venerdì 30 settembre 2016

4K Alpine vinto da Francesca Canepa: In realtà io puntavo al podio assoluto




 

Le donne si stanno dimostrando fortissime atlete e nelle gare di endurance hanno tanta grinta e forza da competere con gli uomini, è già successo quest’anno che alla gara nove colli running, una delle più dure d’Europa la vincitrice assoluta è stata una donna Americana a vincere il titolo di Uomo d'acciaio, Guajardo Brenda (USA) che impiega 20h20'15'' per percorrere 202,4 km.

Ma anche le donne italiane sono tanto forti e resistenti come Diana Marongiu che iniziando da piccoli passi che lei usa chiamare “baby step”, nel dicembre del 2009 è riuscita a battere il record maschile di scalinata di un edificio.

Dal 3 al 9 settembre con partenza e arrivo da Cogne, si è corsa la prima edizione della «4K Alpine Endurance Trail Valle d’Aosta», la gara ai piedi delle cime più alte delle Alpi: Monte Bianco, Monte Rosa, Cervino e Gran Paradiso. La gara femminile è stata vinta dalla fortissima Francesca Canepa.

Di seguito Francesca ci racconta la sua gara e la sua forte passione per l’ultratrail.

Com’è stata l’esperienza di gara? “L'esperienza di gara è stata completamente positiva. Rovinata solo dalle cadute che, purtroppo nel corso della prima notte, hanno compromesso la funzionalità del mio ginocchio e con essa il risultato finale. In realtà io puntavo al podio assoluto, proprio perché fisicamente stavo benissimo e grazie a questo sono appunto riuscita a godermi la gara. Il dolore è stato un aspetto fra tanto, ma l'esperienza in generale, e soprattutto la possibilità di ripercorrere quei sentieri dopo l'orrore del 2014 è stato stupendo.”

giovedì 29 settembre 2016

Luisa Balsamo, Ultrarunner: la gara della mia vita è il TOR

Psicologo, Psicoterapeuta
 
L’ultramaratoneta ha scoperto che volendo, si può far tutto, che la passione è un motore potente che riesce a mobilitare le energie occorrenti per portare a termine qualsiasi impresa con qualsiasi condizione, è una sorta di adattamento graduale che ti permette gradualmente di incrementare l’autoefficacia personale e sviluppare la resilienza che ti permette di andare avanti e non fermati per imprevisti o crisi ma avere la capacità di gestire momento per momento con tutte le proprie risorse, capacità personali scoperte nel corso di precedenti competizioni e situazioni.
Di seguito Lusia Balsamo racconta la sua esperienza di atleta ultrarunner.
Ti sei sentita campione nello sport almeno un giorno della tua vita? "Dipende dal significato che si da a questa parola . Campione per me stessa si, ogni volta che taglio un traguardo."
In che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere? "Nella sua totalità, praticandolo i benefici sono più che evidenti. "
Come hai scelto il tuo sport? "E’ stato lui a scegliere me ."
Quali sono le condizioni fisiche o ambientali che più spesso ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale? "All'inizio di ogni gara in montagna o nel deserto ho sempre problemi di adattamento. Se riesco a superarlo in tempi brevi non incide sulla mia prestazione, in caso contrario cerco di adattarmi e arrivare fino in fondo."

Ivano Caronti, ultrarunner: La transumanza è un’eredità lasciata da mio nonno

La transumanza è una delle cose che mi ha sempre affascinato sin da bambino 
Matteo Simone 
Psicologo, Psicoterapeuta


Ivano Caronti,
l’estate del 2015 mi ha invitato alla staffetta della transumanza con partenza da Anzio verso Jenne per rievocare una vecchia tradizione.

