mercoledì 21 marzo 2018

Stefano Fantuz tra i convocati per il prossimo mondiale trail in Spagna 2018

Mi consiglio principalmente con il mio allenatore e con i ragazzi del “Team Peggiori” 

Stefano Fantuz (Ssr La Colfranculana), Campione Italiano Assoluto di Trail Lungo 2017, è stato selezionato dalla FIDAL per il prossimo Campionato Mondiale di Trail Running 2018 che si disputerà a Penyagolosa (Spagna) il 12 maggio 2018, 85 Km (D+ 4000 mt).

Di seguito, Stefano racconta le sue esperienze, impressioni, sensazioni rispondendo ad alcune mie domande che aiutano a comprendere il mondo degli atleti d’élite.
Ti consigli con un team? Famiglia, amici, figure professionali?Mi consiglio principalmente con il mio allenatore e con i ragazzi del “Team Peggiori” con i quali ho condiviso molte gare e trasferte in questi ultimi anni. Oltre ad essere amici sono anche le persone che dal punto di vista sportivo mi conoscono meglio quindi mi viene naturale confrontarmi con loro e fino ad ora posso dire di aver avuto i consiglieri migliori.”

Importante avere non solo un allenatore di fiducia ma anche un team di riferimento che ti possa comprendere e nel quale ci si possa confrontare e aver momenti di svago, divertimento, coccole e distrazioni. Lo sport è individuale ma il gruppo serve per no sentirsi solo e condividere sia la fatica che i successi, gioie, soddisfazioni e portare a casa sempre qualcosa di importante oltre a podi, coppe e medaglie anche incontri e momenti unici insieme.
E’ cambiato nel tempo il tuo modo di preparati a gare importanti?Certamente, all'inizio mi preparavo a sensazione e partecipavo a molte gare di allenamento per arrivare a quelle importanti. Poi dopo diverse batoste, delusioni ed infortuni ho imparato a gestirmi diversamente e nel modo che si addice di più al mio corpo ed alla mia struttura fisica.

Si impara sempre, le esperienze diventano preziose sia di riuscita per incrementare l’autoefficacia, sia di sconfitta o non riuscita per apprendere dagli errori.
Utilizzi una preparazione mentale pre-gara?Prima della gara cerco di fare in modo che non ci sia nulla che mi possa preoccupare o distrarre, preparo tutti i materiali alla perfezione e con cura maniacale e faccio altrettanto con lo studio del percorso e degli avversari. La tranquillità mentale per me è già una garanzia per un condurre una buona gara.”

Ognuno usa i suoi metodi e tecniche, avere tutto organizzato aiuta a tranquillizzarsi così come è importante focalizzarsi e concentrarsi per il giorno e il momento importante della gara, mettendo da parte il resto, immaginando di chiudere tutte le distrazioni in un barattolo per riaprirlo a fine gara e potersi dedicare a resto dopo l’esperienza di gara.
Coccole e autoprotezione hanno posto nella tua preparazione o nel pre-gara?Per queste cose c’è sempre posto, fanno bene ed aiutano a liberare la mente e a scaricare le tensioni che si accumulano durante la stagione agonistica.”

Importanti i momenti di recupero, riposo, per ricaricarsi e ritornare con rinnovato entusiasmo e nuove energie per dedicarsi a un nuovo periodo di prestazioni atletiche importanti.
Hai un tuo idolo, modello di riferimento, ti ispiri a qualcuno?Il trail runner che mi ha sempre affascinato maggiormente è Tony Krupicka anche se devo dire che mi sono “buttato” in questo sport dopo aver ascoltato la storia di Marco Olmo ad una presentazione del suo libro “Il Corridore”. Sono personaggi totalmente differenti ma nell'approcciarmi alla corsa traggo spesso ispirazione dalle loro storie.

Bello quello che trasmettono gli altri, anche Stefano trasmette tanto a quelli che lo seguono e che leggono le sue impressioni, soprattutto le foto in posti spettacolari tra montagne innevate trasmettono la voglia di mettersi le scarpe e iniziare a correre per mete sconosciute.
Ricordi un’esperienza che ti dà la la convinzione che ce la puoi fare?C’è stata una gara che mi ha fatto capire l’importanza di essere determinati nei momenti di difficoltà. Il Trail Duerocche 2015, molto ambito dagli atleti della mia zona in cui partivo non di certo tra i favoriti, dove sono riuscito a conquistare la prima posizione a meno di 3km dal traguardo dopo 45 ad inseguire la testa della corsa che sembrava irraggiungibile. In quell’occasione ho imparato che le gare finiscono sulla linea del traguardo a non bisogna mollare in anticipo per nessun motivo anche se la meta sembra inconquistabile. Come spesso accade lo sport si rivela palestra di vita e credo possa essere un insegnamento applicabile a tutti gli ostacoli della quotidianità.

