#RomOrtonaNOSTOP di Alex Tucci e Roberto Marini
320KM 10000d+ NO STOP da Roma a Ortona di corsa sul Cammino di San Tommaso.
Partiti
il 16 Ottobre da Piazza San Pietro a Roma, corrono verso la Basilica di San
Tommaso ad Ortona attraversando le loro regioni di appartenenza, il Lazio e
l’Abruzzo fra borghi, riserve e parchi. Perché lo fanno? SEMPLICEMENTE PERCHÈ GLI
VA!
#RomOrtonaNOSTOP di Alex Tucci e Roberto
Martini Personal Running Coach partiti il 16 Ottobre da Roma per arrivare a
Ortona domenica 18 per realizzare questo loro sogno: collegare il Lazio e
l’Abruzzo correndo da Roma ad Ortona no stop i 320 km del Cammino di San
Tommaso.
Cercheranno di
percorrere in un’unica tappa i 320km del cammino, lo faranno in modalità
assistita, cercando di dormire il meno possibile, non sanno quanto ci metteranno,
sono partiti il 16 ottobre dal centro di Roma a San Pietro per arrivare a
Ortona dopo 320km entro la domenica… avranno anche un gps con loro così è
possibile vedere in tempo reale dove sono e a che punto sono della loro.
Ci tengono a
precisare che non è una gara, non cercheranno di battere nessun record, sarà
solo un viaggio e un’esperienza che entrambi sognano da tempo di fare, sarà un
modo per esplorare e vivere il loro territorio, unendo il Lazio e l’Abruzzo con
la corsa.
Qual è stato il tuo percorso nella
pratica sportiva?
Alex:
“Come la maggior parte di noi runners amatori, ci si avvicina a questo sport
dopo averne provati altri. La corsa è vista da tutti come uno sport duro. Prima
di iniziare a correre, ho giocato a calcio per 12 anni. È stato uno sport che
ho avuto la fortuna di praticare ad un buon livello e in settori giovanili dove
sono stato seguito sempre da grandi tecnici che prima della pratica del calcio
stesso, mi hanno dato tanta disciplina”.
Roberto:
“Ho smesso di fumare e ho iniziato a correre tutti i giorni.”
Nello sport quali fattori contribuiscono
al tuo benessere e alle tue prestazioni?
Alex:
“Dico sempre che lo sport, specialmente lo sport di endurance è per me
composto da 20% di forma fisica, 30% dalla giusta alimentazione e il 50% dalla
mente che va comunque molto allenata”.
Cosa pensano i tuoi familiari e amici
della tua attività sportiva?
Alex:
“Sono molto fortunato su quest’aspetto perché ho amici che mi stimano tanto
per quello che faccio e i miei familiari, sono altrettanto entusiasti in ogni
pazza idea che mi faccio venire in mente. Poi avendo anche mio padre ultra
trail runner, allora posso ritenermi proprio privilegiato”.
Roberto: “Che
sono tutto matto. Però mi danno pieno supporto.”
Fare cose
straordinarie per alcuni può essere considerato pazzia, ma poi ci si rende conto
che è importante il supporto a persone che vogliono compiere imprese
considerate da tanti non ordinarie.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel
praticare lo sport?
Alex:
“Ho scoperto di essere molto determinato. Ho capito che quando voglio e
sogno una cosa, in un modo o nell’altro riesco ad ottenerla. Questa è una cosa
molto bella e gratificante, ma se in quello che faccio non ci credo al 100% ma
ho già qualche semplice dubbio, allora diventa tutto più complesso se non
impossibile”.
In effetti, per raggiungere obiettivi
ardui e sfidanti, per tramutare sogni in realtà, bisogna avere una passione
altissima, una forte motivazione, e tanta fiducia in se stessi di potercela
fare e poi basta seguire percorsi di allenamento che fanno giungere fino al
traguardo per apprezzare quello che si è riusciti a fare.
Quali sensazioni sperimenti nello sport?
Alex:
“Essendo un ultra trail runner, le sensazioni che sperimento maggiormente
sono quelle legate alla fatica, come combatterla e come superarla. Praticamente
mi alleno a sperimentare le famose ‘crisi’ che possono durare diversi minuti o
diverse ore. La mente lì è tutto”.
Roberto:
“Pregara:
determinazione. In gara: un viaggio come dentro una bolla. Post gara: pienezza
e soddisfazione. Poi ci sarebbe molto altro da dire, ma forse dovrei scriverci
un libro.”
Lo sport riempie
la vita, fa sentire l’importanza di essere vivo, di poter fare qualcosa di
importante per se stessi, qualcosa che fa star bene, fa sperimentare viaggi
verso mete fatte di arrivi e conclusioni, fa chiudere periodi fatti di
pianificazione, programmazione, allenamenti che ti portano alla destinazione
finale. È un allenamento alla fatica e alla crisi, un
adattamento graduale alle situazioni difficili che rende sempre più fiduciosi,
consapevoli e resilienti.
A cosa devi prestare attenzione nel tuo
sport? Quali sono le difficoltà, i rischi?
Alex:
“Le difficoltà maggiori nella pratica del mio sport insieme ai rischi sono
gli infortuni. Essere un ultra trail runner comporta aver a che fare con
l’usura del corpo. Bisogna quindi allenarsi in modo giusto e se possibile
alternando anche discipline diverse”.
