Siamo un team molto forte che darà filo da torcere a tutti, cercherò di
ripetermi ad alto livello
L’8
settembre 2018 si disputeranno i Campionati Mondiali della 100 km su strada a
Sveti Martin na Muri, in Croazia. Gli atleti convocati sono i seguenti: Giorgio
Calcaterra (Calcaterra Sport), Matteo Lucchese (Atl. Avis Castel San Pietro), Andrea
Zambelli (Ass. Pol. Scandianese), Hermann Achmueller (Laufclub Pustertal), Francesco
Lupo ( Atl. Imola Sacmi Avis).
Tra
i criteri per la convocazione c’era il titolo italiano conseguito il 2018
presso la 100 km di Seregno e prestazioni inferiori alle 7 ore e 15 minuti conseguite
negli ultimi 24 mesi in manifestazioni ufficiali nazionali e internazionali
sulla distanza di 100 Km.
Tra le prestazioni degli ultimi 2 anni, Giorgio Calcaterra vanta il 7° piazzamento individuale ai Mondiali 100km a Los Alcazares disputati il 27/11/2016 con il tempo di 6h41:16; Matteo Lucchese è l’attuale Campione Italiano 100 km conseguito a Seregno il 15 aprile 2018 con il tempo di 7h03:08; Andrea Zambelli è il vincitore nel 2018 della classica 100km del Passatore in 6h54:35; Hermann Achmueller vanta il tempo di 7h12:38 ai Mondiali 100km a Los Alcazares; Lupo Francesco vanta 7h13:15 a Seregno 2018.
Di
seguito approfondiamo la conoscenza di Francesco Lupo attraverso risposte ad
alcune mie domande: Quando ti sei sentito
campione nello sport? “Non mi sento un campione.
Penso veramente che i campioni siano altri. Quando mi chiamano così o mi dicono
“eh ma te vai forte” la mia sincera risposta è “mi alleno tanto…”. Una cosa che
non mi fa sentire un campione, ma mi rende felice, è la stima da parte di altri
atleti per il mio modo di essere.” Qual è la
gara della tua vita? “Tutte le gare che ho
affrontato hanno lasciato un segno. Come riscontro mediatico ottenuto, la 100Km
di Seregno di quest’anno.”
A
volte lo sport fa sentire campioni, a volte lo sport permette di sperimentarsi
e mettersi in gioco, a volte si fanno degli incontri preziosi, a volte per
raggiungere risultati bisogna affidarsi a bravi preparatori e avere un team
che sostiene e supporta.
Qual è stato il tuo
percorso per diventare un Atleta? “Ho sempre
amato lo sport, soprattutto l’atletica. Anche se mi sono avvicinato a
quest’ultima soltanto 6 anni fa. Ho iniziato come tanti, le prime corsette,
qualche “tabella” di allenamento fai da te, la prima 21km fatta insieme a
un’amica come sfida. Poi la passione per la corsa è cresciuta sempre più e nel
2013 mi sono tesserato per una squadra (l’Atletica Melito). Lì ho conosciuto
Vito Melito che mi ha trasmesso ancor più voglia di macinare km, seguendomi per
4 anni e insegnandomi tanto.”
Dietro grandi prestazioni ci sono grandi atleti ma è vero anche che dietro grandi atleti ci sono grandi ex atleti che hanno fatto parte la storia dello sport e in particolare della 100km. Ho avuto l’onore e sorpresa di conoscere Vito Melito per caso a Lugo qualche anno fa partecipando a una gara ho comprato un paio di scarpe dal campione Vito Melito che poi ho scoperto essere un recordman della 100km e che ha scritto anche un libro sulla 100km.
In che modo
hai raggiunto la performance? “Penso che il mio punto di
forza sia la costanza negli allenamenti. Raggiungo quantità di km settimanali
“importanti” con all’interno allenamenti mirati di qualità.” Chi contribuisce alla tua performance? “Nell’ultimo
anno ho gestito la preparazione da solo. Ho avuto però un appoggio importante.
A gennaio la IUTA mi ha fornito un contatto, Livio Tretto (ultramaratoneta che
ha vestito la maglia azzurra e dalle caratteristiche simili alle mie, ora
preparatore). Mi ha dato importati consigli nello sviluppare il programma di
allenamento.”
Dietro grandi prestazioni ci sono grandi atleti ma è vero anche che dietro grandi atleti ci sono grandi ex atleti che hanno fatto parte la storia dello sport e in particolare della 100km. Ho avuto l’onore e sorpresa di conoscere Vito Melito per caso a Lugo qualche anno fa partecipando a una gara ho comprato un paio di scarpe dal campione Vito Melito che poi ho scoperto essere un recordman della 100km e che ha scritto anche un libro sulla 100km.
