Mi consiglio principalmente con il mio allenatore e con i ragazzi del “Team Peggiori”
Stefano Fantuz (Ssr La Colfranculana), Campione Italiano Assoluto di Trail Lungo 2017, è stato selezionato dalla FIDAL per il prossimo Campionato Mondiale di Trail Running 2018 che si disputerà a Penyagolosa (Spagna) il 12 maggio 2018, 85 Km (D+ 4000 mt).
Di seguito, Stefano racconta le sue
esperienze, impressioni, sensazioni rispondendo ad alcune mie domande che
aiutano a comprendere il mondo degli atleti d’élite.
Ti
consigli con un team? Famiglia, amici, figure professionali?
“Mi consiglio principalmente con il mio allenatore e con i ragazzi del “Team
Peggiori” con i quali ho condiviso molte gare e trasferte in questi ultimi
anni. Oltre ad essere amici sono anche le persone che dal punto di vista
sportivo mi conoscono meglio quindi mi viene naturale confrontarmi con loro e
fino ad ora posso dire di aver avuto i consiglieri migliori.”
Importante avere non solo un allenatore
di fiducia ma anche un team di riferimento che ti possa comprendere e nel quale
ci si possa confrontare e aver momenti di svago, divertimento, coccole e
distrazioni. Lo sport è individuale ma il gruppo serve per no sentirsi solo e
condividere sia la fatica che i successi, gioie, soddisfazioni e portare a casa
sempre qualcosa di importante oltre a podi, coppe e medaglie anche incontri e
momenti unici insieme.
Si impara sempre, le esperienze
diventano preziose sia di riuscita per incrementare l’autoefficacia, sia di
sconfitta o non riuscita per apprendere dagli errori.
Utilizzi
una preparazione mentale pre-gara? “Prima della gara
cerco di fare in modo che non ci sia nulla che mi possa preoccupare o
distrarre, preparo tutti i materiali alla perfezione e con cura maniacale e
faccio altrettanto con lo studio del percorso e degli avversari. La
tranquillità mentale per me è già una garanzia per un condurre una buona gara.”
Ognuno usa i suoi metodi e tecniche,
avere tutto organizzato aiuta a tranquillizzarsi così come è importante
focalizzarsi e concentrarsi per il giorno e il momento importante della gara,
mettendo da parte il resto, immaginando di chiudere tutte le distrazioni in un
barattolo per riaprirlo a fine gara e potersi dedicare a resto dopo
l’esperienza di gara.
Coccole
e autoprotezione hanno posto nella tua preparazione o nel pre-gara?
“Per queste cose c’è sempre posto, fanno bene ed aiutano a liberare la mente e
a scaricare le tensioni che si accumulano durante la stagione agonistica.”
Importanti i momenti di recupero,
riposo, per ricaricarsi e ritornare con rinnovato entusiasmo e nuove energie
per dedicarsi a un nuovo periodo di prestazioni atletiche importanti.
Hai
un tuo idolo, modello di riferimento, ti ispiri a qualcuno?
“Il trail runner che mi ha sempre affascinato maggiormente è Tony Krupicka
anche se devo dire che mi sono “buttato” in questo sport dopo aver ascoltato la
storia di Marco Olmo ad una presentazione del suo libro “Il Corridore”. Sono
personaggi totalmente differenti ma nell'approcciarmi alla corsa traggo spesso
ispirazione dalle loro storie.”
Bello quello che trasmettono gli altri,
anche Stefano trasmette tanto a quelli che lo seguono e che leggono le sue
impressioni, soprattutto le foto in posti spettacolari tra montagne innevate
trasmettono la voglia di mettersi le scarpe e iniziare a correre per mete
sconosciute.
Ricordi
un’esperienza che ti dà la la convinzione che ce la puoi fare?
“C’è stata una gara che mi ha fatto capire l’importanza di essere determinati
nei momenti di difficoltà. Il Trail
Duerocche 2015, molto ambito dagli atleti della mia zona in cui partivo non di
certo tra i favoriti, dove sono riuscito a conquistare la prima posizione a
meno di 3km dal traguardo dopo 45 ad inseguire la testa della corsa che
sembrava irraggiungibile. In quell’occasione ho imparato che le gare finiscono
sulla linea del traguardo a non bisogna mollare in anticipo per nessun motivo
anche se la meta sembra inconquistabile. Come spesso accade lo sport si rivela
palestra di vita e credo possa essere un insegnamento applicabile a tutti gli
ostacoli della quotidianità.”
Spunti importanti quelli di Stefano,
bisogna sempre crederci fino alla fine, nello sport così come nella vita, a
volte sembra che il vincitore è già sulla carta e poi ti accorgi che quel
giorno hai una forma straordinaria e le motivazioni sono elevatissime, tutti ti
incitano e ti supportano e le energie escono dal fondo dell’anima, così come
nella vita a volte nei concorsi non si partecipa perché si sanno già i
vincitori e poi qualcuno ci prova e lo vince inaspettatamente, se hai una
passione vai fino in fondo senza paletti mentali.
