sabato 22 settembre 2018

Si è svolta a Policoro la 6 Days UMF - Italian Ultra Marathon Festival (ITA)

Sessegolo Didier vince la 6 giorni, Rolando Marzorati vince la 48 ore

Si è svolta a Policoro, dal 10 al 16.09.2018, la 6 Days UMF - Italian Ultra Marathon Festival (ITA) con 29 atleti classificati di cui 22 uomini e 7 donne, su un circuito di poco più di 1 km. Il Festival prevedeva anche la 48 ore di corsa il cui vincitore è stato Rolando Marzorati.

Nella gara di 6 giorni il francese Sessegolo Didier ha vinto totalizzando complessivamente 740.300 km precedendo l’italiano Malena Alessio km 731.704, completa il podio il Bielorusso Anatska Leanid 721.470 km, quarto lo spagnolo Posado Perez Jose Luis 695.968, quinto Alimonti Daniele 666.666 km. Al 6° posto e 1^ donna la spagnola Tomaz de Aquino Maria Jose 663.308 km, 7° posto il giapponese Okiyama Kenji 663.308, ottavo posto e 2^ donna l’argentina Cotugno Gabriela 620.564 km, nono posto Taliani Massimo 1960 M55 614.004 km, decimo posto e terza donna la giapponese Okiyama Hiroko (Yuko) 608.921 km. Satta Marinella 1957 W60 si classifica al 18° posto e 4^ donna 444,454 km.

Il vincitore della 48 ore è stato Rolando Marzorati SM55 che ha totalizzato km 292,600 precedendo Giuseppe Matteucci km 284,900 e Sonia Lutterotti km 278,300 che ha vinto la gara femminile. Completa il podio maschile Piero Cossalter km 269,500 mentre arriva al 4° posto e 2^ donna Valeria Empoli km 267,300, a seguire Garfield Jones km 260,700, Christian Ritella km 233,200, Nicola D’Alessandro  226,600, Francesco di Pierro km 199 .

Di seguito un paio di atleti raccontano la loro esperienza attraverso risposte ad alcune mie domande.

Ciao, come ti sei preparato e organizzato?

Marinella: “Ciao Matteo, rispondo volentieri alle tue domande. Ho sempre fatto come sempre, nulla in particolare; ho fatto le ferie tra giugno e luglio, chiaramente ti alleni poco al mare, circa 8-10 km al giorno (per 6 allenamenti settimanali); ho corso la 6 ore di Banzi il 30 giugno, quando sono rientrata dalle vacanze ho fatto le 10 maratone sul lago d’Orta ad agosto e 2 maratone non competitive nella 4 giorni di Foglizzo (To). Quando sono rientrata da queste fatiche, ho cominciato a fare qualche allenamento palleggiando con 2 palloni.”

Giuseppe: “Ho preparato questa esperienza lunga 48 ore con la testa. Qualcuno mi ha detto con un colpo di testa. Scherzi a parte la preparazione di base c’era, ho aggiunto “solo” un po’ di determinazione.”

L’amica fatica sta sempre accanto agli atleti per permettergli di allenarsi quotidianamente per potersi presentare alle gare ed eventi importanti al meglio delle proprie condizioni o comunque in grado di ben figurare.

Che aria hai respirato?

Marinella: “Durante la 6 giorni, a parte la fatica, si respira una bella aria, gioiosa e di solidarietà. Si festeggiava per ogni occasione. Una cosa curiosa, durante la gara, il 15 settembre, visto che era il mio compleanno ho ricevuto auguri di buon compleanno da tutti i partecipanti di Policoro, praticamente da tutti i continenti, giapponesi, americani, argentini, indiani, europei e naturalmente italiani. Buon auspicio per tutto l'anno. Chissà che non giri il mondo.”

Giuseppe: “Ho respirato l'aria positiva tipica dei lunghi percorsi. Quell’aria che tanto mi piace dove contano più le emozioni che la preformance in se.

Lo sport e in particolare l’ultramaratona permette di sperimentare oltre all’amica fatica un mondo fatto di forti esperienze che restano per tanto tempo per ricordare quello che si è fatto sperimentando benessere e performance con felicità e resilienza. 

Cosa ti ha aiutato e cosa ha remato contro?

Marinella: “Aiuta molto la testa e la convinzione di potercela fare, senza stress, senza pensare al risultato, cercare solo di fare la tua gara, senza pensare alle concorrenti. Remato contro, non saprei, forse il gran caldo.”

Giuseppe: “Mi ha aiutato molto la condivisione con Valeria e il generoso supporto del suo papà. La straordinaria positività dell'esperienza offusca del tutto ciò che non ha girato.”

Un buon approccio nelle ultramaratone è fare del proprio meglio coltivando il proprio orto momento dopo momento, passo dopo passo, metro dopo metro, chilometro dopo chilometro, giro dopo giro, giorno dopo giorno, rispettando il proprio corpo e anche gli altri.

Cosa è cambiato in te nel tempo?

