Avevo bisogno di una rivincita
Matteo SIMONE
Sabato 22 settembre 2018 si è svolta
la terza edizione dell’EOLO – Campo dei Fiori Trail, valido quale Campionato
Italiano di Trail Lungo e Corto.
Il titolo nazionale assoluto FIDAL
(Federazione Italiana Atletica Leggera) della specialità Trail lungo, è stato
assegnato a Stefano Rinaldi del Team EOLO che ha vinto l'EOLO 65K
precedendo l'amico di squadra Andrea Macchi. Di seguito, Stefano racconta la sua
esperienza rispondendo ad aclune mie domande: Ti aspettavi questo titolo italiano? "Sinceramente non me lo aspettavo, dentro di me ci speravo perché dopo
il secondo posto dell’anno scorso e dopo diverse sfighe che mi sono capitate
quest’anno avevo bisogno di una rivincita. Prima di tutto per me stesso."
Se c'è passione, se c'è costanza, se c'è intenzione, se c'è impegno, se si è resilienti, prima o poi risultati importanti arrivano per ripagare della fatica e dell'impegno profuso: Come ti sei preparato e organizzato? "Mi sono preparato bene per questa gara perché ci tenevo particolarmente, facendo allenamenti mirati. A livello di organizzazione fortunatamente avevo Gianni (Kratos) e l’aiuto prezioso di Paolo che mi facevano trovare già tutto pronto ai ristori."
Non si inventa niente e non si
improvvisa niente, quando arrivi vicino a un traguardo ambizioso e sfidante
diventa importante crederci ancora e sempre di più, cercare di far meglio per
arrivare proprio dove si vuo arrivare, se un anno arrivi secondo l'anno
successivo è l'anno buono per far meglio e arrivare primo, se per poco non
riesci a essere convocato in nazionale, si può far meglio per meritare la
maglia azzurra e tutto ciò aiuta a essere più ficuciosi e resilienti continuando
a fare del proprio meglio per se stessi, per la propria o le proprie famiglie e
squadra, per la propria nazione, e questo è lo sport che vogliamo: Cosa ti ha aiutato e cosa ha remato
contro? "Mi ha aiutato la mia
preparazione e il mio allenamento, sono stato bene per tutta la gara,
sicuramente è stato prezioso l’aiuto di Gianni per quanto riguarda
l’integrazione durante tutta la durata della gara, a livello mentale mi ha
aiutato molto vedere mio papà, Luca (Eolo boss) ma soprattutto mio figlio Pietro
ai ristori."
Gli ingredienti principali del
successo sono la passione, l'impegno, il talento, l'organizzazione e poi il
resto lo mettono le persone che sostengono, aiutano, suggeriscono, sono
presenti, tifano, coccolano: Cosa è
cambiato in te nel tempo? "In me
nel tempo sono cambiate molte cose, ci vorrebbe una pagina solo per questa
domanda, diciamo che da quando ho iniziato a correre sono diventato molto più
rigoroso su quanto riguarda l’ordine delle cose da fare durante le giornate per
riuscire ad incastrare il tutto, non è facile lavorare avere famiglia e cercare
di correre ad alti livelli."
Lo sport se praticato con
consapevolezza delle proprie capacità e di quelle degli avversari, apprezzando
il viaggio, il territorio, il contesto, diventa un'occasione e un'opportunità
per fare ricche ed intense esperienze, da condividere sia con i migliori amici
o avversari che con la propria famiglia: Cosa
porti a casa? "Mi porto a casa
un ricordo incredibile, delle emozioni indescrivibili, l’arrivo con mio figlio
e lo scambio di pettorale con il mio compagno di team ma soprattutto amico vero
Andrea."
Lo sport di endurance, prolungato
nel tempo procura benessere fisico ed emotivo e permette di ricevere sia
critiche che apprezzamenti, sono tanti che giudicano coloro che fanno sforzi
enormi e prolungati così come sono tanti che stimano persone che si impegnano
per raggiungere obiettivi sfidanti con sforzo immenso ma ripagato dai risultati
e dai traguardi: Cosa dicono di te a
casa, al lavoro, gli amici? "Sostanzialmente
non è cambiato nulla, non sono una persona a cui piace apparire, ho ricevuto
comunque molti complimenti e questo fa sempre piacere." Chi ti ha appoggiato, sostenuto,
consigliato? "Sicuramente la mia
famiglia e il mio team."
Lo sport è un grande contenitore di
persone, famiglie, squadre; gli atleti faticano togliendo tempo a lavoro e
famiglia ma tornando sempre con entusiasmo e voglia di esserci con piu
attenzione e piu presenza dopo aver fatto intense esperienza di fatica che gli
permette di sperimentarsi e uscire fuori dalla zona di confort tornando piu
consapevoli, maturi e responsabili: Dedichi
a qualcuno questa tua prestazione? "Questo titolo Italiano lo dedico soprattutto a le mie due famiglie.. A
mia moglie Daniela in primis e ai miei bimbi Amelia e Pietro. E all’altra mia
“famiglia” Eolo team, Andrea, Fabio, Luca, Gianni e Giorgio."
Lo sport diventa storia e vita
degli atleti, una narrazione continua per ricordare chi siamo, cosa vogliamo,
dove vogliamo andare a contatto con la natura e con le nostre sensazioni
corporee per sviluppare sempre più consapevolezza delle proprie caratteristiche,
capacità, qualità, limiti: Che segno ti
ha lasciato questa gara? "Questa
gara mi ha lasciato un ricordo indelebile, facendomi provare emozioni
incredibili, anche perché sono i sentieri sui quali ci alleniamo tutto l’anno."
Qual è stato il tuo punto di forza? "Penso sia stato il fatto di conoscere bene
il tracciato e quindi sono riuscito a gestirmi al meglio."
Nella mente degli ultrarunner ci
sono sempre piani e progetti, nuove sfide e sogni da trasformare in realtà
prendendo sempre nuove direzioni con nuove consapevolezze: Ora cosa vedi davanti a te? "Adesso Capadocia a fine ottobre, ultimo obbiettivo della stagione. Poi
riposo e si pianifica la prossima stagione." Convocazioni in nazionale? "Speriamo, vista la mancata convocazione dell’anno scorso, ma il
percorso è ancora lungo."
http://www.psicologiadellosport.net
http://www.mjmeditore.it/autori/matteo-simone
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+simone+matteo.html
Nessun commento:
Posta un commento