giovedì 27 settembre 2018

Roberto Isolda, runner: La consapevolezza è di sapermi divertire su qualsiasi terreno

Coltivo nuovi progetti costruttivi in ottica di migliorare la prestazione sulla 100k
Matteo SIMONE 

Coltivare la passione della 100km significa dedicarsi a un grande orto che abbisogna di cura e allenamenti costanti e continuativi di lunga durata e intensi dal punto di vista qualitativo, ma se c’è passione, intenzione, motivazione, obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili si può fare tutto, tutto pesa di meno. 

Di seguito Roberto, della Bergamo Stars Atletica racconta un po’ del suo orto rispondendo ad alcune mie domande.
Ciao Rob, cosa combini ora?Ciao Matteo! Coltivo nuovi progetti costruttivi in ottica di migliorare la prestazione sulla 100k.”

La ciclicità della vita è fatta di programmazione, pianificazione, progetti, attese e poi tutto passa, passa la gara, la partenza la fatica e quello che rimane le intense esperienze di gara: incontri, sguardi, ricchezza interiore, nuove consapevolezze che con il tempo bisogna assorbire e farle depositare nel nostro cuore, corpo, anima e mente che ci aiutano nel futuro per riflettere e per ricordare come siamo riusciti perché a volte lo dimentichiamo.
Progetti trail? Strada?A metà ottobre sarò al Morenic Trail (119K e 2.500 mD+), gara molto corribile sopra Ivrea. E poi da novembre il pensiero andrà a Seregno 2019!

Nella mente degli atleti soprattutto degli ultrarunner tanti progetti e sfide difficili e bizzarre per divertirsi e per uscire sempre di più dalla zona di confort per sentirsi vivi davvero sperimentando situazioni, sensazioni, emozioni intense ma con attenzione.
Nuove consapevolezze?La consapevolezza è di sapermi divertire su qualsiasi terreno: questo è stato un anno polivalente, ho gareggiato su sentieri, asfalto e pista, cosa chiedere di più?

E’ importante coltivare sempre di più la consapevolezza fluttuante che a volte va via, ci abbandona e ci lascia in balia dell’istinto, delle pulsioni, ma poi la consapevolezza ritorna per ricordarci quali sono le nostre capacità, risorse, caratteristiche, limiti.
Quando ti sei sentito campione nello sport? Qual è la gara della tua vita?Mai sentito tale, i campioni sono altri. La gara della mia vita è l’Ultra Trail du Mont Blanc nel 2014, non la prestazione in sé ma per chi mi ha seguito in gara e per chi ho trovato all'arrivo.” 
Familiari e amici cosa dicono del tuo sport?
All'inizio c’è stata qualche resistenza ma ora vedono la corsa come parte integrante del mio Io.”

In tutto c’è sempre un inizio e poi un percorso fatto di fatica e divertimento, di crescita e miglioramenti, di stop, infortuni, sconfitte, vittorie, e tanto altro. Questo è il bizzarro e divertente mondo dello sport.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Ho iniziato nel 2010 con due ex colleghi con l’obiettivo, entro un anno, di riuscire a correre 8k. Poi la cosa è sfuggita di mano.” 
In che modo hai raggiunto la performance? Chi contribuisce alla tua performance?Se di performance si può parlare, credo che il contributo maggiore venga dalla mia testa dura e da una soglia del dolore relativamente alta.”

L’atleta di ultradistanza ha la caratteristica di essere cocciuto, nel senso che se si mette in testa un’idea, un progetto, la vuole portare a termine a tuti i costi, si documenta, si allena, si affida a preparatori cercando prima o poi di trasformare il suo sogno in realtà.
Quale esperienza passata ti dà fiducia nel raggiungere i tuoi obiettivi?Il bagaglio di tutte le esperienze.” C’è un episodio curioso o divertente nella tua carriera sportiva?Le allucinazioni durante le gare notturne in montagna mi regalano grandi emozioni. Vedere donne anziane che tendono le braccia verso di me per poi scoprire essere alberi secchi.”

Coltivare la passione della 100km significa dedicarsi a un grande orto che abbisogna di cura e allenamenti costanti e continuativi di lunga durata e intensi dal punto di vista qualitativo, ma se c’è passione, intenzione, motivazione, obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili si può fare tutto, tutto pesa di meno.
Quali sensazioni sperimenti nello sport: allenamenti, pregara, gara, post gara?Le sensazioni sono le stesse che si provano al di fuori del contesto sportivo ma nella corsa diventano esponenzialmente più intense. In allenamento ricreo le possibili situazioni e pensieri durante la gara, crisi annesse, per trovare escamotage e possibili soluzioni.” 
Quali sono le difficoltà e i rischi nel tuo sport? La gara più difficile?L’unica difficoltà è il tempo dedicato, di rischi non ne vedo.”

Quando c’è un problema è importante comprendere cosa è successo davvero, cosa abbiamo trascurato, cosa possiamo fare ora, ed è importante non considerare il problema tutto intero difficile e impossibile da risolvere, ma studiarlo bene e comprendere da che parte iniziare la risoluzione cercando di curare diversi aspetti.
Come superi crisi, sconfitte, infortuni?Spacchettando il problema e vedendolo sotto più punti di vista e in tempi diversi, è l’unico modo per banalizzare un infortunio ed evitare che si ripeta o per accettare una sconfitta (se mai si può parlare di una sconfitta nella corsa).”

Lo sport è importante non solo per adulti, ma anche per i ragazzi per essere educati al gesto sportivo, alla fatica, alla condivisione di un tempo di sport e di regole, di successi e sconfitte, di allenamenti e gare di squadra cooperando e dando ognuno il proprio apporto, insomma un vero insegnamento allo stare in gruppo e anche a riuscire a fare qualcosa a livello individuale con passione, impegno e determinazione.
Un messaggio per avvicinare i ragazzi allo sport?
Vivere il gesto atletico come un gioco, reiterarlo per migliorarlo sarà una conseguenza naturale da vivere con leggerezza.”

A volte il doping diventa un cancro dello sport, ammazza lo sport, demotiva le persone a seguire lo sport e a fare sport.
C’è stato il rischio di incorrere nel doping? Un messaggio per sconsigliarne l’uso?Per fortuna no perché come atleta cresco in un ambiente genuino. Sapere che a Seregno su 20 controlli ben 2 son risultati positivi mi ha demoralizzato perché rende la prestazione ancora più relativa, interpretabile e da guardare con senso critico.”

Lo sport sviluppa l’autoconsapevolezza delle proprie possibilità, capacità, limiti, soprattutto lo sport di endurance aiuta a monitorarsi sempre, a fare attenzione a tanti aspetti non solo a livello fisico ma anche nutrizionale e mentale.
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare sport?La consapevolezza del problem solving oltre che alla resistenza allo stress.” 
Ritieni utile lo psicologo dello sport?Sì, è una figura sottovalutata ma spesso può fare la differenza tra un ritiro e un ottimo risultato in gara.”

Nella mente degli ultrarunnner si affollano sempre pensieri rivolti alle prossime gare e allenamenti, chilometri da percorrere, paesaggi da visitare, allenamenti da fare, tempi da migliorare,
Prossimi obiettivi? “Sicuramente rafforzare l’esperienza sulla 100K”. 
Sogni realizzati e da realizzare?Tanti realizzati ma ancora molti da realizzare.”

Ringrazio Roberto per le sue risposte e apprezzo la sua modalità di fare sport di endurance divertendosi nonostante la fatica.

Matteo SIMONE 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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