Sogni realizzati direi sicuramente il raggiungimento del podio alla
Coppa Italia
Ogni sport ha le sue componenti da curare per il benessere e per la performance dell’atleta, a volte bisogna attivarsi e a volte bisogna essere sereni, tutti gli atleti hanno obiettivi da centrare ma in particolare il tiro con l’arco prevede proprio che si faccia centro per ottenere la performance.
Di seguito Chiara
dell’ASD Compagnia Arcieri Celti (Tricesimo) racconta la sua esperienza.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Ho iniziato a praticare tiro con l’arco per caso, infatti mio papà
avendo una sola figlia e femmina cercava a tutti i costi qualcosa da fare
assieme a me nel poco tempo libero che avevo in estate durante la quale avevo
una pausa dagli allenamenti di pallavolo. Così sebbene non troppo entusiasta mi
sono convinta ad andare a fare con lui un corso di tiro con l’arco. Alla fine
di questo però non sono riuscita a smettere così per più di due anni ho
continuato a fare pallavolo alternandolo al tiro con l’arco, ma come in tutte
le cose prima o poi si arriva ad un bivio e si ha l’obbligo, per lo meno morale
di prendere delle decisioni. Così ho deciso di lasciare la mia squadra di
pallavolo sebbene fossi capitano e di intraprendere un percorso maggiormente
individuale che mi ha portata ad innamorarmi letteralmente di questo sport che
è il tiro con l’arco.”
Gli atleti hanno sempre delle scelte da fare tra i vari sport, tra lo studio e lo sport, tra il lavoro e lo sport, a volte tra il partner e lo sport. Non è facile scegliere uno sport e dedicarsi appieno con passione ed entusiasmo.
Familiari e amici cosa dicono del tuo sport? “I miei genitori sono molto contenti dello sport che faccio, mio padre in particolare. Mi appoggiano in tutto, in ogni mia scelta e decisione presa, mi consigliano sempre. E soprattutto mi seguono sempre in tutte le gare a cui ho partecipato. Il resto della mia famiglia non comprende al 100% la mia scelta di praticare questo sport un po’ fuori dal comune e lo identificano come uno sport prevalentemente maschile. Gli amici che ho al di fuori del tiro con l’arco e che non lo conoscono molto come sport, mi appoggiano molto e cercano sempre di informarsi su come sono andate le gare. Per quando riguarda i professori, invece, purtroppo non capiscono quanto impegno prenda lo sport. Nonostante vada abbastanza bene a scuola. Non capiscono la scelta di dare più importanza a un allenamento o a una gara anziché allo studio.
Non aiutano per niente, quando faccio delle gare che implicano una trasferta di più giorni, al mio ritorno invece di avere alcuni giorni per recuperare il programma e per studiare, mi ritrovo senza un giorno di pausa e con verifiche ed interrogazioni per alcuni giorni consecutivi senza avere il tempo materiale per organizzare lo studio, così poi mi fanno prendere voti con i quali abbasso le medie anche delle materie, che sono poi costretta a recuperare dando meno tempo agli allenamenti. E sono costretta ad avere per tutto l’anno una tensione scolastica che mi segue anche nello sport.”
Una volta scelto il proprio sport in base alle proprie possibilità, caratteristiche, qualità diventa poi importante impegnarsi con costanza e determinazione se si vogliono ottenere risultati prestigiosi.
Quale esperienza passata ti dà fiducia nel raggiungere i tuoi
obiettivi? “L’esperienza passata che
mi dà fiducia nel raggiungere i miei obiettivi è l’essere riuscita a diventare
capitano nella mia squadra di pallavolo ancora qualche anno fa. Questo mi dà
fiducia perché quando ho iniziato a giocare, nel 2010 ero veramente pessima a
giocare a pallavolo, avevo quasi paura a
prendere la palla al volo e ripensandoci mi viene da ridere. Con il duro lavoro, gli
allenamenti e i consigli di un super allenatore sono riuscita a migliorare
moltissimo fino ad aggiudicarmi il ruolo di capitano.”
