lunedì 17 settembre 2018

Alessandro Chiari: La corsa dal 2009 è divenuta una piacevole abitudine

Matteo SIMONE

A volte si fa sport per provare, per apprendere una disciplina sportiva, per far parte di una squadra; a volte lo sport diventa stressante, altre volte lo sport diventa un sano stile di vita, una vera passione piacevole. 

Alessandro Chiari, ultramaratoneta e centista, di seguito risponde ad alcune mie domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Onestamente no, bisogna restare sempre con i piedi ben piantati per terra.
Qual è stato il tuo percorso nella pratica sportiva?Ho iniziato a fare sport a 8 anni e non ho mai smesso seppure abbia passato periodi non semplici. Ho giocato a tennis, ho praticato per un breve periodo nuoto e calcio ma provo più piacere nella corsa che dal 2009 è divenuta una piacevole abitudine.

Lo sport va praticato serenamente senza stress, senza pressioni, senza costrizioni. A volte lo sport diventa una pratica in più a disposizione che rende felici.
Nello sport auali fattori contribuiscono al tuo benessere e performance?La serenità con cui affronti lo sport scelto, non deve essere una costrizione ma un piacere unito alla passione.” 
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli al tuo sport? Non sono la persona che lancia messaggi particolari però ai ragazzi che vorrebbero iniziare a correre direi di prendere tutto con tanto divertimento e di condividere questo con gli amici. Spero un giorno di poter giungere al traguardo di una maratona con tutti gli amici mano nella mano, sarebbe da brividi.”

Lo sport permette di sperimentare gioie e dolori, partenze, crisi e arrivi; permette di organizzarsi per partecipare, di notare il tempo che passa, il post gara per ricordare, per contemplare, per fare il punto della situazione.
Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici della tua attività sportiva?Sorridono e vedendomi sereno lo sono anche loro.” 
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?
Ne avrei tanti, alcuni mesi fa ho terminato per il secondo anno consecutivo la 100 km del Passatore dopo quasi 20 ore in cui è accaduto di tutto, dissenteria al km.25, poi per oltre 50 km ho corso con le vesciche. Terminata la gara sono sprofondato nel sonno per 2 ore, al risveglio mi sono sentito sereno rilassato e ho mangiato con piacere della pasta assaporando un lavoro ben svolto.”

Lo sport permette di conoscere e apprezzare la fatica che viene considerata la chiave per raggiungere obiettivi, solo se accetti la fatica e te la fai amica riesci a continuare nel tuo proposito di arrivare fino alla fine altrimenti si abbandona e si rinuncia ai propri propositi cambiando direzioni e ritirandosi in una zona più confortevole. 
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare sport?Mi sono scoperto molto tenace e determinato. Amo la fatica, il sudore e spendo ogni energia per raggiungere l’obiettivo posto.” 
Come hai superato eventuali crisi, infortuni, sconfitte, difficoltà?Ripartendo sempre dagli errori, dimenticando quanto fatti fino ad allora e accettando la sconfitta come un arricchimento. Si impara più dalle cadute che dai momenti di gioia. Enzo Bearzot riguardo al mondiale spagnolo vinto nel 1982 disse qualcosa che suonava così: 'I ricordi belli ci accarezzano ma sono più evocativi i sacrifici fatti nei momenti che gettano le basi per la raccolta dei frutti della semina”. Io credo molto nel lavoro, mi impegno al massimo, se fallisco non mi straccio le vesti, riparto col sorriso e senza voltarmi indietro'.”

Lo sport permette di comprendere se stessi, proprie caratteristiche, proprie criticità. Lo sport a volte è un punto di arrivo, altre volte è un punto di partenza. Alcuni si adagiano con lo sport nella loro ricerca di senso della vita, altri partono dallo sport per capire dove possono arrivare.
Quali capacità, caratteristiche, qualità ti aiutano nel praticare il tuo sport?La serenità, ma va unita alla determinazione.” 
Che significato ha per te praticare il tuo sport?È divenuto con il passare del tempo uno stile di vita, mi ha insegnato la disciplina e contemporaneamente mi ha fatto trovare serenità.” 
Sei consapevole delle tue possibilità, capacità, limiti?Si soprattutto dei limiti perché serve essere onesti con se stessi, nascondersi non è opportuno.” 
Quanto ti senti sicuro, quanto credi in te stesso?Ho fatto tanti errori in passato, correndo mi sono conosciuto di più e ho trovato quella serenità che speravo. È stato un dono prezioso di Gesù e lo ringrazio ogni giorno per avermi dato una nuova chance. Mettiamola così: usando il sorriso ho acquistato più sicurezza, è un arma preziosa nelle difficoltà.”

