Matteo SIMONE
L’ultramaratona di 12 ore della Lupatotissima, organizzata dal GSD Mombocar presso il Comune di San Giovanni Lupatoto si è svolta sabato 22 settembre con inizio alle 22.30.
La gara
maschile è stata vinta dal giovane spagnolo di 27 anni Ivan Penalba Lopez che
ha totalizzato 148,797 km precedendo Stefano Romano 131,537 km ed Emilio
Chinellato 116,818 km.
La gara femminile è stata vinta da
Francesca Innocenti (Bergamo Stars) che ha totalizzato 117,255 km precedendo Elena
Fabiani (Asd Woman Triathlon Italia) 114,049 km e Alessia La Serra (Gruppo San
Pio X) 106,904 km. Di seguito, Francesca racconta la sua esperienza rispondendo
ad alcune mie domande.
Come ti sei preparata e organizzata? “Prima della 12 ore
di San Giovanni in Lupatoto ho partecipato a fine Luglio alla 50 km del Gran
Sasso e poi alla 6 Ore di Vadena, oltre ai soliti allenamenti settimanali. Per
l'organizzazione gara non ho avuto assistenza, cioè qualcuno che mi passasse
gli alimenti e quando ne avevo necessità mi sono fermata al tavolo in cui avevo
messo le mie cose da mangiare. Come mi è capitato in ogni 24h che ho fatto
finora ho portato con me troppi alimenti che poi, ovviamente, ho riportato a
casa.”
La preparazione a gare di ultramaratone e le stesse gare di ultramaratone sono abbastanza collaudate per Francesca, tutto è organizzato in maniera dettagliata con scrupolosa metodicità tale da avere tutto sotto controllo per non rischiare di incorrere in mancanze che possano causare un cattiva prestazione. L’esperienza aiuta gli atleti a essere pronti il giorno della gara e più sereni.
Che aria hai respirato? “E' stata l'occasione per rivedere tanti amici ultra che non incontravo da tempo e questo è sempre un grande piacere. E' stato molto emozionante assistere alla gara di 24 ore partita 12 ore prima rispetto alla mia, avrei dovuto riposare durante il pomeriggio ma non ci sono riuscita, ho preferito fare il tifo a Marcello e ai miei amici che correvano la 24 ore.”
E’ sempre piacevole per gli atleti
partecipare a gare sia come atleti che come spettatori, per confrontarsi, per
tifare, per rivedere amici, per conoscere nuovi atleti, soprattutto atleti
internazionali per comprendere nuove culture e nuovi approcci alle gare con
relative metodologie di allenamento diverse dal solito.
Cosa ti ha aiutato e cosa ha remato contro? “Devo dire che sono stata molto serena in gara, avevo stabilito con Luca
Sala, il mio allenatore, il ritmo da tenere (appena sotto i 6 min/km) e ho
cercato di rimanere costante, le gambe sono andate bene per tutte le 12 ore
nonostante abbia avuto il mio solito problema di stomaco che si presenta di
solito dopo 8/10 ore di gara. Alla settima ora ho avuto un episodio di vomito
che mi ha costretto a correre le ultime 5 ore di gara soltanto con un po' di thè
caldo, acqua frizzante, coca-cola e quattro fette biscottate. Di testa non ho
avuto cedimenti, nonostante questa fosse stata la mia prima ultra iniziata in
notturna. Devo dire che di giorno era molto caldo e forse il fresco della notte
mi ha aiutato.”
L’atleta deve sempre essere pronto a
mettersi in gioco, a sperimentarsi in gare con caratteristiche diverse, ad
apprendere da nuove esperienze, a conoscersi sempre di più.
Francesca
attraverso la tantissima esperienza in campo nazionale e internazionale si
conosce bene, sa quali possono essere i suoli limiti o le sue difficoltà e
quindi da una parte si tratta di metterle in conto, accettarle e capire come
tenerle a bada nel miglior modo possibile dall’altra parte sa quanto vale e
come rifarsi in caso di cedimenti o crisi. Importante poi è avere una figura
esperta di riferimento che sa dare giuste indicazioni.
Cosa è cambiato in te nel tempo? “Sicuramente la fatica fortifica. Mi rendo conto di non avere lo stesso fisico
di quando correvo le mezze maratone e le maratone, o ancora prima, le gare in
giro per Arezzo. Si parla di fatica fisica e mentale diverse ma sicuramente
fare una decina di ultra-maratone all'anno, negli ultimi tre anni, mi ha
fortificato molto.”