Prima
o poi arriva il momento buono se ci si impegna e si è pazienti e fiduciosi,
bisogna superare imprevisti, crisi, delusioni ma ripartire sempre con passione e
motivazione. Tutto fa parte della storia dell’atleta e tutto aiuta a costruire
l’atleta sia esperienze di performance che fallimenti. E’ importante andare
sempre avanti con sani propositi, positività, resilienza e con il sorriso.
Quale esperienza passata ti dà fiducia nel raggiungere i tuoi
obiettivi? “Qualche “caduta” o porta
sbattuta in faccia nella vita insegna a rimboccarsi le maniche e andare avanti
ancora più motivati di prima.” C’è un episodio curioso o
divertente nella tua carriera sportiva? “Mah… tanti
piccoli episodi. Dalla signora che mentre facevo una ripetuta (lei con volto
seriamente preoccupato) mi diceva di andare piano, alle bici che raggiungo
mentre corro e improvvisamente accelerano per non essere superate, o lo stupore
di chi passeggia e mi vede passare più e più volte e alla fine non rinuncia a
sbalorditi o coloriti commenti. Ce né sempre una. Io saluto, me la rido, e vado
avanti.”
C’è
un mondo di sensazioni ed emozioni dietro lo sport, soprattutto quando la
fatica è tanta e prolungata e si fanno viaggi dentro se stessi ma l’esperienza
aiuta sempre a conoscersi meglio, a sviluppare consapevolezza delle proprie
capacità e possibilità: Quali sensazioni
sperimenti nello sport: allenamenti, pregara, gara, post gara? “All’inizio c’era spesso ansia, per un allenamento impegnativo o una
gara…e l’ossessione verso il cronometro. Forse per la mia voglia di fare, per
essermi catapultato in un mondo che avevo sempre amato ma mai praticato.
Fortunatamente col tempo ho imparato a vivere ogni momento con serenità. Cerco
sempre di fare bene, certo, ma lo vivo senza stress. Perché so che avrò dato
tutto e andrà comunque bene così.” Ritieni
utile lo psicologo dello sport? “Ritengo possa essere utile.”
Se
c’è passione si riesce a fare tutto, si riesce a trovare il mondo e il tempo
per allenarsi e portare avanti propri propositi, per raggiungere mete e sogni
ambiti, difficili, sfidanti ma raggiungibili.
Quali sono le difficoltà e i rischi nel tuo sport? “Le difficoltà, per chi come me ha famiglia e lavoro, stanno nell’organizzare gli allenamenti con la vita quotidiana. Si rischia di perdere il gusto del correre. Prepararsi richiede appunto tanto impegno e passione.” La gara più difficile? “La mia gara più difficile è stata la 100km del Passatore 2017, che ho voluto portare a termine a tutti i costi nonostante le crisi iniziate troppo presto.” Come superi crisi, sconfitte, infortuni? “Guardando avanti, senza rimpianti e con la voglia di nuove sfide. Inoltre, da ogni evento, prendo i significativi ricordi positivi o negativi che siano stati. E dall’esperienza che mi creo, cerco di farne tesoro per affrontare difficoltà presenti e future. Trovo fondamentale l’appoggio di famiglia e amici, senza di loro molte cose non sarebbero state possibili.” Famigliari e amici cosa dicono del tuo sport? “Con gli anni tutti hanno compreso la mia passione e la condividono. All’inizio invece, vedendomi sempre correre, penso fossero più preoccupati che altro.” Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare sport? “Una bella determinazione.”
Quali sono le difficoltà e i rischi nel tuo sport? “Le difficoltà, per chi come me ha famiglia e lavoro, stanno nell’organizzare gli allenamenti con la vita quotidiana. Si rischia di perdere il gusto del correre. Prepararsi richiede appunto tanto impegno e passione.” La gara più difficile? “La mia gara più difficile è stata la 100km del Passatore 2017, che ho voluto portare a termine a tutti i costi nonostante le crisi iniziate troppo presto.” Come superi crisi, sconfitte, infortuni? “Guardando avanti, senza rimpianti e con la voglia di nuove sfide. Inoltre, da ogni evento, prendo i significativi ricordi positivi o negativi che siano stati. E dall’esperienza che mi creo, cerco di farne tesoro per affrontare difficoltà presenti e future. Trovo fondamentale l’appoggio di famiglia e amici, senza di loro molte cose non sarebbero state possibili.” Famigliari e amici cosa dicono del tuo sport? “Con gli anni tutti hanno compreso la mia passione e la condividono. All’inizio invece, vedendomi sempre correre, penso fossero più preoccupati che altro.” Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare sport? “Una bella determinazione.”
Lo
sport è una vera palestra di vita da consigliare finn da piccoli nelle
famiglie o nelle scuole per apprendere da subito l’arte dello sport individuale
o in compagnia per apprendere dall’esperienza, per diventare adulti
responsabili e consapevoli; per sapersi relazionale con gli altri con
competitività senza aggressione; per raggiungere obiettivi individuai e di
squadra con impegno e determinazione senza scorciatoie.
