giovedì 20 settembre 2018

Hermann Achmueller, 100km: Dopo questo mondiale mi sento arricchito d'esperienza

Matteo SIMONE

L’8 settembre 2018 si è disputato, a Sveti Martin na Muri in Croazia, il Campionato Mondiale della 100 km di corsa su strada vinto dal giapponese Hideaki Yamauchi in 6h28’05” davanti al connazionale Takehiko Gyoba 6h32’51” e al sudafricano Bongmusa Mthembu 6h33’47”.
(Foto di Sandro Marconi “Scrotofoto”)

Primo europeo è stato Giorgio Calcaterra (Calcaterra Sport ASD) arrivato settimo in 6h42’35” a 5” dal quinto, gli altri italiani classificati sono stati Hermann Achmueller (Laufclub Pustertal) in 7h10’55”, Lupo Francesco (Atl. Imola Sacmi Avis) in 7h38’21” e Andrea Zambelli (Pol. Scandianese) in 8h08’11.

Il titolo a squadra maschile è stato vinto dal Giappone che ha preceduto Sudafrica, Germania, Stati Uniti, Spagna. La squadra maschile dell’Italia si è classificata al 6° posto.

Tra gli atleti italiani che hanno contribuito alla classifica di squadra, di seguito la testimonianza di Hermann Achmueller attraverso risposte ad alcune mie domande: Soddisfatto della tua prestazione al mondiale?Non del tutto, in realtà ambivo ad un crono sotto le 7 ore e sia la preparazione che la forma fisica l'avrebbero consentito. Purtroppo il percorso, tutt'altro che semplice, non l'ha permesso.” Cosa hai portato a casa?Indossare la maglia azzurra è un sogno che risale ai tempi della mia adolescenza; essere riuscito a coronare questo sogno da bambino non una, ma bensì 4 volte è per me uno dei regali più belli.”

Essere convocati in nazionale e indossare la maglia azzurra è un sogno di tanti e quando si arriva a coronare questo sogno significa che dietro c’è stato un lungo e grande lavoro fatto di passione e impegno, di fiducia in se stessi e tanta determinazione, di sacrifici e investimenti in termini economici e di tempo. In ogni caso è una grande esperienza che consolida e fortifica la persona, se poi l’esperienza si ripete vuol dire che la convocazione è più che meritata, basata su capacità fisiche, mentali, relazionali che l’atleta ha dimostrato di possedere e quindi bisogna onorare al meglio la maglia impegnandosi da subito, preparandosi al meglio e focalizzandosi nella competizione da disputare avvalendosi di tutto ciò che può essere di aiuto per il miglior benessere e la miglior performance dell’atleta: Cosa cambia ora dopo questo mondiale?Sicuramente mi sento arricchito d'esperienza e più consapevole di quali siano le mie potenzialità.”

Partecipare a un mondiale rappresentando la propria nazione è una grande esperienza e una grande responsabilità ma anche un’opportunità di fare una grande esperienza internazionale e conoscere gli amici di squadra per far gruppo per soffrire insieme, per esultare insieme, per imparare insieme, per confrontarsi e anche per conoscere gli atleti di altri mondi e culture e a casa si portano sempre ricchi insegnamenti da trasmettere a amici che coltivano la stesa passione: Hai approfondito la conoscenza degli atleti convocati?Qualcuno di loro già lo conoscevo e la complicità tra di noi si è rinforzata dopo la spedizione in Croazia. Inoltre ho avuto modo di conoscere anche nuovi amici e compagni di squadra.” Hai conosciuto atleti di altre nazioni?Assolutamente sì; tanti già li conoscevo, come per esempio gli spagnoli col quale vi è da alcuni anni un vero e proprio legame d'amicizia e stima reciproca, gli austriaci (miei vicini di casa visto che abito a poche decine di km dall'Austria) ed i tedeschi. Quest'anno ho avuto modo di consolidare con i giapponesi, un popolo che stimo molto per la propria tenacia e disciplina.”

Questa di Hermann è una bella testimonianza, rappresenta i valori dello sport che tutti vorrebbero, non temere gli avversari ma la voglia di rincontrarli, confrontarsi, arricchirsi con le loro modalità di fare sport, di presentarsi a gare internazionali, per dare e ricevere consigli e incoraggiamenti portando a casa non solo fatica ma sguardi, sorrisi, incontri: Soddisfatto della prestazione di squadra Italia?No, credo che una nazione forte come l'Italia, che in passato ha più volte dimostrato di avere un forte potenziale nell'ultramaratona, non possa dirsi soddisfatta di un 6° posto. Spero che in futuro, nuovi e giovani atleti decidano di cimentarsi in questa affascinante disciplina e che l'Italia possa ritornare a brillare come merita e a portare a casa risultati da podio.

In effetti c’è da considerare che le squadre maschili che hanno preceduto l’Italia sono state Spagna 21h06’49”, Stati Uniti 21h05’41”, Germania arrivata terza ii cui migliori tre hanno totalizzato 21h02’12” dando un distacco di 29’39” all’Italia con 21h31’51”. Credo che si tratti di un gap che può essere colmato se si investisse un po’ di più negli ultramaratoneti che hanno bisogno di più visibilità, più agevolazioni, più sponsor, più benefici, più comprensione.

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