venerdì 21 settembre 2018

Alla 12 x 1 ora vince “La Sbarra & I Grilli”: Cosa c’è dietro la squadra?

Team Purple 2^ squadra femminile 149.519km, Team Black Primi Assoluti 177.090km

Presso lo Stadio delle Terme ha avuto luogo il 15/09/2018 la 23ª edizione della Staffetta 12 x 1 ora, organizzata dall’ACSI Comitato Provinciale Roma.

La squadra vincitrice è “La Sbarra & I Grilli Team Black”, per la prima volta e per appena 141 metri totalizzando metri 177.090, al 2° posto “G.S. Bancari Romani A” con metri 176.949, completa il posio “ASD Podistica Aprilia” con 168.418 metri.
La squadra femminile salita sul gradino più alto del podio “Podistica Solidarietà Top Ladies” che totalizza metri 150.377, al 2° posto per il terzo anno consecutivo “La Sbarra & I Grilli Team Purple” con metri 149.519, terzo posto “G.S. Bancari Romani A” con metri 143.633.

L’Atletica La Sbarra & I Grilli Runners ha messo in campo 4 squadre della 12x1:

Team White arrivata 29esima con 129.804 metri (media al km 5’32”)
Team Orange arrivata settima assoluta in 156.721 metri (media al km 4’35”)
Team Purple arrivata seconda squadra femminile con 149.519 (media al km 4’48”)
Team Black arrivati Primi Assoluti con 177.090 (4’03” al km di media)

Dietro una squadra vincente c’è la regia di un grande Presidente coadiuvato da tanti altri dirigenti e atleti. Ci sono tanti atleti forti e meno forti che si impegnano per se stessi e per la squadra. Ci sono tante persone che sostengono, supportano, incitano. Di seguito alcune testimonianze.
 
Alessandro Reali: Hai sentito pressione o responsabilità per la tua ora di gara?Premetto che ho la passione molto più per le lunghe distanze, ma questa per me è una gara a cui tengo in modo particolare poiché con ai colori della società LaSbarra&IgrilliRunner sono molto legato anche se gareggio poco con loro. Penso che in una gara del genere con un gioco di squadra chiunque un po’ di responsabilità addosso la sente, specie se si va a lottare per la conquista dei primi posti in classifica. L’unico pensiero per tutta la gara è stato quello di contribuire al meglio per la mia squadra.Come hanno contribuito alla tua prestazione compagni di squadra?Bè direi che ad ogni giro vedere i compagni di squadra che ti incitano e ti sostengono, per un atleta è troppo esaltante e già il meglio di te viene fuori più facilmente.” Cosa hai appreso e portato a casa da questa esperienza?Che se si crede in qualcosa con impegno e dedizione prima o poi si raggiunge e se lo si fa insieme ad altre persone che ci credono come te è più facile e ancora più bello.”

Far parte di una squadra significa condividere momenti, attimi, parole, sguardi, intese, dove diventa importante fidarsi e affidarsi, dove diventa importante stare e fare insieme.

Chiara Velocci: “Ho sentito la Responsabilità di garantire la presenza e di non mollare durante la gara. C’era anche la pressione di riuscire a triplare l’avversaria, ma ero consapevole che non ne avevo e che non potevo fare altro che correre più vicino possibile ai miei due accompagnatori (Simone e Vincenzo).” Quali erano i pensieri alla partenza, alla mezz’ora e nel finale?Alla partenza speravo, almeno, di doppiare la mia “avversaria”. Dopo 30 minuti pensi che, purtroppo, non è la staffetta di mezz’ora e che sei al 50% dello sforzo, ma DEVI FINIRE LA GARA. Vorresti gettare la spugna, ma andresti a compromettere la squadra ed inizi a concentrarti, esclusivamente, sullo spirito di squadra. Nel finale pensi di aver dato il tuo massimo della giornata.” Come hanno contribuito alla tua prestazione compagni di squadra, amici e parenti? “Il tifo dei compagni di squadra dava un senso a quel “cricetare”. Alcuni Amici ti doppiavano, altri ti incoraggiavano ed altri ti gridavano “stai serena”. In questa competizione non c’era, come al solito, il mio papà, ma c’era la madre di Andrea ed il papà di Fabrizio. Entrambi sono dei “riferimenti” soprattutto nelle gare di squadra: la loro presenza amplifica lo spirito goliardico delle staffette.” Cosa hai appreso e portato a casa da questa esperienza? “Ho appreso che lo Spirito di Squadra e la parola data al Presidente mettono in subordinazione qualsiasi tipo di inconveniente (una costola rotta, un dolore incessante nella zona inguinale, calo di forze, influenza). Inoltre, ho appreso che vince chi ci crede dall’inizio alla fine e vive quel “cricetare” con un tocco di agonistica “follia”: Fabrizio Spadaro…il Nostro ANDO’ HANNO PRESO QUESTO.”