Roberto: “Se
metti un piede nel posto sbagliato puoi romperti qualcosa o peggio finire sotto
a un dirupo.”
Se pensi a tutto
quello che ti potrebbe succedere non faresti mai niente, rimarresti sempre
protetto, corrazzato, nascosto ma se davvero vuoi vivere, bisogna sfidare
l’incertezza, uscire allo scoperto, affrontare la vita reale e lo sport ti
permette di fare questo, ti allontana dal rifugio sicuro, dal tuo recinto
protetto e ti fa sperimentare libertà ed intensità.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti
ostacolano nella pratica del tuo sport?
Alex:
“Correre in ambienti naturali, richiede maggior concentrazione, soprattutto
nelle ore notturne. Non è semplice riuscire a tenere alta la concentrazione per
ore e a volte giorni. Purtroppo si corrono spesso diversi rischi ed è capitato
che a qualcuno gli è costata la vita”.
Roberto: “Mancanza
di concentrazione.”
La pratica di sport di endurance non
significa che bisogna spegnersi o consumarsi facendo sport ma far sì che si
possa sperimentare anche sollievo e riposo da periodi meno impegnativi dove
bisogna coccolarsi e aver cura di sé stessi, soprattutto delle parti più
soggette a traumi come gli arti inferiori, schiena, articolazioni.
Cosa ti fa continuare a fare attività
fisica, hai rischiato di mollare di fare sport?
Alex:
“Sicuramente la voglia di spingersi oltre e di voler provare sempre nuove
sfide ed emozioni. Inoltre dico sempre che le corse sono ‘viaggi’ e io non
voglio smettere di farlo. Il rischio di dover mollare appartiene a tutti e ce
l’abbiamo in ogni momento. Io non do mai per scontato quello che riesco a fare
quotidianamente e ringrazio di essere così privilegiato”.
È importante sempre focalizzarsi nel
momento presente, cavalcando il bisogno e l’esigenza presente che porta a
sperimentare benessere e successo attraverso lunghi viaggi di fatica per mari e
monti, pianure e colline, salite e discese, sentieri e asfalti e quando c’è un
periodo avverso, come quello della pandemia che stiamo vivendo, accettarlo,
farsene una ragione e rimodulare piani e obiettivi con pazienza e fiducia.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per
avvicinarli allo sport?
Alex:
“Spesso mi invitano nelle scuole per parlare di endurance e sogni. Il
messaggio che cerco di lasciare ai ragazzi è sempre quello che non esiste
l’impossibile, nella vita e nello sport. Se pensiamo di avere delle difficoltà
davanti a noi, basta cambiare la prospettiva delle cose, guardarle in modo diverso,
rimboccarsi le maniche e andare decisi a realizzare quello che desideriamo”.
Roberto: “Se
vuoi cambiare il tuo corpo allenati, ma se vuoi cambiare la tua vita inizia a
correre.”
Si può cambiare
la propria vita semplicemente cambiando il proprio stile di vita.
Ritieni utile la figura dello psicologo
dello sport? Per quali aspetti e fasi?
Alex:
“La figura dello psicologo, io non lo ritengo utile solo nello sport, ma in
tutto. Lo psicologo è proprio colui che ti invita e insegna a dover guardare le
cose da prospettive diverse. Penso che nello sport non esista una fase dove è
più o meno importante. Penso che la sua importanza sia sempre valida e di
grande aiuto”.
Roberto: “Si
certo per dare supporto nei momenti di difficoltà.”
Lo psicologo serve anche a dare un indirizzo
soprattutto nei periodi di crisi come un infortunio, sconfitta, mancanza di
motivazione, o anche in un periodo di pandemia come questo che stiamo vivendo.
Come hai superato eventuali crisi,
infortuni, sconfitte, difficoltà?
Alex:
“Con tanta pazienza, senza voler bruciare le tappe e con una grande forza di
volontà nel voler rimettermi sempre in gioco cercando di tornare a fare quello
che mi piace fare”.
Roberto: “Con
la testa, piano piano passo dopo passo.”
Sport di
endurance, sport protratto per lunghi chilometri aiuta ad avere un approccio di
attesa, di fiducia, di speranza, si risolve tutto senza fretta, un po’ per
volta a piccoli passi, andando avanti gradualmente e con attenzione.
Un’intervista a Roberto Martini è riportata
nel libro “Sport, benessere e performance. Aspetti psicologici che influiscono
sul benessere e performance dell'atleta”, edito da Prospettiva Editrice.
Segnalo alcuni miei libri: Correre con la mente; Sogni olimpici; Sviluppare la resilienza; Cosa spinge le persone a fare sport?; Triathlon e ironman. La psicologia del
triatleta; Maratoneti e ultrarunner;
Lo sport delle donne; Sport, benessere e performance; Carlos Castaneda incontra don Juan, uno
sciamano divenuto suo maestro; Ultramaratoneti
e gare estreme; Doping Il cancro dello
sport; O.R.A. Obiettivi, Risorse,
Autoefficacia; Psicologia dello sport
e dell’esercizio fisico; Psicologia
dello sport e non solo.
Psicologo,
Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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