sabato 22 settembre 2018

“La Sbarra & I Grilli - Team Purple” 2^ squadra femminile alla 12 x 1 ora 2018

Matteo Simone

Presso lo Stadio delle Terme ha avuto luogo il 15/09/2018 la 23ª edizione della Staffetta 12 x 1 ora, organizzata dall’ACSI Comitato Provinciale Roma.

La squadra femminile salita sul gradino più alto del podio è stata “Podistica Solidarietà Top Ladies” che totalizza metri 150.377, al 2° posto per il terzo anno consecutivo “La Sbarra & I Grilli Team Purple” con metri 149.519, terzo posto “G.S. Bancari Romani A” con metri 143.633.
Far parte di una squadra significa condividere momenti, attimi, parole, sguardi, intese, dove diventa importante fidarsi e affidarsi, dove diventa importante stare e fare insieme.
Di seguito le testimonianze di Chiara Velocci e Sara Cipollone, atlete della squadra “La Sbarra & I Grilli - Team Purple”.
Hai sentito pressione o responsabilità per la tua ora di gara?
Chiara: “Ho sentito la Responsabilità di garantire la presenza e di non mollare durante la gara. C’era anche la pressione di riuscire a triplare l’avversaria, ma ero consapevole che non ne avevo e che non potevo fare altro che correre più vicino possibile ai miei due accompagnatori (Simone e Vincenzo).”
Sara: Parzialmente, ma non per colpa dei compagni di squadra, tutt'altro. Il motivo è semplicemente che la mia partecipazione in una competizione di squadra, dinamica a cui non sono abituata, mi spinge a non prendere sotto gamba la questione, a dover cercare di dare di più di quanto darei da sola solo per me stessa, per non deludere o tirare indietro i compagni o rovinare il risultato collettivo.”

Quando c’è di mezzo una squadra si è focalizzati nell’impegno senza incertezze, si attingono energie dentro se stessi per cercare di apportare il massimo contributo possibile alla squadra.
Quali erano i pensieri alla partenza, alla mezz’ora e nel finale?
Chiara: “Alla partenza speravo, almeno, di doppiare la mia “avversaria”. Dopo 30 minuti pensi che, purtroppo, non è la staffetta di mezz’ora e che sei al 50% dello sforzo, ma devi finire la gara. Vorresti gettare la spugna, ma andresti a compromettere la squadra ed inizi a concentrarti, esclusivamente, sullo spirito di squadra. Nel finale pensi di aver dato il tuo massimo della giornata.”

Sara: “Alla partenza nessuno in particolare, come sempre quando corro svuoto la testa dai pensieri che contiene per riempirla di nuovi durante la corsa stessa. Alla mezz'ora ero concentrata sulla gestione della gara, cominciando a sentire la stanchezza speravo di non cedere e di gestirla al meglio fino alla fine. Nel finale mi ero posta il mio piccolo obiettivo di superare per la quarta volta l’avversaria ed ero concentrata sulla fatica. Una volta finito tutto le mie sensazioni sono state soddisfazione e gratitudine profonda verso la mia lepre che mi ha non aiutato ma completamente accompagnato e supportato in una gara che per inesperienza non avrei saputo gestire.”

Nella mente di atleti che gareggiano per un obiettivo di squadra si affollano tanti pensieri prima, durante e dopo la gara. Ci si prepara fisicamente e mentalmente per arrivare pronti e al meglio alla partenza della gara, ci si guarda intorno, si scambiano informazioni informazioni e sguardi con amici di squadra e altri atleti, ma la testa è sempre verso il traguardo per non distrarsi, non mollare, per portare a termine nel migliori dei modi la propria prova che potrà essere più o meno determinante per la buon riuscita della squadra anche se comunque vada c’è sempre da apprezzare la partecipazione al gioco di squadra.
Come hanno contribuito alla tua prestazione compagni di squadra, amici e parenti?
Chiara: “Il tifo dei compagni di squadra dava un senso a quel “cricetare”. Alcuni Amici ti doppiavano, altri ti incoraggiavano ed altri ti gridavano “stai serena”. In questa competizione non c’era, come al solito, il mio papà, ma c’era la madre di Andrea ed il papà di Fabrizio. Entrambi sono dei “riferimenti” soprattutto nelle gare di squadra: la loro presenza amplifica lo spirito goliardico delle staffette.”
Sara: “Domenico mi ha praticamente preso per mano. Gratitudine completa e assoluta verso di lui. Gli altri sono stati fantastici dal bordo pista, a ogni giro mi incitavano, tant'è vero che velocizzavo sempre quando gli passavo davanti. Davvero una bella squadra. I miei sono venuti a vedermi e sono arrivati alla mezz'ora e la loro presenza per me è stata importantissima, mi ha dato un ulteriore stimolo a fare bene e mi ha trasmesso serenità. Non vedevo l'ora di finire per abbracciarli.”

Lo sport è anche compagnia, aiuto, condivisione, a volte si instaurano delle alleanze in corsa, si fatica insieme per alleviare l’eventuale stanchezza percepita, ci si aiuta a vicenda, c'è chi chiede, chi offre, chi da, chi riceve. 
Lo sport a volte diventa un’occasione per conoscersi nella fatica, nel controllo di se stessi, dei propri movimenti, delle proprie intenzioni. 
Le gare nei circuiti permettono di essere al centro dell’attenzione di amici, familiari, avversari, passanti, conoscenti e l’aria che si respira è un misto e una fluttuazione di euforia, entusiasmo, incertezza, dubbi che comunque permette all’atleta di fare la propria esperienze accogliendo il meglio che può servire per il proprio benessere e per la propria performance.
Cosa hai appreso e portato a casa da questa esperienza?
Chiara: “Ho appreso che lo Spirito di Squadra e la parola data al Presidente mettono in subordinazione qualsiasi tipo di inconveniente (una costola rotta, un dolore incessante nella zona inguinale, calo di forze, influenza). Inoltre, ho appreso che vince chi ci crede dall’inizio alla fine e vive quel “cricetare” con un tocco di agonistica follia: Fabrizio Spadaro…il nostro 'Aandò hanno preso questo.”
Sara: Cosa vuol dire essere una squadra, mettersi in gioco per un risultato collettivo, dare il massimo per riuscire insieme, essere non uno ma uno di tanti per costruire qualcosa di bello dove ognuno mette il suo, ed inoltre sperimentare la generosità e l'altruismo che i compagni mettono in gioco per aiutarti e la forza l'appagamento e la soddisfazione che queste emozioni e questi valori ti lasciano dentro, ancora di più della prestazione sportiva e molto più rilevanti di essa.”

Lo sport permette di sperimentare la ciclicità della vita, l’andare avanti con fiducia costruendo obiettivi individuali, di coppia, di gruppo , di squadra, rispettandosi a vicenda e vivendo appieno ogni fase del ciclo, dalla decisione, alla progettazione, alla preparazione, all’attesa, la partenza, il viaggio, l’arrivo, il post, apprendendo sempre dall’esperienza, portando a casa sempre validi insegnamenti, rafforzandosi sempre sia individualmente che insieme.

Matteo SIMONE  
380-4337230 - 21163@tiscali.it   
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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