Team Purple 2^ squadra
femminile 149.519km, Team Black Primi Assoluti 177.090km
Presso
lo Stadio delle Terme ha
avuto luogo il 15/09/2018 la 23ª edizione della Staffetta 12 x 1 ora,
organizzata dall’ACSI Comitato Provinciale Roma.
La squadra vincitrice è “La Sbarra & I Grilli Team Black”, per la prima volta e per appena 141
metri totalizzando metri 177.090, al 2° posto “G.S. Bancari Romani A” con metri
176.949, completa il posio “ASD Podistica Aprilia” con 168.418 metri.
La squadra femminile salita sul gradino più alto del podio “Podistica Solidarietà Top Ladies” che totalizza metri 150.377, al 2° posto per il terzo anno consecutivo “La Sbarra & I Grilli Team Purple” con metri 149.519, terzo posto “G.S. Bancari Romani A” con metri 143.633.
La squadra femminile salita sul gradino più alto del podio “Podistica Solidarietà Top Ladies” che totalizza metri 150.377, al 2° posto per il terzo anno consecutivo “La Sbarra & I Grilli Team Purple” con metri 149.519, terzo posto “G.S. Bancari Romani A” con metri 143.633.
L’Atletica La Sbarra & I Grilli Runners ha messo in campo 4 squadre
della 12x1:
Team White arrivata 29esima con 129.804 metri (media al km 5’32”)
Team
Orange arrivata settima assoluta in 156.721 metri (media al km 4’35”)
Team
Purple arrivata seconda squadra femminile con 149.519 (media al km 4’48”)
Team
Black arrivati Primi Assoluti con 177.090 (4’03” al km di media)
Dietro
una squadra vincente c’è la regia di un grande Presidente coadiuvato da tanti
altri dirigenti e atleti. Ci sono tanti atleti forti e meno forti che si
impegnano per se stessi e per la squadra. Ci sono tante persone che sostengono,
supportano, incitano. Di seguito alcune testimonianze.
Alessandro Reali: Hai sentito pressione o responsabilità per la tua ora
di gara?
“Premetto che ho la passione molto più per le lunghe
distanze, ma questa per me è una gara a cui tengo in modo particolare poiché
con ai colori della società LaSbarra&IgrilliRunner sono molto legato anche
se gareggio poco con loro. Penso che in una gara del genere con un gioco di
squadra chiunque un po’ di responsabilità addosso la sente, specie se si va a
lottare per la conquista dei primi posti in classifica. L’unico pensiero per
tutta la gara è stato quello di contribuire al meglio per la mia squadra.”
Come hanno contribuito alla tua prestazione
compagni di squadra? “Bè direi che ad ogni giro
vedere i compagni di squadra che ti incitano e ti sostengono, per un atleta è
troppo esaltante e già il meglio di te viene fuori più facilmente.” Cosa hai appreso e portato a casa da questa esperienza? “Che se si crede in qualcosa con impegno e dedizione prima o poi si
raggiunge e se lo si fa insieme ad altre persone che ci credono come te è più
facile e ancora più bello.”
Far parte
di una squadra significa condividere momenti, attimi, parole, sguardi, intese,
dove diventa importante fidarsi e affidarsi, dove diventa importante stare e fare
insieme.
Chiara Velocci:
“Ho sentito la Responsabilità di garantire la
presenza e di non mollare durante la gara. C’era anche la pressione di riuscire
a triplare l’avversaria, ma ero consapevole che non ne avevo e che non potevo
fare altro che correre più vicino possibile ai miei due accompagnatori (Simone
e Vincenzo).” Quali erano i pensieri
alla partenza, alla mezz’ora e nel finale? “Alla
partenza speravo, almeno, di doppiare la mia “avversaria”. Dopo 30 minuti pensi
che, purtroppo, non è la staffetta di mezz’ora e che sei al 50% dello sforzo,
ma DEVI FINIRE LA GARA. Vorresti gettare la spugna, ma andresti a compromettere
la squadra ed inizi a concentrarti, esclusivamente, sullo spirito di squadra.
