La
gestione dello stress è importnte soprattutto nell’approssimarsi della gara,
nella testa dell’alteta si affollano tanti pensieri che sono talvolta benvenuti
e utili per il buon proseguo dell agara ma a volta sono pensieri che remano
contro, diventao sabotatori e distrattori. Quindi diventa importante saper
gestire l’anisa e sapersi focalizzare sull’impengo da affrontare che può durare
anche ore di sport. Di seguito riccardo racconta la sua espereinza di atleta
rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della
tua vita? “Si, diverse volte.”
Come hai scelto il tuo sport? Qual è stato il tuo
percorso per diventare un Atleta? “La scelta è stata del
tutto casuale, da bambino passai vicino la palestra di scherma e me ne
innamorai istantaneamente. Il percorso per diventare un agonista è stato
relativamente breve anche se costellato da continui sforzi, sacrifici e
rinunce. Ho iniziato gradualmente e contemporaneamente al miglioramento del mio
livello tecnico mi sono allenato sempre più ore alla settimana sino a giungere
ad un massimo di 24.”
Si supera tutto soprattutto se sai a chi rivolgerti e se c’è una rete sociale di riferimento e di sotegno.
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Chi ha contribuito al tuo benessere o performance? “Tra le persone
sicuramente il mio maestro ed i miei genitori.”
Quali
meccanismi psicologici contibuiscono, nello sport, al benessere o performance? “Innanzitutto
il contenimento dell’ansia, in secondo
luogo la focalizzazione dell’obbiettivo da raggiungere ed infine, la capacità
di mantenimento della concentrazione durante la performance.”
Qual
è stata la gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle? “Il primo campionato italiano
a squadre della mia vita è stato anche il più emozionante, in quanto il nostro
club riuscì a vincere la gara, nonostante fossimo una tra le squadre più
svantaggiate e la gara fu tutta in rimonta.”
Una squadra che vince in rimonta significa che è ben preparata e coesa
per affrontare le più disparate situazioni, una squaddra di persone con
l’intento di far bene e di impegnarsi fino alla fine per risorgere e per
cercare di fare del proprio meglio.
Quale è stata la tua gara
più difficile? “La mia gara più difficile è stata senza ombra di
dubbio la coppa del mondo under 23 di Budapest, mio primo esordio
internazionale.”
Ricordi un’ esperienza che ti dà la convinzione che ce la
puoi fare? “Una
delle esperienze che mi ha aiutato ad affrontare con più sicurezza in me stesso
le competizioni più importanti si è verificata in una delle mie prime gare. Durante il
campionato italiano cadetti mi trovai ad affrontare un avversario che secondo
la mia valutazione era al quanto facile da battere. Questo mi portò a sottovalutare l’assalto con il risultato che
al secondo parziale perdevo ormai di 8 stoccate. In quel momento di confusione
e di estremo rammarico e rabbia nei miei confronti, riuscii comunque a
concentrarmi sui consigli del maestro e a mantenere la calma studiando al
meglio l’avversario, riuscendo cosi a
modificare la tattica di attacco e dunque a vincere l’assalto.”
Non è facile ma se si è preprati si riesce a fare
tutto, anche a ribaltare situazioni. Soprattutto se ci si può fidare e affidare
a un maestro che ti sostiene.
Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della
tua attività sportiva? “Ricordo che una volta la sera prima di una gara nazionale a Caserta, la
compagnia aerea sulla quale avevo viaggiato smarrì i nostri borsoni da scherma
con tutto il materiale necessario per svolgere la gara (divisa, maschera, armi,
ecc…). Terrorizzati io e il mio maestro decidemmo di rivolgerci all’ufficio bagagli,
dove ci informarono che gli stessi sarebbero arrivati con il volo successivo
che doveva atterrare poco prima della mezzanotte. Già stremato dal viaggio
decisi, insieme al maestro, di attenderne l’arrivo in aeroporto. Mai scelta fu
più sbagliata! Il volo ebbe un ritardo mostruoso a causa di alcuni guasti
tecnici ed atterrò con circa tre ore di ritardo, più tutta la trafila del
nastro trasportatore per la tanto agognata consegna, era ormai troppo tardi,
bisognava presentarsi al palazzetto alle 7 il quale distava all’incirca un ora
dall’aeroporto (Napoli), cosi l’unica cosa che ci rimase da fare fu quella di
andare direttamente alla sede della gara. Stremato e senza più speranze di
vittoria iniziai la mia gara. La quale contrariamente alle mie aspettative andò
meglio del previsto, infatti fu proprio quella la mia prima vittoria nazionale!
