Matteo SIMONE
A volte si fa sport per provare, per apprendere una disciplina sportiva, per far parte di una squadra; a volte lo sport diventa stressante, altre volte lo sport diventa un sano stile di vita, una vera passione piacevole.
Alessandro Chiari, ultramaratoneta
e centista, di seguito risponde ad alcune mie domande.
Ti sei
sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Onestamente no, bisogna restare sempre con i piedi ben piantati per
terra.”
Qual è stato il tuo
percorso nella pratica sportiva? “Ho iniziato
a fare sport a 8 anni e non ho mai smesso seppure abbia passato periodi non
semplici. Ho giocato a tennis, ho praticato per un breve periodo nuoto e calcio
ma provo più piacere nella corsa che dal 2009 è divenuta una piacevole
abitudine.”
Lo sport va praticato serenamente senza stress, senza pressioni, senza costrizioni. A volte lo sport diventa una pratica in più a disposizione che rende felici.
Lo sport va praticato serenamente senza stress, senza pressioni, senza costrizioni. A volte lo sport diventa una pratica in più a disposizione che rende felici.
Nello sport auali fattori contribuiscono al tuo benessere e performance? “La serenità con cui affronti lo sport scelto, non deve essere una costrizione ma un piacere unito alla passione.”
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli al tuo sport? “Non sono la persona che lancia messaggi particolari però ai ragazzi che vorrebbero iniziare a correre direi di prendere tutto con tanto divertimento e di condividere questo con gli amici. Spero un giorno di poter giungere al traguardo di una maratona con tutti gli amici mano nella mano, sarebbe da brividi.”
Lo
sport permette di sperimentare gioie e dolori, partenze, crisi e arrivi;
permette di organizzarsi per partecipare, di notare il tempo che passa, il post
gara per ricordare, per contemplare, per fare il punto della situazione.
Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici della tua attività sportiva?
“Sorridono e vedendomi sereno lo sono anche loro.”
Un episodio curioso o
divertente della tua attività sportiva? “Ne avrei
tanti, alcuni mesi fa ho terminato per il secondo anno consecutivo la 100 km
del Passatore dopo quasi 20 ore in cui è accaduto di tutto, dissenteria al
km.25, poi per oltre 50 km ho corso con le vesciche. Terminata la gara sono sprofondato
nel sonno per 2 ore, al risveglio mi sono sentito sereno rilassato e ho
mangiato con piacere della pasta assaporando un lavoro ben svolto.”
Lo
sport permette di conoscere e apprezzare la fatica che viene considerata la
chiave per raggiungere obiettivi, solo se accetti la fatica e te la fai amica
riesci a continuare nel tuo proposito di arrivare fino alla fine altrimenti si
abbandona e si rinuncia ai propri propositi cambiando direzioni e ritirandosi
in una zona più confortevole.
Cosa hai scoperto del tuo
carattere nel praticare sport? “Mi sono scoperto molto
tenace e determinato. Amo la fatica, il sudore e spendo ogni energia per
raggiungere l’obiettivo posto.”
Come hai superato
eventuali crisi, infortuni, sconfitte, difficoltà? “Ripartendo sempre dagli errori, dimenticando quanto fatti fino ad
allora e accettando la sconfitta come un arricchimento. Si impara più dalle
cadute che dai momenti di gioia. Enzo Bearzot riguardo al mondiale spagnolo
vinto nel 1982 disse qualcosa che suonava così: 'I ricordi belli ci accarezzano
ma sono più evocativi i sacrifici fatti nei momenti che gettano le basi per la
raccolta dei frutti della semina”. Io credo molto nel lavoro, mi impegno al
massimo, se fallisco non mi straccio le vesti, riparto col sorriso e senza
voltarmi indietro'.”
Lo
sport permette di comprendere se stessi, proprie caratteristiche, proprie
criticità. Lo sport a volte è un punto di arrivo, altre volte è un punto di
partenza. Alcuni si adagiano con lo sport nella loro ricerca di senso della
vita, altri partono dallo sport per capire dove possono arrivare.
Quali capacità, caratteristiche, qualità ti aiutano nel
praticare il tuo sport? “La serenità, ma va unita
alla determinazione.”
Che significato ha per te
praticare il tuo sport? “È divenuto con il passare
del tempo uno stile di vita, mi ha insegnato la disciplina e contemporaneamente
mi ha fatto trovare serenità.”
