Sessegolo Didier vince la 6 giorni, Rolando Marzorati vince la 48 ore
Si
è svolta a Policoro, dal 10 al 16.09.2018, la 6 Days UMF - Italian Ultra Marathon
Festival (ITA) con 29 atleti classificati di cui 22 uomini e 7 donne, su un
circuito di poco più di 1 km. Il Festival prevedeva anche la 48 ore di corsa il
cui vincitore è stato Rolando Marzorati.
Nella gara di 6 giorni il francese Sessegolo
Didier ha vinto totalizzando complessivamente 740.300 km precedendo
l’italiano Malena Alessio km 731.704, completa il podio il Bielorusso Anatska
Leanid 721.470 km, quarto lo spagnolo Posado Perez Jose Luis 695.968, quinto
Alimonti Daniele 666.666 km. Al 6° posto e 1^ donna la spagnola Tomaz de Aquino
Maria Jose 663.308 km, 7° posto il giapponese Okiyama Kenji 663.308, ottavo
posto e 2^ donna l’argentina Cotugno Gabriela 620.564 km, nono posto Taliani
Massimo 1960 M55 614.004 km, decimo posto e terza donna la giapponese Okiyama
Hiroko (Yuko) 608.921 km. Satta Marinella 1957 W60 si classifica al 18° posto e
4^ donna 444,454 km.
Il vincitore della 48 ore è stato Rolando Marzorati SM55 che ha totalizzato km 292,600 precedendo
Giuseppe Matteucci km 284,900 e Sonia Lutterotti km 278,300 che ha vinto la
gara femminile. Completa il podio maschile Piero Cossalter km 269,500 mentre
arriva al 4° posto e 2^ donna Valeria Empoli km 267,300, a seguire Garfield
Jones km 260,700, Christian Ritella km 233,200, Nicola D’Alessandro 226,600, Francesco di Pierro km 199 .
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Di
seguito un paio di atleti raccontano la loro esperienza attraverso risposte ad alcune
mie domande.
Ciao, come ti sei preparato e organizzato?
Marinella:
“Ciao Matteo, rispondo volentieri alle tue domande. Ho
sempre fatto come sempre, nulla in particolare; ho fatto le ferie tra giugno e
luglio, chiaramente ti alleni poco al mare, circa 8-10 km al giorno (per 6
allenamenti settimanali); ho corso la 6 ore di Banzi il 30 giugno, quando sono
rientrata dalle vacanze ho fatto le 10 maratone sul lago d’Orta ad agosto e 2
maratone non competitive nella 4 giorni di Foglizzo (To). Quando sono rientrata
da queste fatiche, ho cominciato a fare qualche allenamento palleggiando con 2
palloni.”
Giuseppe:
“Ho preparato questa esperienza lunga 48 ore con la
testa. Qualcuno mi ha detto con un colpo di testa. Scherzi a parte la
preparazione di base c’era, ho aggiunto “solo” un po’ di determinazione.”
L’amica
fatica sta sempre accanto agli atleti per permettergli di allenarsi
quotidianamente per potersi presentare alle gare ed eventi importanti al meglio
delle proprie condizioni o comunque in grado di ben figurare.
Che aria hai respirato?
Marinella:
“Durante la 6 giorni, a parte la fatica, si respira
una bella aria, gioiosa e di solidarietà. Si festeggiava per ogni occasione. Una
cosa curiosa, durante la gara, il 15 settembre, visto che era il mio compleanno
ho ricevuto auguri di buon compleanno da tutti i partecipanti di Policoro,
praticamente da tutti i continenti, giapponesi, americani, argentini, indiani,
europei e naturalmente italiani. Buon auspicio per tutto l'anno. Chissà che non
giri il mondo.”
Giuseppe:
“Ho respirato l'aria positiva tipica dei lunghi
percorsi. Quell’aria che tanto mi piace dove contano più le emozioni che la
preformance in se.”
Lo
sport e in particolare l’ultramaratona permette di sperimentare oltre all’amica
fatica un mondo fatto di forti esperienze che restano per tanto tempo per
ricordare quello che si è fatto sperimentando benessere e performance con felicità e resilienza.
Cosa ti ha aiutato e cosa ha remato contro?
Marinella:
“Aiuta molto la testa e la convinzione di potercela
fare, senza stress, senza pensare al risultato, cercare solo di fare la tua
gara, senza pensare alle concorrenti. Remato contro, non saprei, forse il gran
caldo.”
Giuseppe:
“Mi ha aiutato molto la condivisione con Valeria e
il generoso supporto del suo papà. La straordinaria positività dell'esperienza
offusca del tutto ciò che non ha girato.”
Un
buon approccio nelle ultramaratone è fare del proprio meglio coltivando il
proprio orto momento dopo momento, passo dopo passo, metro dopo metro,
chilometro dopo chilometro, giro dopo giro, giorno dopo giorno, rispettando il
proprio corpo e anche gli altri.
Cosa è cambiato in te nel tempo?