Lo sport permette di uscire dalle zone di confort per potersi sperimentare e mettersi in gioco apprendendo sempre dalla nostra esperienza diretta e dagli altri, cercando di fare del proprio meglio.

Fabrizio Spadaro: Hai sentito pressione e responsabilità per la tua ora di gara?Allora...pressione no perchè sembrava un'impresa impossibile quindi non ho sentito responsabilità come potevo averla nel caso avessimo avuto meno svantaggio.” Quali erano i pensieri alla partenza, alla mezz’ora e nel finale?Pensieri alla partenza, proviamo a partire forte e vediamo come mette..a metà gara m sono detto è fattibile e vale la pena rischiare di saltare..alla fine mi sono detto..cavolo che ho fatto!Come hanno contribuito alla tua prestazione compagni di squadra, amici e parenti?Tanta carica, giro dopo giro e non potevo deluderli.” Cosa hai appreso e portato a casa da questa esperienza?Esperienza portata a casa..tanta consapevolezza nei propri mezzi..è finita si dice alla fine.

Nelle gare di squadra ognuno contribuisce al risultato della squadra facendo del proprio meglio e speerimentando sia benessere che performance, tutti sono motivati a incontrarsi, gareggiare, stare insieme per imparare dalla palestra della vita.

Nicolandrea Calabrese: Hai sentito pressione o responsabilità per la tua ora di gara?Sì, tanta e mi succede raramente.” Quali erano i pensieri alla partenza, alla mezz'ora e nel finale?Devo fare meglio dello scorso anno, cavolo sono lento, meno male che è quasi finita.” Come hanno contribuito alla tua prestazione compagni di squadra, amici, familiari?Abbastanza i continui inicitamenti del presidente.Cosa hai appreso e portato a casa da questa esperienza?Che quello che conta è la squadra e che non bisogna mollare mai anche se il cronometro non ti da ragione mentre corri, recuperare anche pochi metri può essere importantissimo. A casa ci si riposa ma bisogna spingere al massimo fino alla fine perché non corri da solo ma per una squadra!”

Partecipare a una gara significa mettersi in gioco e vivere l’esperienza contribuendo al clima di festa e di sport condiviso con gli altri amici della squadra e con gli altri partecipanti di un evento dove si fatica cercando di fare del proprio meglio.

