Mi sono difeso, cercando di onorare
al massimo la maglia azzurra
Matteo SIMONE
L’8 settembre 2018 a Sveti Martin na Muri, in Croazia, si è disputata la trentesima edizione dei Campionati Mondiali della 100 km su strada.
A Sveti Martin na Muri, in Croazia, il primo europeo è
Giorgio Calcaterra che ripete la settima posizione individuale di due anni fa.
Il titolo a squadra maschile va al Giappone
che totalizza 19h37’01”, precedendo il Sudafrica 20h33’49”, Germania 21h02’12”,
Stati Uniti 21h05’41”, Spagna 21h06’49”, Italia è 21h31’51”. Anche tra le squadre
femminili vince il Giappone 23h03’50” che precede Sudafrica 23h56’44” e Croazia
24h13’57”.
L’Italia porta a casa individualmente
una prestigiosa 7^ posizione mondiale di Giorgio Calcaterra (Calcaterra Sport
ASD) con il crono di 6h42’35” e un 6° posto della squadra maschile con 4 atleti
classificati.
Tra gli altri atleti italiani che hanno
contribuito alla classifica di squadra da menzionare Hermann Achmueller
(Laufclub Pustertal) in 7h10’55”, ottima anche la prestazione di Lupo Francesco
(Atl. Imola Sacmi Avis) con il tempo di 7h38’21” che esordisce in nazionale
dopo la sua brillante prestazione a Seregno 2018 dove il crono di 7h13:15 gli
ha permesso di indossare la maglia azzurra e contribuire al 6° posto della
squadra maschile Italia.
A volte lo sport contagia, prende,
rapisce, sequestra, coinvolge, fa sperimentare sensazioni ed emozioni intense,
forti, uniche e se c’è anche potenzialità e talento allora si investe in tempo,
programmi e progetti di performance.
Conclude la rosa dei 4 atleti
classificati Andrea Zambelli (Pol. Scandianese) in 8h08’11”, vincitore nel 2018
della classica 100km del Passatore in 6h54:35.
Di seguito, Francesco Lupo racconta la
sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Che aria hai respirato? “Ho
semplicemente vissuto un sogno, essere parte di una grande manifestazione
sportiva. Con atleti, amici e familiari da tutto il mondo. Una cosa
incredibile. Aria di festa, di tensione. In gara il sudore, la tanta fatica.”
Gli ultramaratoneti non sono gente
capaci solo di faticare non guardando in faccia a nessuno, ma anche loro hanno
un cuore grande, si emozionano, sono sensibili, hanno tanti pensieri, dubbi,
preoccupazioni e hanno bisogno non solo di fiducia in sé e resilienza ma anche
tanto sostegno e supporto soprattutto dalle persone a loro care.
Cosa ti ha aiutato e cosa ha remato contro?
“Aiutato la mia famiglia, partita il
venerdì notte, arrivando il sabato mattina appena prima della partenza. Stavo
corricchiando verso l'ingresso in griglia e quando li ho visti e poi
abbracciati non riuscivo neanche a parlare, è stato uno dei momenti più intensi
e carichi di emozione. Remato contro,
qualche acciacco durante la preparazione. Altro… con la testa ho remato più
forte io 'ai contro'.”
Dedichi
a qualcuno questa tua prestazione? “Come
sempre alla mia famiglia, il mio unico vero sostegno. Poi a tutti i familiari e
amici che erano venuti a sostenerci. Hanno contribuito ad allentare la tensione
nei giorni precedenti la gara e durante la manifestazione il loro tifo è stato
fondamentale. Correndo su circuito, sapere di vedere un volto amico pronto a
incitarti in diversi punti del percorso per me è stato fondamentale. Li ho
ringraziati personalmente uno ad uno, ma ne approfitto per ribadirlo.
Magnifici, mi ritengo fortunato di averli conosciuti.”
Foto di Sandro Marconi (Scrotofoto) |
Cosa
è cambiato in te nel tempo? “La
passione è sempre quella del primo giorno in cui mi sono innamorato della corsa.
Un po' alla volta è cambiata la consapevolezza di poter fare anche abbastanza
bene.”
Quando si indossa la maglia azzurra c’è una grande responsabilità di fare bene, c’è anche il rischio di sentire addosso la pressione da parte di tanti che mettono gli occhi addosso all’atleta per puntare un dito, per aspettare un fallimento, ci vuole tanta forza interiore per far bene nonostante tutto con proprie convinzioni, con l’aiuto di persone esperte che ti conoscono bene e ti sanno apprezzare nel mondo giusto senza sottovalutare e senza esagerazioni.
