venerdì 19 ottobre 2018

Diana Marongiu: Non mi sento un'atleta ma una ex atleta

Non voglio vivere nel passato, vorrei fare un’altra competizione di body building
Matteo SIMONE 

Diana Marongiu inizia a correre nel 1994 con piccoli passi che lei chiama “baby step”, nel dicembre del 2009 rompe il record maschile di scalinata di un edificio. Nel 2001 ha iniziato a praticare Bodybuilding come forma di esercizio complementare alla corsa di fondo. Di seguito racconta di sé rispondendo ad alcune mie domande: Come stai? Cosa hai in mente?Non sto bene, sia mentalmente che fisicamente. L'incubo è iniziato nel 2015. Mi sono presa la malattia di Lyme (borrelia) e la bartonellosi da una zecca e mi ha praticamente rovinato la vita. Debolezza estrema alle braccia e gambe, stanchezza stremannte e dolori che vengono spesso identificati anche come del tipo fibromalgia, forti mal di testa ed eventualmente uno stato di depressione acuta dovuto alla stanchezza fisica che non mi permette di correre, andare in palestra o avere degli obiettivi comuni o una vita normale. Vado avanti di giorno in giorno come uno zombie, ma a questo punto sto migliorando. Questa è la mia realtà dal 2016.  Antibiotici ed erbe medicinali non sono servite a molto, hanno aiutato comunque di volta in volta ma non sono mai arrivata ad una salute a lungo termine. Per stare meglio ho fatto e faccio di tutto, sperimentando trattamenti o cure integrative, leggendo e ricercando prendendo in considerazione le esperienze di altri e gli studi scientifici, (quando e se a disposizione). Mi sono messa in un abisso finanziario. Ho imparato tante cose di biologia e batterologia.  A pensare che detestavo le scienze naturali da studentessa.

Purtroppo nella vita ci sono degli imprevisti ai quali bisogna far fronte, imprevisti che spiazzano, che mettono in difficoltà, che fanno ammalare, che interrompono sogni, che colgono impreparati.
Cosa è cambiato in te nel tempo?Credevo molto in me stessa ma la malattia mi ha fatto inginocchiare. Rispetto a molti pazienti di Lyme sto molto meglio, perché ho preso la malattia prima che mi distruggesse il sistema immunitario. Ho fatto progressi da sola, senza medici, chiedendomi alle volte se stessi seguendo la strada giusta. Ma non avevo altra scelta, perché aspettare ad un miracolo non serve a molto, e si può anche arrivare a morire lentamente per complicazioni. La malattia mi ha decisamente dato il coraggio di affrontare la morte e non averne paura. Al momento faccio l'apiterapia, specificatamente in veleno di api, ovvero punture di api alla spina dorsale.  Mi sta aiutando molto, devo dire sono anche sorpresa. Mi sono comprata anche un alveare. La mia scelta personale di questo tipo di terapia sottolinea quasi un'ultima speranza. I miei allenamenti consistono in corse sporadiche e palestra quando me la sento. Corro poco al momento. Quando sto bene 2 o 3 volte la settimana, solamente 3 km. Palestra Sto ingrassando per l'inattività e la inconsistenza della mia salute.

A volte qualcosa di più grande di noi, di incontrollabile, ci mette in ginocchio, ci fa cascare, ci abbatte, mette alla prova noi stessi e si ha bisogno di accettare da una parte e reagire dall’altra attraverso diversi processi che comprendono prima di tutto la consapevolezza della propria situazione e poi con l’aiuto di qualcuno che sostiene e supporta e con l’aiuto di se stessi bisogna continuare ad avanzare nel tempo con le risorse residue del momento per cercare di rimodulare propri obiettivi e proprie direzioni, cercando il meglio per sé e i propri cari.
Fai parte di un gruppo, una squadra?No. Le malattie croniche e incurabili come il Lyme mettono a dura prova le relazioni tra amici, e quelle romantiche. Chi vuole aspettare così tanto fino a quando l'amico/a sta bene? Nessuno. Pochi rimangono molti spariscono e sentire le lamentele di una persona che apparentemente sembra sanissima è un po’ fastidioso a lungo andare.”

