Coltivo nuovi progetti costruttivi in ottica di migliorare la
prestazione sulla 100k
Matteo
SIMONE
Lo sport a volte diventa un grande orto da coltivare oltre all’orto familiare e lavorativo, per esempio, lo sport diventa un orto individuale per esprimersi al meglio, per sperimentarsi, per coltivare benessere ma anche performance.
Di seguito
Roberto, della Bergamo Stars Atletica racconta un po’ del suo orto rispondendo ad
alcune mie domande.
Ciao Rob, cosa combini
ora? “Ciao Matteo! Coltivo nuovi progetti costruttivi
in ottica di migliorare la prestazione sulla 100k.”
Coltivare
la passione della 100km significa dedicarsi a un grande orto che abbisogna di
cura e allenamenti costanti e continuativi di lunga durata e intensi dal punto
di vista qualitativo, ma se c’è passione, intenzione, motivazione, obiettivi
chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili si può fare tutto, tutto pesa di
meno.
La fatica a volte diventa amica perché permette di sperimentare la
ciclicità della vita che è fatta di programmazione, pianificazione, progetti,
attese e poi tutto passa, passa la gara, la partenza, la fatica e quello rimangono le intense esperienze di gara: incontri, sguardi, ricchezza
interiore, nuove consapevolezze che con il tempo bisogna assorbire e farle depositare
nel nostro cuore, corpo, anima e mente, aiutandoci nel futuro per riflettere
e ricordare come siamo riusciti, perché a volte lo dimentichiamo.
Un
grande lavoro diventa l’allenamento a ricordare le cose positivi, buone e di
successo che abbiamo sperimentato nella nostra vita che possono ritornare se ci
crediamo e ci impegniamo cavalcando sempre l’onda del cambiamento con le risorse
residue che non sono poche ma bisogna impegnarsi e crederci per recuperarle, a
volte ci vuole l’aiuto di qualcuno che stimola, allena fisicamente e
mentalmente.
Progetti trail? Strada? “Il 22 settembre sarò a Verona alla Lupatotissima sulla gara test di 6
ore così da valutare i miglioramenti nel ciclo di carico di questi ultimi
quattro mesi. Per la serie "il primo amore non si scorda mai", a metà
ottobre sarò al Morenic Trail (119K e 2.500 mD+), gara molto corribile sopra
Ivrea. E poi da novembre il pensiero andrà a Seregno 2019!”
Nella
mente degli atleti soprattutto degli ultrarunner tanti progetti e sfide difficili
e bizzarre per divertirsi e per uscire sempre di più dalla zona di confort per
sentirsi vivi davvero sperimentando situazioni, sensazioni, emozioni intense ma
con attenzione.
Nuove consapevolezze? “La consapevolezza è di sapermi divertire su qualsiasi terreno: questo è
stato un anno polivalente, ho gareggiato su sentieri, asfalto e pista, cosa
chiedere di più?”
E' importante
coltivare sempre di più la consapevolezza fluttuante che a volte va via, ci
abbandona e ci lascia in balia dell’istinto, delle pulsioni, ma poi la consapevolezza ritorna per ricordarci quali sono le nostre capacità, risorse,
caratteristiche, limiti.
Ringrazio
Roberto per le sue risposte e apprezzo la sua modalità di fare sport di
endurance divertendosi nonostante la fatica.
Matteo
SIMONE
Psicologo,
Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
380-4337230
- 21163@tiscali.it
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