domenica 4 marzo 2018

Vincenzo Santillo, ultrarunner: Ogni gara è sempre più bella della precedente

Matteo SIMONE 

Aumentano gli atleti che si dedicano alle ultramaratone, che vogliono osare, che vogliono provare ad alzare l’asticella, che vogliono sperimentare cosa significa superare non il muro dei 30-35 chilometri che si può incontrare durante una maratona, ma il muro ancora più difficile che dovrebbe essere oltre la distanza della maratona. 

Di conseguenza aumentano gare e sfide, aumentano gare di 6 ore in giro per l’Italia da Nord a Sud, e così gli atleti si ritrovano a viaggiare in giro per città per conoscere persone, culture e mondi, per incontrare gente, salutarsi e farsi selfie, ma anche per competere mettendosi alla prova e cercando non solo di arrivare al traguardo ma anche di piazzarsi bene, di classificarsi per un premio in graduatoria generale  di categoria e questa volta Vincenzo quasi quasi vinceva la 1ª 6 Ore del Castello D'Aquino Rocchetta Sant'Antonio, un paesino arroccato in provincia di Foggia, svoltasi sabato 3 marzo 2018 e organizzata dall’Associazione Sportiva Dilettantistica ASD Barletta Sportiva con il Patrocinio del Comune di Rocchetta Sant'Antonio, con l’approvazione tecnica del Comitato Provinciale FIDAL Foggia, valevole come tappa del grand prix IUTA 2018 di Ultramaratona.
Di seguito Vincenzo ci racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Che sapore ti ha lasciato questa gara? Avuto problemi, criticità?Mi ha lasciato un sapore dolcissimo, è stata una delle gare più belle che ho fatto, anche se ad ogni fine gara dico sempre la stessa cosa, perché ogni gara è sempre più bella della precedente. Fortunatamente non ho avuto nessun momento di criticità,  anzi ho corso in canotta e pantaloncini corti e non ho sentito neanche freddo.”
Hai approfondito la conoscenza di altri atleti? Hai qualcosa in comune? Curiosità? Sorprese?Ho conosciuto altre nuove persone, bellissime persone, le persone più positive che abbia mai conosciuto, gli ultramaratoneti. La cosa bella di fare gare a circuito in questi paesi è che tutte le persone la vivono con te, come fosse una festa, vedono noi atleti tutti colorati girare per ore e ore nel loro paese e ci dimostrano affetto e ci sostengono.”

Il mondo degli ultrarunner sembra essere molto bizzarro e sorprendente, gli atleti vivono lo sport con divertimento non curandosi della fatica, anche le condizioni meteo avverse non fanno paura ma diventano una sfida. 
Gli atleti fanno circuiti da ripetere tantissime volte e non si annoiano come molti pensano considerandoli come topolini in gabbia, in realtà sfilano per le vie del paese mostrando tenacia e persistenza, si mettono in evidenza ricevendo tanti applausi e tanti incoraggiamenti da piccoli e grandi. 
La gara diventa un’occasione di festa per il paese e per gli atleti partecipanti.
C'è un alimento particolare che hai assunto in gara? Come ti prendi cura di te dopo?Un alimento in particolare è il pane e la birra Peroni,  infatti sono stato fortunato perché a Rocchetta Sant'Antonio non ci sono mancate queste due cose, infatti io non assumo nessun tipo di integratore, prima di una gara bevo solo due red bull. Subito dopo bevo qualche birra e poi ho un bisogno di pasta.”

Molto sorprendente il mondo degli ultrarunnner, ognuno a modo suo si integra e mette in atto le proprie strategie per sperimentare benessere e per essere al massimo della forma durante la gara, attingendo energie dal proprio corpo, dal cuore e dalla mente, ognuno si conosce a dovere e sa cosa può assumere durante, rima e dopo la gara, per completare una gara difficilissima, per prepararsi prima della partenza per rifocillarsi a fine gara.
Cosa hai raccontato a casa, al lavoro, agli amici dopo la gara?Ho ricevuto tantissimi complimenti da amici,  perché hanno visto i miei stati di felicità  sui social.”

Una delle utilità dei social è di permettere di trasmettere notizie in diretta e di raggiungere una moltitudine di persone soprattutto famigliari che sono sempre in pensiero e apprensivi soprattutto quando si tratta di uno sport che può essere considerato usurante ed estremo con condizioni climatiche a volte molto avverse.
In quali circostanze hai dimostrato l’importanza del potere della mente?La mente per me è la parte più importante,  puoi arrivare ovunque.”

In sport prolungati nel tempo, bisogna essere concentrati e focalizzati sia sul momento presente che sull’obiettivo finale, bisogna avere i piedi per terra e avanzare un passo alla volta, ognuno utilizza le proprie strategie per andare avanti fino alla meta.
Quali sono i benefici nel praticare sport di lunghe distanze? Cosa hai scoperto di te?I benefici sono tanti,  ma uno in particolare è  la calma, da quando faccio lunghe distanze sto sempre calmo, affronto tutto  nella massima calma come un ultramaratona.”

Lo sport delle lunghe distanze insegna ad esercitare l’arte della calma, tutto passa, una passo alla volta si arriva ovunque e si risolve tutto.
Prossimi programmi sportivi, obiettivi, sogni da realizzare?I sogni da realizzare sono tanti, ma purtroppo li decido man mano, ma non in base alla condizione fisica, perché se non faccio un ultramaratona a settimana, mi faccio dei lunghi da 40/50 km nei weekend e poi tutte le mattine mi alzo alle 3 e per le 3.30 già sto per strada a correre, per le 7 a casa e poi pronto per affrontare una giornata di lavoro,  perché alla fine non corro solo per gareggiare,  corro perché ne ho voglia e a volte anche una corsa fatta da solo può valere, come emozioni e sensazioni, più  di una gara.

Vincenzo e la corsa sono un tutt’uno, l’uno senza l’altro non possono stare, si sente bene correndo. 
Un’intervista a Vincenzo è riportata nel mio libro La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza.
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? 
La 100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza. Lo stesso autore ha partecipato a questa gara sperimentandosi e comprendendo cosa significa fare sport per tante ore, andando incontro a crisi da superare, mettendo in atto strategie per andare avanti e portare a termine la competizione. È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione. 
Sono trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su se stesso.

Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it  
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR 

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