Il sogno da realizzare è finire assieme a mia moglie il trail Swiss
Peack in Svizzera, 360 KM
Matteo SIMONE
La vita è fatta di incontri, scoperte, conoscenze e soprattutto di vita all’aperto, Dante racconta la sua esperienza di atleta soprattutto all’aria aperta tra le montagna e in condivisione.
Come hai scoperto il tuo sport? “Sono sempre stato un grande appassionato della montagna e sin da
ragazzino ho praticato in maniera amatoriale gran parte degli sport che
permettono di stare a contatto con la natura quali lo sci alpino, il free
climbing, l’ice climbing, l’alpinismo ed il trekking. Negli ultimi anni mi sono
particolarmente appassionato ai trail grazie a mia moglie Lorella la quale ha già
preso parte a diverse gare.”
Non
per forza bisogna fare sport per sentirsi campioni, per vincere, per
guadagnare; lo sport fa bene al fisico e alla mente semplicemente praticandolo,
semplicemente come passione da coltivare per star bene, per scaricare, per
condividere, per apprezzare se stessi e il mondo che ci circonda.
Bisogna
sempre trovare spazi e tempi per
allenarsi e poter arrivare a eventuali gare pronti per terminarle e a volte per ben
figurare.
Quali sono le
difficoltà e i rischi? “La principale difficoltà è
riuscire a seguire in maniera corretta e costante una tabella di allenamento
perché spesso, visti i molteplici altri impegni, gli allenamenti subiscono
varianti non in programma. Personalmente vedo come
rischio perdere di vista la finalità dell’attività sportiva. Prima pratico sport per stare bene con me stesso e per divertirmi. Anni fa,
quando praticavo body building, tale attività era diventata un’ossessione e
quindi questo è un rischio.”
Anche
lo sport può nascondere insidie se non si fa attenzione, se diventa una dipendenza, se si vuol primeggiare a tutti i costi.
Importante è definire obiettivi che ci aggradano, che ci soddisfano, che ci
fanno sperimentare benessere e competenze, che ci permettono di alzare
gradualmente l’asticella, che ci permettono di sfidare noi stessi e anche
qualcun altro senza pretese, senza superbia.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? “I prossimi obiettivi sono
diversi trail e soprattutto vertical in Valle d’Aosta. Il sogno da realizzare è
finire assieme a mia moglie Lorella il trail Swiss Peack in Svizzera, gara di
360 km.”
Bello
lo sport praticato in condivisione, permette di condividere fatiche,
stanchezza, ma anche gioia e soddisfazione di arrivare, di terminare, di
superare.
Cosa hai scoperto di te stesso e degli altri praticando sport? “Di me stesso ho scoperto che ho una grande determinazione, che
difficilmente mollo soprattutto per orgoglio proprio. Negli altri ho scoperto
amicizia e condivisione.”
Ci sono aiutatori o sabotatori? “Non essendo io un atleta agonista ma un semplice amatore, non ho
trovato sul mio cammino sabotatori. Al contrario tanti appassionati come me che
dandoti consigli diventano quindi degli aiutatori.”
A
volte lo sport come da così toglie, bisogna prestare attenzione a non farsi
tentare da pratiche illecite per cambiare i connotati del proprio corpo, o
falsare le prestazioni attraverso pratiche illecite; bisogna cercare di stare
in contatto con le proprie capacità, mezzi, possibilità e anche dei propri
limiti senza pretese assurde per non trasformare lo sport da una pratica
salutare a una pratica rischiosa.
Chi approva e chi non approva il tuo sport? “Quando praticavo body building tutta la mia famiglia era contro questa
disciplina, non tanto per la pratica stessa, ma per il doping che gira attorno
ad essa. Gli sport di montagna hanno unito ancora di più mia moglie ed io e
quindi la prima ad approvare in pieno queste mie attività è proprio lei, mia
moglie Lorella.”
Quale messaggio per sconsigliare il doping? “Perché rovinarsi la salute per qualche momento di finta gloria? Ne vale
veramente la pena? La vera sfida è con noi stessi. Essere forti vuol anche dire
accettare i propri limiti senza cadere cercare di superarli con il doping.”
