La FIDAL ha convocato Nicola Leonelli (Bergamo Stars Atletica) per i prossimi Campionati Europei di 24 ore che si svolgeranno a Timisoara (Romania) il 26-27 maggio 2018.
Gli altri atleti convocati sono: Enrico Maggiola (Podistica Fiamma
Trieste), Fausto Parigi (Sanremo Runners), Paolo Rovera (ASD Dragonero).
Di seguito
possiamo approfondire la conoscenza di Nico, Atleta Nazionale, attraverso
risposte ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso per
diventare un ultramaratoneta? “Quando ero bambino sognavo spesso di arrivare ai paesi vicini a piedi.
Per cui da adulto, quando ho iniziato a correre, il percorso per arrivare alle
ultramaratone è stato abbastanza naturale e veloce.”
Mi è
capitato di viaggiare in Marocco, Madagascar, Kenya e ho potuto constatare tanti
bambini e ragazzi che raggiungevano a piedi i villaggi limitrofi per andare a
scuola o lavorare nei campi o riempire taniche d’acqua.
Nel caso di Nico Leonelli, il sogno
inizia da bambino, la voglia di mettersi sulla strada e camminare, girovagare
ad iniziare dai paesi vicini, una sorta di uscita dalla zona di comfort per
scoprire quello che c’è fuori, quello che c’è in giro, in altri posti, in altri
paesi, e sempre di più ha coltivato questa passione del camminare,
dell’allontanarsi, di andare alla ricerca di altro, di nuovo, di diverso, per
scoprire anche se stesso.
https://www.libreriauniversitaria.it/piacere-correre-oltre-piacere-correre/libro/9791259610171 Nico è menzionato nel libro “Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, edito da Edizioni Psiconline.
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html
Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta? “Mi piace pensare che potrei attraversare paesi ed
anche regioni, avendo come unico mezzo le gambe. Mi piacerebbe che questa
capacità la mantenessi ancora per tanti altri anni.”
Hai mai pensato di smettere di essere
ultramaratoneta? “Ho pensato spesso di smettere con le gare, ma mai di non correre più
lunghe distanze per conto mio.”
Cosa ti spinge a continuare ad essere
ultramaratoneta? “Il fatto che ci sono tanti altri traguardi da vivere ed assaporare.”
Hai sperimentato l’esperienza del limite
nelle tue gare? “A ogni gara Ultra ho sempre creduto di aver raggiunto il limite per poi
scoprire in seguito che quello non era il mio limite.”
Quali meccanismi psicologici ritieni ti
aiutano a partecipare a gare estreme? “Non avere la reale consapevolezza di quello che starò per fare.”
C’è una gara estremi che non faresti
mai? “Soffro il freddo in maniera patologica, per cui iscrivermi ad una gara in
Alaska è l'ultimo dei miei desideri.”
Cosa ti spinge a spostare sempre più in
avanti i limiti fisici? “Credo che sia una cosa innata nell'uomo. Se l'uomo non avesse questa
tendenza, la scienza non sarebbe arrivata a questo livello e noi ora non
avevamo neppure il Garmin.”
Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici
della tua partecipazione a gare estreme? “C'è chi ammira e chi ne
deride...è normale!”
Che significa per te partecipare ad una
gara estrema? “Non c'è un sempre un unico significato. A volte c' è la predominante
agonistica ed altre volte c'è la curiosità di una nuova esperienza.”
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta? “Ho scoperto che se qualcosa nella mia vita non va come vorrei, è solo perché non ci ho messo la giusta forza e determinazione.”
Ai fini del certificato per idoneità attività
agonistica, fai indagini più accurate? Quali? “Fortunatamente stanno nascendo
centri medici sportivi che per rilasciare il certificato agonistico, non si
limitano solo a farti salire sulla cyclette, ma approfondiscono con ecografie
ed analisi specifiche.”
Hai un sogno nel cassetto? “Certamente, quello che si ha
da bambino e cioè fare un mondiale.”
Nico
ha coronato il suo sogno lo scorso anno 2017 partecipando ai mondiali di 24 ore in
Belfast, di eseguito le sue impressioni post mondiale.
Ciao Nico, che sapore ti ha lasciato questo mondiale? “Ciao Matteo, alla vigilia ero un po’
preoccupato per non essere riuscito a fare tutto ciò che necessitava la
partecipazione a questo importante evento. Mi sono allenato ed ho curato gli
aspetti di contorno (quali alimentazione, fisioterapia e preparazione mentale)
in maniera inferiore, rispetto alle gare precedenti, per cui il timore di non
riuscire a reggere le 24 ore di corsa era abbastanza forte. E invece sin
dall'inizio ho sentito le gambe girare bene e questa condizione l'ho tenuta per
molte ore, tanto da fare il mio PB sui 100 km in 8 ore e 27.”