Esperienza unica per me e per tanti all’insegna del ricordo, dell’aggregazione, dello sport per piccoli e grandi, nel 2016 ho ripetuto l’esperienza ed è stata sempre un esperienza arricchente.
Di seguito Ivano spiega come nasce la transumanza e la sua grande passione per lo sport.
Come hai deciso di organizzare la transumanza?Quella della transumanza è una delle cose che mi ha sempre affascinato sin da bambino, sicuramente un’eredità lasciata da mio nonno, lui era un transumante. A casa se ne parlava continuamente, sicuramente questo ha contribuito a sviluppare in me e nella mia mente quella straordinaria cosa di continuare questa meravigliosa tradizioneDal momento in cui sono stato chiamato dal primo organizzatore, il vulcanico Carlo Perica, che mi ha lasciato il testimone, non me lo sono fatto ripetere due volte, ho accettato con molto piacere di diventare il leader di questo evento, insieme all'altro organizzatore della transumanza a cavallo, Antonio Volpi, con lui risolviamo in simbiosi la parte logistica e tutti i problemi che ci si presentano, compreso l'arrivo.” 

Michele Spagnolo si definisce il podista prestato al cammino



 

E’ contento Michele che si definisce il podista prestato al cammino, da anni corre le ultramaratone ed ultimamente è diventato un forte e resistente camminatore e porta nei suoi cammini tante persone che piano piano si appassionano e vogliono provare a partecipare a gare lunghe della durata della maratona ma anche superiore, come la 100km da fare assieme a Michele camminando, uomini e donne che iniziano a camminare e vengono rapiti e sequestrati dal cammino veloce fino ad arrivare a fare gare della durata di 24 ore.

Con il Team Frizzi e Lazzi walking, la camminata in gruppo rende felici e resilienti, un passo alla volta e senza fretta ed avvicina persone popoli mondi e culture.

Tutto passa con il cammino e si diventa più resilienti.

Qualche anno fa feci un intervista a Michele riportata sul mio libro Psicologia dello sport e dell’esercizio fisico.

Cos’è per te la corsa?  “Per me la corsa è vita, attraverso la corsa mi emoziono, conosco altri, è salute, è un’opportunità di elaborare soluzioni ai miei problemi, è anche un modo per pubblicizzare il mio negozio.”

A quali gare partecipi?  “Cerco di partecipare a gare sempre più difficili, più lunghe, più estreme, ho partecipato a gare della distanza di 100 km, alla ‘Nove Colli Running’ di Cesenatico, gara podistica di 202 km dove ci ho impiegato 30 ore.”

SABATO 1 OTTOBRE presentazione progetto scuole della Corsa di Miguel


La Corsa di Miguel non è solo una corsa podistica ma molto di più, è una manifestazione organizzata dal Club Atletico Centrale con l’Unione Italiana Sport per Tutti intitolata alla memoria di un maratoneta-poeta argentino desaparecido, Miguel Benancio Sanchez amava la vita, l’atletica, l’Argentina, il suo Paese.
Come ogni anno la Corsa di Miguel, propone alle scuole di ogni ordine e grado un percorso didattico diviso fra iniziative negli istituti e competizioni sportive. L’obiettivo è quello di diffondere un’idea di sport non basata soltanto su ordini d’arrivo e vincitori, ma sulla cultura del fair play e dello studio della storia e della geografia da un punto di vista originale. In questa stagione scolastica, oltre ai tradizionali appuntamenti della Strantirazzizmo, del 1000 per gli istituti superiori e per lo staffettone 50×400 delle elementari, si cui si allega regolamento e modulo di adesione, si aggiungeranno al programma anche alcune gare di staffetta.
Per illustrare il programma generale della manifestazione, la Corsa di Miguel ha organizzato una mattinata al museo MAXXI di via Guido Reni.

mercoledì 28 settembre 2016

Coltivare la qualità del "vivere nel presente"

Matteo SIMONE


E’ importante fare le cose ascoltandosi ed osservandosi con attenzione ad iniziare dal respiro, dalle sensazioni corporee, una sorta di automonitoraggio per valutare momento per momento se quello che si sta facendo è in linea con il proprio desiderio, il proprio bisogno. 

