mercoledì 11 luglio 2018

Carlo Ascoli: Vorrei riprendermi quel sogno che si è interrotto 5 anni fa


Si è svolta sabato 7 luglio 2018 la “SEI ORE DE CONTI” e il vincitore è stato il pluricampione italiano Velatta Stefano dell’Atl. Paratico che ha totalizzato km 82.070 precedendo Ascoli Carlo, A.S.D. Villa De Sanctis km 70.477 e Scola Daniele, Atl. Banca Di Pesaro C.Storico 70.066.

Tra le donne ha vinto la conosciutissima nel panorama delle maratone e ultramaratone Betti Luisa, Bergamo Stars Atletica che ha totalizzato km 61.656 precedendo Bellobuono Maria Loreta, ASD Gruppo Sportivo Celano km 61.183 e Ambrosi Giovanna A.S.D. Raid km 59.789.

Nella mente dell’ultramaratoneta ci sono tanti dubbi sull’esito della prestazione, soprattutto se in passato si è sperimentato performance salendo sul podio di gare importanti e difficili, ma bisogna sempre essere umili e onesti con se stessi e con gli altri e mettersi sempre in gioco con le risorse e possibilità residue del momento presente. Di seguito Carlo Ascoli racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande: Complimenti Carlo come stai ora?  Soddisfatto?Caro Matteo sto bene, quando si partecipa ad una gara di ultramaratona non si è mai sicuri di come andrà, uno si può essere allenato tanto, ma quando passano i km qualche imprevisto può capitare. Per spiegare la mia soddisfazione voglio raccontare questo episodio. Torno dalla doccia, prendo un piatto di pasta che la mia ragazza mi ha preso al ristoro, mangio, parlo con altri di com’è andata e cominciano le premiazioni. Cominciano a premiare le prime 20 donne e poi passano alle categorie e succede qualcosa che non ti aspetti, avverti del malessere, un’ansia incredibile, rivedi 5 anni pieni di storte, infortuni, delusioni, morti di amici e amiche, anni in cui ho pensato anche di lasciare la corsa agonistica per i problemi che avevo ai piedi…anni dove ogni mattina fai mezz’ora di ginnastica propriocettiva sperando di tornare a correre bene come una volta. La mia ragazza è vicina a me, mi dà una bustina di miele, piano piano mi riprendo, però le confesso che ho paura di mettermi a piangere quando salirò sul podio, invece no, mi chiamano, faccio un bel respiro e sono di nuovo qui su un podio dopo la 100km delle Alpi del 2013.”


La pratica dell’ultramaratona mette di fronte a ostacoli, crisi, difficoltà, criticità ma bisogna sempre essere pronti a scavalcare tutto, a essere resilienti, a barcamenarsi nelle tempeste emozionali, ad andare avanti nonostante tutto, a trovare appigli che permettono di essere forti e resistenti andando sempre avanti con grinta e tanta forza sia fisica che mentale: Criticità, problemi? Cosa o chi ti ha aiutato?Le criticità che ho incontrato sono dovute al percorso di Serra de Conti che è fortemente ondulato e presenta un fondo nel centro storico non proprio agevole. Col sopraggiungere della sera poi, per un miope come me è stato difficile vedere bene la parte del centro storico, (oltretutto recentemente mi è aumentata la miopia e dovrò cambiare gli occhiali da corsa). Comunque, nonostante tutto, posso dire di aver corso una 6 ore da discoteca, sì, avete capito bene, in questa gara ci sono ben 2 punti di musica a tutto volume, che in alcuni momenti ti scrollano via tutti i problemi.”

Nella mente dell’ultramaratoneta si affollano tanti pensieri e tante persone, c’è un mondo dietro l’atleta, tante persone che sostengono e supportano, tante persone che si mettono da parte per non ostacolarti, per farti fare del tuo meglio con serenità, che condividono una passione ritenuta importante e una fetta importante della vita, un orto da coltivare che dà frutti preziosi materiali ed emotivi: A chi dedichi questo podio?Dedico questo podio alla mia ragazza che mi ha incitato e supportato sabato e sempre in questi anni. Siamo fidanzati dal 5 maggio 2006, non a caso a fine maggio di quell'anno feci la mia prima ultramaratona (Passatore), se l’amore ti dà la forza ecco un buon motivo per amare.  Dedico questo podio a mia mamma che mi ha sempre supportato mentalmente e economicamente in tutto quello che faccio. Sta affrontando un brutto periodo prima di essere operata alle anche e per me, che corro tanti km, vedere la propria madre avere difficoltà a spostarsi di qualche metro è un colpo al cuore. Dedico questo podio a tutte le persone che mi sono state sempre vicino, mi hanno aiutato a superare i brutti momenti dandomi quello che, come dico sempre, più conta nella vita, una mano o un abbraccio. Dedico questo podio a quelle persone che stanno e sono state male in questi anni, il loro coraggio, la loro forza nell'affrontare prove fisiche molto peggiori delle mie, non mi hanno fatto mollare. Dedico questo podio a tutte quelle persone che sono lassù in cielo, che hanno trascorso dei bellissimi momenti qua con me e purtroppo ora non ci sono più, me li immagino lì insieme a mio padre (che ho perso nel 2002, purtroppo, prima di iniziare a correre) a fare il tifo per me. Essendo cattolico non posso non citare uno dei mie canti preferiti in chiesa, in altre interviste ho ricordato altre parti del testo, ora mi piace ricordare questa: Tu sei la mia forza, altro io non ho; Tu sei la mia pace, la mia libertà. Niente nella vita ci separerà: so che la tua mano forte non mi lascerà. So che da ogni male Tu mi libererai; e nel tuo perdono vivrò.”

Carlo Ascoli è una persona molto sensibile e consapevole, e rende il mondo dello sport molto pulito e autentico annullando qualsiasi aspetto negativo che a volte ci può essere, perché la cosa importante è far emergere la ricchezza emotiva di una gara sportiva, non è solo importante la performance ma anche le relazioni che si creano e i contatti che avvengono non solo social ma anche reali. Quali sono le nuove consapevolezze? Direzioni, mete, obiettivi, sogni?Termino questa lettera aperta a te Matteo, confessandoti di avere la voglia di provare a fare una 24 ore. Il tutto dovrà passare tramite una 12 ore, ma vorrei riprendermi quel sogno che si è interrotto 5 anni fa dopo il mio terzo posto alla 100 km delle Alpi. Forse mi ritirerò, forse non sarò in grado, ma almeno avrò avuto la possibilità di provarci.

Non posso che augurare a Carlo il meglio per lui, la sua compagna, la sua squadra e la sua famiglia per uno sport che da grande soddisfazioni e trasmetter valori puri ed essenziali.
Un’intervista a Carlo Ascoli è riportata nel libro “Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, Edizioni Psiconline.


http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html

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