Francois Pierdet: Hai sentito pressione o responsabilità per la tua ora di gara? La 12x1 ora è una corsa anomala per noi podisti di strada abituati a correre per e contro noi stessi. Essendo membro di una squadra sento una responsabilità nei confronti degli altri 11 partecipanti e naturalmente di chi mi ha "convocato". A questo si aggiunge che è una gara a tempo: non si tratta di raggiungere il traguardo prima andando più veloce ma di dare il più possibile e di resistere per 60 minuti. La responsabilità aumenta anche con il passare delle ore: chi corre sapendo già il risultato della squadra (il piazzamento) deve gestire anche questo.” Quali erano i pensieri alla partenza, alla mezz'ora e nel finale? “Alla partenza si osserva i concorrenti con particolare attenzione a quelli delle squadre vicine in termine di classifica e per me, che non sono abituato alla pista, è tempo di ragionare e di evitare di partire troppo veloce (viene molto facile). Alla mezz'ora capisci il tuo stato e quello degli avversari, sopratutto nella mia frazione centrale con un forte caldo e un pranzo saltato (o molto anticipato): è ora di non mollare e di tenere il ritmo. Nel finale (ultimi 10 minuti) provo a spingere di nuovo sull'acceleratore: bisogna dare tutto, arrivare alle fine delle proprie forze per fare qualche metro in più che saranno fondamentali per la squadra anche se hai già vinto la tua frazione (o se sei ben posizionato bene)!Come hanno contribuito alla tua prestazione compagni di squadra e amici? Le grida dei compagni di squadra, ma in particolare di Andrea, sono fondamentali: ogni 400m senti quella voce che ti da il tempo e altre notizie, che ti incoraggia, che ti spinge. In più ci sono gli amici, che magari si alternano durante l'ora e nelle posizioni intorno a quella pista, che aiutano a far passare questi 60 minuti di criceto. Girare in pista non è mia abitudine e il tifo è ancora più importante che su strada. Poi senti l'atmosfera di festa tutto intorno a te perchè non va dimenticata: la 12x1 è una grande festa lunga tutta la giornata!Cosa hai appreso da questa esperienza? La corsa non è uno sport così individuale come sembra.”

Tanti atleti sono intervenuti su chiamata del Presidente della Sbarra & I Grilli e di altri componenti della squadra per mettersi in gioco,per sperimentarsi, per far parte della squadra, per condividere un obiettivo comune difficile, sfidante ma raggiugible fino a dove si può arrivare in base alla prorpie risorse personali e capacità del momento.

Sara Cipollone: Hai sentito pressione o responsabilità per la tua ora di gara? Parzialmente, ma non per colpa dei compagni di squadra, tutt'altro. Il motivo è semplicemente che la mia partecipazione in una competizione di squadra, dinamica a cui non sono abituata, mi spinge a non prendere sotto gamba la questione, a dover cercare di dare di più di quanto darei da sola solo per me stessa, per non deludere o tirare indietro i compagni o rovinare il risultato collettivo.” Quali erano i pensieri alla partenza, alla mezz'ora e nel finale? Alla partenza nessuno in particolare, come sempre quando corro svuoto la testa dai pensieri che contiene per riempirla di nuovi durante la corsa stessa. Alla mezz'ora ero concentrata sulla gestione della gara, cominciando a sentire la stanchezza speravo di non cedere e di gestirla al meglio fino alla fine. Nel finale mi ero posta il mio piccolo obiettivo di superare per la quarta volta l’avversaria ed ero concentrata sulla fatica. Una volta finito tutto le mie sensazioni sono state soddisfazione e gratitudine profonda verso la mia lepre che mi ha non aiutato ma completamente accompagnato e supportato in una gara che per inesperienza non avrei saputo gestire.” Come hanno contribuito alla tua prestazione compagni di squadra e amici? Domenico mi ha praticamente preso per mano. Gratitune completa e assoluta verso di lui. Gli altri sono stati fantastici dal bordo pista, a ogni giro mi incitavano, tant'è vero che velocizzavo sempre quando gli passavo davanti. Davvero una bella squadra. I miei sono venuti a vedermi e sono arrivati alla mezz'ora e la loro presenza per me è stata importantissima, mi ha dato un ulteriore stimolo a fare bene e mi ha trasmesso serenità. Non vedevo l'ora di finire per abbracciarli.” Cosa hai appreso da questa esperienza? Cosa vuol dire essere una squadra, mettersi in gioco per un risultato collettivo, dare il massimo per riuscire insieme, essere non uno ma uno di tanti per costruire qualcosa di bello dove ognuno mette il suo, ed inoltre sperimentare la generosità e l'altruismo che i compagni mettono in gioco per aiutarti e la forza l'appagamento e la soddisfazione che queste emozioni e questi valori tilasciano dentro, ancora di più della prestazione sportiva e molto più rilevanti di essa.”

Belle testimonianze che trasmettono il valore dello sport che non è solo fatica e sofferenza ma anche partecipazione, aggregazione, condivisione.

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