Matteo SIMONE
Lo scorso sabato 10 marzo 2018 a Caserta si è disputata la 6 ore della Reggia, gara valida come prova del 16^ Gran Prix IUTA di Ultramaratona, organizzata dalla Podistica Caserta con il patrocinio dell’amministrazione comunale e della Sovrintendenza della Reggia.
Valeria Empoli ha vinto la gara femminile mentre
Silvio Trivelloni si è imposto su tutti precedendo Stefano Velatta che reduce
da precedenti infortuni ha rischiato di ritirarsi ma poi forse grazie al
caloroso tifo dei presenti, atleti partecipanti e spettatori, è riuscito a
continuare la gara con determinazione totalizzando, nonostante tutto, 83.945 km.
Di
seguito, Stefano racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Che sapore ti ha lasciato questa 6 ore? Che significato ha per te
questa gara?
“Un sapore agrodolce nel vero senso della parola, agro perché le prime 3 ore
zoppicavo, le ultime 3 volavo.
Un significato importante perché era un test per
Seregno a un mese dall' evento penso di essere quasi pronto mi da morale e
fiducia avere corso forte il finale di gara.”
Stefano
volava le ultime 3 ore ma ha trovato davanti a lui Silvio Trivelloni, un atleta
che volava di più e che rappresenta per ben due volte l’aquila della sua
squadra “Lazio Atletica” e dell’Aeronautica Militare. Comunque è importante
aver dimostrato a se stessi e agli altri di avere grinta, forza, coraggio,
determinazione, tanta resilienza per andare avanti e per fare bene
successivamente.
Vestirai la maglia azzurra prossimamente? “La maglia azzurra bisogna meritarsela
penso che ci siano atleti più forti e con più esperienza di me. Io li stimo li
rispetto e non provo nessuna invidia anzi uno tra questi è un mio compagno di
squadra Marco Ferrari capace di fare secondo al Passatore 2 anni fa e già
azzurro in diverse occasioni.”
Nella
rosa degli atleti che vestiranno la maglia azzurra credo ci sia posto per più
persone, quindi continuando con questi alti chilometraggi e podi importanti
credo che Stefano venga notato da almeno 1 anno a questa parte dai dirigenti e
responsabili FIDAL e IUTA.
Avuto problemi, criticità? “Le prime 3 ore
dolore al quadricipite per le ferite riportate durante il cross di Lucca la
settimana scorsa. Non riuscivo a rompere il fiato e di testa non c'ero.”
Forse
qui emerge l’importanza di focalizzarsi negli obiettivi importanti e a volte è
importante fare una pianificazione oculata degli allenamenti e gare per non
rischiare di arrivare impreparati alle gare importanti, quindi tutto diventa
esperienza e insegnamento per il futuro. Comunque tutto è bene quello che
finisce bene e si porta sempre qualcosa di importante a casa.
Cosa lasci e cosa porti a casa? “Lascio spero un bel ricordo a Caserta
per i tanti tifosi che nelle ultime 2 ore hanno tifato per noi, lascio spero un
bel ricordo agli organizzatori per aver onorato la gara fino all'ultimo minuto
e porto a casa tantissimo, in primis avere ancora una volta fortificato la
testa più che il fisico per aver resistito alla voglia di ritirarsi e reagito
con grinta nel finale anche sapendo che oramai il primo era irraggiungibile non
mi sono accontentato della 2^ posizione ma ho spinto più forte che potevo fino
allo sparo finale....questo mi tornerà utile durante la prossima "crisi"
perché tanto inevitabilmente ci sarà.”
In
effetti a casa si portano sempre nuove consapevolezze, inoltre Stefano oramai
dove va è di casa, è ben voluto da tutti, acclamato tra folle di atleti e di
spettatori, cittadino onorario di ogni paese o città che organizza una
manifestazione podistica di ultra distanza.
Hai conosciuto altri atleti? “Si ho rafforzato l’amicizia con il vincitore
Trivelloni che oltre a essere un grande atleta è anche una persona umile e
seria. Nonostante abbia vinto meritatamente, continuava a dirmi che il più forte ero
io e mi ha fatto tantissimi complimenti per il mio stile di corsa, Indubbiamente
mi ha fatto molto piacere, è bello che tra di noi ci sia sana rivalità durante
la gara ma poi prevale il rispetto....poi bellissimo aver ritrovato tutti gli
amici di sempre, alla fine siamo sempre i soliti, ci conosciamo tutti. Una delle
cose più belle, quando supero ricevi sempre incitamenti, continui ed è doping
allo stato puro.”
Il
bello dello sport di endurance, delle ultramaratone in particolare è che si fa a
gara a chi fa più complimenti all’altro, non c’è avversione, amarezza,
aggressività nei confronti degli altri atleti ma rispetto reciproco,
comprensione, condivisione della fatica e dei momenti di gloria.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi? “Prossimo appuntamento Seregno la 100km
poi si vedrà.”
C'è un alimento particolare che hai assunto in gara? “Ho bevuto molto poco in gara, acqua
con carboidrati e maltodestrine, 3 gel nel finale.”
Come ti prendi cura di te ora dopo una gara di 6 ore di corsa? “Ho riposato domenica perché sabato tra
viaggio e adrenalina non ho chiuso occhio ma poi da lunedì si riparte in
progressione con gli allenamenti stando attenti a non farsi male perché alla
fine quello che paga è la continuità degli allenamenti.”
Cosa hai raccontato a casa, al lavoro, agli amici dopo la gara di 6 ore
di corsa?
“Agli amici e a tutti quelli che interessa la mia storia sportiva ho raccontato
quello che ho scritto a te Simone, niente di più sperando di non essere
frainteso, non sono un super eroe, come dico sempre ci sono atleti molto più
forti di me, io faccio il mio, mi diverto, mi arrabbio, mi esalto e mi abbatto
come tutti, non ho la pretesa di stare simpatico a tutti ma spero di regalare a
qualcuno la voglia di uscire a correre dopo aver letto ogni tanto qualche mia
piccola impresa".
Stefano è menzionato nel libro “Cosa spinge le persone a fare sport?”, Aracne Editrice.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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