Matteo Simone
Si può uscire da ogni tunnel con fiducia e gradualità, con piccoli movimenti un passo alla volta, con le risorse residue cavalcando l’onda del cambiamento, continuando ad approfondire la conoscenza del proprio corpo e della propria mente.
Interessante e utile il racconto di Elena
Mikhalkova:
“Una volta la nonna mi aveva dato un
consiglio: – Nei periodi difficili, vai avanti a piccoli passi. Fai ciò che devi
fare, ma poco alla volta. Non pensare al futuro, nemmeno a quello che potrebbe
accadere domani. Lava i piatti. Togli la
polvere. Scrivi una lettera. Fai una minestra. Vedi? Stai andando avanti passo
dopo passo. F i un passo e fermati. Riposati. Fatti i complimenti. Fai un altro
passo. Poi un altro. Non te ne accorgerai, ma i tuoi passi diventeranno sempre
più grandi. E verrà il tempo in cui potrai pensare al futuro senza piangere.”
Ogni giorno è il nostro giorno.
Sorridiamo,
pensiamo, scriviamo e continuiamo a vivere serenamente, in pace, avendo
progetti, sogni, mete anche se ora è un po’ tutto congelato. Scegliamo cose da poter
continuare a fare, la vita può essere vissuta fino a circa 100 anni ma può
durare anche solo un attimo, come un sorriso, un pianto, una caduta.
Ascoltiamoci, partendo dal nostro respiro, il cuore, la pelle e accorgiamoci che
siamo vivi, che sopravviviamo, che non è ancora l’ora.
Interessante la testimonianza dell’ultramaratoneta
Luciano Alves:
“La vita è un infinito insieme di
possibilità, di percorsi che si incrociano. A volte è inevitabile fermarsi,
respirare e riposare, per volontà propria o per imposizione di circostanze
altrui. Ma ciò che conta veramente non è quando o dove si è fermati, ma la
ripresa del cammino. Per quanto tu abbia sofferto, per quanto possa sembrare
difficile riprendere la vita in cui l'hai lasciata, questo nuovo inizio è non
solo possibile ma fondamentale. Si può sentire paura, le gambe possono tremare,
ma la voglia di combattere deve prevalere sempre. Non importa in quale momento
della vita ti sei fermato, ciò che conta davvero è quello che farai da lì.
Tutte le difficoltà sono opportunità per ricominciare, per rinnovare, e finché
c'è vita, speranza e capacità di combattere, tutto ciò che desideri sognare,
puoi raggiungere, il segreto sta nel non mollare mai!”
Tenacia, determinazione, resilienza
accrescono la forza mentale per andare avanti, per raggiungere un obiettivo
prefissato, per superare eventuali crisi lungo il percorso. La persona
resiliente ricerca strategie creative di fronte alle difficoltà, possiede
autostima, attitudine ad apprendere dall'esperienza, importanti relazioni
familiari e amicali.
Interessante la testimonianza di Ramadhan
Bashir a 44 anni, diventato cieco all'età di 26 anni, diventa il primo boxeur
non vedente nel Paese dell'Africa Orientale. Interessanti le sue parole:
"Da quando sono stato costretto a
vivere nel buio ho sviluppato gli altri sensi, in particolar modo l'udito:
ascolto con attenzione i passi e il respiro dell'avversario. Ho imparato a
captare ogni piccolo gesto. Sento muoversi l'aria, il sibilo che mi avverte del
colpo in arrivo. Con gli anni sono diventato molto ricettivo: è come se avessi
una sorta di 'sesto senso Voglio promuovere il pugilato per ciechi e guadagnare
abbastanza per assicurare ai miei figli una buona istruzione. Il mio motto è
disability is not inability."
La chiave del benessere e del successo è
nell'acronimo C.A.R.: Consapevolezza, Autoefficacia, Resilienza.
Una chiave per
il benessere e il successo che racchiude tre aspetti: Consapevolezza di sé
stessi, proprie risorse, capacità e limiti; Autoefficacia, fiducia in sé
stessi, ancorarsi a precedenti esperienze di competenza e successo; Resilienza
per gestire e superare momenti e periodi difficili.
Consapevolezza di sé stessi, proprie
risorse, capacità e limiti; si può sempre sviluppare consapevolezza con l'arte
della meditazione, focalizzandosi con attenzione per comprendere cosa vogliamo
e dove vogliamo arrivare. È necessario attingere alle risorse interne per
perseguire le mete desiderate e cavalcare l’onda del cambiamento per seguire la
direzione che porta a trasformare sogni in realtà e raggiungere obiettivi
sfidanti ma non impossibili.