E’ un contattare le proprie sensazioni in cerca del meglio per sé e considerando gli obiettivi che si vogliono perseguire con piacere, passione, motivazione, impegno.
Kabat-Zinn nel suo testo Dovunque tu vada ci sei già. In cammino verso la consapevolezza, illustra l’importanza del non fare, di fermarsi, di sperimentare l’essere: 

martedì 27 settembre 2016

Sabato 1 ottobre 2016 anteprima della Corsa di Miguel!

Matteo SIMONE

La Corsa di Miguel non è solo una corsa podistica ma molto di più.

E' una manifestazione organizzata dal Club Atletico Centrale con l’Unione Italiana Sport per Tutti intitolata alla memoria di un maratoneta-poeta argentino desaparecido. Miguel Benancio Sanchez amava la vita, l’atletica, l’Argentina, il suo Paese.
Sabato 1 ottobre, appuntamento al Palazzetto dello Sport alle 10 per un allenamento insieme con la maglia di una delle corse di Miguel. Come dico spesso “togherter is much better”, insieme è molto meglio, per fare sport, socializzare, per divertirsi comunicare, diffondere, fare gruppo, sensibilizzare, trasmetter sani valori.

Lisa Borzani vince il Tor des Géants 2016 km 330 in 91h9’

Matteo SIMONE

Il Tor des Géants con partenza ed arrivo a Courmayeur, è considerato "il trail più duro al mondo", il tempo limite è di 150 ore, in regime di semi-autosufficienza, il tracciato misura circa 330 km per un totale di 24.000 metri di dislivello positivo, e la Regina quest’anno è la padovana Lisa Borzani che ha tagliato il traguardo dopo 91 ore e 9 minuti e classificandosi 7^ nella classifica generale arrivando giovedì 15 settembre 2016 alle 5,10 del mattino.

Approfondiamo la conoscenza della piccola Gigante del Tor 2016 attraverso le risposte ad alcune domande.

Sport tutti insieme, per sognare, per condividere obiettivi personali e di squadra

Psicologo clinico e dello sport, Psicoterapeuta

Nella MIAGENDA 2016/2017 è riportato un breve racconto di Eduardo Galeano (1940-2015), scrittore sudamericano: “Da bambino, orgoglioso figlio di emigranti veronesi, al quartiere Cambuci di San Paolo del Brasile, giocavo a calcio con i miei coetanei, mulatti, ebrei, giapponesi, polacchi. E quella palla di stracci e speranza rappresentava la nostra lingua in comune, Il nostro modo per stare insieme, per sognare, per capire e farci capire”.
Come dico sempre “togheter is much better”, insieme è molto meglio.
Lo sport è essenzialmente un'attività divertente. Un allenatore si occupa di persone, del loro rendimento sportivo come singoli e come squadra, è deputato all’educazione innanzitutto, ad un corretto stile di vita che è quello sportivo. Deve ottenere una condivisione di obiettivi personali e di squadra, identificare le motivazioni, saper gestire lo stress in allenamento ed in competizione, modulare i carichi di lavoro, comunicare feedback con i propri atleti o squadra, essere disponibile ad accogliere domande, dare spiegazioni su particolari esercizi, tecniche, modalità di lavoro.

lunedì 26 settembre 2016

Sport Senza Frontiere aiuta Patrick Kahoro e il suo team


Matteo SIMONE

 

Alcuni mesi fa Patrick faceva una richiesta per recuperare delle scarpe che gli erano state regalate: “Matteo we received shoes last week, new and used shoes, from Denmark. Almost  57 to 60 pairs, but we are not yet get them due of lack money as we are required to pay for custom fee of  €180 as tax. (Matteo abbiamo ricevuto le scarpe la settimana scorsa, le scarpe nuove e usate, dalla Danimarca. Quasi 57-60 paia, ma non siamo ancora riusciti ad averle a causa della mancanza di denaro, ci viene chiesto di pagare una tassa di 180 € a titolo di imposta).”

