Nella vita non bisogna mai mollare agli ostacoli che si incontrano
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Domenica 4 ottobre 2020 ha avuto luogo a Monselice la 6 Ore del Drago su un circuito di poco più di 1 chilometro. La gara è stata vinta da Alessandro Carlucci che ha totalizzato 74,445 km, precedendo di un paio di chilometri Romualdo Pisano e Luigi Pecora.
La gara femminile è stata vinta da Elisa Pivetti che ha totalizzato
67,995 km, precedendo Antonella Feltrin 60,47 km ed Elena Floreani 56,17 km. Di
seguito approfondiamo la conoscenza di Romualdo attraverso risposte ad alcune
mie domande.
Come
è nata l'idea di partecipare alla 6 ore? “Indossare il
pettorale dopo nove mesi devo ammettere che è stato davvero emozionante. L'idea
di partecipare alla 6ore non ha un motivo vero proprio di suo; la 6ore
rappresenta il tipo di gara dove meglio riesco ad esprimere le mie potenzialità
e pertanto incastrando i mille impegni quotidiani ma soprattutto familiari ho
deciso di iscrivermi alla 6ore del drago".
Come ti sei preparato? “In realtà non ho seguito un allenamento particolare; ho corso quotidianamente i miei soliti 20km aumentando nel fine settimana sino ad arrivare ai 40km percorsi una settimana prima”.
Come era il percorso? “Il percorso non era veloce c'erano tratti di sali e scendi, sterrato ma correre su anello mi diverte comunque”.
Gli
ultrarunner sono abituati a correre su qualsiasi percorsi, non evitano la
fatica, sanno gestire ogni situazione critica che si presentano nelle lunghe
ore di gara e riescono anche a divertirsi faticando con la consapevolezza che
tutto finisce e restano intense e ricche esperienze.
Cosa ti aspettavi? “Non partecipo mai ad una gara con l'idea di vincere o cmq di arrivare nei primi 3 ma devo ammettere che domenica 4 ottobre mi è capitato un po’ di tutto, passando dal caldo ad una temperatura più fresca sino alla pioggia ne ho risentito fisicamente compromettendo la prestazione. Ma si sa non sempre le ciambelle escono con il buco...a quel punto ho rallentato il mio ritmo ed una volta secondo ho fatto in modo di tenere la posizione; ho corso l'ultimo km a 3.50”.
Quando ci si presenta da vincitore a una gara si è pronti a tutto, all’eventualità di confermarsi ma mettendo in conto anche che ogni gara riserva sorprese e ci sono tanti ultrarunner che continuano ad allenarsi e a migliorarsi pertanto nulla è scontato ma è sempre una sfida tra gli atleti più forti, capaci e resilienti.
Molto
interessante e utile questa testimonianza, fa comprendere come uno sport
considerato anche estremo e faticoso può essere condizionato da pensieri
negativi, da dubbi, da demotivazione e come anche degli sguardi, delle parole
di un ragazzino possono essere d’aiuto, possono significare un grande aiuto,
una grande risorsa.
In effetti, è importante essere sempre disposti a rimodulare i propri obiettivi, sperimentare diverse distanze non solo sempre più lunghe ma anche riprovare le sensazioni di ritmi più veloci che sciolgono anche le gambe e i muscoli rigenerandoli.
Un messaggio per chi preferisce il divano? “Il messaggio per chi preferisce il divano è.…beh preferisco non fare il buon samaritano...ognuno di noi sa quando alzarsi dal divano ed andare fuori a fare qualsiasi cosa...io dico solo una cosa a me stesso: ‘potevi alzarti prima’".
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Psicologo,
Psicoterapeuta
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