Autoefficacia, fiducia in sé stessi e
negli altri, ancorarsi a precedenti esperienze di benessere, competenze,
successo. Le persone con un alto senso di autoefficacia percepiscono le
difficoltà come sfide. L’esperienza diretta di successo in compiti di crescente
difficoltà è la fonte principale delle convinzioni di autoefficacia.
Resilienza per gestire e superare momenti
e periodi difficili, muri e barriere, ripartendo con più convinzione ed energie
rinnovate, riprovando in modo diverso con sorriso e positività. L’essere
resilienti permette di ricominciare con più entusiasmo, coraggio, esperienza,
sicurezza. Da quando impariamo a camminare ci capita di cadere e rialzarci
sempre, sperimentando fallimenti e riuscita. Dopo tanti tentativi riusciamo a
restare in piedi inizialmente e poi a correre o fare sport, sperimentando
sempre più fiducia in noi stessi.
Interessante le parole di Eugenio Borgna nel
suo libro “L’attesa e la speranza”, Feltrinelli, 2018, pagg. 77-78:
“Gli
scenari cambiano quando il dolore diminuisce e nel dolore rinascono le
dimensioni del passato e del futuro: rinasce la speranza ma rinasce soprattutto
l’attesa. L’attesa che il dolore si esaurisca e scompaia, e l’attesa che il
dolore non si ripeta: l’attesa che i farmaci completino la loro azione
terapeutica e che gli orizzonti della vita si riaprano: l’attesa che rinascano
le relazioni interpersonali bruciate dal dolore; e l’attesa che rinascano le
emozioni divorate dal deserto del dolore: l’attesa di conoscere fino in fondo
le cause della malattia che ha trascinato con sé il dilagare del dolore:
l’angoscia dell’attesa quando non si abbiano risposte alle domande sulle cause
e sulla durata della malattia, e sulla riemergenza possibile del dolore: con i fantasmi
del passato che si fanno allora vicini e strazianti nel ricordo delle ore e
delle giornate trascorse nella solitudine e nella disperazione.
Le
parole, che vorremmo dire quando siamo nella angoscia del dolore, non sono di
questo mondo: nel senso che le conosciamo solo noi nel segreto della nostra
interiorità ferita e lacerata; ed è davvero poco quello che gli altri possono
ascoltare e possono capire. Il linguaggio delle parole si fa insomma oscuro e
insondabile nei roveti ardenti del dolore; ma il linguaggio del corpo al di là
di ogni nostra intenzione grida in silenzio per farsi intendere e, se è
possibile, per farsi aiutare”.
Passa tutto se siamo fiduciosi,
collaborativi, pazienti, se siamo comunque in contatto a distanza, se siamo
sensibili, tolleranti. Passa tutto e si affronta tutto come i muri di tante
maratone, possiamo e dobbiamo farcela sviluppando resilienza per cercare di
uscire più forti e determinati per ritornare anche a correre maratone e
ultramaratone sempre con il sorriso.
Bisogna comunque andare avanti fiduciosi,
speranzosi con forza e coraggio mettendo da parte altro e focalizzandosi per la
risoluzione del problema contingente non facile ma neanche impossibile, insieme
si può, anzi si deve soprattutto per i più piccoli che hanno ancora tanta
strada ma anche per i più grandi che si sono sempre adoperati per noi, “enjoy
and take care”, sii felice comunque.
Passerà tutto se andiamo avanti anche con
un po' di ansia, panico, paura, disperazione, sconforto. Rallentando o fermandoci,
si può approfittare per riprendere vecchie e sane abitudini messe da parte come
scrivere, leggere, meditare, vedere vecchie foto cartacee, fare qualche
telefonata.
A seguito di eventi critici, disturbanti,
traumatici; oltre alle cure mediche, ai consigli da parte della comunità
scientifica, ai provvedimenti delle istituzioni; l’aiuto psicologico è
importante e fondamentale per la persona che ha bisogno di sentirsi tutelato,
compreso, ricevere un rinforzo sulle proprie capacità di affrontare la
situazione.
L’aiuto psicologico può avere l’obiettivo
di sviluppare la resilienza nelle persone, aiutare a ricostruire fiducia e
relazioni, ricostruire sé stessi, la propria attività. L’aiuto psicologico può
avere l’obiettivo di incrementare fiducia e pazienza in attesa di ritornare
gradualmente alla quotidianità, di riprendere le cose lasciate in sospeso, di
prendersi cura di sé.
Segnalo alcuni miei libri: Correre con la mente; Sogni olimpici; La 100km del Passatore; Sviluppare la resilienza; Cosa spinge le
persone a fare sport?; Maratoneti e
ultrarunner; Lo sport delle donne;
Sport, benessere e performance; Carlos Castaneda incontra don Juan, uno
sciamano divenuto suo maestro; O.R.A. Obiettivi, Risorse,
Autoefficacia; Psicologia dello sport e
dell’esercizio fisico.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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