Bisogna
ascoltarsi e non forzare quando si hanno dei sintomi strani
Matteo SIMONE
Lo sport diventa una continua ricerca dentro se stessi e al di fuori, nel mondo che ci circonda, osservando e documentandosi su altri atleti o tecniche di allenamento.
Di seguito René racconta le sue impressioni
rispondendo ad alcune mie domande di un po’ di tempo fa.
Hai un tuo idolo, modello di
riferimento, ti ispiri a qualcuno? “I miei esempi sono quelli
che ottengono risultati con sacrifici e dedizione conciliando sport e lavoro
come Catherine Bertone che nonostante il lavoro, da pediatra ha partecipato
alle Olimpiadi di Rio.”
Per arrivare ai massimi livelli non bisogna trascurare
nessun aspetto che può incidere nella performance e nel benessere dell’atleta e
bisogna fare attenzione al minimo dettaglio.
Quali fattori
hanno contribuito al tuo benessere o performance? “Con la testa che ho, per cercare di migliorare, in questi anni ho speso
parecchio tempo in tanti piccoli dettagli. Dai video durante la corsa per
migliorare l’efficienza tecnica all'alimentazione per eliminare i dolori alla
pancia ed al fegato durante le corse prolungate. Questi sono i fattori che ho
curato maggiormente.”
La vita mette sempre davanti sfide, imprevisti, obiettivi e mete da raggiungere, e bisogna mettersi in moto per andare dove vogliamo, per riuscire a fare nel miglior modo possibile quello che vogliamo fare, sempre cercando di sperimentare benessere e serenità.
Un’esperienza che ti dà la convinzione di potercela fare? “Durante questi anni di attività agonistica ho sempre visto che se si vuole ottenere qualcosa nello sport hai la carica giusta per riuscire a raggiungerla. E questo ti aiuta a superare anche momenti difficili della vita.”
Da
una parte si fa sempre in tempo a ripartire, a rialzarsi, l’atleta riesce a
riorganizzarsi per ripartire alla grande ma sempre gradualmente.
Dall'altra
parte bisogna fare attenzione a non strafare, non si possono fare salti
mortali, meglio fare miglioramenti graduali, iniziare ad assaporare sempre più
performance permettendo anche al corpo e alla testa di assorbire ritmi di lavoro
con ritmi più impegnativi.
Quali capacità, risorse, caratteristiche, hai
dimostrato di possedere? “Negli ultimi anni, dopo
molte delusioni tra sport e lavoro, ho notato di avere una grande
determinazione, capacità di superare le delusioni e ripartire da zero.”
Per raggiungere massimi livelli è importante affidarsi a se stessi e a professionisti
competenti che rimettono in sesto, affidarsi ai massimi
esperti dell’allenamento ed è importante anche il supporto di famiglia e amici.
Ti consigli con un team?
Famiglia, amici, figure professionali? “Se ho
bisogno di consigli sul piano sportivo ho come riferimento il mio allenatore
Rondelli per le cose più importanti, altrimenti con i compagni di allenamento o
in famiglia per eventuali problemi. In caso di problemi fisici ho sempre figure
pronte ad aiutarmi. Il successo si costruisce anche con un buon team.”
Ritieni
utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti e in quali fasi? “Io quando
facevo ancora sci di fondo avevo dovuto chiedere aiuto ad uno psicologo dello
sport per tranquillizzarmi nei giorni precedenti alla gara. Dormivo male negli
ultimi giorni ed arrivavo alla gara senza energie. Quindi per me può essere un
ottimo aiuto a sconfiggere l’insicurezza pre gara che migliorerà le sensazioni
in gara.”
L’esperienza
permette di essere più maturi e consapevoli, di avere nuove strategie a
disposizione frutto dell’esperienza e della conoscenza.
Cosa hai
scoperto del tuo carattere? “Ho capito che quando
voglio ottenere qualcosa ci metto il cuore fino alla fine.”
Quali capacità, caratteristiche, qualità ti aiutano? “Ho grandi caratteristiche di resistenza che in maratona sono molto
importanti. Mentalmente riesco a gestire la fatica nel modo migliore per
gestire i tanti km.”
Se hai qualcuno che crede in te, riesci a fare
l’impossibile, ad andare più forte di quanto immagini, ti affidi alle parole
del tuo allenatore che ti conosce meglio di te grazie alla tanta esperienza con
il lavoro di tanti atleti.
Un
episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “Un episodio simpatico è successo alla maratona di Milano al mio esordio
sulla distanza. Dal km 13 mi si è affiancato il mio allenatore Rondelli in
bicicletta spronandomi ed incitandomi verso il traguardo. Continuava a dirmi di
puntare quelli davanti a me e quando io li passavo lui iniziava con quello
davanti. Quando si è accorto che davanti c’era il buco e non potevamo più
prendere nessuno dei fuggitivi, mi ha urlato di puntare la Madonna e di non
mollare.”
