Matteo SIMONE
Il
25 marzo si è svolta la prima prova del 3° Trofeo delle Regioni e la squadra
Puglia porta a casa un grande risultato grazie all'impegno degli atleti che
hanno rappresentato la Regione Puglia ma grazie anche al grande lavoro da parte
di Giovanni Cotugno al quale è stato conferito, da parte della IUTA, il ruolo
di selezionatore della rappresentativa degli atleti della Puglia.
Il
grande lavoro da parte di Giovanni Cotugno è consistito nell’individuare atleti
da poter coinvolgere in gare di ultratrail che
possano rappresentare la Puglia in ciascuna prova. Ogni Rappresentativa
Regionale, maschile e femminile, può essere composta, a discrezione del
Selezionatore Regionale, da un massimo di 6 elementi dei quali, solo i primi 3
faranno classifica.
Giovanni
Cotugno, per individuare gli atleti rappresentativi della Regione Puglia, si è
avvalso dell’aiuto di altri atleti esperti quali Giuseppe Moliterni e Giuseppe
Mangione e anche di altre figure professionali quali il sottoscritto in qualità
di psicologo dello sport.
La
gara femminile è stata vinta da Borzani Lisa 6:04:43 che ha preceduto Lucchini
Isabella 6:04:47, Baykova Yulia RUS 6:22:54,
Marinescu Mihaela Georgiana ROU 6:34:03, Bortoluzzi Lorenza 6:43:12, Figini
Katia 6:44:32.
Per
quanto riguarda la gara femminile, il trofeo delle Regioni è stato vinto dalla Sicilia
22:12:18, Valle d’Aosta 24:27:37, Lombardia 26:49:59, del Veneto solo due donne
che hanno tagliato il traguardo e della Puglia solo Maddalena Lanzilotti ha
tagliato il traguardo.
Di
seguito la posizione in classifica degli atleti che hanno rappresentato la
Puglia.
Mariano
Franco: 46^ 6:12:47; Minerva Vito:
51^ 6:17:32; Massimo Termite:
69^ 6:37:15; Vito Procinto: 126^ 7:32:17. Maddalena Lanzilotti: 24^ 8:51:19 (Per me è stata una gioia
immensa rappresentare la Puglia insieme a grandi atleti, ci tengo a ringraziare
Matteo Simone, Giovanni Cotugno e comunque a tutti coloro che hanno fatto sì
che si creasse questa squadra per questa bella avventura.”
Di seguito approfondiamo
la conoscenza di Maddalena attraverso risposte ad alcune mie domande di un po’
di tempo fa.
Come hai scelto il tuo
sport? “Inizialmente praticavo il tiro con l'arco,
poi in seguito ad un problema alla spalla non riuscivo a stare molte ore con il
braccio in tensione e così ho iniziato la mia avventura da podista.”
Cosa ti fa continuare a fare sport? “Questo sport mi ha fatto
rinascere, ho ripreso prima a camminare poi a correre, per cui sto avendo tante
soddisfazioni e spero ancora in tante altre ho ancora troppe cose da fare.”
La scoperta di questo sport a volte ti fa
sperimentare una rinascita, una vita nuova.
Cosa e quali persone contribuiscono al tuo benessere o performance? “Mio marito in primis, poi i
miei amici di corsa che mi hanno sempre sostenuta e incitata però il pensiero
positivo è quello che ti permette di andare avanti (ognuno di loro mi fa
qualcosa anche una parola spesso fa tantissimo!”
Importante affidarsi anche agli altri e
trovare in ognuno qualcosa di positivo da prendere ed utilizzare per il benessere
o per la performance. Ognuno a modo suo può essere di grande aiuto per l’altro.
C’è
un’esperienza che ti possa dare la sicurezza che ce la puoi fare? “Ciò che
mi dà sicurezza è il mio passato, il mio vissuto non di sport anche perché non
ne ho avuto il tempo e le possibilità. Ho sempre cercato di superare
periodi bui della mia vita per cui ora sono più forte è pronta a tutto!”
Si apprende dalle esperienze, superare
momenti difficili aiuta ad andare avanti che sia sport o vita quotidiana. Se ce
l’hai fatta una volta, ce la farai anche una seconda volta, aumenta
l’autoefficacia attraverso il ricordo di precedenti esperienze di successo o di
superamento di difficoltà. Diventi consapevole che ce la puoi fare, che hai le
possibilità.
Quali i meccanismi psicologici ritieni ti aiutano nello sport? “Andare avanti e pensare ai
momenti bui della vita in passato.”
Se sei
riuscita ad attraversare il tunnel, ci riuscirai altre volte. Diventi
consapevole che è possibile.
Famigliari e amici cosa dicono circa il tuo sport? “Mio marito la mia famiglia sono
felici per me.”
Il benessere che si sperimenta si estende
anche a famigliari ed amici.
Cosa hai scoperto di te stesso nel
praticare attività fisica? “Di sapermi tosta, tenace e determinata.”
Quali
sensazioni sperimenti nello sport: pregara, gara, post gara? “Un po’ di ansia prima della partenza ma poi passa tutto!”
Un po’ d’ansia ci sta, trattasi di un’attivazione che può essere ottimale
alla performance.
Hai rischiato di incorrere nel doping? “No non mi interessa, non ci
penso nemmeno voglio divertirmi e vivere serenamente.”
Come hai gestito eventuali crisi,
sconfitte, infortuni? “Mi sono armata di pazienza e buona volontà.”
Hai mai rischiato per infortuni di
smettere di essere atleta? “Si nello sport penso sia normale infortunarsi specie se si corre tanto.
Ma io spero di correre almeno fino a 70 anni!!”
Quale messaggio vuoi rivolgere ai
ragazzi per farli avvicinare a questo sport? “Lo sport vi rende più forti e
belli, poi vi occupa la mente.”
Bel messaggio, sport a costo zero, metti un paio di scarpe e corri, più
che occupare la mente a volte lo sport te la libera, ti fa elaborare e
sistematizzare quello che hai in mente, ti fa trovare le giuste soluzioni ed
una progettualità futura.
Nel tuo sport quali sono le difficoltà? “Le difficoltà cercare di non strafare di
tenere sotto controllo i valori del sangue (ferro) e le mie articolazioni
in particolare la mia caviglia. Devo continuare a fare esercizi di forza tanto
stretching e grazie a quello mi rendo conto che continuo a correre e fare tante
gare stando bene.”
E’ vero in questo sport faticoso e
prolungato nel tempo bisogna fare attenzione al fisico ed essere monitorati,
bisogna prevenire la disidratazione e la carenza di ferro ed elettroliti,
diventiamo macchine con consumi particolari e bisogniamo di attenzioni particolari
per non rischiare malessere ed usura se vogliamo durare il più a lungo
possibile e nel migliore dei modi.
Un’intervista a Maddalena è riportata nel libro
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza.
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio
e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi
psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La
100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a
Faenza.
È un libro che racconta di atleti di livello
nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa
di lunga distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi
diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela,
attenzione, preparazione. Sono trattati aspetti della psicologia dello sport
quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il
grande e importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari,
difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale
fare affidamento su se stesso.
Matteo
SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
21163@tiscali.it +393804337230
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