Nel finale pensi di aver dato il tuo massimo della giornata.” Come hanno contribuito alla tua prestazione compagni di squadra, amici
e parenti? “Il tifo dei compagni di
squadra dava un senso a quel “cricetare”. Alcuni Amici ti doppiavano, altri ti
incoraggiavano ed altri ti gridavano “stai serena”. In questa competizione non
c’era, come al solito, il mio papà, ma c’era la madre di Andrea ed il papà di
Fabrizio. Entrambi sono dei “riferimenti” soprattutto nelle gare di squadra: la
loro presenza amplifica lo spirito goliardico delle staffette.” Cosa hai appreso e portato a casa da questa esperienza? “Ho appreso che lo Spirito di Squadra e la parola data al Presidente
mettono in subordinazione qualsiasi tipo di inconveniente (una costola rotta,
un dolore incessante nella zona inguinale, calo di forze, influenza). Inoltre,
ho appreso che vince chi ci crede dall’inizio alla fine e vive quel “cricetare”
con un tocco di agonistica “follia”: Fabrizio Spadaro…il Nostro ANDO’ HANNO
PRESO QUESTO.”
Lo
sport permette di uscire dalle zone di confort per potersi sperimentare e
mettersi in gioco apprendendo sempre dalla nostra esperienza diretta e dagli
altri, cercando di fare del proprio meglio.
Fabrizio Spadaro: Hai sentito pressione e responsabilità per la tua ora
di gara?
“Allora...pressione no perchè sembrava un'impresa
impossibile quindi non ho sentito responsabilità come potevo averla nel caso
avessimo avuto meno svantaggio.” Quali erano
i pensieri alla partenza, alla mezz’ora e nel finale? “Pensieri alla partenza, proviamo a partire forte
e vediamo come mette..a metà gara m sono detto è fattibile e vale la pena
rischiare di saltare..alla fine mi sono detto..cavolo che ho fatto!”
Come hanno contribuito alla tua prestazione
compagni di squadra, amici e parenti? “Tanta
carica, giro dopo giro e non potevo deluderli.” Cosa hai
appreso e portato a casa da questa esperienza? “Esperienza
portata a casa..tanta consapevolezza nei propri mezzi..è finita si dice alla
fine.”
Nelle gare
di squadra ognuno contribuisce al risultato della squadra facendo del proprio meglio
e speerimentando sia benessere che performance, tutti sono motivati a
incontrarsi, gareggiare, stare insieme per imparare dalla palestra della vita.
Nicolandrea Calabrese: Hai sentito pressione o responsabilità per la
tua ora di gara?
“Sì, tanta e mi succede raramente.” Quali erano i pensieri alla partenza, alla mezz'ora e nel finale?
“Devo fare meglio dello scorso anno, cavolo sono
lento, meno male che è quasi finita.” Come hanno
contribuito alla tua prestazione compagni di squadra, amici, familiari?
“Abbastanza i continui inicitamenti del presidente.”
Cosa hai appreso e portato a casa da questa esperienza?
“Che quello che conta è la squadra e che non bisogna
mollare mai anche se il cronometro non ti da ragione mentre corri, recuperare
anche pochi metri può essere importantissimo. A casa ci si riposa ma bisogna
spingere al massimo fino alla fine perché non corri da solo ma per una squadra!”
Partecipare
a una gara significa mettersi in gioco e vivere l’esperienza contribuendo al clima
di festa e di sport condiviso con gli altri amici della squadra e con gli altri
partecipanti di un evento dove si fatica cercando di fare del proprio meglio.
Francois Pierdet: Hai sentito pressione o responsabilità per la tua ora
di gara? “La 12x1 ora è una corsa anomala per noi podisti di strada abituati a
correre per e contro noi stessi. Essendo membro di una squadra sento una
responsabilità nei confronti degli altri 11 partecipanti e naturalmente di chi
mi ha "convocato". A questo si aggiunge che è una gara a tempo: non
si tratta di raggiungere il traguardo prima andando più veloce ma di dare il
più possibile e di resistere per 60 minuti. La responsabilità aumenta anche con
il passare delle ore: chi corre sapendo già il risultato della squadra (il
piazzamento) deve gestire anche questo.” Quali erano
i pensieri alla partenza, alla mezz'ora e nel finale? “Alla partenza si osserva i concorrenti con particolare attenzione a
quelli delle squadre vicine in termine di classifica e per me, che non sono
abituato alla pista, è tempo di ragionare e di evitare di partire troppo veloce
(viene molto facile). Alla mezz'ora capisci il tuo stato e quello degli
avversari, sopratutto nella mia frazione centrale con un forte caldo e un
pranzo saltato (o molto anticipato): è ora di non mollare e di tenere il ritmo.
