domenica 5 novembre 2017

Alessandro Reali, ultrarunner: Mi sento campione ogni volta che finisco una gara



La prima maratona diventa il vero battesimo dei runner, ti dà l’ingresso nel mondo dei maratoneti, sai che hai superato una prova difficile, hai superato il muro del maratoneta, grazie a te stesso, alla tua personalità, al tuo impegno negli allenamenti, alla tua determinazione.

Di seguito, Alessandro racconta la sua esperienza di atleta runner.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Mi sento campione ogni volta che finisco una gara… Tutta la mia preparazione viene inserita nei ritagli di tempo che trovo tra lavoro e famiglia.
Qual è stato il tuo percorso nella pratica dell'attività fisica? “Ho iniziato a correre circa 5 anni fa, dopo aver conosciuto un gruppo di persone del mio quartiere con le quali ogni mattina condividiamo qualche ora di sport e sane risate tra il nostro parco, il bar e la palestra. Da lì ho iniziato a fare gare di 10 km, per poi avventurarmi nelle mezze maratone, mi sono appassionato sempre di più e ora corro circa 4 maratone l’anno.
Capita di incontrare qualcuno che ti parli del suo sport, che ti invita a correre, che ti invita a iscriverti alla sua società e poi può succedere che lo sport e in questo caso la corsa in particolare ti appassioni e sperimenti benessere allenandoti e gareggiando.
Quali sono i fattori e le persone che hanno contribuito al benessere e performance nello sport?
Il fattore principale è stata la mia volontà e voglia di fare sempre di più. La persona che più ha contribuito a formarmi dal punto di vista tecnico è stato il mio amico e compagno di squadra Casale Tommaso; oltre a lui, la grande amicizia che mi lega ad un altro compagno di squadra De Luca Massimiliano (insieme a lui ho preparato la gran parte delle gare).
Due persone che conosco, un allenatore ed un atleta che possono contribuire a suscitare voglia di fare sport, di allenarsi, di partecipare a gare. Si diventa amici di squadra e di avventure, si affrontano assieme allenamenti e gare, si cresce come persone e come atleti. in due è molto meglio, si condivide la fatica e la gioia, il pre gara e il post gara, ci si aiuta e ci si sostiene a vicenda, una storia che accomuna, una esperienza da vivere assieme.
Ricordi un’esperienza che ti da la convinzione che ce la puoi fare nello sport e nella vita?  E’ stata la mia prima maratona che non avrei mai immaginato di portare a termine.”
Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici della tua attività sportiva? “Mia moglie e mio figlio mi sostengono moralmente anche con loro presenza nella gran parte delle gare, in particolare mio figlio Cesare che in ogni gara mi fa sentire sempre un campione.”
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità possiedi nella pratica del tuo sport? “La mia unica qualità è quella di superare sempre me stesso, però direi che per la corsa mi sento veramente portato.”
Che significa per te praticare attività fisica? “Significa sentirmi in forma e socializzare con altre persone.
Quali sono le sensazioni che sperimenti facendo sport? “Mi fa star bene con me stesso. La corsa mi dà un senso di benessere ed anche qualche soddisfazione personale.”
Quali condizioni fisiche o ambientali ti ostacolano nella pratica dell'attività fisica? “Per il momento la mia forza di volontà non mi ha fatto mai incontrare ostacoli.”
Cosa ti fa continuare a fare attività fisica? Hai rischiato di mollare? “Ho sempre cercato di migliorare e mai di mollare. Almeno per il momento.
Ritieni utile la figura dello psicologo nel tuo sport? Per quali aspetti ed in quali fasi? “Potrebbe secondo me essere utile se una persona vuole essere troppo competitiva mettendo a rischio la propria salute…
La gara della tua vita, dove hai dato il meglio o hai sperimentato le emozioni più belle? “La prima maratona fa sempre il suo effetto… Poi devo dire che ogni competizione mi crea sia prima che dopo belle emozioni.”
La tua gara più difficile? “Senza dubbio i trail in montagna dove a volte per qualche km ti trovi solo tu e la natura. La solitudine in generale non mi piace…”
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport? “Fatelo perché lo sport aiuta a scoprire molte potenzialità sia caratteriali che fisiche.”
Un messaggio per sconsigliare l'uso del doping? “Il bello dello sport è misurare le proprie capacità e riconoscere i propri limiti e quindi divertirsi. Con l’uso del doping i limiti non sono più i tuoi...”
Hai un modello di riferimento? Ti ispiri a qualcuno? “Non mi ispiro a nessuno in particolare, ma cerco di confrontarmi con gli atleti più esperti che conosco.
Cosa significa per te la 100km del Passatore? “Ho iniziato a pensare alla 100 km del Passatore dopo qualche anno che correvo le maratone, anche se non nascondo di averla guardata sempre con timore. Il fattore che mi ha spinto a fare l’iscrizione è stato principalmente il fatto che, nonostante chiedessi a tantissime persone che l’avevano già corsa cosa si provasse, io volevo provare in prima persona le sensazioni fisiche e mentali che si provano prima, durante e dopo. Quindi per me la 100 km ha significato conoscere delle sensazioni così personali che nessuno sarà mai in grado di descriverti con le sole parole.”
Come decidi obiettivi e strategie di gara? Team, famiglia, amici, figure professionali? In generale se mi prefisso un obiettivo in tutti i modi cerco di raggiungerlo. Per quanto riguarda la mia attività podistica spesso mi fisso obiettivi più che altro per avere più stimoli. Nel caso della 100 km la preparazione l’ho condivisa con il mio amico Massimiliano De Luca, quindi devo dire che mescolando l’amicizia con una passione esagerata per la corsa è stato facile prepararla.”