Sei consapevole delle tue
possibilità, capacità, limiti? “Si soprattutto dei limiti
perché serve essere onesti con se stessi, nascondersi non è opportuno.”
Quanto ti senti sicuro, quanto credi in te stesso?
“Ho fatto tanti errori in passato, correndo mi sono
conosciuto di più e ho trovato quella serenità che speravo. È stato un dono
prezioso di Gesù e lo ringrazio ogni giorno per avermi dato una nuova chance.
Mettiamola così: usando il sorriso ho acquistato più sicurezza, è un arma
preziosa nelle difficoltà.”
A
volte la vita diventa stagnante, non si fanno progressi, non si migliora, si
diventa pigri; altre volte lo sport mette in moto, incrementa entusiasmo nel
decidere obiettivi difficili e sfidanti per raggiungere i quali bisogna
organizzarsi e pianificare allenamenti e viaggi. Lo sport è come un’altalena a
volte ti porta su e a volte ti porta giù.
Quali sensazioni sperimenti nello sport? “Si ondeggia spesso a
livello mentale, anche se non sono al massimo cerco le motivazioni per portare
a casa l’obiettivo ma se non ci riesco non mi straccio le vesti.”
Cosa ti fa continuare a fare attività fisica, hai rischiato di mollare
di fare sport? “Quando ero con la vecchia
società arrivò un momento in cui volevo smettere, non mi piaceva l’ambiente che
era stato creato, cambiai gruppo sportivo ma rimasi in ottimi rapporti con
l’allora presidente il quale poi si è anche lui dimesso e lo scorso anno è
salito a Faenza per vedermi finisher al primo Passatore. Quello che mi fa continuare
a correre è la passione, mi diverto a stare in giro tante ore.”
Lo
sport necessita di rispetto di tempi, è importante sviluppare sempre più
consapevolezza del momento presente dove sorgono bisogni ed esigenze da portare
a compimento mobilitando proprie energie.
Nella pratica del tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione ? “Non bisogna esagerare, conta molto il riposo che è spesso più allenante
di una uscita seppur di pochi chilometri. Gli infortuni sono sempre dietro
l’angolo ma si affrontano.”
Quali condizioni, fisiche o ambientali, ti ostacolano nella pratica del tuo sport?
“Ho corso in qualsiasi condizione atmosferica,
fisica e mentale, devo ammettere che in più occasioni ho patito il caldo,
addirittura durante un allenamento per una maratona avevo terminato i liquidi,
l’umidità era alta, fui fortunato poiché negli ultimi 3000 metri la parte
sinistra del percorso era ombreggiata. Fisicamente è stata la nausea in più
occasioni a darmi fastidio, a Lucca 3 anni fa giunse al 28º km, l’idea di avere
qualcosa nell’esofago che saliva non era piacevole.”
Lo
sport non è solo performance a tutti i costi, ma anche tanta esperienza, è gruppo,
è condivisione, è aiutarsi.
Nello sport c’è qualcuno che
contribuisce al tuo benessere e performance? “Ho un gruppo di amici con i quali mi confronto spesso, i Bafana Runners
hanno la bacchetta magica in ogni momento, mi aiutano a essere felice. Non nego
che trovo pace anche pregando Gesù, leggendo il Vangelo e ascoltando la messa
domenicale.”
Lo
sport permette di far parte di un gruppo di amici, di una squadra per
condividere, per organizzarsi per sfidarsi e confrontarsi e anche aiutarsi
all’occorrenza: Basta poco per essere felici con lo sport.
Hai un
modello di riferimento, ti ispiri a qualcuno? “Mi sento
fortunato ad avere conosciuto certe persone, ascoltando le loro esperienze ho
cucito il vestito che porto. Ne nominerò alcuni, gli altri mi scuseranno se mi
sono dimenticato: Babbo e Mamma in primis, poi Alvaro, Mario, Cesare, Laura,
Lorenzo, Alessandra, Marco, Fulvio, Andrea, Rocco, Alfredo, Alessio, Luca,
Claudio, Paolo, Roberto, Ilaria e Viola, loro mi hanno reso migliore rispetto
al passato, sono i miei punti fissi in vita.”
C’è una
parola o una frase detta da qualcuno che ti aiuta a crederci e impegnarti?
