Quando mi hanno messo la medaglia al collo ho avuto lacrime di gioia
Matteo SIMONE
Lo sport permette di conoscere, approfondire, apprezzare, accettare la ciclicità della vita come le salite e le discese, la tristezza e la felicità, il pianto e il sorriso, la vittoria e la sconfitta, tutto ha un senso, tutto come arriva così passa, importante è l’esperienza che si fa e dalla quale si apprende sempre.
Di seguito Fabiola racconta la sua esperienza di maratona a Budapest,
rispondendo ad alcune mie domande.
Complimenti per il tuo
sorriso all'arrivo, com'è andata? “Ciao Matteo
grazie mille, si sono arrivata con il sorriso perché questa volta ho fatto una gara
tutta per me senza l’ansia della competizione.”
Cosa ti ha
aiutato e cosa ha remato contro? Che segno ti ha lasciato questa gara?
“Niente e nessuno ha remato contro di me, e per la
prima volta oggi quando mi hanno messo la medaglia al collo ho avuto lacrime di
gioia.”
La competizione non è solo forza e resistenza ma anche tanta testa, tanta sensibilità tanti pensieri e preoccupazioni, tante pressioni, tante aspettative, dubbi e certezze.
C’è un mondo dietro la facciata dell’atleta, dietro le prestazioni, dietro le vittorie, un mondo fatto di esperienza e di crescita personale anche attraverso lo sport.
La competizione non è solo forza e resistenza ma anche tanta testa, tanta sensibilità tanti pensieri e preoccupazioni, tante pressioni, tante aspettative, dubbi e certezze.
Che aria hai respirato? “Sono arrivata qui a Budapest con mio marito che per la prima volta dopo venti anni di matrimonio siamo riusciti a concederci una vacanza e che vacanza, la mia prima volta all'estero … accompagnata da lui e da cari amici sono partita incredula di quello che stavo vivendo … i tre giorni precedenti la gara ho girato Budapest come una trottola per non perdimi nulla di questa bellissima Città.”
E’ importante l’approccio alla maratona, se l’approccio è troppo competitivo si vide in una modalità di tensione perché a volte si investe tanto nella preparazione e nella partecipazione, tanta fatica per allenarsi, tante rinunce, tanto tempo dedicato, tanti orti trascurati per cercare di fare del proprio meglio, per arrivare il giorno della gara al meglio delle proprie condizioni per cercare di fare una eccellente prestazione.
A volte si può avere una modalità di
partecipazione alla maratona più rilassata, vivere un’esperienza condividendo
con amici atleti la gara e accompagnatori tutto quello che c’è di contorno a
una maratona.
E’ importante l’approccio alla maratona, se l’approccio è troppo competitivo si vide in una modalità di tensione perché a volte si investe tanto nella preparazione e nella partecipazione, tanta fatica per allenarsi, tante rinunce, tanto tempo dedicato, tanti orti trascurati per cercare di fare del proprio meglio, per arrivare il giorno della gara al meglio delle proprie condizioni per cercare di fare una eccellente prestazione.
Cosa è cambiato in te nel tempo? “Per la prima volta ho goduto questa gara, km per km, guardando attorno per gustare le meraviglie che si presentavano ai miei occhi.”
Sei stata brava o potevi far meglio? “Non so se avrei
potuto fare meglio o peggio, ho corso nella massima libertà.”
Prima di una maratona c’è tanta attesa, tante aspettative, tanta organizzazione, poi c’è la gara che dura tanto ma poco rispetto ai mesi di preparazione, passa in fretta nonostante la fatica, e si torna a casa al quotidiano elaborando l’esperienza, facendo decantare quanto sperimentato, e raccontando agli interessati le proprie sensazioni.
Prima di una maratona c’è tanta attesa, tante aspettative, tanta organizzazione, poi c’è la gara che dura tanto ma poco rispetto ai mesi di preparazione, passa in fretta nonostante la fatica, e si torna a casa al quotidiano elaborando l’esperienza, facendo decantare quanto sperimentato, e raccontando agli interessati le proprie sensazioni.
Cosa dicono di te a casa,
al lavoro, gli amici? Dedichi a qualcuno questa gara? “I miei amici e i miei figli sono orgogliosi di me. Dedico a ognuno di
loro questa mia piccola vittoria.”
Chi ti ha
appoggiato, sostenuto, consigliato? “Mi sostiene
sempre la mia famiglia insieme alla mia coach Eleonora e agli amici quelli veri.”
Gli
atleti, soprattutto maratoneti e ultramaratoneti, hanno bisogno di tanto
coraggio ma anche tanto sostegno e quando tutto finisce anche tante coccole,
riposo e benessere per compensare la fatica e lo sforzo perdurato nel tempo.
Come recuperi ora e con quali coccole? “Recupero
girando ancora un paio di giorni per Budapest, con le Terme, cibo e i miei
amici.”
Nella mente dei maratoneti e ultramaratoneti ci sono sempre tante direzioni da prendere, tante mete e obiettivi sfidanti da raggiungere, tanti sogni da rincorrere per smarcarli uno alla volta, un passo alla volta senza fretta ma sempre con nuove consapevolezze e risorse residue rimodulando sempre sogni e obiettivi in base a quello che c’è nel momento presente.
Nella mente dei maratoneti e ultramaratoneti ci sono sempre tante direzioni da prendere, tante mete e obiettivi sfidanti da raggiungere, tanti sogni da rincorrere per smarcarli uno alla volta, un passo alla volta senza fretta ma sempre con nuove consapevolezze e risorse residue rimodulando sempre sogni e obiettivi in base a quello che c’è nel momento presente.
Ora cosa
vedi davanti a te? “Spero di continuare ancora
a correre e programmare altre gare a piccoli passi, per continuare nel mio
sogno ancora a lungo.”
Un’intervista a Fabiola è riportata nel libro “La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza”.
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La 100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza.
È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione.
Sono trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su se stesso.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta
Autore di libri psicologia e sport
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