Quale può essere un messaggio per avvicinare i ragazzi allo sport? “Con lo sport ho conosciuto tanti amici e vissuto momenti indimenticabili. Nella mia vita ho giocato a pallavolo e calcio. Da ragazzino passavo tutta l’estate, tutti i giorni, a giocare partite interminabili e a correre. Momenti che augurerei di vivere a chiunque. Crescendo sono cambiate tante cose ma la passione è rimasta. La voglia di muovermi, di correre. Con lo sport si cresce e sin da bambini dovrebbe accompagnarci sempre.”
C’è stato il rischio di incorrere nel doping? “Personalmente no. Purtroppo in generale, visti i casi, sembra ci sia il rischio.” Quale può essere un messaggio per sconsigliarne l’uso? “Anche se non sono un medico un messaggio è che penso faccia sicuramente male alla salute. Poi non ne comprendo il senso. Io corro per sentirmi bene con me stesso, per dare il massimo con le mie forze, non per cercare di arrivare dove non potrei imbrogliando. E bene con me stesso vuol anche dire arrivare indietro ma con dignità.”
Quale può essere un messaggio per avvicinare i ragazzi allo sport? “Con lo sport ho conosciuto tanti amici e vissuto momenti indimenticabili. Nella mia vita ho giocato a pallavolo e calcio. Da ragazzino passavo tutta l’estate, tutti i giorni, a giocare partite interminabili e a correre. Momenti che augurerei di vivere a chiunque. Crescendo sono cambiate tante cose ma la passione è rimasta. La voglia di muovermi, di correre. Con lo sport si cresce e sin da bambini dovrebbe accompagnarci sempre.”
C’è stato il rischio di incorrere nel doping? “Personalmente no. Purtroppo in generale, visti i casi, sembra ci sia il rischio.” Quale può essere un messaggio per sconsigliarne l’uso? “Anche se non sono un medico un messaggio è che penso faccia sicuramente male alla salute. Poi non ne comprendo il senso. Io corro per sentirmi bene con me stesso, per dare il massimo con le mie forze, non per cercare di arrivare dove non potrei imbrogliando. E bene con me stesso vuol anche dire arrivare indietro ma con dignità.”
Un
bel prestigio indossare la maglia azzurra per rappresentare l’Italia in una
gara di 100km, anche una bella responsabilità soprattutto in questo periodo che
in Italia ci sono tanti atleti forti Italiani sulla 100km e molti si
equivalgono: Ti aspettavi la convocazione al mondiale?
“Il tempo fatto ad aprile mi consentiva di entrare
nei criteri di selezione, ma in una convocazione vengono valutate tante cose…ci
speravo.” Come hai ricevuto la
notizia? “Un messaggio. Ma la
consapevolezza al 100% l’ho avuta leggendo il mio nome sul sito della Fidal.”
Cosa cambia ora? “Nella
preparazione non cambia niente, però c’è una grande motivazione a spingermi e
non è poco.” Quali sono le
consapevolezze della tua prestazione individuale e di squadra Italia?
“Di squadra siamo un team molto forte che darà filo
da torcere a tutti. Io, individualmente, cercherò di ripetermi ad alto livello.”
Partecipare
a una competizione mondiale è anche un modo per conoscersi tra gli atleti per
fare il punto della situazione, per fare squadra, per confrontarsi sulle
modalità di allenamento, sui progetti, sulle problematiche che attraversano gli
atleti individuali, famigliari, lavorative: Conosci
altri atleti convocati? “Di nome conosco tutti,
atleti straordinari che non hanno bisogno di presentazioni. Di persona ho
parlato solo qualche volta con Matteo Lucchese, un grande. Mi ha fatto una
bella impressione, come uomo oltre che come sportivo.”
Quando
si parte per eventi importanti come un mondiale di 100km bisogna avere tutto
apposto e organizzato mentalmente e materialmente, bisogna portare nel cuore e
in borsa tutto l’occorrente per far bene e poi riportarsi a casa tanta
esperienza che arricchisce sempre: Cosa porterai dall'Italia
di indispensabili? “Nel cuore i tanti
incoraggiamenti che ho ricevuto in questi giorni. Di indispensabile…le scarpe!”
Nella
mente degli ultrarunner ci sono sempre tante gare da fare, tanti sogni da
trasformare in realtà, e a volte anche convocazioni in nazionale, maglie
azzurre, e tanto altro che compensano gli sforzi, sofferenze, fatiche che
diventano tutte amiche che hanno permesso di arrivar a questo punto: Sogni realizzati e da realizzare? “Uno
grandissimo lo sto vivendo. Per il futuro… come sempre, un passo alla volta,
guarderò avanti col sorriso.”
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
380-4337230 - 21163@tiscali.it
www.psicologiadellosport.net/eventi.htm
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html
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