domenica 25 marzo 2018

Francesca Innocenti, ultramaratoneta: Mi piace pormi degli obiettivi e provare a superare i miei limiti

Matteo SIMONE  21163@tiscali.it 

Per i prossimi Campionati Europei di 24 ore che si svolgeranno a Timisoara (Romania) il 26-27 maggio 2018, la FIDAL ha convocato le seguenti atlete: 

Lorena Brusamento (Gs Gabbi), Valeria Empoli (Bergamo Stars Atletica), Elena Fabiani (Woman Triathlon Italia ASD), Francesca Innocenti (Bergamo Stars Atletica), Sara Lavarini (Atl. Leone San Marco Pordenone), Serena Natolini (ASD Valli di Lanzo).
Approfondiamo la conoscenza di Francescaa attraverso risposte ad alcune mie domande di un po’ di tempo fa.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? Correvo fin da ragazzina per le strade di campagna del mio paese natio, Castiglion Fibocchi (Ar) senza sapere durante le uscite né i km che stavo percorrendo né il ritmo a cui correvo. Non sapevo neanche dell'esistenza degli orologi con gps incorporato e correvo con la tuta da ginnastica felpata in inverno e le magliette di cotone in estate e senza scarpe da running. 
Nell'estate del 2011 sono andata a vivere in città ad Arezzo e ho iniziato a correre al Parco Pertini, il principale di Arezzo, a documentarmi su scarpe e accessori da running e a settembre dello stesso anno ho corso la mia prima gara competitiva alla Fratta S. Caterina, frazione della Valdichiana Aretina. Dopo un mese mi sono iscritta alla società Atletica Sestini e ho iniziato ad allenarmi costantemente, a conoscere il significato di ‘ripetute’ e ‘fartlek’, a documentarmi sui tipi di scarpe da running, sull'abbigliamento e accessori da corsa e a fare altre gare, la mia prima mezza maratona è stata quella di Firenze ad aprile 2012.”
 
Bello quando gli atleti raccontano che correvano nel proprio paese da ragazzini, che correvano a scuola, che correvano verso il paese vicino, è un ricordo che sta a significare il prendersi una certa libertà, il cercare di allontanarsi da casa, di arrivare da qualche parte con le proprie forze. 
E’ bello sperimentare il senso di libertà senza competizione, senza misure, senza tempo, senza dar conto. E poi arrivano le prime gare, le prime società, i primi consigli ed allenamenti seri fino ad arrivare a vincere una gara importante, questa è stata l’esperienza di Francesca Innocenti, serena e felice.
Nello sport chi contribuisce al tuo benessere e performance? Il cambiamento significativo nel rendimento sportivo lo devo al mio allenatore Luca Sala, presenza fondamentale di questo mio periodo sportivo. Mi segue con costanza e mi suggerisce gli allenamenti da fare con un programma impegnativo ma dandomi tanta motivazione.”

Il bravo allenatore oltre a stilare le tabelle di allenamento, diventa una persona di riferimento dell’atleta, una persona che comunica, che ascolta, che definisce insieme agli atleti gli obiettivi da raggiungere, si confronta con l’atleta su eventuali problemi in allenamento o in gara ed inoltre ha un importante ruolo nel motivare l’atleta.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? Gli amici che praticano sport a livello agonistico come me (podismo o triathlon) condividono le loro esperienze con me, ci confrontiamo ed è come se ‘parlassimo la stessa lingua’. I colleghi e amici ‘non sportivi’ mi ammirano e mi fanno i complimenti e sono curiosi di conoscere questo mondo a loro così tanto sconosciuto. I miei genitori finché facevo le gare brevi in zona venivano anche a farmi il tifo, da quando ho intrapreso la scelta delle ultra-maratone mi chiedono spesso perché debba andare così lontano da casa a gareggiare.”
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare sport? Ho scoperto che quando la fatica inizia a farsi sentire amo correre da sola. Nelle ultra-maratone riesco a conversare per le prime 2 ore di gara, poi preferisco starmene per i fatti miei, concentrandomi per sentire meno la fatica, con la sola compagnia della musica.
Quali capacità, caratteristiche, qualità che hai dimostrato di possedere? Sono disciplinata nell'eseguire gli allenamenti, accetto consigli e sono abbastanza severa con me stessa nel senso che in questi anni sono riuscita ad imparare una cosa: saper gestire la fatica sia fisica che mentale.

Brava Francesca, non trascura l’importanza dell’attenzione verso l’aspetto mentale che ti permette di fare cose straordinarie aprendo la mente al non ordinario, permettendosi di pensare in grande senza autolimitazioni, senza pensieri negativi e catastrofici.
Che significa per te partecipare a una gara? E' una prova con me stessa che mi serve a capire e misurare come sono riuscita a preparare i km da affrontare e, bene o male che vada, da lì riparto. Quando faccio le stesse gare con il mio fidanzato ci divertiamo a fare un confronto tra noi ed è un’occasione per incontrare gli amici che condividono la nostra stessa passione, è bello incontrarsi in giro per l'Italia da Nord a Sud nel giro di qualche settimana!”