Spunti importanti quelli di Stefano, bisogna sempre crederci fino alla fine, nello sport così come nella vita, a volte sembra che il vincitore è già sulla carta e poi ti accorgi che quel giorno hai una forma straordinaria e le motivazioni sono elevatissime, tutti ti incitano e ti supportano e le energie escono dal fondo dell’anima, così come nella vita a volte nei concorsi non si partecipa perché si sanno già i vincitori e poi qualcuno ci prova e lo vince inaspettatamente, se hai una passione vai fino in fondo senza paletti mentali.
C’è una parola o una frase detta da qualcuno che ti aiuta ad affrontare la prossima gara?E’ una frase di Walter Bonatti, un alpinista del passato le cui avventure mi hanno sempre affascinato. “Chi più in alto sale, più lontano vede. Chi più lontano vede, più a lungo sogna”, una frase tanto semplice quanto profonda di significato. I sogni alimentano la forza per affrontare le sfide più ardue e senza di essi non esisterebbero grandi imprese o vette conquistate.”

Si parte dai sogni che diventano un punto di arrivo provvisorio e poi si mobilitano le energie e le risorse per raggiungere mete e sogni ambiti, lo spiego in un mio libro dal titolo ORA: Obiettivi, Risorse, Autoefficacia per raggiungere obiettivi nella vita e nello sport.
Quali sono le capacità, caratteristiche, qualità che ti aiutano in gare importanti?Ho la testa dura e difficilmente mollo l’osso. Forse è questa la mia caratteristica più importante, l’essere determinato e testardo fino ad ora mi ha sempre aiutato nelle gare più impegnative. Anche l’essere molto paziente credo sia una buona qualità, mi aiuta ad aspettare il momento migliore per dire la mia senza avere la fretta che fa commettere errori.

Grandi caratteristiche importanti, determinazione e perseveranza ma anche pazienza, attesa e gradualità.
Quali saranno le strategie di gara?Ogni gara è una storia a sé e la strategia la decido di volta in volta in base alla tipologia di percorso, alla stagione, al meteo e agli avversari. La stessa gara con il medesimo percorso può essere molto diversa da un anno all’altro e ci sono vari fattori che possono entrare in gioco.”

Bisogna diventare manager di se stessi e avere una visione focalizzata non solo su se stessi ma sul contesto di gara, sui compagni di squadra, sui potenziali avversari per cercare di fare sempre meglio e impegnarsi al massimo per raggiungere prestazioni individuali e di squadra sempre più prestigiose.
Quale può essere un messaggio rivolto agli organizzatori della prossima gara?Qui in Italia abbiamo molti organizzatori in gamba che non hanno bisogno di consigli ma a quelli un po’ meno bravi mi sento di dire che nell'organizzare una gara si dovrebbero mettere sempre al primo posto l’amore per questo sport meraviglioso, per la montagna e l’avventura, senza pensare ai numeri o al “fare cassa”. Credo che la buona riuscita di una manifestazione sia direttamente proporzionale all'entusiasmo di chi la costruisce e realizza.”

Vero ogni persona la posto giusto, chi organizza dovrebbe capire quello che andrebbe fatto, con chi ha a che fare, quali possono essere le esigenze degli atleti e degli accompagnatori e fare dello sport un’occasione non solo redditizia ma di benessere, aggregazione e scoperta del territorio.
Ritieni utile lo psicologo dello sport prima di una gara importante?Credo di sì, personalmente non ho mai provato ma la storia sportiva insegna che ci sono diversi campioni del passato ma anche attuali che si affidano ad uno psicologo dello sport prima di gare importanti o durante periodi di allenamento intenso per liberare la mente ed allontanare i pensieri che possono intaccare il lavoro fisico svolto o la prestazione in gara.”

Vero, a volte abbiamo sabotatori interni che ci vogliono ostacolare, bloccare, impedire di crederci e di far bene, si tratterebbe di depotenziarli e di sostituirli con allenatori interni che fanno il tifo per te, che al momento opportuno ti incoraggino ad andare avanti più forte e sicuro.

Un'intervista a Stefano è riportata nel libro "Il piacere di correre oltre" (Il piacere di correre oltre dal punto di vista di uno psicologo dello sport).
Sport & benessere 15 | ed. novembre 2022.
In linea di massima, la passione della corsa permette alle persone di mettersi alla prova, di condurre un sano stile di vita, di salire su un treno fatto di fatica e gioie, di relazioni, di mete e obiettivi da costruire, di situazioni da sperimentare. Bisogna sviluppare consapevolezza delle proprie risorse e capacità, ma anche dei propri limiti: è necessario consolidare questi concetti per mantenere un buon equilibrio. Nel nuovo libro di Matteo Simone Il piacere di correre oltre, l’autore riprende la sua consuetudine di parlarci di sport soprattutto attraverso il dialogo con gli atleti.
Leggere il testo di Matteo Simone ci permette di conoscere alcune dinamiche psicologiche che forse ignoriamo o per lo meno di cui non siamo consapevoli. L’autore nota che ciascuno di noi, se lo vuole, può riuscire a raggiungere i propri obiettivi nello sport come nella vita, e così diventano più addomesticabili e gestibili, la fatica e la paura; al contempo si rafforza la mente, si eleva l’autoefficacia personale e si sviluppa la resilienza.

Un particolare ringraziamento agli autori delle foto: (arrivo e gradoni) di Alexis Courthoud; (percorso) di Davide Fiozzi.

Psicologo, Psicoterapeuta
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