E’
importante conoscersi bene e comprendere cosa è meglio per se stessi nelle fasi
importanti dell’attività sportiva, ci sono momenti che bisogna stare in
raccoglimento per fare il punto della situazione, per cercare dentro di se
tutte le risorse necessarie per affrontare una gara importante, ci sono altri
momenti che c’è più bisogno di condivisione come alcuni allenamenti di gruppo.
Hai
sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “Io ho una
sensibilità incredibile del mio limite. Sento se sto correndo più piano o più
forte della mia soglia. In maratona è un pregio. Quando provo ad andare oltre
faccio talmente tanta fatica che rischio di pagare lo sforzo calando
notevolmente il ritmo. Per questo molte volte, in gare anche più corte, mi
stacco dal gruppo e continuo col mio passo. Molti atleti, solitamente, li
riprendo nel finale di gara.”
Cosa hai scoperto del tuo
carattere nel praticare sport? “Sono sempre stato molto
introverso e lo sport mi ha e mi aiuta ancora oggi ad essere meno chiuso.
Quando corro le mie insicurezze svaniscono.”
Per
ogni problema c’è almeno una soluzione, si tratta di essere fiduciosi e
pazienti e si riesce a fare tutto, superare tutto, organizzarsi per riuscire in
quello che vogliamo.
Una parola o una frase
detta da qualcuno che ti aiuta ad affrontare la prossima gara? “C'è la canzone di Caparezza che dice "No, non è vero, che non sei
capace, che non c'è una chiave" e questa frase mi piace perché è vera. C'è
sempre una soluzione per tutto quello che fai.”
Quali
sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione nel tuo sport? “I rischi
maggiori nell'atletica sono gli infortuni. Bisogna ascoltarsi e non forzare
quando si hanno dei sintomi strani.”
L’atleta
non è solo, c’è un mondo dietro l’atleta e più sono significative le persone che
circondano l’atleta e più l’atleta è sereno e concentrato nel suo sport non
temendo il giudizio ed essendo autentico nell'espressione dei suoi dubbi ed
eventuali difficoltà.
Cosa pensano familiari e amici della tua
attività sportiva? “I miei familiari mi
assecondano, mi aiutano e mi spronano quando le cose non vanno bene. Gli amici
della corsa mi aiutano alcune volte negli allenamenti e gli amici che non fanno
parte dell’ambito sportivo, visti anche i risultati che sto ottenendo, sono
contenti di quello che sto facendo.”
Grande
componente è il cuore, non solo corpo e testa, ma le sensazioni che si sperimentano
e che si vogliono continuare a sperimentare, le emozioni dalla felicità alla
rabbia sono tutte importanti e ti fanno sentire in vita pienamente.
Quali sensazioni
sperimenti facendo sport (pre-gara, in gara, post-gara? “Nel pre-gara, solitamente sono teso e nervoso ma poi lo scarico in gara. Durante la
competizione sono concentrato sul ritmo e sulle sensazione. Nel post gara
escono le emozioni sia positive sia negative in base al risultato.”
Lo sport aiuta ad essere più sicuri di se stessi, ad
avere più fiducia, ad essere consapevoli di essere speciali in qualcosa, di
avere delle doti particolari.
La gara della
tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle? “Di gare belle ce ne sono state tante ma quelle che in assoluto mi hanno
dato più soddisfazione sono state le due maratone da 2h15. La prima a Firenze
2015 perché non mi aspettavo di correre così forte alla mia terza maratona; la
seconda a Francoforte 2016 perché ho corso con una facilità paragonabile a
Firenze ma con una chiusura nel finale più forte.”
Lo sport aiuta a conoscersi attraverso il duro lavoro,
attraverso il raggiungere obiettivi superando crisi e difficoltà. E’ importante
intravedere sempre una luce al di là del tunnel.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport? “Quello che dico ai giovani è di andare avanti fin quando c’è il
divertimento. Lo sport non deve essere un peso e bisogna comunque conciliare
tutto nel modo migliore (vita, lavoro, studio, divertimento e sport). Poi i
sacrifici devono esserci per ottenere qualcosa ma mai abbattersi quando le cose
non vanno perché dopo il temporale esce sempre il sole.”
Importante essere presenti a se stessi, esercitare
tanta attenzione nei confronti di se stessi, approfondire la conoscenza
personale, tutto questo lo sport permette di essere e fare, di conoscersi per
conoscere proprie risorse, caratteristiche e qualità ma anche per conoscere i
propri limiti.
La gara più estrema o più
difficile? “La gara più difficile è
stata la Maratona di Zurigo ad Aprile 2016. Dopo una buona preparazione le cose
non sono andate come speravo. Alla partenza mi sono trovato con grandine,
pioggia e freddo. In gara ha iniziato a scendere una neve bagnata e cosi, al km
10 ero già bagnato. Col freddo che vi era ed essendo in pantaloncini e
canottiera ho dovuto fermarmi a metà gara. Ci siamo fermati in tanti dei top
runner e siamo finiti all'ospedale per principio di ipotermia. Da dimenticare.”
Ringrazio
Renè per questa sua disponibilità a raccontarsi!
Un’intervista a René è
riportata nel libro “Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti psicologici
di una sfida”, edito da Edizioni Psiconline.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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