In che modo hai raggiunto la performance? Chi contribuisce alla tua
performance? “Nel tiro con l’arco per
raggiungere un certo livello è importante la ripetitività del gesto tecnico.
Questo si ottiene con molto allenamento, sacrifici e passione. Secondo me è
inoltre fondamentale avere il giusto equilibrio tra supporto fisico e mentale.
Il giusto equilibrio sto cercando di raggiungerlo con una grande dose di
fiducia in me stessa e nelle mie possibilità e capacità ma anche con l’aiuto
delle persone che mi circondano durante gli allenamenti e la vita quotidiana.”
Ogni
atleta costruisce la propria personalità vincente in base alle precedenti
esperienze di successo, costruendo mattonella su mattonella, allenamento su
allenamento, gara su gara con l’aiuto di persone competenti e fidate che
sostengono, supportano, consigliano.
Quali sensazioni sperimenti
nello sport: allenamenti, pregara, gara, post gara? “Durante l’allenamento, quando sono al campo da sola, cerco di stare il
più rilassata possibile, concentrandomi il più possibile sulle mie sensazioni
sia riferite alla tecnica sia mentali. Quando sono ad allenamento con il mio
allenatore invece lavoro principalmente sulla tecnica. Durante gli altri giorni
vengo seguita da mio papà e cerco di lavorare sulla tecnica in base ai
suggerimenti dell’allenatore.
In altri giorni cerco di simulare lo stress che si
forma durante una gara rispettando una certa tempistica oppure focalizzandomi
sul punteggio. Durante il pre-gara solitamente faccio rilassamento e
visualizzazioni e ascolto la musica che ho selezionato precedentemente in
allenamento. Durante le competizioni cerco di trovare la massima concentrazione
ma allo stesso tempo di rimanere rilassata per far sì che la concentrazione non
superi un livello tale da provocarmi agitazione. Come “post gara” comprendo non
solo le ore seguenti alla competizione ma anche i giorni successivi, durante i
quali cerco di analizzare i punti positivi della mia prestazione, prima da sola
e poi confrontandomi con mio papà e il mio allenatore.”
Ho
scritto un libro dal titolo “O.R.A. Obiettivi Risorse Autoefficacia” che tratta
molti concetti che sembrano chiari a Chiara nella sua pratica sportiva tesa non
solo alla performance ma anche al benessere; tali concetti sono l'impegno, le
visualizzazioni, il momento presente, la fiducia in sé. Il respiro è
importantissimo per la consapevolezza corporea, per rilassarsi ma anche per
attivarsi.
Quali sono le difficoltà e i rischi nel tuo
sport? La gara più difficile? “Il mio sport non ha
particolari rischi e difficoltà fisiche. Ha però molte difficoltà a livello
mentale. Ogni gara ha un suo livello di difficoltà, forse la più complessa per
me è stata una gara internazionale che si faceva a coppie. Era la mia prima
gara che facevo ad un livello così alto ed avevo troppe pretese da me stessa.
Questo mi ha portato ad essere troppo agitata ed oltre a non ottenere una buona
prestazione a livello di punteggio non mi sono goduta il momento, che sarebbe
stata la cosa principale da fare in quell'occasione. Ero talmente sotto
tensione che se ora ripenso alla gara riesco a ricordare perfettamente solo i
momenti prima e quelli dopo la gara e non ricordo molto della gara in sé.
Questo episodio mi ha fatto imparare molto.”
Ritieni
utile lo psicologo dello sport? “Lo ritengo fondamentale,
soprattutto in uno sport come il tiro con l’arco nel quale il 90% di un buon
tiro viene fatto con una certa condizione mentale e con un certo lavoro
psicologico.”
Si
apprende sempre dall'esperienza sviluppando sempre più fiducia in se stessi. Lo
sport diventa una scuola di vita, molto pratica e risolutiva, un’esperienza
diretta che fa uscire fuori dalla zona di confort, mette alla prova.