Concordo con Francesca, la fatica fa
raggiungere risultati prestigiosi diventa una vera amica, è grazie alla fatica
sia fisica che mentale che riusciamo a resistere ore e ore di sport, chilometri
e chilometri di corsa, andando avanti, credendoci e fortificandoci sempre di
più.
Cosa porti a casa? “Tanti premi alimentari per avere vinto e il
ricordo del tifo e degli sguardi di incitamento dei miei compagni/e di viaggio.
Nelle ultra a volte non servono parole, basta un solo sguardo per sostenersi a vicenda
e riuscire ad andare avanti ora dopo ora.”
Oramai Francesca ha casa piena di trofei
ma le cose più importanti sono quelle che porta dentro il suo cuore e nella sua
mente, tante sensazioni ed emozioni di sofferenza e fatica ma anche di gioia,
soddisfazione, condivisione.
Cosa dicono
di te a casa, al lavoro, gli amici? Cosa racconti a casa, al lavoro agli amici?
“A casa mia sorella, il mio cognato e i
miei genitori sono felici se vedono che la corsa mi dà serenità e mi offre la
possibilità di togliermi delle soddisfazioni. Non vengono a vedere le gare che
faccio ma aspettano ogni volta di sapere com' è andata e soprattutto che sto' bene.
I miei colleghi, che sono esterni al mondo della corsa mi chiedono spesso come
possa riuscire a correre anche “solo” 6 ore di fila.”
Francesca nel suo campo atletico può
essere considerata una superdonna capace di correre per ore e ore, per una
giornata intera, per decine e anche per un paio di 100km consecutivi.
Dedichi a qualcuno questa tua prestazione?
“A volte dopo il termine di una gara mi è
capitato di avere un pensiero particolare per me, il mio allenatore o un
familiare, questa volta no.”
Hai
appreso qualcosa in più su te stessa o dagli altri atleti? “Ho capito che più si arriva psicologicamente
tranquilli a una gara e più è facile affrontarla. Prima dei Campionati Europei
che si sono svolti a Timisoara a fine Maggio ho passato la prima notte arrivati
in hotel insonne per l'agitazione e ho avuto seriamente paura che questa cosa
compromettesse l'esito della gara, cosa che per fortuna non è accaduto ma ogni
ultra è imprevedibile e a maggior ragione ogni 24 ore, la cosa che mi preoccupa
di più in questo tipo di gara è la notte.”
Gli atleti di corsa di lunga distanza
riescono a fare cose straordinarie con forza e resistenza fisica e anche
mentale ma è sempre importante esercitare pratiche e metodi che tengano a bada
eventuali preoccupazioni o tensioni che fanno spendere energie inutili prima o
durante una gara importante:.
Che segno
ti ha lasciato questa gara? “Qualche
sfregatura tra corpo e indumenti che una volta terminata la gara e per un po'
di giorni successivi mi ha costretto a usare creme e medicazioni. Su questo
aspetto in ogni gara di 12/24 ore cerco di migliorarmi ma non è facile trovare
le giuste combinazioni su tutti gli aspetti: alimentazione, idratazione,
integrazione e vestiario.”
La pratica dell’ultramaratona è molto
complessa, richiede un’attenzione costante al minimo dettaglio in allenamento, in
gara e nel post gara per un recupero che sia il più completo e più veloce
possibile.
Qual è stato il tuo punto di
forza? “Credo la tenacia mentale e la
mia esperienza. Nonostante abbia avuto problemi di stomaco ho cercato di
alimentarmi e bere (anche se poco) contro la mia volontà perché sapevo che era
indispensabile per finire le ultime cinque ore di gara.”
Nella mente degli ultrarunner ci sono
sempre tanti appuntamenti, tante sfide, tanti sogni da trasformare in realtà.
Ora cosa vedi davanti a te? “Parteciperò al Campionato Italiano di 24 ore
a Cesano Boscone, poi forse farò con Marcello la Ultra K a Salsomaggiore e poi
ci prenderemo una pausa dalle gare fino ad anno nuovo.”
La vita è fatta di impegni e di relax,
di orti da coltivare, di relazioni e Francesca riesce a conciliare un po’ tutto
faticando e divertendosi, con impegno, passioni, determinazione e resilienza.
Interviste a Francesca sono riportate nei libri:
“Correre con la mente. Perché correre? Come iniziare? Superare le avversità, raggiungere obiettivi, realizzare sogni”, Matteo Simone, pubblicato da Progetto Cultura.
Sport & benessere 15 | ed. novembre 2022.
Matteo SIMONE
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