Un ringraziamento a Sport Senza Frontiere che ha sposato la causa di Patrick, ha colto il mio invito di aiutare Patrick Kahoro e il suo team a sdoganare delle scarpe ricevute in omaggio scarpe per allenarsi, inviando il denaro occorrente per recuperare le scarpe regalate.

Sport Senza Frontiere che crede nello sport come un efficace strumento di cambiamento sociale e pertanto si adopera per garantire il diritto allo sport, renderlo accessibile a chi più ne ha bisogno, portarlo lì dove non c’è e diffonderne principi e valori.

Trattasi di un atleta del Kenya che racconta la vita degli amici runner che amano fare sport, che attraverso lo sport guadagnano per vivere, che attraverso lo sport stanno lontano dalla droga e prevengono anche l’obesità. Ma per fare tutto ciò è importante avere almeno un paio di scarpe ed anche dei medici ben formati per risolvere i problemi di salute che ogni tanto nella carriera di sportivo atleta si va incontro, di seguito la storia di Patrick.

Tagliare il traguardo con il fisico e con la testa

 Matteo SIMONE 21163@tiscali.it 

La competizione sportiva non è fatta solo di muscoli e fisico ma anche di testa per non trascurare nulla, per fare attenzione a tutto, a tutto ciò che sentiamo, che sperimentiamo, è importante prevenire qualsiasi incidente, qualsiasi malore. 

A volte capitano le crisi dovute ad una preparazione fisica non accurata ma a volte è importante anche una buona preparazione mentale, che ti faccia fare attenzione a quello che ti accade in gara, ai rischi a cui si può incorrere, a volte è importante anche una preparazione nutrizionale per affrontare e gestire una competizione difficile in ambiente ostile con tanto calore ed umidità.

giovedì 15 settembre 2016

Lisa Borzani, la piccola gigante Regina del Tor des Géants 2016

Matteo SIMONE

Sempre positiva, sempre con il sorriso, amante della natura, libera di correre e volare nei sentieri naturali partecipando a gare sempre più ardue ed impegnative, nazionale Italiana Ultratrail salita sul podio il 2015 con il resto della squadra femminile per ricevere un bronzo mondiale, corona anche il sogno di arrivare prima donna al Tor dei Giganti della Valle da Aosta dopo essere arrivata nei due precedenti anni sempre seconda.
Il Tor des Géants con partenza ed arrivo a Courmayeur, è considerato "il trail più duro al mondo", il tempo limite è di 150 ore, in regime di semi-autosufficienza, il tracciato misura circa 330 km per un totale di 24.000 metri di dislivello positivo, e la Regina quest’anno è la padovana Lisa Borzani che ha tagliato il traguardo dopo 91 ore e 9 minuti e classificandosi 7^ nella classifica generale arrivando giovedì 15 settembre 2016 alle 5,10 del mattino.
Approfondiamo ola conoscenza della piccola Gigante del Tor 2016 attraverso le risposte ad un mio questionario.
Cosa significa per te essere ultramaratoneta? “Nel senso stretto del termine significa percorrere distanze superiori ai classici 42 km, in senso più ampio per me significa amare correre su strada o per sentieri per un periodo di tempo abbastanza lungo da far entrare in gioco variabili diverse oltre a quelle della classica “gara di corsa” variabili che riguardano l’ambiente esterno ma anche il proprio intimo modo di vivere la lunga distanza.”
Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta? “La voglia di pormi degli obiettivi anche ‘importanti’ come distanza o dislivello (nell’ultratrail) e di cercare di lavorarci su per raggiungerli.”
Quali i meccanismi psicologici ritieni ti aiutano a partecipare a gare estreme? “La voglia, l’entusiasmo, la serenità interiore e con chi ti sta accanto sono per me elementi psicologici fondamentali.”

Passione, entusiasmo, serenità diventano meccanismi psicologici indispensabile per continuare a far bene ed avere sempre stimoli che ti spingono a fare di più e sempre meglio.

