Matteo SIMONE
Sono 127 gli atleti convocati per il raduno under 20 di primavera che dal 28 al 31 marzo si alleneranno a Grosseto.
Sono 92
juniores (nati 1999-2000) e 33 Allievi/e (nati 2001-2002), 64 ragazze e 63
ragazzi. Ci sono 27 velocisti, 26 saltatori, 23 mezzofondisti, 19 ostacolisti, 17
lanciatori, 8 specialisti delle prove multiple, 7 marciatori.
Antonio
Catallo, U.S. Foggia Atl. Leggera, è tra i mezzofondisti convocati, classe 1999.
Le sue migliori prestazioni: 3000 siepi 8’58”84 Trieste, 3000 m 8’29”3’ Foggia;
1500 m 3’53”59’ Bari; 800 m 1’52”65 Chieti Scalo, 5000 m 14’56”65 Agropoli, 400
m 53’9” Foggia.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? C’è un altro
sport che vorresti praticare? “Ho giocato a calcio fino a 4 anni fa,
giocavo a centrocampo, ma oltre a dei buoni polmoni me la cavavo anche con i piedi.
Ho iniziato a correre grazie ai giochi sportivi studenteschi anche se all'
inizio ero scettico all'idea. Mi piacerebbe un sacco fare salto in alto ma
purtroppo ho provato e non riesco un granché.”
Come ha contribuito lo sport al tuo benessere?
“Lo sport sicuramente insegna a vivere con uno stile di vita sano".
Quali fattori hanno contribuito alla tua performance? Il
presupposto essenziale per la performance è semplicemente non pensarci troppo
dando a ogni cosa il suo giusto tempo (nel caso dell'atletica le due ore di allenamento
quotidiano) e non facendo diventare il risultato un'ossessione.”
Riesci a immaginare una vita senza sport? “In questo momento decisamente no,
quando mi capita di stare fermo per qualche giorno a causa di un infortunio
divento nervoso e ho voglia di riprendere subito. Certamente però dopo i
trent’anni diventa difficile fare sport e in particolare ad alti livelli.”
Quale alimentazione segui prima, durante, dopo una gara? Usi integratori?
Per quale motivo?
“Prima di una gara cerco di non variare le mie abitudini alimentari, di solito
pasta e pomodoro e un pezzo di parmigiano a pranzo e una mela un oretta prima.
Dopo la gara se è andata bene mi concedo qualche porcheria ad esempio pizza o
kebab. Uso un integratore di sali minerali e vitamine perché me l’ha
consigliato un nutrizionista.”
Scelta
vincente non si cambia, soprattutto se è consigliata e consolidata, dopo la
gara qualche eccesso o stravizio non guasta, diventa una coccola per il palato.
Nello sport chi e cosa contribuisce al tuo benessere o performance ? “Sicuramente il mio allenatore e la determinazione
prima di una gara.”
Un
po’ di dotazione personale e talento bisogna averlo per diventare campioni o
comunque eccellere, poi il resto lo fa l’allenatore che ti indirizza, ti
allena, ti conosce, sa quali possono essere le tue potenzialità e come
proseguire nel percorso del benessere e della performance, un passo alla volta,
sperimentando sempre più autoefficacia.
La gara della vita dove hai sperimentato le emozioni più belle? “Fino a ora i Campionati Italiani
assoluti di Trieste dove ho fatto il personale sui 3000 siepi di 8’58”. vincere
la mia serie è stato stupendo e ancora di più arrivare a quel tempo che avevo
tanto sperato prima di allora.”
Bravo,
fino a ora, perché bisogna crederci sempre che il meglio deve ancora venire
considerando anche la giovane età.
Quale tua esperienza ti può dare la convinzione di potercela fare?
“Sicuramente l’esperienza degli Europei U20 di quest’anno mi ha insegnato tanto
soprattutto a crederci fino all'ultimo visto che la convocazione è arrivata
dopo una stagione andata un po' così e così.”
Se
lavori bene e dimostri di valere prima o poi arriva la chiamata, sullo sport
non s’inventa niente, i valori degli atleti si conoscono, la notizia gira e
arriva alle persone giuste, importanti e decisive, si tratta di numeri da fare
e da rispettare, di prestazioni da mettere in campo. L’esperienza
internazionale è un valore aggiunto soprattutto per i giovani atleti, per i
giovani talenti che hanno l’opportunità di confrontarsi con altri atleti ognuno
con la propria modalità di interpretare la gara, di prepararsi alla gara, di
interagire con il proprio allenatore, con il proprio staff, si impara tanto.
