10 anni fa...non ero assolutamente
lo sportivo di oggi, anzi ero pigro e sovrappeso!
Matteo SIMONE
Luigi Pecora è un ultramaratoneta con le seguenti migliori prestazioni: il 25 aprile 2022 ha concluso la 50km a Castel Bolognese in 3h37’12” e il 25 maggio 2019 ha portato a termine la 100km del Passatore in 8h19’18”.
Di seguito approfondiamo la sua
conoscenza attraverso risposte ad alcune mie domande.
Come
hai gestito il periodo del covid? “Beh non è stato subito semplice, non solo perché era una situazione per
tutti sconosciuta, ma anche perché le regole, i DPCM, e le informazioni
all’inizio, cambiavano giorno dopo giorno, andando a modificare le abitudini
quotidiane, lavorative e sportive. Ma ho sempre voluto rispettare le direttive
che venivano imposte, anche quelle meno piacevoli”.
Purtroppo la pandemia è stata
destabilizzante per tanti, si è trattato di accettare la situazione anche se
era imprevedibile e confusa e riorganizzarsi verso nuove modalità di vita.
Come
hai tenuto alta la motivazione per continuare ad allenarti seriamente? “Mantenere le motivazioni è stato molto
complicato, ma diciamo che fino a fine marzo ho sperato che la gara dell’anno
(la 100km del Passatore) si potesse riuscire a fare, quindi ho mantenuto il
focus su quella e ho provato a non perdere la gamba, modificando gli
allenamenti, ma con un obiettivo chiaro…poi all’improvviso anche quella gara è
sfumata e con lei un po’ la voglia e la motivazione...ma non ho mai mollato del
tutto”.
Ognuno nella propria vita ha delle mete
e obiettivi per organizzarsi e cercare di raggiungere e portare a termine
cercando di trasformare sogni in realtà. Per tanti ultramaratoneti la 100km del
Passatore è una gara obiettivo annuale.
Come
ne sei uscito fuori? “Sicuramente
un po’ tramortito, le notizie al TG non erano piacevoli, non si poteva uscire
di casa, correre all’aria aperta era impossibile se non in giardino, insomma
per uno che fa sempre tanto movimento non è stata semplice, ma resistenza
mentale e resilienza ne sono uscite rafforzate”.
In momenti critici e periodi di
avversità bisogna essere pazienti, fiduciosi e tanto resilienti per superare e
rafforzarsi cercando di uscirne indenni da qualsiasi situazione.
Quali
sono stati i momenti più difficili e come li hai gestiti?
“A livello sportivo sicuramente il non
poter uscire a correre è stata la cosa più complicata da risolvere, e quindi ho
optato per esercizi in casa, bici sui rulli e tanto corpo libero, poi negli
ultimi giorni di quarantena, verso fine aprile, ho acquistato un Tapis Roulant!”.
C’è sempre almeno una soluzione per ogni
problema, ci sono piani B da mettere in conto fino a che si torna alla
quotidianità.
Cosa
hai scoperto ancora di te stesso e cosa puoi migliorare?
“In quei mesi avevo tanto tempo libero e
ho pensato tanto a me stesso alla situazione e ad obiettivi futuri, e che una
volta finito quel periodo sarebbe stato il momento giusto per mettersi alla
prova, sia sportivamente che professionalmente, ho anche iniziato a studiare
per diventare Preparatore”.
Momenti critici fanno pensare e riflettere,
si fa il punto della situazione e ci si organizza per il momento presente e
per il futuro prossimo mettendo in campo ogni risorsa personale e cercando di
stilare piani e programmi stimolanti.
Sei
più soddisfatto, entusiasta, affaticato? “Ora con razionalità posso dire di aver passato tutte le tre fasi,
affaticato dalla situazione che avevo e abbiamo vissuto, entusiasta di quello
che ero comunque riuscito a fare in quel periodo di ‘casalingo’ e soddisfatto
delle scelte fatte per il futuro”.
Insomma, sembra che Luigi se la sia
cavata abbastanza bene, uscendone sicuramente più rafforzato e motivato.
Famiglia
e amici in che modo si interessano a te e ti supportano?
“Mai mi è mancato il supporto familiare e
degli amici, anzi, credo di aver conosciuto più persone e aver instaurato
ottime amicizie, grazie a questo sport. Anche nelle ultime gare ... tanta gente
e amici podisti a incitarmi e darmi una parola di supporto o un complimento ...
questa è la cosa che più mi rende felice, la gente che mi circonda!”.
Gli ultrarunner faticano tanto, corrono
decine e decine di chilometri in qualsiasi condizioni atmosferiche e f sempre
piacere avere gente intorno che incoraggia, supporta, sostiene, si interessa
alle loro gesta e imprese.