A volte la vita diventa stagnante, non si fanno progressi, non si migliora, si diventa pigri; altre volte lo sport mette in moto, incrementa entusiasmo nel decidere obiettivi difficili e sfidanti per raggiungere i quali bisogna organizzarsi e pianificare allenamenti e viaggi. Lo sport è come un’altalena a volte ti porta su e a volte ti porta giù.
Quali sensazioni sperimenti nello sport?Si ondeggia spesso a livello mentale, anche se non sono al massimo cerco le motivazioni per portare a casa l’obiettivo ma se non ci riesco non mi straccio le vesti.” 
Cosa ti fa continuare a fare attività fisica, hai rischiato di mollare di fare sport?
Quando ero con la vecchia società arrivò un momento in cui volevo smettere, non mi piaceva l’ambiente che era stato creato, cambiai gruppo sportivo ma rimasi in ottimi rapporti con l’allora presidente il quale poi si è anche lui dimesso e lo scorso anno è salito a Faenza per vedermi finisher al primo Passatore. Quello che mi fa continuare a correre è la passione, mi diverto a stare in giro tante ore.”

Lo sport necessita di rispetto di tempi, è importante sviluppare sempre più consapevolezza del momento presente dove sorgono bisogni ed esigenze da portare a compimento mobilitando proprie energie.
Nella pratica del tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione ?Non bisogna esagerare, conta molto il riposo che è spesso più allenante di una uscita seppur di pochi chilometri. Gli infortuni sono sempre dietro l’angolo ma si affrontano.” 
Quali condizioni, fisiche o ambientali, ti ostacolano nella pratica del tuo sport?Ho corso in qualsiasi condizione atmosferica, fisica e mentale, devo ammettere che in più occasioni ho patito il caldo, addirittura durante un allenamento per una maratona avevo terminato i liquidi, l’umidità era alta, fui fortunato poiché negli ultimi 3000 metri la parte sinistra del percorso era ombreggiata. Fisicamente è stata la nausea in più occasioni a darmi fastidio, a Lucca 3 anni fa giunse al 28º km, l’idea di avere qualcosa nell’esofago che saliva non era piacevole.”

Lo sport non è solo performance a tutti i costi, ma anche tanta esperienza, è gruppo, è condivisione, è aiutarsi.
Nello sport c’è qualcuno che contribuisce al tuo benessere e performance?Ho un gruppo di amici con i quali mi confronto spesso, i Bafana Runners hanno la bacchetta magica in ogni momento, mi aiutano a essere felice. Non nego che trovo pace anche pregando Gesù, leggendo il Vangelo e ascoltando la messa domenicale.”

Lo sport permette di far parte di un gruppo di amici, di una squadra per condividere, per organizzarsi per sfidarsi e confrontarsi e anche aiutarsi all’occorrenza: Basta poco per essere felici con lo sport.
Hai un modello di riferimento, ti ispiri a qualcuno?Mi sento fortunato ad avere conosciuto certe persone, ascoltando le loro esperienze ho cucito il vestito che porto. Ne nominerò alcuni, gli altri mi scuseranno se mi sono dimenticato: Babbo e Mamma in primis, poi Alvaro, Mario, Cesare, Laura, Lorenzo, Alessandra, Marco, Fulvio, Andrea, Rocco, Alfredo, Alessio, Luca, Claudio, Paolo, Roberto, Ilaria e Viola, loro mi hanno reso migliore rispetto al passato, sono i miei punti fissi in vita.” 
C’è una parola o una frase detta da qualcuno che ti aiuta a crederci e impegnarti?
Ce ne sono un paio pronunciate da alcuni dei ‘miei riferimenti‘ che ho descritto prima, riguardano l’atteggiamento da tenere nei momenti difficili soprattutto nel quotidiano. Un giorno Cesare mi parlò come un padre relativamente al Passatore e mi inculcò l’idea di essere sempre lucido ossia usare la mente come paracadute in caso di crisi. Alvaro invece ha sterzato fortemente sull’idea di andare avanti concentrandosi sull’obiettivo da perseguire, il suo 'senza pietà' detto con una gran risata è divenuto una litania.”