Nel finale (ultimi 10 minuti) provo a spingere di nuovo sull'acceleratore:
bisogna dare tutto, arrivare alle fine delle proprie forze per fare qualche
metro in più che saranno fondamentali per la squadra anche se hai già vinto la
tua frazione (o se sei ben posizionato bene)!” Come hanno
contribuito alla tua prestazione compagni di squadra e amici? “Le grida dei compagni di squadra, ma in particolare di Andrea, sono
fondamentali: ogni 400m senti quella voce che ti da il tempo e altre notizie, che
ti incoraggia, che ti spinge. In più ci sono gli amici, che magari si alternano
durante l'ora e nelle posizioni intorno a quella pista, che aiutano a far
passare questi 60 minuti di criceto. Girare in pista non è mia abitudine e il
tifo è ancora più importante che su strada. Poi senti l'atmosfera di festa
tutto intorno a te perchè non va dimenticata: la 12x1 è una grande festa lunga
tutta la giornata!” Cosa hai appreso da questa
esperienza? “La corsa non è uno sport
così individuale come sembra.”
Tanti
atleti sono intervenuti su chiamata del Presidente della Sbarra & I Grilli e
di altri componenti della squadra per mettersi in gioco,per sperimentarsi, per far
parte della squadra, per condividere un obiettivo comune difficile, sfidante ma
raggiugible fino a dove si può arrivare in base alla prorpie risorse personali e
capacità del momento.
Sara Cipollone: Hai sentito pressione o responsabilità per la tua ora
di gara? “Parzialmente, ma non per colpa dei compagni di squadra, tutt'altro. Il
motivo è semplicemente che la mia partecipazione in una competizione di
squadra, dinamica a cui non sono abituata, mi spinge a non prendere sotto gamba
la questione, a dover cercare di dare di più di quanto darei da sola solo per
me stessa, per non deludere o tirare indietro i compagni o rovinare il
risultato collettivo.” Quali erano i pensieri
alla partenza, alla mezz'ora e nel finale? “Alla
partenza nessuno in particolare, come sempre quando corro svuoto la testa dai pensieri
che contiene per riempirla di nuovi durante la corsa stessa. Alla mezz'ora ero
concentrata sulla gestione della gara, cominciando a sentire la stanchezza
speravo di non cedere e di gestirla al meglio fino alla fine. Nel finale mi ero
posta il mio piccolo obiettivo di superare per la quarta volta l’avversaria ed
ero concentrata sulla fatica. Una volta finito tutto le mie sensazioni sono
state soddisfazione e gratitudine profonda verso la mia lepre che mi ha non
aiutato ma completamente accompagnato e supportato in una gara che per
inesperienza non avrei saputo gestire.” Come hanno
contribuito alla tua prestazione compagni di squadra e amici? “Domenico mi ha praticamente preso per mano. Gratitune completa e
assoluta verso di lui. Gli altri sono stati fantastici dal bordo pista, a ogni
giro mi incitavano, tant'è vero che velocizzavo sempre quando gli passavo
davanti. Davvero una bella squadra. I miei sono venuti a vedermi e sono
arrivati alla mezz'ora e la loro presenza per me è stata importantissima, mi ha
dato un ulteriore stimolo a fare bene e mi ha trasmesso serenità. Non vedevo
l'ora di finire per abbracciarli.” Cosa hai
appreso da questa esperienza? “Cosa vuol dire essere una
squadra, mettersi in gioco per un risultato collettivo, dare il massimo per
riuscire insieme, essere non uno ma uno di tanti per costruire qualcosa di
bello dove ognuno mette il suo, ed inoltre sperimentare la generosità e
l'altruismo che i compagni mettono in gioco per aiutarti e la forza
l'appagamento e la soddisfazione che queste emozioni e questi valori tilasciano
dentro, ancora di più della prestazione sportiva e molto più rilevanti di essa.”
Belle
testimonianze che trasmettono il valore dello sport che non è solo fatica e sofferenza
ma anche partecipazione, aggregazione, condivisione.
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