martedì 10 luglio 2018

Aldo Zaino, classe ’35, grande per l’età e per essere sempre presente

Matteo SIMONE


Un grande Aldo Zaino, grande per l’età classe 1935, grande per essere sempre presente quando si tratta o di presentare un libro, quando c'è una conferenza stampa di presentazione gara e atleti. 

Grande per raccontare e imprimere momenti di sport suoi e di altri attraverso foto che scatta prima, durante e dopo le gare e scrivendo articoli di presentazione gare ed eventi e resoconti di gare ed eventi.
Grande per essere consapevole di quello che può fare e dei suoi limiti, ascoltando suggerimenti di familiari e amici. 
Grande per aver creato il gruppo facebook “podisti over 70” https://www.facebook.com/groups/1463063463948885 per dare visibilità e spazio a persone che continuano a fare sport felicemente e resilientemente ai quali la comunità dovrebbe essere grata per essere persone autonome grazie allo sport che li ha portati attivi con entusiasmo in età avanzate.
Questo è il vantaggio dello sport, preserva persone, le fa star bene fisicamente, mentalmente, emotivamente e anche dal punto di vista relazionale, perché lo sport abbatte muri e barriere, culturali e generazionali.
Grande perché è uno di noi ed è simpatizzante degli atleti con disabilità visiva dell'associazione Achilles international Roma le cui guide aumentano sempre di più e permettono sempre più atleti non vedenti e ipovedenti a correre e mettersi in gioco. Questo è lo sport che vogliamo.
Si è sempre in tempo per prendere un treno dello sport, da piccoli si incontrano sport ma poi per diversi motivi è difficile proseguire e allora da grandi si può riprendere questa passione che diventa un beneficio per il fisico e le mente.
Lo sport è di tutti e per tutti, ognuno con le proprie possibilità e modalità; lo sport fa bene al cuore, al corpo e alla mente; lo sport è inclusivo, aggrega e avvicina persone, culture e mondi; lo sport abbatte muri e barriere fisiche, mentali, culturali e generazionali; lo sport incrementa consapevolezza delle proprie possibilità e capacità e anche dei propri limiti; lo sport permette di andare oltre; lo sport sviluppa fiducia in se e incrementa la resilienza.
Lo sport che vogliamo è competitivo ma non aggressivo, dove si rispetta se stessi e gli altri; uno sport dove si può sperimentare uno spirito di squadra accogliente e rispettoso dove c'è posto per tutti e ognuno apporta il proprio importante contributo; uno sport dove la fatica e l'impegno viene ripagata con riconoscimenti e attestati di stima e di rispetto.
Lo sport che vogliamo è lo sport che ci permette di metterci in gioco apprendendo dall'esperienza; uno sport dove si sperimentano sensazioni ed emozioni; uno sport che fa ritornare a casa soddisfatti e contenti; uno sport che ci fa lasciare una zona di comfort per apprendere dall’esperienza.
Lo sport ti fa tornare a giocare come bimbi, ti fa perdere l'età anagrafica, si apprezza il gusto di sporcarsi, cadere, sbagliare. A volte lo sport contagia, confonde, fa perdere il senso del tempo atmosferico, il tempo che passa, il traguardo che arriva; a volte lo sport ti fa incontrare persone e paesaggi, ti fa viaggiare nei sogni e nella realtà.
Questo è lo sport che vogliamo, insieme si è più sicuri, più coraggiosi, si diventa anche più autonomi, consapevoli, autoefficaci e resilienti, è sempre il momento, non aspettare le condizioni migliori.

Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
380-4337230 - 21163@tiscali.it

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