Matteo SIMONE
Lo sport non è solo vittorie o sconfitte ma anche condivisione, gruppo, aggregazione.
Grazie a Francesca, una mia tirocinante psicologa, sono riuscito
a conoscere sua mamma che ho coinvolto nella mia squadra, nella
partecipazione di tre tappe della corri per il verde e grazie alla sua presenza
e al suo spirito collaborativo e partecipativo siamo riusciti ad ottenere un
eccellente risultato di squadra.
Di
seguito, Alessandra racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune
mie domande.
Ti sei sentita campionessa nello sport? “Si. Ogni volta che ho superato i miei
tempi ed ogni volta che ho corso con le persone e non contro di loro.”
Come hai scelto il tuo sport? Qual è stato il tuo percorso per
diventare atleta?
“Lo sport ha scelto me. Un’infanzia passata a correre tra i prati, con i miei
fratelli; un’adolescenza dove la strada, quella di una volta, era la nostra
palestra: giochi come nascondino, 'chiapparella', ruba bandiera, calcetto,
guardia e ladri ti preparano anima e
corpo al tuo futuro.”
Tutto
passa, tutto cambia. Tempi di una volta dove si viveva per strada sporcandosi e
giocando, dove i genitori ti chiamavano urlando dai balconi, dove tornavi a
casa piangendo, Insomma la vita si faceva per strada e si apprendeva
confrontandosi con gli altri attraverso diversi giochi semplici e a costo quasi
zero.
Chi ha contribuito al tuo benessere o performance? “Prima i compagni, poi i coach. La famiglia….in fasi alterne!”
E’
importante avere una rete di riferimento a cui rivolgersi in caso di momenti
critici o delicati, difficoltà o crisi, quando bisogna prendere scelte
importanti.
Quali meccanismi psicologici hanno contribuito al tuo benessere o
performance?
“Ripetermi, nei momenti di difficoltà, che se mollo io, mollano anche le
persone a me care nel raggiungere i loro obiettivi. Quindi, non mollo ed arrivo
comunque al traguardo.”
Qual è stata la gara della tua vita? “Il mio primo Cross.”
Il
cross ti riporta a uno stato primordiale, ti fa correre per i campi, per
strade sterrate, per terreni sconnessi e a volte ci sono pozzanghere e fango,
tiri fuori il meglio di te per avanzare, per cercare di superare o di non
retrocedere, per arrivare al traguardo cercando di sprintare con qualcuno o solo
con te stesso.
A
volte si vuole essere troppo performanti perché ci sono pressioni da parte
di allenatori o amici, diventa importante ritrovare un sano equilibrio tra
benessere e performance.
Ricordi un’ esperienza che ti dà la convinzione che ce la puoi fare? “La maratonina di Guidonia: mi si sono
sciolti i lacci, terribile esperienza vista sempre sugli altri (e sorriso) e
mai vissuta su me stessa. Poi ti succede, resisti ma alla fine ti devi fermare
e legare i lacci. Ripartire è dura, prendersela con se stessi facile. Arrivare al traguardo, recuperando, una
grandissima soddisfazioni. Le difficoltà, piccole o grandi, esistono. E vanno
gestite.”
A
volte bisogna fare i conti con l’imprevisto, con disattenzioni, con piccoli
dettagli che possono compromettere una prestazione, di recente anche il
campione Italiano di maratona Dario Santoro ha perso una scarpa durante i
campionati italiani di cross e ha dovuto perdere secondi preziosi.
Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività
sportiva?
“Sono daltonica, ed alla mia prima gara (considerando che ho iniziato molto
molto tardi), ho seguito fedelmente…. La maglia di un altro runner, pensando
fosse un mio compagno.”
Quali sensazioni sperimenti (pre-gara, gara, post-gara)? “Stanchezza, felicità, benessere,
voglia di mollare, voglia di non smettere mai.
Sensazioni forti legate sia alla mente che al corpo.”
Quali sono le difficolta e i rischi? A cosa devi fare attenzione nel tuo sport? “L’infortunio è sempre dietro l’angolo
o, meglio, ad ogni metro. Mai esagerare, mai ignorare i primi messaggi che il nostro
corpo puntualmente ci invia.”
E’
vero, bisogna sapersi monitorare e comprendere come stiamo, se possiamo
insistere e osare o c’è bisogno di rallentare, di fare una pausa.
Quali condizioni ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale? “Dolori inguinali.”
Cosa ti fa continuare a fare sport? “Crederci.”
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Ricominciando piano, ma mai smettendo.
Alternando lo sport principali con altri secondari ma in grado di rendermi
felice.”
Quale può essere un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo
sport?
“Giocate, scoprite l’aria, il mare, la campagna e la montagna. Arrampicatevi,
correte, saltate, nuotate, scivolate, vivetele e poi scegliete il vostro sport.”
E’
vero, lo sport permette di fare molteplici e svariate esperienze nelle
condizioni più diverse, all’aperto o al chiuso, da soli o in compagnia, all’alba
o al tramonto.
C’è stato il rischio doping? Quale può essere un messaggio per
sconsigliarne l’uso? “La
voglia del risultato può annebbiare la mente. La forza del proprio credo, la
rende forte insieme al corpo.”
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo sport? “Sorridono.”
Immagino
i famigliari dire: “Ma chi te lo fa fare?”, “Chi ti credi di essere?”, “Ma
dobbiamo venire sempre alle tue gare?”, “Meno male che vinci spesso e porti a
casa sempre qualcosa!”
Cosa hai scoperto di te stessa nel praticare attività fisica? “La fisicità e la resilienza.”
Vero,
lo sport permette di contattare le proprie forze, energie, resistenza, agilità,
stanchezza e permette di apprendere che a volte i limiti sono mentali e che se
si vuole si può andare avanti completando la nostra opera o portando a termine
sogni, mete e obiettivi.
Riesci a immaginare una vita senza sport? “Semplicemente no.”
Hai mai pensato per infortuni o altro di smettere di essere atleta? “Si è atleti dentro. Come si è artisti:
ti può tremare la mano, ma continuerai sempre a dipingere o scrivere. Così l’atleta.”
Mi
sa che i tuoi familiari se ne sono fatta una ragione e si sono rassegnati a
vederti sempre pronta per uscire di casa e allenarti o gareggiare.
Se potessi tornare indietro cosa faresti o non faresti? “Indietro non si torna. Si vive. Anche
il passato, guardando avanti.”
Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport? “Personalmente, ritengo che lo sport
sia già una forma di psicologo.”
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati? “Obiettivi: personal best sui 3000, 5000 e 1000. Realizzati: tutti, perché ho
sempre terminato una gara sorridendo.”
Bella questa risposta in conclusione che
trasmette la gioia di fare sport, uno sport che vogliamo.
Sostieni l'Iniziativa di Matteo SIMONE per Sport Senza Frontiere Onlus.
Anche altri amici hanno aderito al progetto del 17 marzo 2024 correndo la maratona individualmente o in staffette e raccogliendo fondi per i progetti a favore dei bambini in condizioni svantaggiate, tra loro: Andrea Miro, Emma Caputo, Michele Fiale, Cinzia Febi, Laura Ligia, Massimo Castellano, Gianni Guarnera.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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