Marinella:
“Credo sempre di essere come prima. Nulla in
particolare. Sono sempre contenta di essere presente e terminare la gara, in
buone condizioni fisiche.”
Giuseppe:
“Ho iniziato le mie ore di corsa promettendomi di
fermarmi lì dove ne avessi ravvisato l'esigenza. Con il passare del tempo
prendeva presa in me la certezza di godere di tutto il percorso.”
La
corsa per tanti chilometri, per tante ore di sport permette di portare a casa sempre
nuove consapevolezze, nuove forze interiori.
Cosa porti a casa?
Marinella:
“La soddisfazione di aver terminato anche questa
avventura. Inoltre, ho migliorato la miglior prestazione della 48 ore, categoria
w60, con Km 200.”
Giuseppe:
“Porto con me la forte convinzione che nelle cose
bisogna crederci sempre, prescindendo dal risultato. Importante è metterci
sempre cuore e passione.”
Gli
ultramaratoneti sono considerati sempre persone sorprendenti e bizzarri, hanno
sempre tanto da raccontare, tanta fatica che hanno attraversato grazie anche a
una consapevolezza fluttuante che a volte li abbandona ma poi ritorna per
ricordarli cosa sono, cosa possono fare, dove possono andare in base alla proprie
capacità, qualità, caratteristiche e limiti.
Cosa dicono di te a casa, al lavoro, gli amici? Cosa racconti a casa,
al lavoro agli amici?
Marinella:
“Tanti amici si complimentano. La solita fuori di
testa (in senso buono). Sono riuscita ad
andare in pensione, con opzione donna. Se mi
chiedono, racconto, la 6 giorni, ormai, è diventata una gara di routine, come
una 10 km o una maratona”
Giuseppe:
“Molti sono fieri. Alcuni simpaticamente mi danno
del pazzo. Racconto della bellezza
dell'esperienza. Racconto che girare tante volte l'anello del circuito non è
monotono perché l'esperienza di ogni giro è diversa dal precedente”
Nello
sport di corsa per tanti chilomentri dove c’è un movimento in avanti continuo
per ore e ore, bisogna essere motivati, bisogna avere l’intenzione di esserci e
di farlo, bisogna essere determinati, bisogna esserci con il cuore, il corpo e
la mente.
Hai appreso qualcosa in più su te stessa o dagli altri atleti?
Marinella:
“Più amicizia, ho avuto occasione di conoscere altri
atleti stranieri.”
Giuseppe:
“Si. La conferma che bisogna crederci.”
Gare
di ultramaratone della durata di 6 giorni come il festival di Policoro diventa
un’occasione di incontri e confronti, una possibilità di viaggiare il mondo
correndo in un circuito di poco più di 1 km osservando gli atleti stranieri, le
loro abitudini, le loro modalità di faticare e tanto altro.
Lasci qualcosa a Policoro?
Marinella:
“Sì, la solidarietà, l'amicizia, il divertimento e
gli imprevisti che sono sempre dietro l'angolo in questo tipo di gare.”
Giuseppe:
“Un po' del mio entusiasmo e della mia corsa a ritmo
di musica a tratti canterina.”
Tutto
passa, tutto scorre, tutto cambia, questo è la ciclicità dello sport come nella
vita; ci sono attese, programmi, percorsi, viaggi, partenze e poi arrivi e
ritorni e tutto ricomincia rimodulando sempre nuovi obiettivi con quelllo che
c’è a disposizione nel momento presente per andare dove vogliamo andare con le
risorse che abbiamo a disposizione cercando sempre di far meglio con
motivazione, passione, intenzione, impegno, determinazione, resilienza.
Lo
sport di lunga durata dove bisogna starci fino alla fine e capire come andare
avanti, dove attingere forza e volontà, permette di incrementare la
consapevolezza delle proprie qualità e caratteristiche.
Qual è stato il tuo punto di forza?
Marinella:
“Testardaggine, anche quando volevi mollare, bisogna
sempre cercare di onorare la gara, a prescindere dal chilometraggio.”
Giuseppe:
“Il mio punto di forza è nella solarità che mi
regala la corsa.”
Lo
sport prolungato per tante ore mette in circolo sostanze che fanno sperimentare
benessere, che se ti fermi ne senti la mancanza, e quando finisce tutto si
sperimenta a volte solitudine, si sperimenta una mancanza di fatica.
Ora cosa vedi davanti a te?
Marinella: “Adesso, finito tutto, penso di fare almeno 1 ultramaratona alla
settimana, al parco Ruffini, fare la 100 km delle Alpi il 6 ottobre, e
allenarmi un giorno si e un giorno no palleggiando con 2 palloni, in previsione
della maratona di New York di novembre, giusto per allenare le braccia,
Comunque, corro palleggiando per circa 1 ora senza particolari difficoltà. Devo
solo incrementare l'allenamento del palleggio. Dopo New York, sono stata
invitata all'ultramaratona di Sorrento-Positano del 2 dicembre 2018 che
parteciperò molto volentieri.”
Giuseppe:
“Una corsa ricca e lunga quanto la distanza tra
Milano e Sanremo.”
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