Riesce a sentirsi campione
chi riesce a mettersi in gioco
Matteo
SIMONE
Luca Giglioni, ultrarunner e organizzatore di gara, l’ho conosciuto in occasione di una maratona di Terni in fila al bagno in un bar prima della partenza, e come dico sempre lo sport avvicina persone, culture, popoli e mondi. Sul suo profilo facebook si presenta con queste parole:
“In marcia per la 100 km
del Passatore. Non so dove arriverò, ma in fondo è la caratteristica di ogni
ultramaratoneta. Rappresenta il mistero della vita ricercare dove andiamo, cosa
cerchiamo, cosa riusciremo a costruire. Se lo erano già chiesto gli antichi
greci, i latini, gli stessi esploratori dell'età moderna, fino agli astronauti
che hanno viaggiato nello spazio. Non importa domani dove la mia testa mi
porterà, dove le mie gambe riusciranno a trasportarmi. Quello che so è che è un
altro giorno della mia vita che aggiungerà un altro scalino nella mia
esperienza di corridore ad affrontare la fatica non solo nello sport, ma anche
nella vita… Buon passatore a tutti!”
Un
avventuriero alla ricerca di nuove emozioni, nuove sfide, nuove sorprese per
apprendere dallo sport e dalla vita, di seguito si presenta attraverso alcune
risposte a un mio questionario per approfondire sempre di più questo mondo
affascinante e misterioso dello sport per il benessere e la performance e
soprattutto per lo sport di endurance, delle ultradistanze, per comprendere gli
aspetti psicologici che influiscono sul benessere e performance dell’atleta e
sulla buona riuscita delle gare.
Come hai deciso di organizzare la prima gara, qual è stata e quale sarà
la prossima?
“Spinto dalla passione ho organizzato la Mezza
Maratona Sempredicorsa Colle Val d'Elsa/Siena e successivamente Insieme per
Haiti. La prossima che organizzerò è la Maratonina d'Amiata Trail il prossimo 7
agosto. C'entra anche la psicologia in questo gioco. Ho sfruttato i miei studi
in Italia e all'estero sulla comunicazione per lo sport che amo e che ne ho
fatto una professione. Da poche settimane rivesto il ruolo di coordinatore
nazionale Aics del Trail Running e per l'ultramaratona e le lunghe distanze.
Coordino anche il settore dell'atletica leggera per Aics Toscana.”
Quando
c’è la passione, sport e lavoro si confondo, lavorare con passione diventa un
piacere e la fatica non esiste più come non esiste nello sport se le
motivazioni ce le hai dentro di te.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Riesce a sentirsi campione
chi riesce a mettersi in gioco. La corsa è come un libro aperto, tutte le volte
apre un'esperienza e un capitolo nuovo. Ci sono stati dei momenti che mi hanno
veramente commosso. Alcuni anni fa vinsi la mia prima categoria in un memorial
per un bambino morto per trauma cranico, proprio come accadde a me nel 1991 che
mi ha tenuto per alcuni anni fuori dal mondo sportivo. Vera commozione per me
che dopo tanti anni in un momento così significativo ero ritornato a vincere
qualcosa.”
Quale strategie utilizzi per invogliare gli atleti a partecipare alle
tue gare? “Sono uno dei pochissimi organizzatori che corrono abitualmente
ultramaratone. Ho fatto della lunga distanza uno stile di vita e mi sono fatto
conoscere ovunque per quello che faccio. La ricetta è semplicità, dedizione
totale e amore in tutto ciò che fai. La passione e la tenacia è il 99% dell'ingrediente
necessario per organizzare una grande manifestazione… Un po' come correre
un'ultramaratona! I segreti del mestiere sarebbero tanti da raccontare. Gli
studi che ho fatto mi hanno aiutato tanto.”
Se
hai tanta esperienza da atleta, allora hai una marcia in più per organizzare
una gara importante, come dice Luca il segreto è semplicità, dedizione e
passione.
In che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere? “Lo sport è benessere. La
corsa è la base e madre di tutto lo sport. Il movimento è il cibo del cervello.
Avere la possibilità di liberare tutte le endorfine è il più grande regalo che
la natura ci ha fatto.”
Vero,
sport diventa nutrimento giornaliero che ti fa
benessere psicofisico, emotivo e relazionale, incrementa
l’autoefficacia.
Nelle gare prevedi la partecipazione di ragazzi, disabili o persone che
non si sentono ancora atleti? “Come coordinatore
nazionale ho presenziato a tantissime gare per i ragazzi. È un settore che come
organizzatore invece non curo. Organizzando principalmente gare di Trail
Running, uno sport abbastanza recente ancora non è entrato nelle classi
giovanili o per i ragazzi. Ho invece premiato new entry e aiutato coloro che
sono alla prima esperienza competitiva introducendo dei premi speciali.