Insieme è meglio, si è più sicuri, si condividono allenamenti, attese, speranze, gioie e fatiche.
Con l’esperienza è cambiato il tuo modo di allenarti? Curi la preparazione mentale? L’esperienza, che in questo campo secondo me non è mai abbastanza, con il tempo ha cambiato molto il mio modo di allenarmi, in quanto ho potuto capire che l’allenamento mentale è fondamentale, sia nelle gare di breve che in quelle di lunghe distanze. Molte volte anche se sento le gambe molto affaticate, la testa mi da quella forza che mi permette di non mollare assolutamente.”

Se usi la testa cambia la percezione della fatica, non è qualcosa di fine viaggio, ma è qualcosa che si vuole insidiare per ostacolarti, per sabotarti, basta non ascoltarla, o accoglierla, e avanzare.
Coccole e autoprotezione ci sono state nella tua preparazione o nel post gara? Anche da parte della mia famiglia nel periodo pre-gara ci sono stati momenti di incitazione ma nello stesso tempo domande del tipo: 'ma sei sicuro?', 'ma ti rendi conto?', 'si, ma stai attento…'. Al termine dell’impresa però è impagabile vedere la gioia e l’orgoglio delle persone care.”

L’apprensione da parte di amici, famiglia e conoscenti è normale, si tratta sempre di qualcosa di non ordinario, da prendere con cautela e tanta attenzione.
Prossimi obiettivi? Sogni da realizzare? “
Il mio obiettivo è di imparare a gestire al meglio le maratone e conoscere sempre di più le ultramaratone, perché correre per tante ore e tanti km mi diverte in modo particolare.

Benevenuto nel mondo degli ultrarunner, un mondo bizzarro, divertente, affascinante, per pochi privilegiati. 
Alessandro è menzionato nel libro “L’ultramaratoneta di Corato”. 
Un’intervista ad Alessandro è riportata nel mio libro La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza.  
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La 100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza. Lo stesso autore ha partecipato a questa gara sperimentandosi e comprendendo cosa significa fare sport per tante ore, andando incontro a crisi da superare, mettendo in atto strategie per andare avanti e portare a termine la competizione. 
È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione. Sono trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su 
se stesso.
 

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