Per
partecipare a un mondiale e rappresentare la propria nazionale, non basta solo
essere forte atleticamente, ma avere una personalità da campione, presentarsi
all’evento mondiale con tutte le carte in regola, sia dal punto di vista fisico
che mentale e anche relazionale, bisogna avere la consapevolezza di voler e
poter fare una buona prestazione sia a livello individuale che di squadra,
quindi bisogna curare tutti gli aspetti cha hanno a che fare con il benessere e
la performance individuale e di squadra, pertanto sembra giustificato il timore
di Nico di non riuscire a reggere le 24 ore di corsa. Ma in certe occasioni
l’atleta si trasforma e sorprende anche se stesso.
Soddisfatto? Avuto problemi, criticità? “A posteriori credo che il mio errore
sia stato quello di essermi rilassato troppo nella seconda parte di gara, in
quanto dopo aver fatto quasi 134 km in 12 ore, invece di continuare a mantenere
la stessa condotta di gara tenuta fino a quel momento, in modo da raggiungere
un risultato di rilievo, ho avuto una forma di appagamento per aver ormai
allontanato lo spettro del "ritiro" e mentalmente non ero più
predisposto all'eccessiva sofferenza. Al contrario degli ultimi Europei con la
nazionale, in cui non volevo mai fermarmi ed i dottori mi obbligarono a farlo,
per indossare un abbigliamento più pesante per le ore notturne, questa volta io
stesso ho deciso per il cambio di abiti e mentre gli assistenti mi vestivano,
io ne ho approfittato per mangiare 2 piatti di brodo con patate ed un paio di barrette,
per uno stop totale di 7-8 minuti.”
Senza
se e senza ma, credo sia andata benissimo così come è andata, una prestazione
pregevole con tutto lo spirito di un ultrarunner che non si risparmia che vuole
dare il massimo per se stesso e per la squadra, che torna a casa sfinito ma
soddisfatto.
Hai conosciuto altri atleti di altre nazioni? “Ho rincontrato molti atleti che avevo
conosciuto agli Europei di Albi ed alla Spartathlon di Atene. Con quasi tutti
gli atleti di questa specialità, c'è sempre tanta cordialità e disponibilità,
non comune ad altri sport.”
Lo
sport di endurance, degli ultrarunner è ricco di sorprese, di aneddoti, di
persone sorprendenti e straordinarie, ci si incontra in gare impegnative e
difficili, si torna a casa con nuove consapevolezze e con nuove direzioni, mete
e obiettivi sfidanti da raggiungere.
Hai qualcosa in comune a Fausto o Paolo?
“Io, Fausto e Paolo, siamo caratterialmente differenti. Paolo vive la vigilia
della gara con molta apprensione, sentendo molto il peso della maglia. Io e
Fausto, invece (almeno questa volta) l'abbiamo vissuta in maniera molto più
disincantata, avendo la consapevolezza che probabilmente sarebbe stata la
chiusura di un ciclo.”
C'è ancora possibilità per te di altre convocazioni? “Rappresentare l'Italia nel mondo è
sicuramente un grande orgoglio e lo sarà per sempre, ma io generalmente
partecipo a gare di lunga distanza con l'unico obiettivo di vivere una nuova
esperienza e possibilmente di concluderla e quindi senza eccessivi stress
mentali, al contrario invece delle Gare Internazionali per Nazioni, in cui la
prestazione ed il risultato sportivo è ovviamente più importante di certi
aspetti più romantici della corsa. Pertanto credo che a malincuore, Belfast
rappresenti probabilmente la mia ultima presenza in Azzurro.”
Pareva
appagato e soddisfatto Nico, ha trasformato in realtà il suo sogno da bambino
di partecipare a un mondiale, ha sperimentato cosa significa indossare una
maglia azzurra con tutti gli annessi e connessi, ci sono treni che bisogna
prendere quando passano, ci sono momenti giusti, ma “mai dire mai”,
sorprendentemente Nico indosserà ancora una volta la maglia azzurra.
Un’intervista a Nico è riportata nel libro “Il piacere di correre oltre (Il piacere di correre oltre dal punto di vista di uno psicologo dello sport)” di Matteo Simone.
Editore: Prospettiva Editrice. Collana: Sport & Benessere.
Data di Pubblicazione: novembre 2022.
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html
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