Previste gare per disabili nel prossimo futuro.”
Si
può sempre far meglio e Luca è molto propenso alle nuove iniziative ed a dar
spazio a tutti e con ogni modalità nelle gare che organizza.
Come hai scelto il tuo sport? “Avvenuto per cause del
tutto casuali. Dopo tanti anni di stop dallo sport per un gravissimo
infortunio. Per ritornare in forma sono approdato al Running per perdere peso,
lasciando il ciclismo su strada per impossibilità di tenere una bicicletta nel
luogo dove abitavo. Le strade inoltre sono più intasate di auto rispetto agli
inizi degli anni '90. Ho iniziato con la pista e poi con la strada, ma la
caratteristica delle grandi imprese e delle lunghe distanze è rimasta.”
Quali sono le fasi più importanti e quali quelle più delicate delle tue
gare come organizzatore o atleta? “Tutte le fasi sono
delicate. Per organizzare un grande evento la comunicazione e promozione è la
fase più importante. Nel Trail Running altra fase critica è il fettucciamento
che può contare l'80% della riuscita tecnica dell'evento. Come atleta la fase
più delicata è il consumo di energia. Sbagliare il dosaggio di forze può
significare una grande impresa o il declino fisico/psichico (e nella lunga
distanza il tempo si costruisce nell'ultima parte).”
In
gare lunghe e con condizioni meteo avverse dove il percorso è impegnativo ed
arduo può capitare che qualcuno per la stanchezza o distrazione perda
l’orientamento e quindi è importante per gli organizzzatori predisporre bene la
segnaletica e prevedere personale ai punti più importanti. Gli atleti inoltre
devono fare attenzione a usufruire dei ristori e portare sempre con loro delle
riserve alimentari che potrebbero far comodo in caso di necessità.
Quali sono le condizioni fisiche o ambientali che ti hanno indotto a
non concludere la gara o a fare una prestazione non ottimale? “È avvenuto solo una volta
ed è l'ultima che ho fatto. Fatta un'ultramaratona la settimana prima, non ho
recuperato la fatica fisica entro sei giorni. Errore di valutazione del
recupero fisico che a volte può avvenire con successo, altre è deleteria.”
Succede
un po' a tutti di non rispettare i giusti tempi di recupero, si vorrebbe
partecipare a tante gare, ma a volte è importante scegliere bene e dedicarsi ad
una gara per volta con accortezza, capita anche a me di sottovalutare
l’importanza del recupero, infatti di recente il giorno successivo ad una gara
ho voluto partecipare ad una gara non competitiva pensando che mi avrebbe
impegnato poco ma ho dovuto fare una progressione per raggiungere il gruppo a
causa di una partenza anticipata ed un crampo/contrattura mi ha fermato, se non
decidi tu, lo fa il corpo.
Quali caratteristiche hai dovuto sviluppare per essere un buon
organizzatore di gara?
“Ho avuto la fortuna di avere fatto studi post
universitari sulla comunicazione e sulla organizzazione di eventi. Avendolo
fatto di lavoro in esperienze precedenti ho trovato la strada spianata per
adattare i miei studi su un settore che amo particolarmente. Le pubbliche
relazioni sono tra le caratteristiche basilari per eventi di successo. Il fatto
di essere un ultramaratoneta conosciuto, che fa ultramaratona, che vive da
dentro l'ambiente e le pubbliche relazioni danno anche una sorta di
autorevolezza a tutto ciò che faccio. Le gare di ultramaratona vissute come
ultramaratoneta mi danno quell'esperienza che serve per organizzare e per
rendermi conto dei bisogni di chi corre. Sono aspetti basilari per organizzare
eventi top.”
Cosa ti ha fatto mollare? “Fortunatamente mollare
mai. Si rimane sportivi a vita!”.
Quali sono i sogni realizzati e da realizzare? “Nel passato ho fatto il
direttore di un'importante testata giornalistica della nautica. Ho organizzato
importanti regate veliche, tornei di polo ecc. Queste esperienze mi hanno dato
una marcia in più.”
Cosa ne pensi del questionario che ti ho proposto? “La tua ricerca è veramente
utile e interessante. Personalmente ho approfondito l'aspetto della
comunicazione in questo campo che è molto interconnesso con la psicologia. Sarebbe
molto bello unire i due aspetti.”
Vero
si può fare psicocomunicazione per educare alla consapevolezza, all'attenzione
ai rischi, all'osservazione, al monitorarsi e tanto altro e prevedere tanti
target: ragazzi, adulti, disabili.
Un’intervista
a Luca è riportata nel libro “Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti psicologici di
una sfida”, Edizioni Psiconline.
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