Ripartire sempre, sia che hai fatto una bella prestazione sia che hai fatto una cattiva prestazione, ogni volta si riparte con più insegnamenti, più grinta, più motivazione, ed apprezzare tutto ciò che circonda la gara, luoghi, culture, amici.
Quali sono le sensazioni che sperimenti pregara, in gara, post gara? Nelle gare significative e che mi coinvolgono anche dal punto di vista emotivo non vedo l'ora di essere al momento della partenza. In gara penso a fare bene, km dopo km, ad andare al ritmo che mi sono prefissata, controllando ogni lap del Garmin che nelle 24 ore imposto ad intervalli di 5 km e cerco di stare tranquilla e di fare cose che mi fanno stare bene psicologicamente come parlare se ne ho voglia, ascoltare i dialoghi degli altri partecipanti, ascoltare la mia amata musica, fare qualche ristoro in più se sento anche solo un po' di sete perché so che il cammino sarà lungo e non devo fin da subito sentirmi ‘sotto pressione. 
Quando iniziano le difficoltà cerco di dividere mentalmente il percorso a piccole tappe, aspettando ad esempio il ristoro come piccolo momento di conforto. Nel post-gara nelle ultra tipo le 6h o le 50 km riesco subito a fare riflessioni sulla gara e su quello in cui penso che potrei migliorare. Dopo Montecarlo invece volevo solo dormire e soltanto il giorno dopo ho metabolizzato quello che avevo fatto, iniziando a riflettere dopo un altro paio di giorni a cosa poter fare per migliorarmi nella prossima 24 ore. Perché si può sempre fare di meglio.
A cosa devi fare attenzione nel tuo sport? Bisogna fare attenzione ad alimentarsi bene in gara e a bere tanto soprattutto nelle gare estive. Per questo preferisco le gare a circuito, perchè anche se meno suggestive dei ‘viaggi’ come la 50 km di Romagna o il Passatore mi danno tranquillità in quanto so' che ogni 1-2 km potrò mangiare qualcosa o bere se ne avrò necessità. Così come l'avere a disposizione gli indumenti di cambio o altri accessori se ne avrò bisogno. Bisogna stare attenti a coprirsi bene e usare indumenti specifici per il clima più rigido durante le 24 ore soprattutto di notte e nelle stagioni meno calde perchè con la stanchezza la termo-regolazione viene compromessa e aumentano i rischi di congestione. Viceversa d'estate tendo a ripararmi la testa con il cappellino e a bagnarla spesso così come le braccia per avere refrigerio.”
Cosa ti fa continuare a fare sport? Continuerò a fare le ultra-maratone perché mi piace pormi degli obiettivi e provare a superare i miei limiti. Ho la fortuna di condividere questa passione con il mio fidanzato e ci sosteniamo a vicenda condividendo anche i programmi di allenamento.”
Quale può essere un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport? Lo sport è libertà. Provate gli sport che più vi incuriosiscono, quando troverete quello giusto per voi ve ne accorgerete. Diventerà parte del vostro stile di vita, uno spazio tutto vostro per rilassarvi, sfogarvi, distrarvi, il vostro corpo e la vostra mente ne trarranno benefici.

Una volta incontrato lo sport che fa per te non lo lasci più, te ne innamori, ti ci affezioni, non vedi l’ora di incontrarlo e praticarlo.

Un messaggio per sconsigliare l'uso del doping? Chi fa uso di sostanze illecite inganna prima di tutto sé stesso, la sua coscienza e la propria salute.”
Ritieni utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti dell'attività sportiva? Sono infermiera in Salute Mentale, conosco l'importanza del sostegno psicologico. Credo sia utile la figura dello psicologo in tutti gli sport condotti a livello agonistico che pur essendo fatti con passione e piacere richiedono impegno fisico, di tempo e sacrifici. Rinunce del tempo da dedicare alla famiglia, rinunce al riposo che mese dopo mese possono pesare mentalmente. Le emozioni e la motivazione possono trarre beneficio se supportati da uno specialista in modo da far arrivare l'atleta il giorno degli appuntamenti più importanti, nella migliore condizione possibile sia fisica (per merito del preparatore atletico) che mentale (per merito dello psicologo). Lo ritengo uno strumento di sostegno fondamentale per affrontare al meglio le difficoltà che possono insorgere nella preparazione di gare ricche di aspettative e altrettanto faticose dal punto di vista fisico e mentale come le 24 ore.
Quali sogni hai realizzato e quali da realizzare? Riuscire a vincere una gara Internazionale nella specialità per cui sono stata selezionata tra gli atleti osservati a livello nazionale, la 24 ore, è stato per me un sogno che ho visto materializzarsi! Anche aver vinto il Campionato Italiano di 6 ore in pista a San Giovanni in Lupatoto nel 2016 è stata per me una grande soddisfazione. Il mio sogno da realizzare? Indossare la maglia azzurra ai Mondiali di 24 ore di Belfast 2017!