Cosa
diresti a Luigi di 10 anni fa? “Non saprei, ma sicuramente di essere rispettoso delle regole e della
gente, umile, determinato e combattivo, di non lasciarmi mai abbattere dalle
situazioni, ma trarne sempre un insegnamento…10 anni fa...non ero assolutamente
lo sportivo di oggi anzi ero pigro e sovrappeso!”.
Da adulti si è più responsabili e
consapevoli e si apprezza quello che si è riusciti a fare con la consapevolezza
che tutto passa e tutto cambia.
Quanto
conta il sostegno di famiglia, amici e dei tuoi fan e come contraccambi?
“La componente umana è diventata parte
fondamentale del mio essere sportivo, non sono più interessato solo alla
performance o risultato, ma molta più importanza ho iniziato a dare all’affetto
delle persone che mi circondano, famiglia in primis, amici, fan o altri podisti
come me...per contraccambiare, beh punto più che altro a cercare di essere un
buon esempio di comportamento, sportività e simpatia, mantenendo sempre la massima umiltà possibile, senza negare mai
un sorriso o una battuta amichevole”.
Questo è lo sport che vogliamo, uno
sport che fa essere amici e leali, senza volere vittorie o podi a tutti i
costi, ma rispettando persone e regolamenti dando esempio ai più giovani.
Quanto
e come soffri e gioisci negli allenamenti e gare?
“Essendo sempre solo ad allenarmi, le
gioie e dolori sono mascherati e nascosti dalla solitudine. In gara, tutto
assume un sapore diverso, ogni gara ha i suoi momenti belli e brutti, e ogni
volta vengono gestiti in modi differenti…! Personalmente ho un trucco… se sto
soffrendo penso a mia moglie al traguardo e mi dico che non posso deluderla, se
sta andando bene, rafforzo il mio stato d’animo pensando a quanto sarà
orgogliosa di me”.
Molto interessante la testimonianza di
Luigi, in effetti il corridore che attraversa ore e ore in solitudine correndo
solo in compagnia della sua fatica può avere pensieri positivi e negativi che
possono aiutarlo od ostacolarlo ed è importante avere il riferimento di persone
care come se fossero degli allenatori interni, degli ancoraggi molto utili
soprattutto nei momenti più critici o nel finale dove non bisogna mollare.
A
quale campione del passato o del presente ti senti più vicino?
“Non mi sono mai messo a paragonarmi a un
campione, non ho dimostrato ancora nulla che possa definirmi tale, o anche solo
paragonarmi. Sicuramente ce ne sono tanti che ammiro e cerco di seguire, nomi
che hanno fatto grande questo sport. Per dirne uno non legato al mondo del running...
direi Javier Zanetti, determinato, forte, con un grande cuore e umiltà”.
Javier Adelmar Zanetti è un dirigente
sportivo ed ex calciatore argentino, difensore o centrocampista, vicepresidente
dell'Inter. Nel 2002, insieme alla moglie Paula, ha creato la Fundación
P.U.P.I., organizzazione no-profit che si occupa di fornire il necessario
sostegno economico ai bambini disagiati, e alle loro famiglie, nella zona di
Buenos Aires. Per la sua correttezza e lealtà sportiva, per le vittorie
conseguite e per l'impegno nel sociale, è stato insignito di diversi
riconoscimenti: [fra i tanti, l'Ambrogino d'oro nel 2005, il Premio Scirea nel
2010 e il Premio Facchetti nel 2012.
Prossimi
appuntamenti? “Per
quanto possibile in questo periodo oltre ad aver appena disputato la 6 ore Del
Drago, si proverà a fare una maratona (Ravenna o Reggio Emilia) e sperare che a
maggio si faccia la 100km del Passatore. Grazie infinite per aver pensato a me
per questa intervista, sperando che questo covid venga sconfitto e si possa
tornare a correre senza problemi o limitazioni”.
Domenica 4 ottobre 2020 ha avuto luogo a
Monselice la 6 Ore del Drago su un circuito di poco più di 1 chilometro. La
gara è stata vinta da Alessandro Carlucci che ha totalizzato 74,445 km, precedendo
di un paio di chilometri Romualdo Pisano e Luigi Pecora. La gara femminile è
stata vinta da Elisa Pivetti che ha totalizzato 67,995 km, precedendo Antonella
Feltrin 60,47 km ed Elena Floreani 56,17 km.
Un’intervista a Luigi è riportata nel libro “La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza”, Edizione Psiconline.
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La 100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza.
È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione. Sono trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su se stesso.
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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