“Ce ne sono un paio pronunciate da alcuni dei ‘miei
riferimenti‘ che ho descritto prima, riguardano l’atteggiamento da tenere nei
momenti difficili soprattutto nel quotidiano. Un giorno Cesare mi parlò come un
padre relativamente al Passatore e mi inculcò l’idea di essere sempre lucido
ossia usare la mente come paracadute in caso di crisi. Alvaro invece ha sterzato fortemente sull’idea di andare avanti
concentrandosi sull’obiettivo da perseguire, il suo 'senza pietà' detto con una
gran risata è divenuto una litania.”
La
pratica dello sport non consiste solo in programmi da seguire, ripetute,
allunghi ma anche dialoghi, comunicazioni, confronti. E’ importante allenare
non solo la parte fisica, ma anche la parte emotiva, apprendere a respirare, a
essere presenti a se stesso e all’altro, a esercitare attenzione e
osservazione nei confronti di se stessi, degli altri, dell’ambiente circostante,
per avere tutto sotto controllo ma anche per essere fiduciosi perché non si può
avere tutto sotto controllo.
Ritieni utile la figura
dello psicologo dello sport? Per quali aspetti ed in quali fasi? “A certi livelli lo ritengo necessario poiché l’aspetto mentale è
basilare, può aiutarti a tenere alta la concentrazione e ti dona una maggiore
rilassatezza. L’empatia che si può creare con una figura del genere può essere
utile per un ulteriore salto di qualità, ci sono tanti esempi nello sport
professionistico che rivelano la presenza di psicologi.”
Nella
mente degli atleti ci sono tante sfide da portare a termine, soprattutto nelle
menti degli ultrarunner ci sono tanti limiti da cercare di superare alzando
gradualmente sempre più su l’asticella delle difficoltà.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? “La salute sta al primo posto perciò è bene che ci sia altrimenti non si
può fare sport, in secondo luogo vorrei mantenere questa serenità,
podisticamente mi piacerebbe correre tutti gli anni la 100 km del Passatore per
conquistare quel celebre piatto che viene regalato per 30 arrivi a Faenza. Se
avrò la fortuna di avere dei nipoti sarebbe bello che lo vedessero, capirebbero
quanto sacrificio sia necessario per raggiungere degli obiettivi. Inoltre ci
sarebbe un forte desiderio di giungere in fondo ai 100 km assieme alla mia
compagna Ilaria, anche lei è una maratoneta, mano nella mano con lei, la
persona che amo. Non mi creo aspettative per i tempi, se verranno sarò contento
ma non sono una priorità. È più piacevole correre a sensazione che essere
schiavi di un cronometro però chi è competitivo la pensa diversamente e
rispetto la loro idea seppure sia in contrasto con la mia.”
Lo
sport è fatto di decisioni, programmi, obiettivi, allenamenti e direzioni da
prendere per fare lunghi viaggi conoscendo sempre più se stesso e facendosi
aiutare e consigliare da altri più esperti e competenti per non mollare, per
arrivare fino alla fine.
Alessandro ha corso per 3 volte consecutive la 100km del Passatore nel 2017, 2018 e nel 2019.
Qual è una tua esperienza
che ti dà la convinzione che ce la puoi fare? “Sicuramente
la 100 km del Passatore, la prima maratona la preparai grazie ad un amico
carissimo in poco più di due mesi e lui fu decisivo affinché vi partecipassi.
Paolo corse con me nonostante che il mese precedente fosse stato alla maratona
di Lucca. Ma la 100 km del Passatore va oltre, è un viaggio dentro te stesso,
conosci lungo il tragitto persone favolose che ti invitano a non mollare.”
Raccontare
le proprie esperienze di partecipazione a gare di ultramaratone fanno apparire
gli atleti molto bizzarri e stravaganti, in realtà si sperimentano sensazioni
stranissime e a volte inspiegabili.
Quali sono le sensazioni
relative a precedenti esperienze di successo? “Ogni
maratona o ultra mi ha lasciato sempre sensazioni positive poiché sono sempre giunto
al traguardo con felicità. In ogni arrivo ho riso e pianto contemporaneamente,
quando mi sono tolto gli abiti madidi di sudore ho provato una sensazione di
pace micidiale.”
Matteo SIMONE
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