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara, gara, post-gara)? “Pre-gara: adrenalina
al massimo ed ansia da prestazione. Gara: soddisfazione, rabbia, gioia, curiosità. Post-gara: stanchezza,
rammarico/soddisfazione, completezza.”
In effetti possiamo dire che lo sport completa la
persona, da strumenti utili per conoscersi meglio e per affrontare meglio la
vita quotidiana.
Quali sono le
difficolta e i rischi? A cosa devi fare attenzione nel tuo sport? “Nel mio sport,
ma ancor più nella mia specialità è fondamentale riuscire a mantenere calma e
compostezza senza lasciarsi prendere dal panico anche nelle situazioni più
difficili, è altresì di vitale importanza riuscire sempre a mantenere un grande
autocontrollo; il tutto ovviamente coadiuvato da una forma fisica esplosiva e
reattiva al massimo. Una delle più grandi difficoltà proprio per questo è
riuscire a mantenere la concentrazione durante l’arco di tutto l’assalto,
infatti spesso accade che la tua intera gara e tutti gli sforzi che ad essa
sono collegati si decidano tutti nell’arco di frazioni di secondo, in una sola
stoccata.”
Sembra
essere uno sport di precisione, di forza, di resistenza, di astuzia, di
concentrazione, uno sport che permette alla persona di acquisire tante capacità
e competenze preziose.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno indotto a
fare una prestazione non ottimale? “Difficilmente ho
risentito di una condizione fisica non ottimale o di condizioni ambientali sfavorevoli,
più che altro il motivo dei miei insuccessi spesso è stata la mancanza di concentrazione
e di pazienza necessari.”
Cosa ti fa continuare a fare sport? “Anzitutto la
passione che provo verso questa disciplina, in secondo luogo la voglia di
migliorare sempre più i miei limiti.”
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Spesso mi è
successo di trovarmi in situazioni di stallo in cui gli insuccessi si
ripetevano a ruota libera, ma grazie all’aiuto dei miei genitori e del mio
maestro sono quasi sempre riuscito a venirne a capo e a trovare la giusta
motivazione e la giusta concentrazione.”
Si supera tutto soprattutto se sai a chi rivolgerti e se c’è una rete sociale di riferimento e di sotegno.
Quale può essere un messaggio rivolto ai ragazzi per
avvicinarsi allo sport? “Lo sport è vita,
lo sport è impegno, lo sport è soddisfazione!”
C’è stato il rischio doping? “Non ho mai corso
il rischio di incorrere nel doping in primo luogo perche personalmente ripudio
l’utilizzo di qualsiasi pratica o sostanza possa alterare le mie prestazioni ed
in secondo luogo perchè comunque nel mio sport il doping è molto raro.”
Quale può
essere un messaggio per sconsigliarne l’uso? “Non condividere la
vittoria con nessuno!”
I tuoi famigliari ed amici cosa dicono circa il tuo sport? “Sono tutti un
po’ affascinati ed incuriositi verso la mia disciplina in quanto questa non è
molto comune e spesso vengono a seguire i miei allenamenti.”
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare attività
fisica? “Praticando sport a livello agonistico mi sono stupito
di me stesso in quanto solo quest’ultimo è riuscito a farmi capire davvero quanto
possa essere caparbio nel perseguire i miei obbiettivi.”
Lo
sport diventa un’eccellente palestra di vita oltre allo studio.
Riesci ad immaginare una vita senza lo sport? “No, assolutamente,
come ho detto prima, lo sport è vita!”
Hai mai pensato per infortuni o altro di smettere di essere
atleta? “Si, mi è
capitato più di una volta di pensare di smettere a causa di alcuni
insuccessi ma poi come ho detto prima, per fortuna, la mia caparbietà ha
prevalso.”
Se potessi tornare indietro cosa faresti o cosa faresti? “Accetterei sicuramente la proposta che ricevetti a
16 anni di allenarmi in un'altra città con molte più persone della mia età e
del mio livello.”
Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport? Per
quali aspetti e in quali fasi? “Anche se personalmente
non sono mai stato da uno psicologo dello sport, credo che la sua figura nella
carriera di un atleta di livello sia fondamentale, sin dalla fase della sua
preparazione primaria in quanto è da subito che è necessario abituare l’atleta
ad un determinato stile di pensiero, ad una determinata forma mentis.”
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi? Quali sono i sogni
realizzati e da realizzare? “Per adesso spero di riuscire a tornare ad allenarmi
come prima e magari a ricominciare la mia carriera agonistica a pieno regime.
Uno dei miei più grandi sogni è quello
di arrivare a salire su un podio internazionale, uno di quelli che ho
realizzato è stato invece la conquista di un primo posto nazionale.”
Molto
interessante, complimenti.
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