La pratica dello sport non consiste solo in programmi da seguire, ripetute, allunghi ma anche dialoghi, comunicazioni, confronti. E’ importante allenare non solo la parte fisica, ma anche la parte emotiva, apprendere a respirare, a essere presenti a se stesso e all’altro, a esercitare attenzione e osservazione nei confronti di se stessi, degli altri, dell’ambiente circostante, per avere tutto sotto controllo ma anche per essere fiduciosi perché non si può avere tutto sotto controllo.
Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport? Per quali aspetti ed in quali fasi?A certi livelli lo ritengo necessario poiché l’aspetto mentale è basilare, può aiutarti a tenere alta la concentrazione e ti dona una maggiore rilassatezza. L’empatia che si può creare con una figura del genere può essere utile per un ulteriore salto di qualità, ci sono tanti esempi nello sport professionistico che rivelano la presenza di psicologi.

Nella mente degli atleti ci sono tante sfide da portare a termine, soprattutto nelle menti degli ultrarunner ci sono tanti limiti da cercare di superare alzando gradualmente sempre più su l’asticella delle difficoltà.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare?La salute sta al primo posto perciò è bene che ci sia altrimenti non si può fare sport, in secondo luogo vorrei mantenere questa serenità, podisticamente mi piacerebbe correre tutti gli anni la 100 km del Passatore per conquistare quel celebre piatto che viene regalato per 30 arrivi a Faenza. Se avrò la fortuna di avere dei nipoti sarebbe bello che lo vedessero, capirebbero quanto sacrificio sia necessario per raggiungere degli obiettivi. Inoltre ci sarebbe un forte desiderio di giungere in fondo ai 100 km assieme alla mia compagna Ilaria, anche lei è una maratoneta, mano nella mano con lei, la persona che amo. Non mi creo aspettative per i tempi, se verranno sarò contento ma non sono una priorità. È più piacevole correre a sensazione che essere schiavi di un cronometro però chi è competitivo la pensa diversamente e rispetto la loro idea seppure sia in contrasto con la mia.”

Lo sport è fatto di decisioni, programmi, obiettivi, allenamenti e direzioni da prendere per fare lunghi viaggi conoscendo sempre più se stesso e facendosi aiutare e consigliare da altri più esperti e competenti per non mollare, per arrivare fino alla fine.
Alessandro ha corso per 3 volte consecutive la 100km del Passatore nel 2017, 2018 e nel 2019.
Qual è una tua esperienza che ti dà la convinzione che ce la puoi fare?Sicuramente la 100 km del Passatore, la prima maratona la preparai grazie ad un amico carissimo in poco più di due mesi e lui fu decisivo affinché vi partecipassi. Paolo corse con me nonostante che il mese precedente fosse stato alla maratona di Lucca. Ma la 100 km del Passatore va oltre, è un viaggio dentro te stesso, conosci lungo il tragitto persone favolose che ti invitano a non mollare.”

Raccontare le proprie esperienze di partecipazione a gare di ultramaratone fanno apparire gli atleti molto bizzarri e stravaganti, in realtà si sperimentano sensazioni stranissime e a volte inspiegabili.
Quali sono le sensazioni relative a precedenti esperienze di successo?Ogni maratona o ultra mi ha lasciato sempre sensazioni positive poiché sono sempre giunto al traguardo con felicità. In ogni arrivo ho riso e pianto contemporaneamente, quando mi sono tolto gli abiti madidi di sudore ho provato una sensazione di pace micidiale.”

Matteo SIMONE 

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