Lisa Borzani e Oliviero Bosatelli sono i giganti del Tor des Géants 2016

Matteo SIMONE

Il Tor des Géants (Giro dei giganti) è una gara di ultra trail, con partenza ed arrivo a Courmayeur, che si svolge sui sentieri delle Alte vie della Valle d'Aosta ed è considerata "il trail più duro al mondo".

Il tempo limite è di 150 ore, in regime di semi-autosufficienza e l'atleta deve portare con sé l'indispensabile e può rifornirsi unicamente presso dei punti di assistenza prestabiliti.
Il tracciato è un anello che misura circa 330 km per un totale di 24.000 metri di dislivello positivo, compreso tra un'altitudine di 300 metri ad una di 3300 metri. Lungo il percorso sono previsti più di quaranta punti di ristoro, riposo e soccorso, oltre a sette basi d'accoglienza (basi vita) che dividono il percorso in sette settori.

Oliviero Bosatelli: La corsa mi era stata sconsigliata dal dottore per problemi di schiena

Matteo Simone 

Non c’è un’età per diventare Campioni, a 47 anni Oliviero Bosatelli, vigile del fuoco di Gandino, a 25km da Bergamo, vince non solo l’Orobie Ultra Trail 2016 percorrendo i 140 chilometri della gara in 24h8’47” ma anche la gara dei Giganti, il Tor des Geants, dimostrandosi un gigante persistente e resiliente, percorrendo 330 km ed arrivando vincitore al traguardo.

Oltre 800 atleti a Courmayeur sono partiti domenica mattina alle 10:00 e Oliviero con il pettorale 1076 dopo 75 ore e 10 minuti, mercoledì alle ore 13:10, ha tagliato il traguardo da vincitore, percorrendo 339 km di gara con un dislivello positivo di D+ 30908 ed un’andatura di 4 Km/h. Dietro di lui, a distanza di oltre cinque ore, lo spagnolo Oscar Perez Lopez che vanta già una vittoria e un secondo posto, terzo Pablo Criado Toca.
La vincitrice femminile del Tor des Geants, è Lisa Borzani, atleta veneta giunta al traguardo dopo 91 ore, classificandosi al settimo posto assoluto.
Poche giorni prima della partenza e dopo aver vinto l’Orobie Ultra trail, Oliviero ci racconta la sua passione per lo sport che considera semplicemente un hobby ma che gli permette di sperimentare sensazioni ed emozioni piacevolissime.

Partecipazione alla Corri per il Vrde di atleti con disabilità visiva

Matteo SIMONE

Da alcuni anni, si è potuto notare la partecipazione alla Corri per il Verde anche di atleti con disabilità visiva, tra i quali l’atleta non vedente Ada Ammirata che nonostante le difficoltà tecniche del percorso, con il supporto della sua guida, si lancia nella sua corsa libera superando concorrenti e riuscendo ad evitare radici e buche e seguendo stretti solchi lungo il percorso.
Ho guidato Ada standole accanto e correndogli vicino uniti con un laccetto, è successo anche di cadere un paio di volte ma prontamente si è rialzata ed è ripartita per la sua corsa, nello stretto sentiero scivoloso c’erano anche un paio di atlete che correvano lentamente ma appena avuta l’occasione propizia abbiamo prontamente superato le concorrenti e volati verso il traguardo.

martedì 13 settembre 2016

Lory Maureliz: Lo sport mi fa bene alla mente, non solo al corpo, mi rende felice


A volte lo sport diventa una terapia, aiuta a passare momenti brutti, aiuta a stare da soli ma anche ad uscire dalla solitudine, aiuta a far parte di un gruppo, di una categoria di atleti, aiuta a prendersi cura di se stessi sia fisicamente che mentalmente, aiuta a scaricare rabbia e tensione. 

