A volte è difficile trovare un equilibrio
tra sfera personale, famiglia, lavoro, studio, comunque è importante coltivare
una passione o un hobby e se uno vuole riesce a fare salti mortali per trovare
le motivazioni giuste e il tempo per dedicarsi alla propria passione come lo
sport con proprie modalità e cercando di sperimentare benessere e a volte anche
performance.
Di seguito. Giulia racconta la sua
esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande.
Ti
sei sentita campione nello sport almeno un giorno della tua vita?
“Mi sento campionessa ogni giorno quando riesco ad organizzare la giornata tra
allenamento, lavoro e una casa da mantenere. Questa è una grandissima vittoria.”
Come dico spesso: insieme è molto meglio,
condividere una passione con qualcun altro facilita le cose, tutto diventa più
semplice, più gestibile. E più ti metti in gioco, più sperimenti, più apprendi
soprattutto dallo sport outdoor o endurance a contatto con la natura e in
libertà, soprattutto ai tempi di oggi che si è molto premurosi e apprensivi e
si cerca di stare troppo spesso in zona di confort.
Quali
sono i fattori che contribuiscono al benessere e performance nello sport?
“Penso che in ogni disciplina sportiva, l'allenamento sia inutile se non si
riesce a sviluppare quella connessione tra corpo e mente, che permette di
percepirsi a fondo e capire se si sta lavorando nel modo corretto.”
Nello sport, così come nella vita, sono
importanti più fattori oltre all’impegno, alla formazione, all’allenamento è
importante tanta passione e ci devi stare con la testa sgombra e dedicata a
quello che stai facendo.
C’è
qualcuno che contribuisce al tuo benessere e performance nello sport?
“Il mio uomo. Decisamente indispensabile alla mia preparazione, soprattutto
mentale.”
Cosa
pensano i tuoi famigliari ed amici della tua attività sportiva?
“I miei amici mi ritengono folle, così come i colleghi ed i conoscenti, ma chi
mi conosce davvero ed i miei familiari sanno che questo sport mi permette di
esprimere quello che sono, mi seguono e tifano per me.”
Ti
va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?
“Sicuramente le allucinazioni durante gli ultratrail
sono davvero curiose e divertenti. Durante il Monte Rosa Walser, mi è capitato
di vedere una processione di pellegrini in mezzo alle montagne, quando in
realtà eravamo io ed un compagno di viaggio, soli in mezzo al nulla.”
In effetti è usuale nello sport di
endurance avere allucinazioni, le persone hanno miraggi, vedono quello che
vogliono vedere, a volte le paure prendono il sopravvento e si vedono orsi e
serpenti.
Cosa
hai scoperto del tuo carattere nel praticare sport?
“Ho scoperto di essere forte. Prima temevo la solitudine e mi sentivo spesso
inconcludente. Ora so che posso passare ore sola tra i Monti, magari anche di
notte, senza avere paura.”
Lo sport di endurance fortifica, rende più
forti e più sicuri, affrontare gare ritenute estreme e per persone folli
incrementa autoefficacia e sviluppa resilienza
Quali
sono le capacità, caratteristiche, qualità che ti aiutano nel praticare il tuo
sport? “Sicuramente la tenacia e il grande amore che metto
in ogni cosa che faccio. Non sono per niente competitiva nei confronti degli
altri, ma sono molto severa con me stessa. Inoltre se non provo piacere nel
fare qualcosa, preferisco non iniziare nemmeno.”
Che
significato ha per te praticare il tuo sport? “Il mio sport mi
permette di realizzare la mia essenza. Giulia che corre è veramente Giulia.”
A volte lo sport permette di ritrovarsi,
di trovare se stessi, di conoscersi profondamente, diventa un’isola felice, un
mondo parallelo, un posto sicuro dove si sperimenta l’essenza della vita, l’essenza
di se stessi.
Quali
sono le sensazioni che sperimenti nello sport? “Molteplici.
Dalla gioia più profonda alla crisi estrema di pianto. Il trail è un viaggio in compagnia di sé stessi.”
Nel trail
si affrontano viaggi, a volte lunghi viaggi, sia attraverso boschi e montagne
ma anche dentro se stessi alla ricerca di energie e risorse per andare avanti.
Quali
sono le difficoltà, i rischi, a cosa devi fare attenzione nella pratica del tuo
sport? “Le difficoltà sono molte. Innanzitutto è necessario
prestare attenzione al terreno, che può presentare insidie e portare ad
infortuni. Bisogna percepire ed ascoltare il corpo, assumere zuccheri, sali, acqua
prima di provare fame, avere i crampi o stare male. È importante mantenere
sempre una connessione con sé stessi.”
Io descrivo un modello di autoconoscenza
con l’acronimo R.O.S.A. che sta per Respiro, Osservazione, Sensazioni,
Autoconsapevolezza. E’ quello che si sperimenta nel trail essere sempre in contatto con se stessi a iniziare dal
respiro che aiuta a conoscersi e a monitorarsi per comprendere se stai andando
troppo forte, se è il momento di rallentare o fare micro recuperi, inoltre è
importante l’osservazione esterna del territorio, dell’ambiente, del terreno e
anche l’osservazione interna comprendere come ci si sente, che effetto ci fa
questo sport, questa andatura, le sensazioni che si sperimentano sono importanti
e non vanno trascurate e tutto ciò incrementa la nostra autoconsapevolezza
delle proprie capacità e caratteristiche e dei nostri limiti.
Quali
sono le condizioni fisiche o ambientali che ti ostacolano nella pratica del tuo
sport? “Non esistono condizioni ambientali per cui io decida
di non correre. Le condizioni fisiche, invece, a volte sono invalidanti. Posso
correre con la febbre o l'influenza, ma non con la tendinite o una
microfrattura.”
Cosa
ti fa continuare a fare attività fisica, hai rischiato di mollare di fare
sport? “Non smetteremo mai di dare al mio corpo ciò per cui
è fatto. L'attività fisica fa parte della nostra natura.”
Quale
può essere un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi al tuo sport? “Trovate
la vostra strada. Non limitatevi a sognare di essere calciatori perché tutti lo
fanno, per poi stare in panchina. Giocate le vostre carte migliori e siate
protagonisti.”
Un bel messaggio, ognuno deve trovare la
propria strada soprattutto nello sport che diventa una palestra di vita, è
sempre il momento per aderire a uno sport e per iniziare a sperimentare
benessere e con impegno e passione anche performance.
Ritieni
utile la figura dello psicologo dello sport? Per quali aspetti ed in quali
fasi? “Lo psicologo è una figura importantissima,
soprattutto per quegli atleti che si trovano ad affrontare difficoltà come
infortuni o overtraining, che rischiano di farli sentire inutili.”
Quali
sono i prossimi obiettivi, sogni che hai realizzato e da realizzare? “Il
sogno che ho realizzato è stato quello di trovare me stessa a quest' età. Molti
si rendono conto troppo tardi di ciò che sono realmente. Il mio sogno sarebbe
poter aiutare altri a sentirsi vivi e realizzati.”
Sei consapevole delle tue possibilità,
capacità, limiti? “Non sempre: a volte mi capita di perdere la fiducia in me
stessa ed ingigantire i miei limiti.”
A volte dentro di noi abbiamo sabotatori e
aiutatori, c’è una vocina che dice che non riusciremo e un’altra che è ci dà
più coraggio, tocca a noi sintonizzarsi sul meglio di noi e tenere a bada chi
rema contro.
Interviste ad atleti mi hanno permesso di
scrivere il libro “Ultramaratoneti e gare estreme”.
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