Ora è importante fare squadra per consolidare anche il clima di squadra
Alla trentesima edizione dei Campionati Mondiali della 100 km su strada disputata l’8 settembre 2018 a Sveti Martin na Muri, in Croazia, la squadra nazionale italiana è stata rappresentata da: Giorgio Calcaterra (Calcaterra Sport Asd), Andrea Zambelli (Ass. Pol. Scandianese), Matteo Lucchese (Atl. Avis Castel San Pietro), Francesco Lupo (Atl. Imola Sacmi Avis), Hermann Achmueller (Laufclub Pustertal).
Di
seguito alcune considerazioni prima della gara, attraverso risposte ad alcune
mie domande a Giorgio Calcaterra, tre volte campione mondiale, 7° ai
Mondiali 100km a Los Alcazares del 27/11/2016 con il tempo di 6h41:16 e ad Andrea
Zambelli, vincitore nel 2018 della classica 100km del Passatore in 6h54:35.
La convocazione ai Mondiali è sempre qualcosa di importante per l’individuo che la riceve, per la squadra che dovrà fare gruppo per cercare di fare del proprio meglio individualmente e di squadra Italia, per la Federazione alla ricerca di talenti che siano competitivi atleticamente sia individualmente che come squadra Italia e anche che siano di esempio e trascinatori per altri individui alla pratica dello sport sia per sperimentare benessere e incrementare la salute sia per sperimentare performance.
La convocazione ai Mondiali è sempre qualcosa di importante per l’individuo che la riceve, per la squadra che dovrà fare gruppo per cercare di fare del proprio meglio individualmente e di squadra Italia, per la Federazione alla ricerca di talenti che siano competitivi atleticamente sia individualmente che come squadra Italia e anche che siano di esempio e trascinatori per altri individui alla pratica dello sport sia per sperimentare benessere e incrementare la salute sia per sperimentare performance.
Ti aspettavi la
convocazione al mondiale?
Giorgio:
“Sì, non perché mi sento forte ma perché stando
nell'ambiente avevo capito che la mia convocazione era nell'aria.”
Andrea:
“Dopo la vittoria al Passatore, mi aspettavo la
convocazione.”
Nulla
è scontato anche se meritato ma se si è in forma, se si ha una forte passione,
se si crede in quello che si fa, se si è talentuosi, se si ha mente, cuore e anima
per far bene e continuare a impegnarsi al massimo e nel presente riescono a
essere competitivi e performanti, allora massimo rispetto per questi atleti che
sono un grande valore aggiunto per la Nazione e per la collettività.
Come hai ricevuto la notizia?
Giorgio:
“Con una telefonata da parte del responsabile Fidal.”
Andrea:
“In anteprima dal mio coach Riccitelli, poi tramite
email dalla federazione.”
Certi
atleti vanno coccolati e supportati non perché sono fenomeni e talentuosi, ma
perché si mettono in gioco, faticano per se stessi e per la collettività, ma si
tratta di una fatica che rende forti e felici, che ripaga in prestazioni
eccellenti, che permette di essere considerati modelli di riferimento, atleti
da imitare. Ricevere una convocazione non è solo prepararsi per partire ed esserne
fieri, ma diventa una grande responsabilità nell'impegnarsi non solo il giorno
della gara ma fin da subito per fare in modo che tutto fili liscio quel giorno.
Ricevere una convocazione significa mettersi al lavoro fin da subito, organizzarsi
pianificando allenamenti e gare in vista del mondiale, a volte facendo anche
rinunce ma con la consapevolezza che ora è il momento, certi treni passano e
bisogna salirci nella miglior condizione possibile.
Cosa cambia ora?
Giorgio:
“Cercherò di prepararla al meglio.”
Andrea:
“Ho ricominciato ad allenarmi duramente per fare un
bel mondiale.”
Ora
è il momento per fare bene per Giorgio e Andrea, devono solo cavalcare l’onda
ottimale e positiva di questo periodo, devono continuare a far bene non
esagerando e non mollando, solamente cercando di tenere sempre stimolato il loro
stato di forma per raggiungere l’apice il giorno della gara.
Conosci altri atleti convocati?
Giorgio:
“Siamo in cinque, ne conosco quattro.”
Andrea:
“L'unico atleta che non conosco è Francesco Lupo.”
Ora
è importante anche cercare di fare squadra attraverso eventuali e opportuni raduni o
incontri per consolidare anche il clima di squadra.
Conosci atleti di altre nazioni?
Giorgio:
“Non ho visto i convocati delle altre nazione, ma
alcuni atleti che hanno partecipato agli ultimi campionati del mondo (2016) me
li ricordo.”
Ora
che c’è la convocazione, ora che c’è una squadra, si tratta solamente di essere
consapevoli delle proprie capacità e caratteristiche e cercare di curare gli
aspetti eventualmente più critici sia individuali che di squadra per cercare di
dare il meglio di se stessi e di squadra.
Quali sono le consapevolezze della tua prestazione individuale e di
squadra Italia?
Giorgio:
“La cosa in cui credo è che ce la metterò tutta per
dare il mio contributo alla squadra italiana e ringraziare così la FIDAL per la
convocazione.”
Andrea:
“Io sicuramente darò il massimo, come so che farà
tutta la squadra.”
Ora
non si tratta che focalizzarsi per quel giorno importante preparandosi
fisicamente e mentalmente, giorno dopo giorno.
Cosa porterai dall'Italia di indispensabile?
Giorgio:
“Completino, scarpe e voglia di dare il massimo.”
Andrea:
“Tanta grinta e determinazione per ben figurare.”
E’
importante portare con sé grandi consapevolezze maturate nel corso degli anni, oltre all'attrezzatura indispensabile, e anche tanto affetto, forza e coraggio
trasmessi da tanti fan che seguono gli atleti con passione e interesse.
Ringrazio il celebre e noto fotografo marchigiano Sandro Marconi
“Scrotofoto”
per l’utilizzo di alcune sue foto.
Interviste a Giorgio e Andrea sono riportate nel mio libro:
“La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza”,
Edizione Psiconline.
Dott. Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo,
Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
Nessun commento:
Posta un commento