.
Succede che nella mente degli atleti c’è
un po’ di dubbi, confusione, incertezza, allora è bene confrontarsi con
qualcuno che possa trovare una via d’uscita, che aiuti l’atleta a trovare
risposte sue, certezze sue, consapevolezze maggiori, nuovo entusiasmo, voglia
di ripartire. Ho letto anch’io “Eat & Run”, molto bello, istruttivo,
illuminante, lo consiglio.
Prossimi obiettivi? Sogni da realizzare? “Ho
i piani per l’anno 2021 anno, vediamo. Operazione al ginocchio fatto, sto
recuperando e spero per l’anno 2021 di correre la maratona a Boston, spero che
aprono anche le frontiere. Il sesto dei major. Spero di sentirmi una
campionessa. Donna antisportiva dal divano titolare sei medaglie di finisher
major marathons. Tra i miei nuovi e vecchi amici, probabilmente sarò la prima.
Sto guardando Skyrunning. Mi piace tanto la natura, soprattutto le montagne”.
Irina pregusta già il compimento del suo
sogno con tanto di titoli, donna da divano competa le 6 major marathon, un bel
auspicio per tutti coloro che prediligono il divano, si può fare tutto se
decidono di allontanarsi da quella certezza per avventurarsi per strada.
Un
messaggio per le ragazze del mondo? “Molto semplice. Amare ciò che fanno
e farlo bene. Ho capito questa psicologia comunicando con gli abitanti del
Giappone. Vivono così. Cosa posso fare oggi, l'ultima cosa che posso fare”.
Un bel messaggio questo di Irina, vale per
tutti facciamo quello che amiamo senza aspettare un domani e facciamolo bene,
grazie Irina di queste pillole di saggezza.
Come ti vedi a 50 anni? “Ho
48 anni oggi, mi vedo bene a 50 anni. Più giovane di adesso”.
Oramai per Irina non esiste più l’età, lei
sembra andare contro ogni pronostico e ogni ordinarietà, a lei piace fare le
cose straordinarie che sorprendono prima a lei stessa e poi a chi la circonda
con un grande gusto di vivere.
Matteo SIMONE
Psicologo,
Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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