La mia prima maratona di Roma nel 2011 forse è lì che mi sono sentito
completamente atleta
Matteo SIMONE
Lo sport davvero avvicina persone, culture, mondi e rende felici e resilienti sintonizzandosi sul l'obiettivo da portare avanti seguendo mete e direzioni sempre pronti a rimodulare tutto cavalcando l'onda del cambiamento e utilizzando risorse residue, che diventano a volte sorprendenti e rinnovabili.
Questo è il vantaggio dello sport, di seguito
Pierluigi racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Quando ti sei sentito campione nello sport? “Campione quando
all'età di 13 anni diventammo campioni regionali nella categoria giovanissimi
nella squadra di calcio del savio.”
Qual è la gara della tua
vita? “La gara della vita probabilmente la 100 km del passatore.”
Lo sport permette di scoprire capacità, possibilità e limiti; permette di fare cose grandi individualmente , in coppia e in gruppo; permette di aderire a un esercito di atleti che vanno in giro per parchi, strade, monti per allenarsi e gareggiare, per fare del proprio meglio, per mettersi ni gioco, per confrontarsi.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Ho sempre fatto sport sin da bambino iniziando a 5 anni nel nuoto, poi
judo ed infine il calcio che ho portato con me fino a 30 anni. Atleta forse lo
sono sempre stato ma la mia prima maratona di Roma nel 2011 forse è lì che mi
sono sentito completamente atleta.”
Nello
sport non c’è solo performance ma anche divertimento e benessere, a volte ci si
prepara per una gara importante da portare a termine con ottimi risultati, a volte
si partecipa a gare solo per esserci, per rivedersi, per fare un’esperienza, per
aiutare qualcuno a portare a termine un’impresa.
In che modo
hai raggiunto la performance? Chi contribuisce alla tua performance?
“Lo sport della corsa porta sempre a cercare la
performance essendo uno sport individuale. Personalmente ho sempre cercato di
divertirmi senza mai guardare al crono. Solo una maratona delle 25 percorse tra
ultra e maratone ho preparato meticolosamente cercando la prestazione ideale.
Fu la Firenze Marathon dove feci il mio PB di 3.10.”
Lo
sport permette di uscire fuori dalla zona di confort per mettersi in moto in carne
e ossa abbandonando chat e faticare da soli e in compagnia apprendendo sempre dalla
scuola dello sport, trasformando la fatica in amica perché fa crescere, e fa raggiungere
risultati inaspettati.
Quale esperienza passata
ti dà fiducia nel raggiungere i tuoi obiettivi? “Non ci sono episodi passati particolari che mi spingono al
raggiungimento degli obiettivi. È solo la consapevolezza di dover stare bene
con copro e mente che ti spinge a mettere sempre le scarpette e uscire a
correre.”
Lo
sport permette di fare esperienze anche forti e uniche, permette di andare avanti
con le risorse residue cavalcando le onde del cambiamento e prendendo sempre nuove
direzioni con nuove consapevolezze delle proprie capacità, possibilità e limiti.
C’è un episodio curioso o divertente nella tua carriera
sportiva? “L'esordio da titolare
nella categoria giovanissimi regionali fu contro la Lazio, lasciai sul campo
due pezzi di molari intervenendo in scivolata salvando un gol. Lo ricorderò per
sempre perché porto con me tutt'ora i segni
dei denti scheggiati.”
Lo
sport permette di prefissare obiettivi, di organizzarsi per raggiungere obiettivi
sfidanti, difficili ma non impossibili, permette di trovare motivazioni ed entusiasmo
per allenarsi da soli o in compagnia.
Quali sensazioni
sperimenti nello sport: allenamenti, pre-gara, gara, post-gara? “L'allenamento è il cuore di tutti gli eventi, è la cartina tornasole.
Se vuoi raggiungere gli obiettivi che ti prefiggi l'allenamento è fondamentale.”
Lo
sport permette di approfondire la conoscenza di se stessi a livello fisico e mentale,
lo sport consente di comprendere dove si vuole arrivare e come, cosa è meglio per
se stessi, se si può osare senza strafare, se c’è bisogno di sano recupero, coccole
e riposo adeguato per ripartire alla grande con più entusiasmo e determinazione.