Di seguito Lory ci racconta la sua esperienza di atleta donna combattente, felice e resiliente.
Ti sei sentita campionessa nello sport?Si, a volte.”
Qual è stato il tuo percorso nell’attività fisica? Mio padre correva, si sentiva libero e ho iniziato a correre con lui.”
Quali fattori hanno contribuito al tuo benessere e/o performance?La nutrizione, un buon riposo, non bevo alcolici, non fumo, etc.”
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere e/o performance?Lo sport è parte della mia vita, mi fa bene alla mente, non solo al corpo, mi rende felice.”.

lunedì 12 settembre 2016

Vito Rubino e Palas Policroniades, Tour Divide: Resistere e andare avanti

Matteo SIMONE 

Ci sono gare in tandem di endurance considerate estreme da fare a coppia e questa è un’esperienza che hanno fatto due miei amici Vito Rubino e Palas Policroniades

Loro due, coppia anche nella vita, hanno partecipato al Tour Divide che è la gara di mountain bike più lunga al mondo, 4500 km non-stop e in autosufficienza sulle Montagne Rocciose.
La gara va dal Canada al Messico e accumula 60,000 metri di dislivello. I concorrenti sono responsabili di portare tutto l’occorrente tra cui cibo, acqua, e attrezzatura da campeggio. 
Non è possibile avere nessun aiuto esterno preorganizzato. 

Vito e Palas: Tour Divide in mountain bike versione tandem per 30 giorni e 16 ore

Matteo SIMONE 
 


Lo sport rende felici, diventa un insegnamento utile ad affrontare la vita quotidiana, avvicina persone, popoli, culture e mondi, ma una cosa importantissima è la psicologia della squadra, dei vari componenti che decidono di allearsi per portare avanti un obiettivo comune, condiviso, difficile, sfidante ma raggiungibile. 

Ci sono gare in tandem come possono essere quelle degli atleti con disabilità visiva ma anche gare di endurance considerate estreme da fare a coppia e questa è un’esperienza che hanno fatto due miei amici Vito Rubino e Palas Policroniades. Loro due, coppia anche nella vita, hanno partecipato al Tour Divide.

Campioni Italiani di corsa su strada: RAZINE Marouan e MARAOUI Fatna

Matteo SIMONE

Sabato settembre si sono svolti a Foligno i Campionati Italiani individuali di corsa su strada di 10km. L’Esercito Italiano è riuscito ad ottenere entrambi i titoli di Campione Italiano maschile e femminile, grazie all’ottima prestazione di RAZINE Marouan, classe 1991, che arriva davanti a tutti impiegando 29’01”; mentre MARAOUI Fatna, classe 1977, stravince sulle avversarie molto più giovani, con il crono di 33’49”.
Il podio della gara maschile vede al secondo gradino KOECH Joash Kipruto, classe 1984, ATL. POTENZA PICENA a soli 8” dal primo arrivato, mentre sul gradino più basso si posizionano due atleti con lo stesso crono di 29’33”, SALAMI Najibe Marco, classe 1985, dell’Esercito Italiano e RONO Julius Kipngetich, classe 1991, dell’ATL. RECANATI.
La gara maschile vede nelle prime sei posizioni atleti originari del continente Africano ed è nota la loro predisposizione muscolare in questo tipo di sport, mentre a seguire tra la 7° e la 15° posizione dell’atleta di Manfredonia Dario Santoro, crono di 30’22 ci sono solamente 27 secondi.
La gara femminile vede al secondo gradino la veterana WEISSTEINER Silvia, classe 1979, del G.S. FORESTALE, con il crono di 34’20 che precede di 3” la giovane ROFFINO Valeria, classe 1990, del G.S. FIAMME AZZURRE.
Notevole la prestazione di corsa strada Km 10 categoria Promesse Maschili con l’eccellente crono di 29’18” da parte di DINI Samuele, classe 1994, del G.A. FIAMME GIALLE, che precede di 1 minuto e 5 secondi il secondo arrivato QUAZZOLA Italo, classe 1994, dell’ATL. CASONE NOCETO.
Vincitrice della categoria Promesse Femminile è MATTIOLI Giulia, classe 1994, della CALCESTRUZZI CORRADINI EXCELS con il crono di 34’53”. Che precede di 22” l’atleta del C.S. ESERCITO SANTI Christine, classe 1995.

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