C’è
una parola o una frase detta da qualcuno che ti aiuta ad affrontare la prossima
gara? “E’ una frase di Walter Bonatti, un alpinista del
passato le cui avventure mi hanno sempre affascinato. “Chi più in alto sale,
più lontano vede. Chi più lontano vede, più a lungo sogna”, una frase tanto
semplice quanto profonda di significato. I sogni alimentano la forza per
affrontare le sfide più ardue e senza di essi non esisterebbero grandi imprese
o vette conquistate.”
Si parte dai sogni che diventano un
punto di arrivo provvisorio e poi si mobilitano le energie e le risorse per
raggiungere mete e sogni ambiti, lo spiego in un mio libro dal titolo ORA:
Obiettivi, Risorse, Autoefficacia per raggiungere obiettivi nella vita e nello
sport.
Quali
sono le capacità, caratteristiche, qualità che ti aiutano in gare importanti?
“Ho la testa dura e difficilmente mollo l’osso. Forse è questa la mia
caratteristica più importante, l’essere determinato e testardo fino ad ora mi
ha sempre aiutato nelle gare più impegnative. Anche l’essere molto paziente
credo sia una buona qualità, mi aiuta ad aspettare il momento migliore per dire
la mia senza avere la fretta che fa commettere errori.”
Grandi caratteristiche importanti,
determinazione e perseveranza ma anche pazienza, attesa e gradualità.
Quali
saranno le strategie di gara? “Ogni gara è una
storia a sé e la strategia la decido di volta in volta in base alla tipologia
di percorso, alla stagione, al meteo e agli avversari. La stessa gara con il
medesimo percorso può essere molto diversa da un anno all’altro e ci sono vari
fattori che possono entrare in gioco.”
Bisogna diventare manager di se stessi e
avere una visione focalizzata non solo su se stessi ma sul contesto di gara,
sui compagni di squadra, sui potenziali avversari per cercare di fare sempre
meglio e impegnarsi al massimo per raggiungere prestazioni individuali e di
squadra sempre più prestigiose.
Quale
può essere un messaggio rivolto agli organizzatori della prossima gara?
“Qui in Italia abbiamo molti organizzatori in gamba che non hanno bisogno di
consigli ma a quelli un po’ meno bravi mi sento di dire che nell'organizzare
una gara si dovrebbero mettere sempre al primo posto l’amore per questo sport
meraviglioso, per la montagna e l’avventura, senza pensare ai numeri o al “fare
cassa”. Credo che la buona riuscita di una manifestazione sia direttamente
proporzionale all'entusiasmo di chi la costruisce e realizza.”
Vero ogni persona la posto giusto, chi
organizza dovrebbe capire quello che andrebbe fatto, con chi ha a che fare,
quali possono essere le esigenze degli atleti e degli accompagnatori e fare
dello sport un’occasione non solo redditizia ma di benessere, aggregazione e
scoperta del territorio.
Ritieni
utile lo psicologo dello sport prima di una gara importante?
“Credo di sì, personalmente non ho mai provato ma la storia sportiva insegna
che ci sono diversi campioni del passato ma anche attuali che si affidano ad
uno psicologo dello sport prima di gare importanti o durante periodi di
allenamento intenso per liberare la mente ed allontanare i pensieri che possono
intaccare il lavoro fisico svolto o la prestazione in gara.”
Vero, a volte abbiamo sabotatori interni
che ci vogliono ostacolare, bloccare, impedire di crederci e di far bene, si
tratterebbe di depotenziarli e di sostituirli con allenatori interni che fanno
il tifo per te, che al momento opportuno ti incoraggino ad andare avanti più
forte e sicuro.
Un'intervista
a Stefano è riportata nel libro "Il piacere di correre oltre"
(Il piacere di correre oltre dal punto di vista di uno psicologo dello sport).
Sport & benessere 15 | ed. novembre 2022.
In linea di massima, la passione della corsa
permette alle persone di mettersi alla prova, di condurre un sano stile di
vita, di salire su un treno fatto di fatica e gioie, di relazioni, di mete e
obiettivi da costruire, di situazioni da sperimentare. Bisogna sviluppare
consapevolezza delle proprie risorse e capacità, ma anche dei propri limiti: è
necessario consolidare questi concetti per mantenere un buon equilibrio. Nel
nuovo libro di Matteo Simone Il piacere di correre oltre, l’autore riprende la
sua consuetudine di parlarci di sport soprattutto attraverso il dialogo con gli
atleti.
Leggere il testo di Matteo Simone ci permette
di conoscere alcune dinamiche psicologiche che forse ignoriamo o per lo meno di
cui non siamo consapevoli. L’autore nota che ciascuno di noi, se lo vuole, può
riuscire a raggiungere i propri obiettivi nello sport come nella vita, e così
diventano più addomesticabili e gestibili, la fatica e la paura; al contempo si
rafforza la mente, si eleva l’autoefficacia personale e si sviluppa la
resilienza.
Un
particolare ringraziamento agli autori delle foto: (arrivo e gradoni)
di Alexis Courthoud; (percorso) di Davide Fiozzi.
Psicologo, Psicoterapeuta
380-4337230 - 21163@tiscali.it
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