A
volte lo sport migliora la qualità della vita, permette di trovare strategie
utili per superare momenti e periodi difficili, fa scoprire nuovi metodi di
preparazione e allenamento o di gestione di ansia e stress o nuove modalità per
recuperare prima.
Cosa è cambiato nel tempo? “Nel tempo, aumentando le sessioni di allenamento, e quindi migliorando
le mie prestazioni, è migliorata la mia sensazione di benessere che di
conseguenza ha migliorato anche la mia qualità di vita.”
Come superi
difficoltà, disagi, crisi nello sport? “Negli ultimi anni mi sono
avvicinato, seppur come autodidatta, allo yoga. Questa disciplina mi aiuta
molto a superare tutte le difficoltà che quotidianamente posso incontrare, tra
le quali quelle sportive. Quindici giorni fa sono stato operato al menisco. La
mia testa si era però già autoconvinta che in data 28 aprile avrei partecipato
al primo vertical della stagione e così è stato. Bisogna rimanere positivi e
lottare ancora di più difronte a momenti di disagio o di crisi.”
Lo
sport aiuta a credere a qualcuno e a te stesso, aiuta a considerare parole o
frasi che al momento giusto possono essere molto utili, lo sport fa
appassionare alla vita, a persone che riescono nella vita come atleti per
essersi impegnati e per avere dimostrato di avere una forte passione che li ha
portati ad avere successi.
Hai un idolo, parola, frase? “Anche se
purtroppo ho iniziato a seguirlo negli ultimi anni della sua vita, prima
dell’incidente, ho ammirato tantissimo Uely Steck, grandissimo alpinista
svizzero. Le sue imprese e soprattutto i suoi pensieri mi hanno affascinato. Il
mio motto MEMENTO AUDERE SEMPER, ricordati di osare sempre. Nello sport, nel
mio piccolo, questa frase mi aiuta molto.”
A
volte è importante avvalersi di persone competenti per comprendere come far
meglio e sperimentare sia benessere che performance, a volte la scuola aiuta a
introdurre le persone allo sport diventano un’opportunità di educazione e di
palestra di vita accanto ai genitori e alla teoria di tante materie di
insegnamento.
Ti avvali di figure professionali (allenatore, nutrizionista,
psicologo)? “Si mi è capitato negli anni di avvalermi sia di un
preparatore atletico, sia di un nutrizionista. Mai di uno psicologo.”
La scuola ti è stata di aiuto nello sport? “No, ai miei tempi la
scuola non era per nulla sensibile allo sport e ciò che ho imparato non mi è
tornato utile. Ad oggi, seguendo l’attività sportiva di mia figlia, agonista
nel mondo dello sci alpino, vedo con piacere che la scuola che frequenta, la
TTS di Aosta, la aiuta molto anche solo nell’apprendere un metodo di lavoro. Lo
stesso metodo che usa per studiare lo applica nella programmazione degli
allenamenti a secco a casa.”
Conosco
la scuola TTS di Aosta grazie allo sport in quanto ho conosciuto la direttrice Chiara
Raso in un running camp in Kenya da lei organizzato e da lì è nata un’amicizia e
una collaborazione con lei e con la scuola sia per l’organizzazione dei camp running
in Kenya che presso la sua scuola di Aosta che adotta il programma “Vinci nello
Studio, Vinci nello Sport”.
Apprezzabile
la pratica dello sport nella famiglia di Dante, che trasmette un senso di squadra
e di sviluppo di competenze spendibili non solo in ambito sportivo ma anche nella
quotidianità della vita famigliare, scolastica e lavorativa.
La tua famiglia
pratica sport? “Mia moglie ed io abbiamo tre figli. Aline di
13 anni, Hervé di 11 ed Eloisy di 5. Mia moglie è una grandissima appassionata
di corsa e di trail, Aline è agonista nel mondo dello sci alpino sin dall’età
di 4 anni, ottenendo ottimi risultati. Hervé al momento non ha ancora scelto
una sua disciplina ed Eloisy ha iniziato questo inverno con lo sci alpino.”
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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