Quando si indossa la maglia azzurra c’è una grande responsabilità di fare bene, c’è anche il rischio di sentire addosso la pressione da parte di tanti che mettono gli occhi addosso all’atleta per puntare un dito, per aspettare un fallimento, ci vuole tanta forza interiore per far bene nonostante tutto con proprie convinzioni, con l’aiuto di persone esperte che ti conoscono bene e ti sanno apprezzare nel mondo giusto senza sottovalutare e senza esagerazioni.
E’ importantissimo il contributo per la squadra oltre che
la prestazione cronometrica, per quest'ultima ci saranno altre occasioni.
Sei stato bravo o potevi far meglio? “Ho dato tutto quello che avevo, ogni briciolo
di energia. Sono riuscito a portare a termine la gara, mi sono difeso, cercando
di onorare al massimo la maglia azzurra. Sono pur sempre 100Km e sono tanti gli
imprevisti che possono capitare. Per quanto si possa fare di tutto per
prepararsi al meglio ad ogni evenienza (sapendo che le crisi arriveranno
inesorabilmente) ogni volta è una nuova "avventura". Sicuramente
cercherò di fare di più, dovessi avere un altra occasione.”
Quando si torna a casa dopo eventi
particolari di estremo sforzo fisico, c’è la voglia di raccontare a coloro che
comprendono questo sport bizzarro le proprie gesta, le proprie difficoltà i
propri pensieri per essere apprezzati, per sorprendere, per confrontarsi. In
ogni caso, si portano a casa tanti insegnamenti, incontri, racconti.
Cosa dicono di te a casa, al lavoro, gli
amici? “A casa sono davvero felici,
solo loro sanno quanto impegno ci è voluto in questi anni. Così come i miei
amici. Al lavoro passerà tutto nell'anonimato, ma va bene così non è una
polemica.”
Cosa racconti a casa, al
lavoro agli amici? “Un po' alla volta
racconterò volentieri questa esperienza a chi interessa veramente.”
Cosa porti a casa? “Porto a casa ricordi che rimarranno per
sempre nel mio cuore. Ho conosciuto persone straordinarie.” Hai appreso qualcosa in più su te stesso o
dagli altri atleti? “Sì, sia su di me che dagli altri atleti. Sono persone
straordinarie oltre che grandi atleti.”
Dietro una gara mondiale indossando una
maglia azzurra c’è un mondo di sensazioni e soprattutto si tratta di un periodo
da dedicare all’evento dedicato che va dal momento della notizia della
convocazione fino al post gara, importante è tutto il periodo di attesa e di
percorso per arrivare alla gara importante, e poi tutto passa, tutto cambia,
restano ricordi e ricca esperienza.
Lasci
qualcosa in Croazia? “Lascio un
pizzico di rammarico. E quella strana sensazione di aver vissuto tutto così in
fretta, quasi senza rendermene conto.”
Dopo ogni gara dopo i primi momenti si
tirano le somme e si sviluppa tanta consapevolezza su quello che c’è stato e
quello che non c’è stato, si comprende meglio cosa si può fare in futuro, cosa
potrebbe servire per far meglio e in modo diverso.
Che segno ti ha lasciato questa gara? “Tanta determinazione.”
Qual
è stato il tuo punto di forza? “Quello
che accomuna un po' tutti, cercare di non mollare mai.”
Chi ti ha appoggiato, sostenuto, consigliato? “La mia famiglia. In gara tutti i familiari e amici, durante la
preparazione Livio Tretto per i consigli tecnici.”
Importante la ciclicità in tutto c’è
tempo per programmare nuove gare, per allenarsi, per migliorare, e c’è anche
tempo per rilassarsi, per recuperare, tempo di coccole.
Ora cosa vedi davanti a te? “Con
calma deciderò i prossimi obiettivi...un paio di maratone...e prossimamente la
prossima 100Km.”
Come recuperi ora e
con quali coccole? “Un po’ di riposo.
Le coccole saranno le solite di tutti i giorni, giocare con mia figlia, leggere
un libro e tornare a correre.”
Ringrazio Francesco per la sua cortesia e
disponibilità a raccontare e ringrazio anche il suo celebre fotografo Sandro
Marconi “Scrotofoto”.
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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