Come superi crisi, sconfitte, infortuni? “Potrebbe sembrare una risposta scontata, ma si possono superare solo
con caparbietà, fiducia in se stessi (e nelle persone che ci circondano), tanta
voglia di allenarsi e superare le difficoltà e amore verso la propria
disciplina.”
Quale può essere un
messaggio per avvicinare i ragazzi allo sport? “Fate sport
perché vi aiuta a crescere. Vi aiuta a diventare persone a 360 gradi. Vi aiuta
a capire meglio voi stessi e il vostro corpo. Fate sport non vuol dire solo
farlo a livello agonistico, si può farlo anche solo come passatempo, usatelo
come una distrazione dalla vita quotidiana. Lo sport vi apre un grande mondo,
nel quale imparerete a relazionarvi con gli altri, ma soprattutto con voi
stessi. Aiuta a capire quali sono i vostri limiti e quali invece sono limiti
solo mentali che pensiamo di avere fin quando non impariamo a superarli.”
Lo
sport fa spingere sempre oltre, fa alzare sempre più l’asticella ma importante
è rimanere corretti con se stessi e con gli altri.
C’è stato il
rischio di incorrere nel doping? Quale può essere un messaggio per
sconsigliarne l’uso? “Non ho mai avuto nemmeno
il desiderio di incorrere nel doping. La ritengo una cosa stupida. Lo sport
deve essere usato per capire fin dove ci possiamo spingere con la Nostra testa
e con il nostro fisico e non con “l’aiuto” di sostanze che ci semplifichino
questo processo. Un vero atleta non viene neanche sfiorato dal pensiero di
utilizzare sostanze dopanti, tutt'altro. Il doping è il suo nemico.”
Lo
sport permette di approfondire la conoscenza di se stessi, dei propri muscoli,
della propria forza e resistenza, della propria concentrazione, fermezza.
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare sport? “Sono riuscita a scoprire lati del mio carattere che non pensavo di
avere. Faccio sport da quando sono molto piccola. Ho cambiato diversi sport,
pensi che ho “visto” la mia prima gara di ciclismo che nel 2000 praticava mio
papà quando non avevo neanche 1 mese. È stato il tiro con l’arco però a farmi
scoprire tutta me stessa. Ho capito in particolare di essere molto caparbia
oltre che testarda, non riesco a
smettere di allenarmi anche quando le cose non vanno come vorrei. Anzi mi
spingo ad allenarmi ancor di più per raggiungere i miei obiettivi e la condizione
fisica e mentale perfetta, lavoro ogni giorno, seguendo questo obiettivo.”
Nella
mente degli atleti ci sono sempre gare da fare, da partecipare, da sperimentare
sia benessere che performance.
Quando ti sei sentita
campionessa nello sport? Qual è la gara della tua vita? “Mi sono sentita campionessa nello sport tutte le volte che sono
riuscita a raggiungere gli obbiettivi che mi ero prefissata, mantenendo uno
stato di concentrazione/rilassamento tale da permettermi di godermi la gara
oltre che a tirare.”
Prossimi
obiettivi? “Essere tra le prime 5 Juniores femminile nella Ranking italiana indoor, sarebbe importante per avere
una buona posizione per i prossimi campionati italiani.”
Sogni realizzati e da realizzare? “Realizzati
direi sicuramente il raggiungimento del podio alla Coppa Italia a squadre,
perché io e gli altri cinque componenti della squadra desideravamo molto salire
nel podio e farcela è stata un’emozione immensa. E oltre a questo anche la
partecipazione alla World Cup Indoor a Nimes in Francia è stato un sogno
completamente realizzato perché oltre ad aver partecipato sono riuscita anche a
fare un punteggio tale da rendermi orgogliosa di me stessa. Invece il sogno che
vorrei riuscire a realizzare sarebbe quello di entrare in Aeronautica Militare
per potermi dedicare completamente al mio sport e sarebbe un grandissimo onore
anche poter partecipare alle gare indossando la loro divisa.”
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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