Matteo SIMONE
Eliud
Kipchoge ha vinto la Maratona di Berlino in 02h1’39” stabilendo il nuovo record
mondiale all’età di quasi 34 anni, rafforzando sempre di più la supremazia
sulla disciplina della maratona avendo già conseguito il titolo di campione
olimpico a Rio de Janeiro nel 2016 ed avendo vinto tre volte la Maratona di
Londra. Possiamo dire che ora è il suo momento, non ce n’è per nessuno.
Il
primato precedente di 2h2’57” era di Dennis Kimetto sempre a Berlino 4 anni fa.
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
http://www.mjmeditore.it/autori/matteo-simone
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+simone+matteo.html
Cosa c'è dietro un record del mondo?
Talento
e allenamento, fiducia e un bravo allenatore, sacrifici e nutrizione
consapevole, pacer e lepri, sponsor che permettono di essere sereni, e tanto
Kenya.
Bisogna
prima nascere campione e poi diventarlo, ci vogliono i geni giusti, ma non
basta, non tutti coloro che hanno il corredo per diventare campioni poi
riescono, c’è bisogno del contesto che ti coinvolge, che crede in te, e poi te
stesso devi essere motivato, ci devi credere, devi trovare stimoli giusti, devi
essere resiliente, devi sapere aspettare il momento giusto, devi essere
persistente, devi essere amichevole, saperti allenare da solo e anche con gli
altri, devi saper ascoltare, e saper chiedere anche.
I
maratoneti vanno alla continua ricerca di prove per sondare sempre di più le
proprie possibilità. Osano ma sono convinti di farcela, e hanno dalla loro
parte le sensazioni di benessere che sperimentano, che li fanno sentire vivi
mentre fanno quello che vogliono con passione e dedizione.
I
fattori che possono influenzare l’atleta nella sua prestazione sono tanti:
un’autoconoscenza personale e interiore, a iniziare dal proprio respiro,
dall'osservazione interna ed esterna, dall'ascolto delle proprie sensazioni.
E’
indispensabile fare progetti credibili a se stessi, un ottimo punto di partenza
è credere di essere in grado di fare qualcosa, perché ci si sente di esserlo,
perché si è sperimentato gradualmente dei miglioramenti. Bisogna capire come
impiegare le proprie risorse, su chi si può puntare, su chi si fare
affidamento. Bisogna sapersi monitorare nel corso del tempo, sapersi testare o
farsi testare.
E’
importante considerare la preparazione fisica, la preparazione nutrizionale, la
preparazione mentale. Sapere gli esercizi fisici da fare per rinforzare i
distretti muscolari carenti o importanti per un determinato gesto atletico. La
preparazione va programmata con la massima accuratezza considerando il proprio
potenziale atletico relativo alle precedenti competizioni e ai precedenti
programmi di allenamento.
E’
auspicabile stilare un programma di massima di allenamento che comprenda alcuni
test importanti di allenamento o di gara, per valutare il grado di preparazione
e in modo da capire i ritmi da poter sostenere nella competizione-obiettivo. La
preparazione mentale può curare diversi aspetti che contribuiscono alla
migliore riuscita della prestazione. E’ importante partire dalla consapevolezza
dell’atleta nell’impegno che si appresta a prendere.
Una
volta fissato l’obiettivo, è importante per l’atleta prestare attenzione ai
suoi allenamenti, alle sue sensazioni, è importante sapersi ascoltare, capire
quando e quanto fatica, come fatica, come è la sua respirazione, come sente le
sue gambe, è importante accorgersi di ogni minimo fastidio e capire a cosa
possa essere dovuto, in modo da poter intervenire in tempo e rimediare per
evitare di perdere importanti sedute di allenamento e compromettere la
prestazione-obiettivo.
L’atleta
durante la preparazione per la maratona deve essere attento ai suoi bisogni e
cercare di farli coincidere con l’obiettivo prefissato, l’atleta può avere
bisogno di partecipare ad una competizione durante il periodo di preparazione,
però deve essere attento a non distrarsi dall’obiettivo previsto, quindi avere
un occhio orientato al presente ed uno al futuro prossimo.
E’
importante porre tanta attenzione nelle cose che si fanno e sviluppare
consapevolezza di sé e fiducia in se stessi. La motivazione deve essere solida.
E’ necessario attingere alle risorse interne per perseguire le mete desiderate
e cavalcare l’onda del cambiamento per seguire la direzione che porta a
trasformare sogni in realtà e raggiungere obiettivi sfidanti ma non
impossibili.
La
self efficacy è la convinzione di
possedere le capacità per raggiungere i risultati prefissati. Le fonti delle
convinzioni di efficacia: esperienze di successo, modelli di riferimento,
persuasione verbale, sensazioni sperimentate in esperienze di successo. Le
persone con un alto senso di autoefficacia percepiscono le difficoltà come
sfide.
L’autoefficacia
è la convinzione della propria capacità di fare una certa cosa o di raggiungere
un certo livello di prestazione. L’esperienza diretta di successo in compiti di
crescente difficoltà è la fonte principale delle convinzioni di autoefficacia.
Fissare obiettivi limitati, raggiungibili e progressivamente più ambiziosi è
uno dei modi migliori per aumentare l’autoefficacia.
Come
rafforzare le convinzioni di autoefficacia ricorda un evento, episodio,
prestazione dove sei riuscito e rispondi alle seguenti domande: quali erano le
sensazioni? Cosa ha contribuito alla tua riuscita? Quali tue caratteristiche
sono state determinanti? Chi ha contribuito al tuo successo?
Tenacia,
determinazione, resilienza accrescono la forza mentale per andare avanti, per
raggiungere un obiettivo prefissato, per superare eventuali crisi lungo il
percorso.
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
http://www.mjmeditore.it/autori/matteo-simone
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+simone+matteo.html
Nessun commento:
Posta un commento