Importante soprattutto nei casi di difficoltà avere una rete di riferimento che si preoccupa, si occupa, che sostenga e supporta la persona in difficoltà con pazienza e disponibilità per procurare sollievo e aiutare nel processo di guarigione o autonomia.
Chi si occupa di te? Su chi fai affidamento?Nessuno si occupa di me.  Purtroppo ho perso fiducia nella medicina. Ma d'altronde non importa perché non ho più paura della morte. Mio marito mi aiuta con le punture delle api e così anche un’amica anche lei con il lyme.  Se non fosse stato per me stessa sarei al letto con chissà quale diagnosi di malattia misteriosa. Molte diagnosi di SLA, Parkinson, e CFS /ME sono diagnosi mancate di Borreliosi o altri tipi di malattie batteriche di genere zoonico poco conosciute.  Molte di queste vengo erroneamente categorizzate come 'rare', invece sono molto più comuni di quanto la scienza e la stampa ci possa dire e vengono spesso diagnosticate o scambiate per altre patologie inventate, o misteriose. Queste scoperte, mi hanno portato a capire quanto troppo facilmente mettiamo la nostra vita e la speranza nelle mani altrui. Ciò che ho capito in questi ultimi anni è che noi siamo le uniche persone a controllare la nostra vita e la salute.”


E’ difficile per tutti parlare dei problemi personali o di altri, ma succede che le persone vivono isolate nel silenzio e nel dolore, importante è che le esperienze sia positive che negative vengano condivise con altri in modo da comprendere l’accaduto e capire cosa si può fare per se stessi o per l’altro.
Hai un messaggio per le donne del mondo?Sì. Fidatevi di voi stesse, sarete sempre sole a fare la strada in salita. Dovete amare voi stesse prima di tutto. Non lasciatevi intimidire da coloro che sembra che ne sappiano di più. D'altronde sono esseri umani come noi, e commettono errori. Prendete la situazione in mano vostra e svolgete le ricerche per conto vostro; insistete e non rassegnatevi con risposte finalizzate allo scopo di farvi azzittire. Soprattutto, non accettate mai quello che accettano tutti pensando che sia giusto. Questo vale per tutto, dalla salute allo sport o alle relazioni sociali ed il lavoro. Grazie al fatto che ero in forma e a conoscenza della mia salute ho scoperto che la sintomatica era dovuta a una malattia. Bisogna capire che la scienza e la medicina sono campi limitati. Se è vero che abbiamo fatto molti passi avanti in alcuni aspetti, bisogna riconoscere che in altri la diagnostica di alcune patologie e stagnante da secoli. Spetta a noi pazienti pionieri smuoverci. Un individuo, specificatamente un atleta, non passa improvvisamente dallo stare bene a non riuscire nemmeno svegliarsi la mattina. La soglia di sopportazione del dolore degli atleti è molto più alta della norma e spesso segnali iniziali di malfunzionamento, chiamiamoli così, vengono trascurati o nemmeno presi in considerazione.”

Nella mente degli atleti ci sono sempre direzioni da percorrere, vecchie o nuove; sogni da realizzare comunque con le risorse residue e con la voglia di rialzarsi e riemergere; mete e obiettivi sfidanti da raggiungere da soli o in compagnia.
Il sogno da realizzare?Al momento, tornare a stare bene come prima sembra quasi un sogno irraggiungibile, ma ho buone speranze e comunque, se questo si verificherà, allora sicuramente, vorrei fare un’altra competizione di body building nella categoria 'Figure'. Non voglio vivere nel passato. La mia realtà è quella che è al momento, non mi sento un'atleta ma una ex atleta. Il Body Bulding continua ad essere uno sport che amo molto e che mi dà anche la capacità di misurare in maniera tangibile se sto migliorando di salute. Il danno che ho subito a livello cellulare, di mitocondri, causato da questi batteri non è indifferente. La Bartonellosi in particolare, infetta i globuli rossi e ruba ferro (la stanchezza è dovuta a questo), causando anche una serie di problemi vascolari non indifferenti.”

Riporto un’intervista a Diana Marongiu nel libro “Lo sport delle donne. Donne sempre più determinate, competitive e resilienti" – 8 ottobre 2018. 

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