Cosa pensano familiari e amici? E’ cambiata la tua vita? “I miei familiari e i miei amici sono
entusiasti e orgogliosi che un loro parente/amico faccia sport a livelli
discreti. La mia vita non è cambiata poi tanto visto che vivo sempre a casa e
frequento ancora la scuola.”
Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività
sportiva?
“Sì, l'anno scorso sono andato in viaggio d'istruzione con la mia scuola a
Venezia per quattro giorni nei quali non mi sono allenato e ho dormito
pochissimo. Il giorno dopo ho corso di mattina i 1000 in 2’27”7 rimanendo
sbalordito per il fatto che fossi arrivato a quella maniera alla gara.”
Soprattutto
quando si è giovani e la mente è libera e sgombra si riescono a fare cose
strepitose, il fisico risponde benissimo e soprattutto non si ha ancora la
percezione totale di quello che si è in grado di fare, l’atleta con l’allenatore
possono scolpire il corpo e raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi.
Cosa hai scoperto del tuo carattere? Quali meccanismi psicologici ti aiutano
nello sport?
“Nella vita sono di solito molto spregiudicato e non programmo nulla,
l'atletica mi ha sicuramente insegnato a essere più metodico e a rispettare
quello che mi impongo, come gli allenamenti.”
Ogni
cosa ha bisogno di idonee caratteristiche, qualità, capacità; lo sport
necessita di metodo, passione, attenzione, impegno, determinazione,
consapevolezza.
Quali risorse, caratteristiche, qualità hai dimostrato
di possedere?
“Come risorsa ho nella corsa la falcata molto ampia, che, tuttavia, è a volte
il mio punto debole, soprattutto nelle volate e negli sprint finali.”
Questa
è una consapevolezza che ci si può lavorare e cercare di rimediare con
opportuni allenamenti specifici e mirati, finalizzati allo sprint per
sorprendere sempre se stessi e gli altri.
Che significa per te partecipare a una gara? “Significa prima di tutto confrontarmi
con me stesso prima che con gli altri.”
Hai sperimentato il limite nelle tue gare? “Credo di averla sperimentata in quelle
gare alla fine delle quali so di aver dato più del possibile e in cui non posso
rimproverarmi niente. È una sensazione molto positiva che spinge a spostare
quel limite ancora un po' più in là.”
Spostare
sempre più in la l’asticella, crederci sempre di più, lavorare sempre con
convinzione e dedizione diventano un buon adattamento alle esperienze
performanti.
Quali sensazioni sperimenti: pre-gara, gara, post-gara? “Vivo il pre-gara con molta ansia e faccio
attenzione veramente a tutto per arrivare in condizioni ottimali. In gara poi,
si sa, dopo la sparo non si pensa a nulla e il resto viene da sé se deve
arrivare. Il post gara è decisamente la parte più goliardica, preferisco di
solito uscire con gli amici e fare tardi la sera, soprattutto se la gara è
andata bene.”
Importante
è conoscere se stessi e comprendere che l’ansia del pregara non è né bloccante
né disfunzionale ma è qualcosa che come viene così se ne va, quindi si può accoglierla
e lasciarla andare; importante è il flow che si sperimenta in gara, quella
sensazione che tutto fila liscio, tutto scorre come vogliamo fino all’arrivo
tenendo sotto controllo noi stessi e l’avversario.
Quali
sono i tuoi pensieri? “Quando
le cose vanno bene è facile pensare che tutti i sacrifici e la preparazione non
siano stati vani. Il problema è quando i risultati non arrivano pur avendo
seminato tanto. È importante però rimanere sereni e continuare sulla propria
strada se siamo convinti che è quella giusta.”
Antonio
nonostante la giovane età ha già acquisito abbastanza esperienza in campo
nazionale e internazionale e sembra reggere bene eventuali difficoltà o crisi,
sembra avere un buon approccio alla gara e al risultato, qualsiasi esso sia.
La gara più difficile? “Il Campionato Italiano 2017 di 1.500 m. Non
ero arrivato in forma per una serie di motivi e pur avendo dato tutto e aver
sofferto tanto in gara ho ottenuto un quinto posto e un tempo che non mi hanno
soddisfatto nemmeno lontanamente.”
Quale gara ritieni non poter mai riuscire a portare a termine? “Attualmente è sicuramente una maratona, ma c'è
tempo per provare anche quella.”
Ora non
è il momento per la maratona, la strada è lunga, meglio concentrarsi su quello
che sembra essere una grande potenzialità al momento, poi si vedrà con il tempo
tutto cambia.