Francesca ha realizzato il sogno di indossare la maglia azzurra ai Mondiali di 24 ore a Belfast totalizzando 210km.
Con le altre atlete ti sei trovata bene? Sentivi la responsabilità di essere anche squadra?Io ero la più giovane della squadra italiana e l’unica a vestire per la prima volta la maglia azzurra. Mi sono sentita emozionata, ma subito a mio agio con i compagni di squadra. In tutta la gara sono stati belli i momenti in cui sono stata affiancata a loro, anche se solo per qualche metro nei momenti dei sorpassi, ci siamo salutati ad ogni giro e detto qualche parola nei momenti di difficoltà. Eravamo gli azzurri, con il cuore che batteva per la nostra Italia, anche quando le gambe e la testa iniziavano a essere stanchi! Per me è stato così e sono certa anche per i miei compagni/e di squadra, sono orgogliosa di appartenere a questo gruppo. Virginia Oliveri l’ho conosciuta direttamente a Belfast, una persona solare, che trasmette allegria e che spero di rivedere presto in qualche ultra! 
Lorena Brusamento e Luisa Zecchino le conoscevo già, con Lorena ho fatto la 24 ore a Cesano Boscone dove nelle ultime due ore di gara mi è stata vicina per diversi giri e la 12 ore di Franciacorta a cui ha partecipato anche Luisa che avevo conosciuto alla 6 ore di Lavello la scorsa estate. Loro sono i miei esempi, io sono stata onorata di correre al loro fianco con la maglia azzurra, due bellissime persone, semplici, toste e con un cuore immenso!

Indossando la maglia azzurra in contesti internazionali si fa parte del team Italia, si corre e si gareggia per se stessi e per la squadra, importanti diventano le relazioni tra gli atleti per un obiettivo sfidante, comune e condiviso.
Hai conosciuto altri atleti di altre nazioni? Più che conoscere ho rubato con gli occhi, ho ammirato i grandi fuoriclasse di questa disciplina e li ho salutati, ogni volta che mi doppiavano. Ricorderò sempre Florian Reus, il campione del mondo della precedente edizione di Torino che ho salutato quasi sempre durante i suoi doppiaggi, Katalin Nagy, la ex campionessa del mondo e Ishikawa, il vincitore giapponese che nell’ultima ora di gara andava velocissimo! 
Non mi sono resa conto che potesse essere lui il vincitore, perché nelle ultime ore correva veloce anche un americano, vedevo che mi doppiavano entrambi ma non mi rendevo conto di chi fosse in testa. Ho un po’ di rammarico per non essermi congratulata con il vincitore; dopo la gara, un po’ per la stanchezza, un po’ per la voglia di salutare i miei amici di squadra, non mi sono resa conto degli atleti che avevano conquistato il podio, li avrei abbracciati volentieri.

Bisogna copiare dagli altri, spiare come fanno a fare una perfetta performance, assorbire le loro energie positive, i contesti internazionali permettono di incontrare grandi campioni.
Come vedi gli italiani Ultra? C'è ancora possibilità per te di altre convocazioni?Spero tanto di ripetere questa esperienza nel 2018 per gli Europei. Ogni volta che esco a correre il pensiero va alla mia maglia azzurra, così stimata, onorata: sono fiera di essere un’atleta della Nazionale italiana e il cuore mi si riempie di gioia quando racconto la mia esperienza del Mondiale a chi ne è interessato. Ci sono tante ragazze giovani e forti nel panorama dell’ultramaratona, ognuno di noi deve seminare nei mesi successivi, me compresa, dobbiamo preparare il terreno per poi coglierne i frutti nella primavera prossima, all’inizio della nuova stagione, in vista del prossimo appuntamento azzurro!".

Francesca sta seminando bene, sta costruendo la sua personalità da campionessa, non può che continuare su
questa strada della performance e ora è stata convocata per gli Europei di 24 ore. Che dire! Una brillante carriera.
Interviste a Francesca sono riportate nei libri: 
“Correre con la mente. Perché correre? Come iniziare? Superare le avversità, raggiungere obiettivi, realizzare sogni”, Matteo Simone, pubblicato da Progetto Cultura. 
“Il piacere di correre oltre” (Il piacere di correre oltre dal punto di vista di uno psicologo dello sport). 
Sport & benessere 15 | ed. novembre 2022. 
 
Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it  
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR 

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