Quali sono le difficoltà e i rischi nel tuo sport?
La gara più difficile? “Non ci sono particolari
rischi e difficoltà nella corsa se riesci ad ascoltare e capire i segnali del
tuo corpo. Bisogna sapere ascoltare il proprio corpo. La gara più difficile? La
100 km del passatore.”
Familiari e amici cosa
dicono del tuo sport? “I familiari sono
orgogliosi, gli amici corrono con me!”
Lo
sport permette di portare a casa sempre ricchi insegnamenti anche nelle sconfitte
e negli infortuni si impara a conoscersi meglio, diventano un banco di prova per
superarli ogni volta con fiducia e pazienza un passo alla volta.
Come superi crisi, sconfitte, infortuni? “Le sconfitte sportive le ho conosciute nel calcio e difficilmente le
dimentico. Perdemmo la finale per il titolo italiano categoria allievi. Nella
corsa non conosco sconfitte, tutto quello che viene è preso con gioia e
filosofia. L'infortunio è invalidante perché non ti permette di uscire a
correre e godere della libertà di questo sport.”
Lo
sport fa bene a ogni età, c’è un momento per giocare attraverso lo sport da piccoli
ma anche da grandi e c’è un momento dove si fa sul serio da giovani e anche da grandi
dove si tratta di costruire un risultato che conferma capacità messe alla prova
nel tempo con allenamenti e pratiche di allenamento.
Un messaggio per avvicinare i ragazzi allo sport? “Lo sport è gioco è divertimento ed ogni bambino o adulto ha dentro di
sé la voglia di divertirsi e giocare fino ad 80 anni.”
C’è stato il rischio di incorrere nel doping? Un
messaggio per sconsigliarne l’uso? “Non ho mai
rischiato e nemmeno pensato di incorrere o di fare uso di sostanze dopanti. Il
doping è una scelta e non ci sono compromessi. Se ne fai uso sai che stai
barando, e prima di tutto menti a te stesso. Niente bugie, niente compromessi,
no doping!”.
Lo
sport aiuta a comprendere il significato dello sforzo e dell’impegno, aiuta a conoscersi
sempre di più soprattutto nelle condizioni difficili dove si tratta di prendere decisioni,
di andare avanti, di decidere. Lo sport permette di comprendere il valore e l’unione
del corpo, mente e cuore; dell’importanza della passione, del credere nelle cose
che si fanno, nel credere in se stessi.
Cosa hai scoperto di te
stesso nel praticare sport? “Lo sport ma soprattutto la
corsa ti permettono di scoprire ogni cellula del tuo corpo. La sensazione
mentre corri è proprio quella di analizzare le proprie sensazioni mentali e
confrontarle con il tuo corpo con ogni movimento degli arti, con ogni contrazione
muscolare e con ogni respiro.”
Ritieni utile lo psicologo
dello sport? “Lo psicologo dello sport è una figura fondamentale
nella preparazione dell'uomo e dell'atleta.”
Nella
mente degli atleti sempre tante gare da partecipare, tanti appuntamenti, tanti viaggi
da programmare, allenamenti importanti, test da fare, chilometri e chilometri di
strada da percorrere in gara per mettersi alla prova, per incontrarsi e confrontarsi
con gli altri, per far parte di un mondo di sport teso al benessere emotivo e relazionale.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi? “Obiettivi
a breve termine non ne ho. L'obbiettivo a lungo termine è sempre uno, tenere la
forma fisica e mentale che ti permette di affrontare sempre al meglio gli
ostacoli che si pongono nel cammino della vita di tutti i giorni.”
Sogni realizzati e da realizzare? “Sogni
realizzati è quello di avere a fianco una famiglia con una moglie sempre pronta
ad ascoltare e sostenere le mie esigenze sportive. Sogni da realizzare fare
sport e correre più a lungo possibile!”.
Un’intervista a Pierluigi è riportata nel mio libro “La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza”, Edizione Psiconline.
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La 100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza.
È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione.
Sono trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su se stesso.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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