Marinella: “Credo sempre di essere come prima. Nulla in particolare. Sono sempre contenta di essere presente e terminare la gara, in buone condizioni fisiche.”

Giuseppe: “Ho iniziato le mie ore di corsa promettendomi di fermarmi lì dove ne avessi ravvisato l'esigenza. Con il passare del tempo prendeva presa in me la certezza di godere di tutto il percorso.”

La corsa per tanti chilometri, per tante ore di sport permette di portare a casa sempre nuove consapevolezze, nuove forze interiori.

Cosa porti a casa?

Marinella: “La soddisfazione di aver terminato anche questa avventura. Inoltre, ho migliorato la miglior prestazione della 48 ore, categoria w60, con Km 200.”

Giuseppe: “Porto con me la forte convinzione che nelle cose bisogna crederci sempre, prescindendo dal risultato. Importante è metterci sempre cuore e passione.”

Gli ultramaratoneti sono considerati sempre persone sorprendenti e bizzarri, hanno sempre tanto da raccontare, tanta fatica che hanno attraversato grazie anche a una consapevolezza fluttuante che a volte li abbandona ma poi ritorna per ricordarli cosa sono, cosa possono fare, dove possono andare in base alla proprie capacità, qualità, caratteristiche e limiti.

Cosa dicono di te a casa, al lavoro, gli amici? Cosa racconti a casa, al lavoro agli amici?

Marinella: “Tanti amici si complimentano. La solita fuori di testa (in senso buono).  Sono riuscita ad andare in pensione, con opzione donna. Se mi chiedono, racconto, la 6 giorni, ormai, è diventata una gara di routine, come una 10 km o una maratona

Giuseppe: “Molti sono fieri. Alcuni simpaticamente mi danno del pazzo. Racconto della bellezza dell'esperienza. Racconto che girare tante volte l'anello del circuito non è monotono perché l'esperienza di ogni giro è diversa dal precedente

Nello sport di corsa per tanti chilomentri dove c’è un movimento in avanti continuo per ore e ore, bisogna essere motivati, bisogna avere l’intenzione di esserci e di farlo, bisogna essere determinati, bisogna esserci con il cuore, il corpo e la mente.

Hai appreso qualcosa in più su te stessa o dagli altri atleti?

Marinella: “Più amicizia, ho avuto occasione di conoscere altri atleti stranieri.”

Giuseppe: “Si. La conferma che bisogna crederci.”

Gare di ultramaratone della durata di 6 giorni come il festival di Policoro diventa un’occasione di incontri e confronti, una possibilità di viaggiare il mondo correndo in un circuito di poco più di 1 km osservando gli atleti stranieri, le loro abitudini, le loro modalità di faticare e tanto altro.

Lasci qualcosa a Policoro?

Marinella: “Sì, la solidarietà, l'amicizia, il divertimento e gli imprevisti che sono sempre dietro l'angolo in questo tipo di gare.”

Giuseppe: “Un po' del mio entusiasmo e della mia corsa a ritmo di musica a tratti canterina.”

Tutto passa, tutto scorre, tutto cambia, questo è la ciclicità dello sport come nella vita; ci sono attese, programmi, percorsi, viaggi, partenze e poi arrivi e ritorni e tutto ricomincia rimodulando sempre nuovi obiettivi con quelllo che c’è a disposizione nel momento presente per andare dove vogliamo andare con le risorse che abbiamo a disposizione cercando sempre di far meglio con motivazione, passione, intenzione, impegno, determinazione, resilienza.

Lo sport di lunga durata dove bisogna starci fino alla fine e capire come andare avanti, dove attingere forza e volontà, permette di incrementare la consapevolezza delle proprie qualità e caratteristiche.

Qual è stato il tuo punto di forza?

Marinella: “Testardaggine, anche quando volevi mollare, bisogna sempre cercare di onorare la gara, a prescindere dal chilometraggio.”

Giuseppe: “Il mio punto di forza è nella solarità che mi regala la corsa.”

Lo sport prolungato per tante ore mette in circolo sostanze che fanno sperimentare benessere, che se ti fermi ne senti la mancanza, e quando finisce tutto si sperimenta a volte solitudine, si sperimenta una mancanza di fatica.

Ora cosa vedi davanti a te?

Marinella: “Adesso, finito tutto, penso di fare almeno 1 ultramaratona alla settimana, al parco Ruffini, fare la 100 km delle Alpi il 6 ottobre, e allenarmi un giorno si e un giorno no palleggiando con 2 palloni, in previsione della maratona di New York di novembre, giusto per allenare le braccia, Comunque, corro palleggiando per circa 1 ora senza particolari difficoltà. Devo solo incrementare l'allenamento del palleggio. Dopo New York, sono stata invitata all'ultramaratona di Sorrento-Positano del 2 dicembre 2018 che parteciperò molto volentieri.”

Giuseppe: “Una corsa ricca e lunga quanto la distanza tra Milano e Sanremo.”

http://www.mjmeditore.it/autori/matteo-simone
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+simone+matteo.html

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