Quali
sono le difficoltà? “Possono
essere le condizioni meteorologiche in quelle gare dove si corre per il tempo.
È ovvio che in una gara dove conta vincere le difficoltà sono identiche per
tutti.”
Quali condizioni fisiche o mentali ti hanno indotto a fare una prestazione non
ottimale? “Riguardo
quelle fisiche, arrivare magari 'acciaccato' o febbricitante a una
gara aumenta ovviamente il rischio di non concluderla o farlo ma in maniera
negativa.”
Come
hai superato crisi, sconfitte, infortuni? Cosa ti ha fatto mollare o
cosa ti fa continuare? “In questo momento so vivendo un periodo
difficile a causa di una leggera seppur fastidiosissima infiammazione a un
tendine d'Achille. Sono 20 giorni che non mi alleno regolarmente, tuttavia in
questo come in altri casi l'importante è seguire i consigli dell'allenatore e
dei medici e cercare di tornare più forte di prima. Adesso non sto pensando di
lasciare l'atletica, anche perché la vedo ancora come un gioco e mi vedo come
un dilettante. In futuro vedremo.”
Molto
chiaro, in questi casi c’è bisogno di avere vicino persone che ti comprendono,
che ti consigliano, che soprattutto non ti abbandonano.
Ti
è capitato di avere la sensazione che ti cascasse il mondo addosso? Come hai
continuato?
“Nell'aprile di quest'anno pur venendo da un invernata di allenamenti sentivo
di non essere più quello di qualche mese prima, ho fatto un test del lattato
(che per il mezzofondista è importantissimo) ed è andato malissimo. Sembrava
davvero che mi fosse cascato il mondo addosso, almeno dal punto di vista
sportivo. Per uscire da questa situazione non ho fatto altro che continuare ad
allenarmi poco (o meglio, il giusto) e bene come sono solito fare e si è
addrizzato tutto.”
Bisogna
essere pazienti e accogliere quello che c’è, poi piano piano da soli o con
l’aiuto di altri le cose si possono risolvere e riprendere con più entusiasmo,
grinta e nuove energie.
Un messaggio ai ragazzi per avvicinarli a uno sport di fatica e
impegno? “Io
inizialmente praticavo uno sport molto più popolare, il calcio. I motivi che
possono spingere un ragazzo/a a fare atletica sono sicuramente le soddisfazioni
smisurate che si ottengono e il riuscire ad avere successo solo con i propri
mezzi e assumendosi le proprie responsabilità, cosa che non accade nel calcio.
Dulcis in fundo, ci sono un sacco di belle ragazze che fanno atletica che un
maschietto che va a scuola calcio non potrà mai conoscere.”
Interessante
questa risposta, fare sport per rimorchiare, un ottimo spot da diffondere.
C’è
stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva? “Nella mia breve carriera non mi sono mai
trovato in queste situazioni anche perché sono ancora giovane, tuttavia sono
sicuro di allontanare questo pericolo sia perché è sbagliato eticamente ma il
doping danneggia anche il corpo umano a lungo andare.”
Un messaggio per sconsigliare il doping? “Direi semplicemente che l'obiettivo dello
sport è arrivare a toccare i propri limiti per superarli ma solo con le proprie
potenzialità e con sacrifici, cosa che non avrebbe senso con il doping perché
tocchiamo il limiti degli steroidi anabolizzanti o dell’eritropoietina e non di
noi stessi.”
Certo,
perché prendere in giro se stessi e gli altri? Alla lunga si pagano conseguenze
gravi.
Ritieni
utile la figura dello psicologo dello sport? Per quali aspetti e fasi
dell’attività sportiva? “La
figura dello psicologo può essere importante credo solo nelle fasi più intense
della vita di un atleta, quelle in cui gli allenamenti cominciano a diventare
tanti, forse troppi e non si reggono non tanto fisicamente, ma soprattutto
mentalmente.”
Se
potessi tornare indietro cosa faresti o non faresti? “Credo nulla, e anche se ci fosse qualcosa che
mi fa avere rimpianti è inutile pensarci, bisogna guardare avanti e non perché
è una frase fatta o è bello da dire ma perché quel che fatto è fatto.”
Sogni realizzati e da realizzare? “Un sogno che ho realizzato è stato vestire la
maglia azzurra agli Europei U20 quest’anno e U18 l’anno scorso. Quello da
realizzare ancora è vincere una medaglia internazionale con questa maglia.”
Un ottimo
percorso per Antonio fino ad ora, l’augurio è di continuare a vestire la maglia
azzurra nei prossimi anni e continuare a fare i suoi best performance nelle
varie distanze che predilige.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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